La Critica Politica - anno IV - n. 11 - 25 novembre 1924

,._ Anno IV = Fase. Il. Z5 Novembre 1924 S0ì\1MARIO · P. ALBATRELLI: I repubblicanisull'Aventino. E. GIRETTI: Politica commerciale: Contraddizioni protezioniste. A. DI STASO: Per il trattato ili commercio italo-- tedesco. LANA: Rinascita liberale. R. MO RAND I: La eticitàdelloStato (Hegel eMazzini). G. LµZZATO: Maffeo Pantaleoni. « LA CRITICA »: Battute polerniche: Democrazia confederale. Un uomo interessante - Adesione al Regionalis1no (S. .Benelli) - La politica delle. spese, come prima (~. Einaudi) - L'insegnamentodel tedesco in Val d'Aosta - Parole agli amici. Note e Commenti ~ Recensioni - Nuove Pubblicazioni. r REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: ROlVlA (3) - VIA SERP°eNTI, 116 ABBONAMENTI: PER UN ANNO LIRE 20 - PER UN SEMESTRE LIRE. 11 CONTO CORRENTE P06TALE UN NUMERO: LIRE DUE .,, Biblioteca Gino Bianco •

.. • J . . - H LA COLTURA POPOLARE H. Rivista Me~sile dell' Unione Italiana dell' Educazione Popolare Fondatore: AUGUSTO OSIMO l\\lLANO: Via Pace', 10 •• I • 0 Agita i problemi della Scuola e della Coltura e riflette il movimento italiano ed estero delle istituzioni e delle attività per la preparazione del popolo alla vita civile economica e politica della nazione. Abonamento annuo: L. 25 - Estero L. 50 . Un fascicolo L. 2,50 - Arretrato L. 4 __ ,.,.._,....=--•• ■•■•,-------•-••-•• •-••a•••••• a sa■ .. ,--•-••--- ·BIBLIOTECA 0I·RCOLANTE . .. DE L'1lTALIA CHE SCRIVE · PALA zzo DoRi;A - ROM A - Vico Lo DoRtA, 6-A · · · Lire 250.000 di libri . . D'Aì\iENA LETTURA E DI CULTURA GENER1\.LE SIGNORILMENTE RILEGATI 5 LIRE ifENSILI ...--~ ~uovl acquisti quotidiani $·.4f!JKA•ar -••-------•-■--■-•■••-..... -•••--■-------Maa-.....-. ..... ~uaau ... ,_ : AVVERTIAMO GLI ABBONATI f - che non hallno · -ancora pa- · < gato l'abb0ilamento che stiél• . . t .,mo provvedenc;lo ad inviare loro TRAff A POSTALÉ, ·ara•. . ·vata di tutte le sp·eSe di posta . . e· di riscossione. , . I • Bibliot~ca Gino Bianco

/ corso di spedizione le I I abbop-ati ritardatari, gravate· delle spese . /J Gli abbonati· a cui sono dirette sono pregati,· • viva;. di ritirarle. ·· 1 ( ··•···· /'\ . . / ~ t, I I R~ccomandiamo a tutti gli ab·bonati · di rimetterci entro I f ;., • mese di dicen1bre, il rinno.vo . deJl'ab,bonam(!nto per l'anno Jf)25. Gli abbonamenti si pagano anticipati. \;{ .. ' GRUPPI DI "CRITICA PO.LITICA" ~ . - ' I I 1 • ·PUNT 1·· P ROG,RA.MMAT ICI, / . · ' I punti sui quali gli. àdetent i ai gruppi /di « Critica Politica )) . àffermano la loro unità di vedute sono i seguenti: ,,, I • . , , 1 °) Condizione pregiudiziale della ricostituzione dello Stato è la netta • f ' separazione degli interessi dalla politica. , \ Lo Stato deve essere. politico e solamente polìtico. L'autorità dello Stato 'sarà tanto 1naggiore quanto più semplice sarà la sua 1organ.izzazione, quanto più chiari e precisi saranno· i rsuoi compiti, quanto meglio esso saprà essere nefla sua espressione vi si bi lé Io Stato di tutti: ' I e • Lo Stato cesserà di essere l'a_rgornento di maggiore contrasto s'olo il giorno in 7 ·cui nessun gruppo, qessun inte,resse particolare potrà✓attendere o s:perarè di con• r quistare in esso una posizione di privile'gio o difesra. 2°).,Gli interessi devono ~ssere posti al ,governo di se stessi. e chiamati a baslarè a se stessi. L'agricoltusa, l'industria, il comn1ercio, il lav9ro, in quanto ·provvedono al proprio interesse e al proprio miglioramento provvedono . all'interesse e al prog·rèssb di tutta la nazione: E finchè vi provvedcno à propri~ ,,spese, coi proprii mezzi, la collettivi.tà nulla avrà da temere da essi. __, Gli antagonismi e~onomici e sociali diventeranno \ benefici, serviranno a stimolare le facoltà di ciascuno e il. progresso di tutti, il giorno in etti non ; I trover{!nno sul loro cammino, impedimenti artificia1i, foggiati nello Stato dall'egoismo di pochi contro H bisogno e l'inter:esse dei più. , • ., ~ 0 ) Organizzazione regionale e nazionale degli intere~si su basi federali; autonomia dei comuni e delle regioni nella loro costituzio(le' e nella amn1i11istrcizion,e d1.:iloro affari, sono condizioni indispensabili di un buoA govèrno di ' . I ' J \

I • ( \ ' . t ( J .,, è { .. LA CRITICA POLITICA • I • . sovranità popolare direttamente ed effettivamente esercitata. L'accentramento è incompatibile_ con la demòcrazia; d'istrugge la libertà, nCJn la realizza. Il decentram_ento,. in quanto è molteplicità varietà e automia di o'rgan! e d! tun-. - zioni ed in quanto avvicina gli interessi agli interessati, ha come realizzazione . ~ ;, democratica un'importanza molto ,maggiore del suffragio universale, della proporzionale e di ogni altra riforma del meccan_ismo elettorale. 4°) Il politicantismo, l'affarismo, tutti i mali di, cui ha sofferto e soffre l'Italia politica sono un fenomèno· degenerativo dell'accentramento statale. È l'autogover_no che, ponendo· i cittadini_ dinanzi a proQlemi concreti e co·strin- ~ gendoli a trovarne le soluzioni immediate, uccide lo spirito di fazios·a intolle- " rànza proprio degli uomini che tutto vedono attraverso l'angolo visuale del _tornaconto del proprio partito; è l'immediato controllo che mozzerà lé unghie all'affarismo rapace ·e permetter~ la selezione dei miglipri, dei piu capaci p_er intelligenza, competenza e capacità. . r-r. Nè le callossi,~à della matto nè l'attitudine a maneggiare il ·bastone danno il diritto a dirigere l~ vita politica, italiana, 111a il cervello. Siarryo stancl]i di , vedere ai posti _di coma.ndo chi vi è git;1nto attraverso le benemerenze della prima Òra, o della secon_da : sia mo stanchi di retorica, di letteratura, .,di polemismo panzphletaire_: chiediamo uomini di mente lucida, di onestà sperimenta,ta, di capacità realizzatrice. ~ · · ~ 5°) t.e forze sulle quali si ·deve ·poter co_ntare per una rinascita politica, economica e· spirituale della vita italiana sono specialmente in quella parte d'Italia p·rovi~1cia.'le e rurale che l'accentr~mento ha troppo a lungo dime_nticato e sacrificato. L'ltalta onesta, produttrice, risparmiatrice da contrappo.rre all'Italia l fascist-a, rettorica, sperperatrice è là. Solo valorizzando ~ sospingendo f ceti ' \ laboriosi, i poi itican ti possono esse re spodesta ti.· ' / . , . Coloro che accettano 1 il programma' ·dei Grupp / " Critfca Politi~a ; c'invii~ 1 0 I~ lo;o adesione.· .. ( 1 , DllluSìone del"lntriti CD,, Gli amici ricordino che I la Rivista ha · bisogno .. "' di un respiro più. largo. E necessario che nel 1925 e~sa moltiplichi' il numero dei suoi abbonati .e -dei suoi lettori \ perchè ) . sia veramente .utile, perchè giovi ·- come noi vo= ' gliaino - alle nostre .idee e al nostro Paese. · ' . . ./ ' . ...... J Bibli'otecaGino Bianco

/ ◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊ ◊ . ◊ g RIVENDITE DE - , ~ g 'f '' LA CRI.TI CA,, f ◊ ◊ I e ·t· ~ Po1·t·1ca trovasi in ven- PISA - Ed. Bachechi: Via Gugliel- ◊◊ .a fl ICu I dita a fascicoli mo Oberdan. · ◊ ◊ separati, oltre che in centri mi- POLA - Libreria Int. E. Schimdt, ◊ ◊ norf, nelle seguenti città: piazza foro, 17. ◊ g . . REGGIO EMILIA - Società Coop. g ◊ ANCONA - Agenzia GiornahSt1ca diffusione Stampa, via, Parini' 1. ◊ ◊ Rosa Volpi. REGGIO CALABRIA - Edicola Vin-- ◊ ◊ .AQUILA - Chisco Giorn. Agnelli cenzo Belgenio, Chiosco "Cor- ◊ ◊ ◊ Poggi. - 0 ◊ . riere di Calabria,,. ◊ ASCOLI PICENO - Libreria Ugo ROMA - " Libr~ria Matteucci ,, : ◊ g Censori. Piazza Venezia. g ◊ BARI - An. Oiorn. " Lo Buono ,, : _ Edicole di Piazza s. su. ◊ g Via Roperto da Bari. " vestro, Piazza Colonna, g. ◊ -BOLOGNA~" Edic. M. Mignatti,,: Aragno; ◊ ◊. Portico della Morte. ,, · - Libreria Bocca: via Min- ◊ · g. ,, -"Edicola Carburazzi ,,: 1 ghetti. g ◊ Piazza Aldobrandi (An · ! · ,, - Libreria O. Oarroni: via ◊ g golo via Mazzini). ,• Nazionale 55. ◊ ◊ ,. - "Libreria Galleri ,,: Via I ,, - Libreria Signorelli: via g ◊ Indipendenza. degli Orfani. ◊ ·g ,, -" Libreria Moderna ,, : ,, - Anonima Libraria Italia- g ◊ · Vi a Alessandrini, J. na, GaJleria Colonna. ◊ g CAGLI A R.l-Agenzia Giornalistica ,, - Libreria Maglioni e Stri- g ◊ "Il Nuraghe,,: Via Mannu, 41. ni, via Due Macelli. ◊ ◊ CASERTA - Bottega dello Scola- ,, - Libreria A. Marchino, ◊ g ro, via Jolanda Margherita. Corso Umberto 54. ◊ ◊ CATANIA - Agnzia Oiorn. Pet- SAVONA - Agenzia Ofornalistfca g ◊ tinato, via Stesicorea n. 219. Vittorio Martinelli : Via Paleo- '◊ g CREMONA: Edicola OaIHni. Corso capa,' 15. g ◊ Campi. , SASSARI- Agenzia Gio!n. Secchi ◊ g flRENZE - " Ed. Ennanno Perug- Chiudeddu: Piazza Cast~Jlo. ◊ ◊ f.d,,: Piazza Duomo.· SENI.GALLIA - Cartoleria D1aman- g ◊ FIU i\.tE L.ib · p 1 C tint, Corso V. E. ◊· ◊ In -., _rerta opo are: orso SAMPIERDARENA-Agenzia Oior• ◊ ◊ V. Ern~u1uele, 37. '1• tf Attil' R li ◊ ◊ GENOVA "Ed' I Alf d M na 1s ca 10 onca o. - ◊. ◊ - . ico_ a . re O or• SIENA - Libreria S. Sadun. , ◊ ~ ◊ , cluo " : Piazza Carlo SPEZIA - Libreria Zacuttf-Castel- ◊ ◊ · .Felice. lini: Via F. Cavallotti. ◊ g GO~IZIA · Libreria Paternollj. TARANTO_ Libreria F.111 Fifippi. ◊ ◊ G~OS~ETO - Edicola O. Vahani: TERNI _ Libreria Alterocca. . g ◊ '" 1 tazione TREVISO Ri o· t· R. 1d. . ◊ ◊ LECCE Ed . I o t O Ff -· v. Jtoroa 1 1na 1n1, ◊ ~ . 1co a a e a no e - p·· d i S• 1 1 ◊ Hp;)t. tazza e .gnor • ◊ g Li ViiRNO - " Edicola l\llari fifip- TORIN? - "Libreria Alleanza Coo- g o pi,,. via dellel Galere, 36. p~rat1va "·: Via Genova. · Ed!col~ ◊ g l\1ESSIN A _ Cartoleria Piero Ga- Prina: P1azza ~astello. - ~1bre- g 0 rofalo, vial _ s. Martino 136_ ria B. Pasquahno Costa. Via 0 o " . H' • • Roma, 26. - Edicola Selva : An- ◊ _ ◊ MILANO- L1br:.1açastroh,,. Cor- go!o Corso v. E.. Edicola Ni- ◊ ◊ so Vittorio Emanuele. -co1e1lo: Angolo Caffè Ligure. - ◊ g M:)DENA - Edicola Centrale Gino Ediéola Pacchiotti: Angolo via g ◊ Stecchi. Garibaldi•, Piazza Castello. -Edf- ◊ g N .\POLI • Edicola Frezza France- cola Capello: C. Umberto, C. g { ◊ sco • Piazza Carità. . Vitt. Emanuele. ◊ ◊ PALE'~h\0. ,, Librerfa 1\'\oderna • TRAPANI - Librerìa Giuseppe Bon- ◊ <> . ,,. . ◊ Via M~queda, 272. ci. corso V: E. ◊ o PARMA - Cartoleria I. P. Ferrari: TRIESTE - Libreria Treves-Zani- 0 g Piazza della Steccata, 19. ~helli: Corso Vftt. Em. III, n. 27. ◊ <> PERUGIA -.T-ab. Belardinelli. . VENEZIA- Edicola Vedova Zango. g ◊ . . ◊ ~ 0◊◊~◊~◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊~◊◊◊◊◊~~9~◊◊~◊~♦0◊~~ \. • ino Bianco

l / < ~ID~ID~S~~ID~ID~ID~~ID@~~ Q L.b . P 1 ·t. M, d. . i ·! 1 rer1a · o 11ca. o erna ~ I," , ~ ~-- ROM.A - Via S. Giaco~ 5 B. - ROMA ij , ·.i "SCRITTORI POLITICI ITALIAnI,, · i X In questa «·ra~colta » vedranno la luce volumi di scrittori politici del 8, w risorgi mento, e contem poran,,ei, di scrittori della « scuola sociale ita- w ~ liana» da Pagano, a. Roma{!nosi, a Gioia, a Mazzini, ~ Cattaneo, Fer- ij ,. P., · rari, Mario, Saffi, Bovio, Colaianni, Ghisleri. · . P.,_ W Ogni v·olume, d1 iligentemente compilato e ✓curato, contiene oltre gli W ~ scritti più importanti dell'autore '- integralme'nte riprodotti, o pre- . ij · X sentati nelle pagi'ne e..,sse·nz•iali no.te biografiche e bibliografiche, 8 '.'l W ritratti e facsim'ili di- autografi. \ w i Tutti i volumi della -«raccolta» sono rilegati in finta pergamena. i , Sono pubblicati i. seguenti volumi: . . ' '· ., . .. G GIUSEPPE MAZZINI . ,rn· · Q , . I PROBLEMI ,·DELL'EPOQA Q > ij · <.. • S~RlTTI POLl·TICI E SQCIALI ,,, !~ note e bibliografia di Giovanni Conti. ~ '. Un volume di 342 pagg., con prefaziont! çli Arca11gelò'Ghis/eri, e•con intrO'duzione, I. r f:, ,., " _ OIOVANNI BOVIO _ ~ ij IL SECOLO NUOVO ~ SCfUTTI - DISCORSl - P ,\GINE - PE~NSIERI - EPIGRAFI • ~ , Un Volume di 404 pagg., con pr.efazione di Arcangelo Ghisleri, con introduzione ai Ugo Del la Seta, bibliografia e note di Giovanni Coijti. .. ·, ( - . ~ ' Prezzd d,i ogni volume lire Dodici. Q ij Seguiranno.,.,iolumi di c,ÀTTANF.O~ FERRARI, MARIO. ij fti 1\gli 1\BBE,N1\TI di ... eritica Volitica •• sconto del ~e O/o 1 • P., \, ~ Mandare l'importo anticipato più L. I di spese postali e raccomantta- ~ f9S zione fino a L. IÒ di libr•i. ~er ordinazioni superior•i aggiungere il io per 'ii cento oltre l'impor•to (Estero il 20 per cento). Gli abbonati uniscano al- (:, l'ordinazione la fascetta .dell'indirizzo col quale 't"icevono la Rivista. ·ijw Richieste e vaglia esclusivamente alla Libreria Poli.ticà Moderna - Via S. Giacomo 5-8 p. p. - ROMA (IO). ·1 , Y . ' . ~SIDSIDSIDSIDSID~ID~IDSIDSID~~~~ - ' I • • IL • .J;/J'M~~o;J;J::U:t.tl~:1:ttoi~ G LOMERVtl ~~~~ RVGGERl~mm~~i!jffi ~·-~ PESARQ!t.!!S ~ • é"tNVENDITAIN·lVlTE - LE ;FARMACIE N(A. - Biblioteca Gino Bi.arycò ,._

r .LJ\ CRITICJ\ POLITICJ\ ~IVIST A MENSILE ANNO IV. novembre 1924 f ASC. 11. I Repubblicani sull' _J\ ventino Questo articolo esprime uno stato d'animo comune ad alcuni uomini del partito repu~blicano e che, diciamolo pure, si va dif/ondendo. La impostazione che le opposizioni hanno dato alla lotta non soddisfa nemmeno moltissimi di altri partiti o di nessun partito che hanno seguito con simpatia e con speranza la secessione sull'Aventino. Il nostro collaboratore lamenta che i repubblicani lavorino in armonia con le opposizioni per un ritorno allo Statuto, facendo il giuoco delle istituzioni, anzichè lavorare per il loro ideale _politico. Escludiamo che siano queste le intenzioni dei dirigenti del partito e iei deputati : crediamo anzi che essi si siano preoccupati e cerchino di svolgere un'azione in senso contrario. Riconosciamo, però, che avrebbero potuto e potrebbero farsi valere di più e, accentuando le loro esigenze, evitare che le altre opposizioni scivolassero troppo facilmente su un terreno infido e scarso di risultati positivi, come si vedrà. Il blocco delle opposizioni ha costituito un fatto politico molto importante: può offrire delle possibilità, tanto maggiori quanto maggiori saranno la volontà e la capacità di resistenza del fascismo. Prima di romperlo bisogna pensarci tenendo conto anche del fatto che se a Roma esso è rappresentato da parlamentari non tutti degni e fidi, in provincia è costituito da gente in buona fede che ha saputo e sa intendersi senza sottigliezze, senza distinguo e senza secondi fini. Piuttosto bisogna esigere dalle opposizioni una magl(iore intransigenza, una maggiore energia, una visione meno parlamentaristica delle necessità e delle possibilità. Non è tanto una pregiudiziale di partito che bisogna porre - che posta come tale non sarebbe facilmente intesa - quanto una pregiudiziale di carattere generale sulla quale possono raccogliersi quanti - e sono moltissimi - sentono che alla situa- , zio ne creata dal fascismo non si pone rimedio nè cogli uo,nini nè con i sistenti del passato. Crediamo comunque utilissimo che questi dissensi si manifestino e che le opposizioni parlamentari si accorgano che la loro azione giustifica moltissinie critiche. Io mi vado facendo da qualche tempo questa domanda, e credo di non e~sere solo a pormela nelle file del nostro partito : I repubblièani · lavorando in armonia con le opposizioni varie sull'Aventino per un ritorno allo Statuto, e cioè, ad uno. svolgimento della lotta politica in Italia regolato dalla carta Albertina, lavorano per il loro ideale politico o non fanno piutosto il giuoco dei costituzionali e quindi della Monarchia? Biblioteca Gino . 1anco

446 LA CRITICA POLITICA Vi è oggi una tendenza diffus_a a non accennare menomamente alla eterogeneità delle forze dell'oppòsizione, e ciò per non facilitare il giuoco del governo che vedrebbe come un suo trionfo lo sgretolarsi del blocco delle sinistre. E forse, avuto riguardo a certe necessità di tattica contini gente ed allo antifascismo molto discutibile di alcune forze di opposizione, è bene non seminare dubbi nelle sue file. È noto che molti degli attuali oppositori collaborarono fino a ieri al formarsi della attuale situazione, ed avrebbero continuato a collaborare se il fascismo, con la sua naturale brutalità, non li avesse messi alla porta come servi importuni. Vi sono due maniere di essere antifasc~sti : antifascisti per principi'o, per -assoluta incompatibilità morale e mentale, per ragioni di stile, come direbbe Rivoluzione liberale, e antifascisti d'occasione, di dettaglio. Molti degli antifascisti del blocco delle sinistre appartengono a questa ultima categoria, furono al governo con Mussolini, approvarono una infinità di provvedimenti inconstituzionali (formazione della milizia, decreto sulla sta1npa) e non sarebbero alieni dal ritornarci qualora per uno dei tanti mutamenti della sua tattica corruttrice l' on. Mussolini si orientasse verso un più largo ri1npasto. I demosociali, per esempio, nòn domandavano altro al duce che di entrare nel listone come rappresentanti di un partito riconosciuto : per il resto avrebbero firmato a quattro mani tutto quanto il Gran Consiglio avesse loro proposto, prendendosi per a1nor di patria - dicol)o loro - più di un calcio ne gli stinchi. Per tener unita cotesta gente ci va effettivamente molta prudenza. Ma nessuno vorrebbe attentare menoma1nente alla compagine del cartello delle ,sinistre in quanto esso ha di contenuto negativo - opposizione al governo Mussolini ed al Fascismo. - Però, in quanto esso ha di positivo - effetti politici di una tale opposizione - deve essere \ permesso ai diversi partiti di ten_er d'occhio i propri particolari interessi, e di discutere apertamente senza che da unà parte l'Aventino si allarmi e dall'altra il governo gridi al suo prossimo trionfo. Il presente · momento politico è, secondo me, singolarmente propizio alla idea repubblicana. Al fascismo noi dobbiamo questo grandissimo. risultato : esso scoprì le carte della politica monarchica tradizionale, ed aprì gli occhi a molti italiani sulla efficacia degli istituti che regolano le nostre libertà politiche e civili. Questo genera una importante modificazione nella linea del- . la lotta politica. Non ostante l'apparente disordine dei partiti che non hanno più fisionomia e si spezzano in tronconi vari; non ostante la confusione delle idee e delle coscienze che in Italia sono inclinate naturalmente al com- ~ promesso ed alla rabberciatura, la lotta va assumendo sempre più i caratteri precisi di una lotta per le libertà politiche fondamentali. Si imBibliotecaGino Bianco

,. \ . I REPUBBLICANI SULL'AVENTINO 447 posta, cioè, sul terreno sul quale i repubblicani invano tentarono di trascinarla per sessanta anpi. Non si erano mai visti in Italia giornali di fede monarchica indiscussa e tradizionale dichiarare apertamente che la costituzione è violata, che non funziona più, che lo Statuto è virtualmente abolito in quanto esso ha di più geloso e di più liberale. E non è lo Statuto il patto giurato tra re e popolo che sta alla base della nostra costituzione politica? e se questo patto è infranto per volontà o negligenza di una delle parti chi vorrà più negare che gli italiani si ritrovano, dopo settant'anni di vita unitaria, di fronte al problema delle loro libertà elementari, allo stesso punto da cui partirono per iniziare l'opera del Risorgimento ? Questa è la logica della lotta politica che dovrebbe prevalere oggi davanti al governo fascista, il quale, fino a prova contraria, agisce in nome del Re, e non rispettando lo Statuto, coinvolge nella propria responsabilità anche quella della monarchia. I costituzionali avvertono che se ancora la lotta non è cos) nettamente impostata nessuno potrebbe evitare che ciò avvenisse, perdurando la pressione fascista ; e corrono ai ripari. Di fatti la pressione sull'Aventino varrà sopratutto a ripristinare il funzionamento dello Statuto ed a salvaguardare la monarchia da gli effetti di un inevitable moto rivoluzionario. Ora quai>è la posizione del partito repubblicano in questa manovra? In apparenza, dal momento che le opposizioni costituzionali hanno disertato il parlamento, hanno cioè deliberato di battersi su un terreno extra costituzionale, si potrebbe dedurre che i trionfa tori siano i repubblicani ; in effetto essi servono ai fini dei monarchici rivalutando il contenuto liberale dello Statuto proprio nel momento in cui nella pratica la 1 sua efficacia risulta nulla, o almeno molto discutibile. Ma noi, dicono gli amici della Voce, mentre siamo sull'Aventino stiamo predicando che lo Statuto è antiliberale; ed io, aggiunge il mio caro amico On. Giovanni Conti, ho in un opuscolo recentemente pubblicato dalla Libreria politica moderna illustrato ampiamente la insufficienza della carta Albertina ad assicurare le libertà politiche al popolo italiano. Sì, cari amici, voi predicate bene, senza dubbio : ma questa predicazione il nostro partito la fa da sessanta anni col risultato di sentirsi dire da un socialista come l' on. Turati che essa predicazione tende esclusivamente a sostituire le insegne dei tabaccai. Il giorno in cui le opposizioni dell'Aventino dovessero trionfare per le vie costituzionali, ed il fascismo isolato e braccato come una belva, cedesse il posto ad una coalizione di partiti di destra e di centro, questo aspro fermento di spiriti intorno alle libertà politiche sarebbe soffocato nell'eterno equivoco costituzionale, ed il partito repubblicano o sarebbe cacciato via come un cliente noioso ed esigente, o sarebbe ricattato, in ibl."oteca Gino Bianco

448 LA CRITICA POLITICA nome della concordia nazionale, con qualche sotto portafoglio che potrebbe essere per un sacrifizio doloroso, anche accettato .... previa affermazione - s' intende - dei principi inconcussi ecc. ecc .... (Non credo che il partito repubblicano voglia lavorare per questo). Ma vi è - ci si obbietta - un altro punto di vista dal quale bisogna guardare la situazione attuale. L' Italia è insaguinata ed oppressa da un partito armato, amorale, tirannico che rende l'atmosfera irrespirabile; i partiti sotto quèsta oppressione appena vivono, la stampa è angariata in mille ·guise, le libertà di riunione e di organizzazione sono abolite, lo stesso funzionamento della giustizia è reso impossibile ·dal potere esecutivo. Cosa fare? Lo statuto non è l'ideale, siamo d'accordo ; •ma ~è quanto basta per assicurare al popolo nostro le libertà elementari. Per questo noi aderiamo alle opposizioni. Cosa vorreste voi? che la esasperazione esploda in un moto· sanguinoso che rovinerebbe la pa- - tria? Quelle sono romanticherie di cui noi siamo da un pezzo guariti. Ed a questo punto io domando come mai il nostro partito che ripete le sue origini dal piìt grande e genuino rivoluzionario del secolo decimonono, abbia così poche qualità rivoluzionarie, e si raccolga sempre più in una sua tattica di stile parlamentare che, date le nostre pochissime forze, ci rende per fino ridicoli. In politica i sentimentalismi sono perniciosi ed~ a me pare un sentimentalismo bello e buono questa ansia di soffocare una situazione squisitamente rivoluzionaria in un mediocrissimo palliativo. Vedo la mentalità repubblicana camminare cordialmente a braccetto con quella del più schietto conservatorismo (tipo Albertini e Amendola) e per arrivare a che cosa? allo Statuto che non impedì mai ai varì governi del Re di compiere le più selvagge reazioni. - Fasci Siciliani, novantotto, Fascismo - di lasciare impunite le più colossali malversazioni - scandali ferroviari, banca . romana, banca di Sconto - ; che non impedì ai prefetti di allearsi con la malavita, ai ministri di scarcerare per fino gli ergastolani per fare le elezioni a base di bastonature e di delitti; che infine, in barba al codice penale, permise ad un partito di costituirsi un esercito armato coi danari dello Stato, ed opprimere con esso tutti i partiti, abolire la lotta po- .litica, i d!ritti dei cittadini, le libertà civili. Non sono tutte queste cose nate all'ombra dello Statuto ? Quali sono le libertà che esso garantisce se qualunque avventuriero può annullarle impunemente? Il ritorno allo Statuto è men che zero se una vigile coscienza civica ed un potere esecutivo veramente e sinceramente liberale non si aiutino e si sorveglino a vicenda per una sincera applicazione dei principi in esso contenuti. Ora la sincerità del potere esecutivo ha un limite insormontabile, ed è: la propria conservazione. E poichè la conservazione di esso potere implica la conservazione di una rete inestricabile di privilegi, di camorre, di ingiustizie sociali e simili delizie, ecco che il preteso contenuto libe- · BibliotecaGino Bianco

I REPUBBLICANISULL'AVENTINO 449 raie dello Statuto viene annullato periodicamente dal potere esecutivo, perchè quel liberalismo urta contro i diritti indiscutibili della conservazione monarchica. Tutte le volte che una lotta politica vera e propria si delinea si trova sempre un Crispi, un Giolitti, un Mussolini che attuano praticamente per un certo tempo la sospensione dello Statuto, dopo gi che la Monarchia, fatto il suo giuoco, si ripresenta come salvatrice dell'ordine e tutrice delle libertà. Eh 1 per bacco, oramai la beffa è lunga, e non so come un partito repubblicano si possa prestare a questo giuoco. Se esso riuscisse, numerosi indizi ci dicono quali sarebbero gli effetti politici di esso. La monarchia riguadagnerebbe rapidamente il terreno perduto e la lotta per noi si presenterebbe più difficile che mai, perchè fra le altre cose i repubblicani dovrebbero picchiare contro un edificio che essi stessi avrebbero contribuito a costruire. Se poi il fascismo, come è forse più probabile, non si lascerà liquidare con le buone, il fermento delle coscienze e dei partiti che senza dubbio s'intensificherà, non sarà guidato da noi come dovrebbe essere, ' ma da altri e per una repubblica che non sarebbe la nostra. La politica non si fa col ragionamento esclusivamente, non è una scienza sperimentale; come la guerra, è un'arte e si fa con l'intuizione sopratutto. Intuire un momento storico, sfruttarlo, influire su di esso con le proprie energie e con il proprio ideale : ecco il segreto della vittoria. Hanno intuito chiaramente il momento attuale i dirigenti il partito repubblicano? A me pare di no .... PAOLO ALBATRELLI UN UOMO INTERESSANTE Libero Tancredi teme che io gli rubi il mestiere. Si sbaglia, non ho IJ sta intenzione. Anche per una ragione: che non mi riconosco la sua vocazione. Egli è revisore nato. Il giorno in cui cessasse di rivedersi non gli resterebbe più nulla da fare; sarebbe un uomo finito. Meglio, dunque, che continui, anche per il nostro e l'altrui diletto. Quanto a prenderlo sul serio ciò è superiore alla mia forza di volontà. Sarebbe forse possibile se lo conoscessi solo da oggi. Invece l'ho conosciuto anarchico, poi lo vidi diventare repubblicano (e mi dovrebbe essere grato perchè lo sconsigliai d'iscriversi al partito, nel nostro e nel.... suo interesse!), quindi costituzionale, fascista, sempre - su ciò• davvero coerente - in polemica con se stesso e con le idee che fino al giorno prima s'era accalorato ad illustrare e a difendere. E non so vederlo che così. Riconosco però volentieri che è questo l'aspetto sotto cui Libero Tancredi uomo politico diventa originale e veramente interessante. o. z. Bfblioteca Gino Bianco.

POLITICA COMMERCIALE Contraddizioni protezioniste Un esempio molto istruttivo delle contraddizioni del protezionismo è quello che ci fornisce un recente ordine del giorno, col quale il Con- . sigli o Direttivo dell' A. P. I. M. A. (Associazione Pie1nontese Industriali Metallurgici Meccanici & Affini), protestando contro la politica commerciale propugnata dal (( Gruppo Libero-Scambista Italiano >, indica come . a suo parere dovrebbero svolgersi le trattative per un nuovo accordo di commercio colla Germania. Parlando non solo a non1e dei propri soci, ma di rutti < gli esercenti le piccole e medie industrie n1eccaniche, le quali danno lavoro a non meno di 500.000 operai, ossia contribuiscono al mantenimento di più di tre milioni di Italiani >, la A. P. I. M. A. li dichiara incapaci a sostenere qualsiasi diminuzione çlei dazi protettivi dell'attuale tariffa italiana, e domanda con una logica sbalorditiva: 1 °) < che vengano esentati da qualsiasi dazio o limitazione doganale il ferro ed i suoi laminati e trafilati, nonchè tutte quelle materie prime, di cui la Germania abbonda e l' Italia manca o difetta> : 2°) < che si limiti e si disciplini con particolarissi1na attenzione l' introduzione in Italia dei prodotti metallurgici e meccanici lavorati, anche se in pezzi staccati, onde impedire abusi, che tornerebbero a tutto detrimento, sopratutto della piccola e media industria nazionale, specialmente nei confronti della meccanica di precisione>. Si vede chiaramente da questo. < ordine del giorno > che, pure tra gli industriali che godono, o credono di godere i favori ed i privilegi del vigente regime doganale di protezione ad oltranza, è ancora lontano ·dall'essere costituito quel < fronte unico > per le trattative commerciali I cogli altri Paesi, che sembra stare tanto a cuore ai dirigenti politici della ~ Confederazione Generale dell'Industria italiana>. Mentre il gruppo delle grandi acciaierie si agita con tutte le sue formidabili influenze politiche della stampa e del Parlamento per assicurarsi che nelle prossime trattative commerciali colla Germania non vengano , consentite riduzioni sui dazi enormi che impediscono le importazioni in Italia dei ferri e degli acciai di prima lavorazione, < materia prima> delle industrie meccaniche e metallurgiche di seconda o terza lavorazione, ecco che gli esercenti di queste industrie non si peritano di mandare al diavolo la bella formula nazionalista escogitata dall'on. Olivetti e subito ·BibliotecaGino Bianco

I CONTRADDIZIONI PROTEZIONISTE 451 accettata dall' on. Mussolini del < fronte unico > per rispetto allo straniero, affermandosi protezionisti bensl per conto loro, ma libero-scambisti intransigentissimi per quello che concerne i dazi che essi devono pagare. Dopo di ciò, andate ancora a fantasticare di « armonia generale degli interessi economici italiani_> da attuarsi di accordo fra tutti i gruppi agrari ed industriali 1 Queste sono frottole buone da raccontare ai bambini raccolti intorno all'albero di Natale, con illuminazione di lampadine elettriche dai riflessi tricolori. Nel fatto, quando si esce dal campo rigoroso della protezione uguale di tutte le industrie in un regime· di sana e libera concorrenza interna ed esterna, è fatale che nessuno dei gruppi industriali particolarmente protetti e privilegiati voglia sottomettere il proprio particolare interesse a quello degli altri gruppi. E, nella lotta sfrenata per riuscire ad ottenere la maggior parte della torta della protezione, è pure fatale che i più ascoltati e favoriti dal Governo siano i gruppi politicamente meglio organizzati, e quindi in grado - anche essendo i meno numerosi ed i meno degni di attenzione - di ricambiare favore per favore. Onestamente non ci sarebbe stato nulla da ridire, se i soci della A. P. I. M. A., non avendo il coraggio di arrivare per conto lorò al liberismo integrale, si fossero limitati a chiedere che i dazi protettivi sui ferri ed acciai lavorati e sulle macchine fossero proporzionati meglio che attualmente non siano a quelli sui ferri ed acciai di prima fabbricazione. Dato che, praticamente, non sarebbe possibile di elevare maggiormente i dazi che sembrano proteggere, ma 11:onproteggono le industri,e meccaniche italiane, la conseguenza sarebbe stata che, per fare ragioue, come era giusto, agli esercenti le industrie meccaniche, sarebbe stato necessario di ridurre di molto i dazi ora stabiliti a favore delle grandi f erriere ad acciaierie. È stato dimostrato frequenti volte, ed anche in documenti ufficiali, - tra questi la Relazione del Senato per l'approvazione dell'ultimo trattato di commercio della Svizzera, - che i dazi sulle macchine, in molti casi, - come ad es. nel caso delle macchine agrarie -, non sono in misura sufficente per compensare ai fabbricanti italiani il maggior cos~o della materia prima cagionato dai dazi veramente mostruosi sulla ghisa e sui laminati e profilati di ferro e di acciaio. In queste condizioni, vi è da domandarsi perchè i soci della A. P. I. M. A. non hanno ancora mandato la loro adesione in massa al « Gruppo Libero-Scambista Italiano >, il quale non si propone degli scopi teorici, e non chiede per nulla il passaggio repentino dall'attuale regime di ultraprotezionismo industriale ad un regime di libero-scambiq assoluto, ma propugna, soprat_tutto attraverso ad un liberale sistema di trattati di commercio legati insieme dalla clausola generale e sincera della Nazione più favorita, la progressiva riduzione dei dazi protettivi per il fecondo sviBfbliòteca Gino Bianco

• 452 LA CRITICA POLITICA luppo •di tutte le sane e naturali industrie italiane, fra le quali possono benissimo essere le meccaniche, ~ sono certamente tutte le piccole industrie ancora tanto numero.se in Italia. I soci della A. P. I. M. A. fanno certamente torto a se stessi e fanno torto grandissimo a tutti i loro colleghi delle varie regioni d'Italia, quando si danno una immeritata patente di ignoranza ed inabilità commerciale, mostrandosi così paurosi della concorrenza tedesca da non contentarsi - dell'abolizione della flagrante ingiustizia a loro danno che sono i dazi sui ferri ed acciai di prima fabbricazione, e da non comprendere che, tolto quell'assurdo ed intollerabile gravame, non vi è più alcuna· ragione di inferiorità per le industrie italiane in confronto a quelle degli altri paesi. Naturalmente a condizione che le industrie italiane sappiano specializzare la loro produzione nelle forme più confacenti col nostro genio nazionale e colle circostanze dell'ambiente nel quale viviamo. Dire, come dice l' « ordine del giorno », della A. P. I. M. A., che la concorrenza tedesca ha « scopi distruttori », - nelle attuali condizioni dell'economia della Germania -, è dire una frase sonora, ma priva di qualsiasi significato. Ed è pure priva di qualsiasi significato positivo la raccomand_azione che fa lo stesso « ordine del giorno » al Governo di ~ provvedere ad indirizzare la nostra politica economica nel senso che i nostri prodotti di esportazione trovino sbocco nelle Nazioni, la cui concorrenza non abbia simili" scopi, riducendo, qualora sia necessario, verso tali Paesi i nostri dazi, tanto quanto risultasse necessario per ottenere condizioni di favore alle nostre esportazioni ». In conclusione, la A. P. I. M. A. e le altre Associazioni regionali federate alla A. P. I. (Associazione Piemontese Industriali), nota per avere organizzato l'anno scorso a Torino il « Congresso Nazionale della Piccola e Media Industria», che fu tenuto a battesi1no dai più noti esponenti politici del grande industrialismo metallurgico italiano, vorrebbero -che l'Italia rivolgesse la propria politica commerciale verso l'ideale assurdo e rovinoso di vendere esclusivamente i suoi prodotti di esportazione, in grande prevalenza agrari, o di origine agraria, a quei Paesi, i ·quali non hanno i mezzi di pagarli con altri prodotti che possano essere utili agli ~taliani. È supponibile che nessuno degli industriali delle varie organizzazioni federate alla A. P. I. diriga la propria azienda commerciale coi criteri formulati· nell' « ordine del giorno » qui criticato. Ma sarebbe opportuno che, prima di votare un < ordine del giorno > ·sulle questioni di politica commerciale, le organizzazioni, che pretendono di rappresentare gli interessi della Piccola e Media industria italiana, ci pensassero sopra due vqlte, per evitare una espressione di voti che fanno semplicemente a pugni colla logica e col buon senso. ~ EDOARDO GIRETTI ·BibliotecaGino Bianco

• Per il trattato di commercio italo-tedesco LE NOSTRE ESPORTAZIONI Nel considerare le esportazioni italiane bisogna trascurare quelle degli anni della guerra ·e dell'immediato dopo guerra, la cui media non può costituire un indice sicuro della normale capacità dei nostri prodotti a tenere i mercati esteri e delle preferenze dei mercati esteri verso i nostri prodotti. Perciò, volendo istituire un confronto fra l'anteguerra e il dopo guerra, bisogna prendere gli anni 1913 e 1923, meglio il 1924, perchè in quest'anno sono stati tolti di circolazione i marchi carta, che erano un forte impeditnento all'esportazione dei nostri prodotti in Germania, ove nell'anteguerra affluiva la maggior parte dei nostri prodotti della terra. Nel 1913 il totale delle nostre esportazioni fu di 2.512 milioni di lire, nel 1923 di 11.059 milioni e nei primi sette mesi del 1924 esso è stato di 7.515 milioni. Tenuto conto della svalutazione della moneta, le esportazioni sono oggi pur sempre maggiori che prima della guerra. Qual' è il contributo di ciascuno dei vari gruppi di prodotti ai totali surriferiti ? Pur escludendo dai prodotti agrari quelli dell'industria laniera e del- -I' industria serica, essi rappresentano un terzo del totale delle esportazioni, e cioè 936 milioni qi lire (631 milioni di prodotti agrari greggi e 305 di prodotti agrari lavorati) nel 1913, milioni 3.67 4 (2.357 e 1.317) nel 1923, e, nei primi sette mesi del 1924, milioni 2.630 (1.675 e 955). Ma l' importanza di queste cifre risulterà maggiore considerando che un buon terzo delle esportazioni non agrarie è dato dai prodotti della sericultura, alla quale gran parte della materia prima è fornita dalla bachicultura italiana. L' industria della seta esportò infatti per 494 milioni di lire nel 1913, per 1950 milioni nel 1923, e ha esportato per 1581 milioni dal 1 ° gennaio ' al 31. luglio del 1924. Sommando le cifre delle esportazioni di questi due gruppi di prodotti, che possono considerarsi come un sol gruppo anche per il comune interesse alla libertà doganale, si trova che esse rappresentano più della metà di tutte le nostre esportazioni. Si ha infatti: per il 1913, milioni 1430: per il 1923, milioni 5.624; e-per i primi.sette mesi'" del 1924, milioni 4.211. Ecco ora alcuni dati relativi alle esporta_zioni di altri prodotti: l' industria cotoniera (che, dopo la sericultura, esporta più di tutte le altre industrie) esportò per 253 milioni nel 1913, per 1. 1s~1 milioni nel 1923, Bi li.otecaGino Bianco I

454 LA CRITICA POLITICA e ha esportato per 1168 milioni nei primi sette mesi del 1924 ; quella laniera per 43 milioni nel 1913 e per 258 nel 1923. Sommando queste cifre alle precedenti e aggiungendovi quelle delle esportazioni di tutti gli altri prodotti, esclusi i prodotti delle industrie metallurgiche, è chiaro che non è dalle esportazioni dei prodotti delle industrie metallurgiche che noi possiamo attenderci una bilancia commerciale favorevole, il saldo cioè delle esportazioni con le importazioni, o una bilancia commerciale meno sfavorevole. Ciò che più conta è che, mentre il gruppo delle esportazioni agrarie (esclusi i prodotti della seta), che rappresenta, come abbiam visto, un buon terzo di tutte le nostre esportazioni e potrà, se sapren10 fare, pesare anche per la metà e più della metà nella bilancia commerciale italiana, 1nentr.e dunque questo gruppo si presenta spesso, per così dire, compatto, come un tutto unico, qnasi fosse un unico prodotto, la stessa _ cosa non si può dire di tutti gli altri prodotti. Cioè a dire : il paese che manca di vino o abbonda di vino, manca o abbonda assai spesso anche di olio di frutta di ortaggi ecc.; ma non si verifica altrettanto spesso il caso di un paese, il quale produca automobili o produca automobili a basso costo, e produca anche o produca anche a basso costo la seta, la lana, gli aratri e tutti gli altri prodotti industriali, nè si verifica altrettanto spesso che un paese il quale abbia miniere di ferro, le abbia anche di mercurio, di zinco, ecc. DOVE SI DIRIGONO I NOSTRI PRODOTTI AGRARI Il dott. Luigi Orsenigo ha pubblicato nel Giornale di Agricoltura della Domenica del 28 settembre un articolo assai suggestivo, dimostrando come, pur essendo notevoli gli sforzi dei nostri esportatori per conquistare ad alcuni nostri prodotti agrari i mercati di Francia e d'Inghilterra, col riassetto economico e monetar.io della Germania quest' ultin10 mercato si dimostri sempre il più favorevole ai nostri prodotti agrari, e specialmente agli ortaggi, alla verdura e alle frutta, come si rileva dal se- .guente specchio : I FRANCIA 1 sem. 1 sem. 1 sem. 1913 1923 1924 Patate . . . .. . • • • ql. 2.108 27.028 Ortaggi freschi . • • . . ~ 3.258 32.135 27.030 Aranci e mandarinie . . • » 4.498 218.466 59.541 Limoni . . . . . . . . » 10.349 45.659 69.434 Frutta fresche . . • . . » 13.811 8.283 16.145 Mandorle • . . . . • • » 5.345 11.089 2.0~1 Nocciole. • . • . . • . » 1.576 2.927 4.415 ,.- ·Biblioteca Gino Bianco

PER IL TRATTATODI COMMERCIOITALO-TEDESCO 455 GRAN BRETAGNA 1 sem. . 1 sem. 1 sem. 1913 1923 1924 Ortaggi freschi . . . . . ql. 1.390 1.056 5.194 Arancie e mandarini. · . . » 46.286 18.719 19.737 Limoni. • • • . • • . » 284.747 135.591 246.813 Frutta fresche . . • • • » 20 3.221 Mandorle • • "' . . . » 4.922 9.298 2.965 Nocciole . 453 3.250 ' 2.829 • • . • . . » GERMANIA Patate . . . . . . . . ql. 46.610 14.434 31.844 Ortaggi freschi. . . . • » 332.447 77.656 165.800 \ • Arancie e mandarini. • . » 148.617 130.865 521.023 Limoni. • . . . . . . » 264.833 132.437 229.159 Frutta fresche . . . . • » 84.942 4.158 162.432 Mandorle. . . . . . • » 14.950 10.918 28.350 Nocciole . . . . . • • » 251 2.253 5.637 Dice !'Orsenigo dei prodotti esportati in Germania: Non solo l'aumento dei quantitativi esportati è per tutte le voci cospicuo, ove si mettano a confronto le esportazioni dello scorso anno con quelle del 1923, ma per tutte le frutta si sòno raggiunti e superati i quantitativi prebellici. Quando si tenga presente che le esportazioni sono continuate nei primi mesi del 2° semestre con ritmo non rallentato e forse crescente, e che nel frattempo l'organizzazione commerciale per l'esportazione va completandosi e affinandosi, è natural_edi prevedere anche per il futuro larghi e crescenti invii di nostre frutta e verdure sul mercato tedesco. E più oltre: Le statistiche ancora una volta dimostrano come soprattutto sul ripristinarsi e allargarsi delle vecchie nostre correnti di esportazione e cioè sul mercato tedesco noi dobbiamo confidare : ancora una volta la Germçinia appare il mercato naturale di sbocco delle nostre derrate agrarie. Cosi che, se si volesse di fronte alla grande produzione che le nostre terre già danno e più daranno per virtù di nuovi impianti e di più razionale tecnica, fare una scala · dei mercati ai quali occorre dedicare le maggiori cure in vista delle maggiori probabilità di successo, si dovrebbe mettere in prima linea il mercato interno,' capace di assorbire assai più frutta e verdura di quanto non assorba, ove l'organizzazione commerciale fosse perfezionata ; poi il mercato tedesco, che già conosce ed apprezza le nostre produzioni, e infine i mercati nuovi, Francia e Inghilterra, ove difficoltà non liev-i intralciano ancora vivamente la nostra . -esportazione. E il sig. Reuzetty, presidente della Camera di Commercio italiana di Berlino, fa sapere nel Sole del 18 ottobre che la so]a esportazione della nostra uva in Germania ha am1nontato quest'anno a circa 150 vagoni . . Biblioteca Gino· Bianco

456 LA CRITICA POLITICA giornalieri, pagati a una media di lire 120 per quintale (prezzo medio in Italia L. 30-40). A me consta che quest'anno, solamente da un piccolo paese di Puglia, che non vanta un vasto territorio, sono partiti per la Germania ben 500 vagoni di patate e cetrioli. Tralascio gli altri prodotti agrari, che si dirigono un po' dappertutto, semprechè e quanto più i trattati di commercio lo permettano, e in Germania non meno che altrove. Ho voluto richiamare l'attenzione specialmente su gli ortaggi la verdura e le frutta perchè, con una savia, giusta politica commerciale, questi prodotti possono assicurare ali' Italia una bilancia commerciale favorevole quanto nessun altro prodotto pur eccessivamente favorito, e agli agricoltori, a quelli meridionali sopratutto, procurare la tranquillità e l'agiatezza, invano attese da sessant'anni di eroici sforzi dedicati ad altre culture, e riservare successi. IL PERICOLO CHE CORRONO LE NOSTRE ESPORTAZIONI AGRARIE IN GERMANIA Col 10 gennaio 1925 cessa di aver vigore quella clausola del trattato di Versailles per cui, ai prodotti provenienti dalle potenze già alleate e associate contro la Gennania, doveva dalla Germania esser fatto il trattamento doganale della nazione più f avnrita e in ogni modo applicata una tariffa non superiore a quella dell'anteguerra. Là Germania ha già preparato la tariffa da appl}care dopo il 1O gennaio ai prodotti dei paesi che non avranno stipulato con lei trattati di commercio. Secondo le informazioni del sig. Reuzetty, la nuova tariffa sarebbe proibitiva per alcuni prodotti agrari e sarebbe applicata per tali prodotti a tutte quelle nazioni che, pur avendo stipulato trattati di commercio con lei, non avranno voluto concedere trattamento di favore ai manufatti tedeschi, e specialmente, secondo un ordine del giorno del Gruppo libero-scambista, a quelli delle industrie chi1niche e n1etallurgiche. Ecco gli aumenti che, secondo sempre il sig. Reuzetty, subirebbero i dazi di alcuni prodotti agrari: Cavolfiori . . . . . . . . . . . P,atate, dal 15 febbraio fino al 31 luglio Cetrioli . . . . . . . . . . . . Pomodori . . . . . . . . . . . Uva . . . . . . . . . . . . . Mele e pere non imballate, dal 25 settembre al 25 novembre . . . . . Mele e pere non imballate, dal 26 novembre al 24 settembre. . . . . Albicocche e pesche . . . . . . . Mandorle . . . . . . . . . . . Arancie. . . . . . . . . . . . Limoni . . . . . . . . . , . . ·BibliotecaGino Bianco Dazio attuale per 10 kg. Mk. 2,50 » 2,50 » -- ' » -- ' » 4- ' » -- ' » 2,50 » 8- ' » 4- ' » 3,25 » --1 Dazio progettato 4- ' ' 4- ' 20- ' 30- ' 30- ' 2- 1 6- ' 50- ' 30,- 12- ,. 12- '

PER IL TRATTATO DI COMMERCIO ITALO-TEDESCO 457 Tali prodotti invece non potre~bero sopportare un dazio maggiore di quello segnato nello specchio che segue, ove, accanto a ogni voce, vi sono, in ordine d'importanza, tra parentesi, i nomi dei paesi, la cui concorrenza sarebbe per noi temibile se la Germania facesse ai loro prodotti miglior condizioni che ai prodotti italiani : Mele, pere imballate Mk. 5 per 100 kg. (Svizzera, Austria, Boemia, America, Olanda). Pesche (prima della guerra esenti) Mk. 5 per 100 kg. (Francia, Olanda, Belgio). Prugne-Albicocche Mk. 2 per 100 kg. Aranci e e mandarini Mk. 2-3 per 100 kg. (Spagna). Noci Mk. 2-4 per 100 kg. (Francia, Rumenia). Nocciole Mk. 2-4 per 100 kg. • Mandorle Mk. 12-20 per 100 kg. (Francia). Fichi secchi Mk. 8 per 100 kg. (Spagna, Grecia> Turchia). Uva Mk. 4-5 per 100 kg. (Francia, Spagna, Portogallo). Ciliege Mk. 2 per 100 kg. Castagne- Mk. 3-4 per 100 kg. Aggiunge il sig. Reuzetty che i prodotti agrari di consumo popolare, come patate, limoni, cetrioli, cipolle, pomodoro, cavolfiore, fagiolini verdi, mele e pere senza imballaggio, quasi tutti esportati dal Mezzogiorno d' Italia, non possono sopportare alcun dazio per il basso prezzo a cui devono essere venduti. Ora, il Governo italiano vorrà o potrà costringere alcune delle nostre industrie protette, quelle chimiche e metallurgiche in specie, a subire il sacrificio che deriverebbe loro dalla concorrenza dei manufatti tedeschi? Nell'interesse di tutti lo dovrebbe. A parte il vantaggio dei consumatori - e già una prima volta degli agricoltori che sono i principali tra essi - dei consumatori, dicevo, che potrebbero acquistare a prezzi più miti molti manufatti, sebbene non nazionali; è certo che il minor vantaggio . delle industrie colpite sarebbe lieve in confronto del danno che riceverebbero dalla chiusura del mercato tedesco l'agricoltura e le altre industrie esportatrici, se si pensi che la Germania assorbe già ora il 12 °/0 del totale delle nostre esportazioni, equivalente a un miliardo e mezzo di lire ali' anno, e tutto fa ritenere che, in condizioni favorevoli, questa cifra sarebbe· destinata ad aumentare fortemente. Ma .... L'AZIONE DEGLI AGRICOLTORI Ma così non sarà, forse. Gli agricoltori, che sono i più interessati alla questione, avrebbero certamente la forza per far valere i propri diritti,. questa volta come tutte ]e altre, ma essi non conoscono mai la propria forza, o non sanno mai servirsene, o addirittura ignorano che sia necessario farne uso, e spesso ignorano perfino che sia utile farne uso. È vero Bib · eca Gino Bianco

58 LA CRITICA POLITICA che una sottocommissione della Federazione Italiana dei Sindacati agricoltori, riunita a Bologna sotto la presidenza del prof. Arrigo Serpieri, votò tempo addietro un ordine del giorno in cui, rilevata l'enorme importanza del trattato di commercio colla Germania per la nostra economia nazionale specie per i prodotti agricoli, dei quali la Germania nel periodo antebellico costituiva il nostro principale mercato; constatato come nel campo industriale siano già state manifestate tendenze di volere ancora una volta sacrificare nel trattato commerciale colla Germania le ragioni dell'agricoltura a tutto favore della protezione di alcune industrie ; faceva voti che il governo desse agli interessi della produzione agra.ria, nelle prossime trattative commerciali con la Germania, adeguata rappresentanza; ma è vero altresì che la Presidenza di tale Federazione è persuasa sia possibile armonizzare, nella presente questione, i diritti dell'agricoltura e le pretese degli industriali protetti, come risulta da un suo comunicato del 27 settembre e dai risultati di una riunione presso il Ministero dell'Economia Nazionale con l'intervento tanto dei rappresentanti della Confederazione dell'Industria che di quelli della Federazione Italiana dei Sindacati Agricoltori. Senza dubbio lodevoli le intenzioni della Presidenza della Federazione Italiana dei Sindacati agricoltori, che vorrebbe tutelare gli interessi dei propri organizzati senza diminuire la ricchezza degli industriali protetti o di alcuni industriali protetti; ma la Germania non è tale piccola potenza che possa concedere tutto senza prendere nulla, e non potrà fare delle buone condizioni ai nostri prodotti agrari senza che in cambio l'Italia le faccia ad alcuni suoi manufatti, specialmente quelli, come si è detto, delle industrie chimiche e metallurgiche, senza cioè diminuire il favore di cui godono le industrie chimiche e metallurgiche italiane. Perciò una I azione concorde della Confederazione dell'Industria e della Federazione dei Sindacati agricoltori, dato che la prima è assai più influente della seconda e i suoi rappresentanti sono assai più furbi_ di quelli degli agricoltori, non può riuscire, nella presente questione come in cento altre, che a danno degli agricoltori. ' I PROPOSITI DEL GOVERNO Pare che il punto di vista di quei rappresentanti della Federazione dei Sindacati agricoltori che la pensano come noi abbia finito per avere il sopravvento, nei consigli, su la buona fede della Presidenza, e che la Federazione stessa si sia posta su la strada della non collaborazione con la Confederazione dell'Industria. Ma la Federazione dei Sindacati agricoltori, per il suo difetto di origine, non potrà mai porsi contro il ·Governo per imporgli questa o qu~ellacosa, e il Governo ha già preso il suo partito nella questione che ci occupa, ' -- ·Biblioteca Gino Bianco

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