La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

• . • ) • I • f Anno IV ~ Fase. 8=9. · 25 Settembre1924 \ SOMMARIO :-- - : J Gruppi d~ "Critica Politica,,. G. PIERANGELI: La riorganizzazione dello Stato. A. CRESPI: La Lega delleNazioni e il Nazionalisn10. N. M. FOVEL: Amendola e la Democrazia. A. DI STASO : Qual'è il caricotributariodella terra ? . G. PETRACCONE: Il processoMatteottie l'inélipendenza della magistratura. S. MERLINO: L'indipendenzadellamagistratura (Ricordi personali). R. MORANDI: La Eticità·dello Stato. C. M. : Unepisodiod'imperialismo ... intercomunale. C. O. : Per una nuova azione pòlitica. Gli spiritualisti. .. dannunziani - L'anormalesituazione europea (G. Fortunato) - Piemonte e Sardegna (C. Bellieni). Il Fascismo e la stampa - Adesione al Regionalismo (M. Pantaleoni) - Il programmasindacalista dell'avv. Olivetti. Note e Commenti - Recensioni - Nuove Pubblicazioni. ( Questo FASCICOLO DOPPIO è posto in vendita a Lire Tre v I \ ' RED'AZIONE ED AMMINISTRAZIONE.: ROMA (3) _; VIA SERPENTI, 116 ABBONAMENTI: -PER UN ANNO LIRE 20 - PER UN SEMESTRE LIRE 11 CONTO C9RRBNTB POSTALI! UN N UMBRO! LIRE DUE . - Biblioteca Gino Bianco \

INFORMAZIONI SOCIALI Organo ufficiale per l'Italia dell'UFFICIO INTER.NAZIONALE DEL L.llVOR,O di Ginevra. PUBBLICAZIONMEENSILE curata dall'UfficioCorrispondentedi Roma dell'U. I. L. diretto dali'On. ANGIOLO CABRINI Ogni fascicolo . . . L. 3,50 "' Abbonamento annuo • ~- 36,- N u mero di saggio a richiesta. Inviare l'importo dell'abbonamento esclusivamente alt' Amministrazione presso gli Editori : R. BEMPORAD & F.0 $ Via Cavour, 20 .:,, FIRENZE -.-•----•--•--~ ••••• .. ------■-- ..,,,.. •• -.m -••sunca.a■ -- . . BIBLIOTECA (JIR(;OLANTE , DE L'ITALIA OHE SCR.JVE P A ·LA z z o Do R 1 A .. R O M A - V 1 e o Lo Do R Li., 6-/.. Lire 250.000 di libri D'AMENA LETTUR,A E DI CULTURA GENERALE SIGNORILM}DNTE RILEGATI 5 LIRE MENSILI Nuovi acquisti quotidiani 1· ;.__, _________________ ,, -• ----------•wvarsr ........... •••••••.,.,.,.-=--•------•••• , ...-.....-..a.. •eremr .,. AVVERTIAMO GLI ABBONATI che non hanno · ancora pagato l'abbonamento che nel' . . mese di ottobre manderemo . . ·TRATTA POSTALE, gravata di tune le spese di posta e di . . ~ r1scos ione. " Biblioteca Gino Sianco • •

. . Solidarietà aon 1.a·,,aritiaa,, <z . v.evam.o~ s'pedito ~elle SCÌIEDE DI TTOSCRIZIONE · a vari anlici. Non tutti . ~ / . . (, anno ancora ritòrnate ! Preghiamo ~ . to~ a ~-0lercele ~itornare subito, anbianc ,~ ,A -, 6 . \ . ' interessano del no-1 . . · v.oro ràccom.andiatno di pròéurarci X . 1 · , · ABBONA ·~ urare la diffu- • r ' scriziòn~ 1924 . ttavo Elenco I.:. / -Messina - Dott. Letterio. Villari . . L. 25,,- Genova - Rinaldo Celle 5 ; Gina Celle 2; E·. Briata 2; F. Bruzzone 2; E. Savarese 2; Aurelio Trucco 2. To, tale • • • Gorizia - Augusto Sverzuti 20; N. N. ( Arezzo • O. Montaini 5; rN. N. 5;' C. .,_, / Tosi 1 ; M. Luzzatto 1 ; N. N. 1; I. Torto'relli 1. Totale » 14,- 10; N. N. 10; N. N. 10; N. N. 10; Cantaruta Carlo 10; Franzot 10; Gm 10 ; Beltram 10 ; A. Mulitsch 10; L. Olivi 5; Tomaso Patacconi 5 ;· Mario Gomel 10; G. P. lQ; G. " Orazietti 10; Luigi Marega 10; D. C. Prinzig 10; O. P. Fillak 5; Dott. Antenore Barnaba 20; con plauso all'opera della rivista, a mezzo Sverzutti . . L. 195,- 1Genova - Un antifascista irriducibile 5; Un individuali.sta 2; A. Marchio 5; Un lavoratore del mare 50; D. " Gargiulo 5; Akuni amici 12; Dalle. ~ Vacche 5; Giacinto Corvo 5 ; Luigi " Garri 10; E. Cipollina· H Giovannardi 2; F. F. 5; Muccini 5 ;' avv. Pfgollo 5; D. Sarno 5; Picasso 3; A. Cardane 3 ; A. C. , Denti 3 ; Simo netti 2; Michele Francia· 5 ; Co1 tugno 15; ,Delle Vacche 2; Ferrari · 2; G Alatri 2 ; Vespucci 5; Co raz-""- zino 2 ; Casalino 5; Della Casa 1; Daverio 5; Mariani 2; Giorgino 2; Spannavino 5; Orlandini 2; Gazzi 2 ~ Bongiorni 1 ; & Ferrari 2; F. Vassallo 5; A. C. Denti 2,50; Fichera 5. Totale a iuèzzo ·Chiodini .. • 204/- Spezia -1 E. Bogi' 10; G. Lupi 1 ; uno' 1 i studente povero 1 ; P. Marcàcci 2; · U. Ronchini 2; G. Marchetti 2; Ciavolino 5; U. Sasseto li 5 ; rag. R. Sala 2. Totale . . : . . • 30,- · Marina di Campo - Dott. rag. Pietro , Mibelli, r. a. . . : » 5,- , - , Trieste - Renato Damiani 3; G. 13ienedetti 1 ; Kraus 1 ; Saba 1 ; Caoorutto 1 ; Tremel t ; L. Alberti 1 ; Gobis J ; E. Marasprn 1 ; M. Maraspin 1 ; Longhi 2 ; B. Viezzoli 1 ; E. Sardi 1 ; ,con auguri alla ,. Critica». Totale . . . . '.· » 16,- S. Bàrto.lo (Ravenna) - Gardini Bruno 2 ; Federico Gondolini !'>; Enrico Emiliani 5; Domenico Angelini 5; Luigi Plac·ucci· 2; Primo Menghi 1 ; Dino Goline11i 2; Guerra Dino, 5; per la vita e per l'azione nuova di e Criti.ca Politica,, ·.vTotale • 25,- Vigevanp - Rag. Michele Rubini. » 20,-- Capodistria - France:sco Venturini 5 ;, N~ V. 0,40; G. Schez 2; A. Scegula 0,50; A. Pellaschjar 0,50; N. Favento t ; o: Deponte 1 ; N. letto ·5; V. Rasman 1; V. Orio 2; A. Pagnoli 0,50; A. De Stradi t; N. N. 0,20; G. Garetta 1,15,; N, N. 2; C. Narciso 2; F. L'onzar 1; P. Snaier ~ 2 ; A Hartmann 1 ; R. Barena 2; Divoza 1 ; V. Cocever 1 ; I.·-Bassi ~ 1; N. N. 1; U. Gerihi 1; G. Babich 2; N. N. 1 ; R. Parovel 1 ; B. Michelich 1 ; C. Zetto 3; R. Pierii 1 ; N. N. 0,50. Totale . , » 47,75. . Trieste - Ing. Riccardo de Hang 10; Ramigio Visintini 10; Eucalyptus 10.· Totale. . . . . • » 30- , S. Remo .- rag. A. Zoli pa~ abb~ · » 20,- I . ' / ,. I'\ \ 1 / )

\ I / " • ,- ... ,.,. , ; . ; . LA CRITICA POLITICA .Vittorio Veneto - Otello. Bulgarelli r. a. . . . . . . . L. 5,- Chiaraval/e - A mezzo Belfiori e Galavotti s<·>lidali con la Voce salu- • tando o. Zuccarini: Martorelli A. 10; C~1immi C. 5; N. 1 ; . l ; N. 1 · Bronzelli 1ll; Veronesi 5\; Ansètmi A. 5; Papalini F. I ; Bel fiori B. 2; Galavo.tti S. 2; Bolfi 10; N. 2; Montanari M. 3; Morganti U. 10; Galavotti E. 5; Colocci V. 7 ; Vi tali A. 5 ; Vitali A. 5; C11linari F. 3; Bel fiori L. 2; Garancini G. 5; P. A. 10; Galavotti G. 10; B. A. 2; Cerioni G. 2; un combattente 3; Lanari R. 2; un reoubblicanC> 5; Viva la Libertà 3; Va là che vai bene I 5; S. N. 2; Bambozzi S. 5; · R.- A. t ,50 ; G. P. I ; G. O. 1 ; Ma- 1 ' 5; Coci lo va E. ~ ; .Toni 1 ; Galavo.1.ti E. ·5; Galavotti G. 5; Colocci G. 2; un mutilato 5: Caimmi A. 5; N. 3; N. 5; Damadei A. 5.; Lucchetti M. 1 3; N. 5; N. 2; Bernacchia T. 5; , N. 2; Callimaci L. 5. •Totale lire 356,65 di c11 i alla Voce R. lire 250 L. 106,65 Montegranar~ • I repubblicani di Montegranaro protestande contro il decreto capestro della Stampa e salutando il loro concittadino onorevole Conti (altrettanto alla Voce Repubblicana) . . . . ,> 27,50 1· Bologna - Francesco Vèronesi »· 5,- S. Leo - Walter Zaccag11i 2,50; Dott. Piero Gamberini 3; Cesare Giorgi- . • ni J ; E'd111011doPaternoster 1 ; .bene .augurando all'ottima Critica ,. » 7,50 L 'gini A. 5; Viva la Libert::i 2; l.rtero V. 2; Carletti M. 1,60; Olivi G. 1 ; Petru cci E. 1 ; Bolletta F. t ; Mengoni A. 2; R. A. 5 ; Cerioni A. 2 ; Lucchetti M. 2,50; Boccaletta 1 ; B. L. 2; Petroni E. t ; Barbanèra A. 5; B. G. 1 ; Ragàni I ; Montanari 1 : Scartino - Antonio Signoriui 5; Massi1110 Pacini 5; Costantino Nicolai 3 ;-Francesco Ja,rnmetti I ; Giuseppe Brulleri 5. Totale » 19,- · Capili 2; Latini V. 1; un barbiere 1; un mutilato 1,50; Sabbatini V. 1 ; Palazzi N 1 : Morani G. 1 ; Barchiesi A. 1,50; Ripesi C. l ; Pistcrni C. 1 ; Rossetti A. 1 ; Tocca ce li 1 ; Carletti V. 3; M. D. 2; C. G. 1; Berti A. 1 ; Graziani 5; L. M. 2; Piermattei O. 1 ; A. A. 1 ; Rimammi 1 ;-Bpttaro 3; una donna repubblicana 1; Ro~cioni L. 1,50; Sparaciari V. 2; Riccardo 2; Guerri ,\i\. 2; Nisi O. 1; Contini F. 2; Galavotti E. 2 ; avanzo bicchierata 3,55; Scarponi gridando Viva la Libertà 5 ; J.. C. 2 ; Va là che vai be- .t ne! 1,50; N. 2; Zuccari A. i; Palazzi N. avanzo di una ghirlanda 10; Palazzi N. salutando gli amici , di Matelica 1 : N. 1 ; Pierluca E. 2; Rossi G. 1 ; N. 10; Cutina ri G. 2; Colocci G. 2 ; M. M. 1 ; Gobbi A. 2; Petrucci G. 1 ; S. L. 5; N. M. \ì 1,5Ò; Batrignani A. 1 ; Da Milano -- Voghera - Carlo Truffi 10; Annibale Dorio 5; ~rag. M. Tizzoni 10; ClaCldio Crescenti 5; Antonio Traver~i · 3; ing. P. Lu zzani 10: Cieco Cre-. masc:h1 5 ; P. Tn1verso 1 ; A. Lantinoli 5; Ermanno Favarelli '5-; totale • I , ' Buenos Aires - Dante Cavedag,d sa- » 59,- •'lutando l'ottimo Zuccari•ni ·e r. a. » 20,- Treviso · Mario Razzini 5 ·, Bruno Az- ,· 1 zoni 5; Toni Righetti 2; Bruno Pesaro 5; ìng. F. ✓Pianetti 5; Entico Silvestri 5; Ferruccio Mozzi 5; G. Be:>zzola· 5; Vendri 2; Andrea Neste 5; N. N. 2; Arturo Bureghin 2; Ferri Vincenzo 2; Nino Trevisioli 2; Giovanni Angeli 5; totale a mezzo Mario Razzini Genova - Francesco Oddone r. a. Genova - Salvatore Storace . Doladizza - Ruggero Della Casa ·ringraziando per l'invio di fascicoli ar- ( » 57,- retrati. » • .,, D_I_II_U_Sl_o_ne_de_I_lff_'_' C r_ ll lC_'H ........ H f ;i=~!~!:i~~d • f .. \ di un respiro più largo. E necessario che essa moltiplichi il numero dei. suoi abbonati e dei suoi lettori perchè sia veramente ut~le, perchè. giovi - come, noi vogliamo -· alle nostre idee e al no_stroPaese. . \ l, .. ••• • . : .. 'I E una forma di a'bbonamento Rbbonastol stenitori che hanno adottato qyasi tutte le pubblicazioni libere e indipendenti e e-be speriamo· entrii nell'uso anche di quegli. amici che possono· farlo: invece ✓. dell'abbonamento _ordin~rio .di L. 20, -fare l'abbonanlento sostenit'ore di L. 100. L'elenco degli ab= bonati sostenitori sarà pubblicato. in· testa alla sottoscri= zione ordinaria. , . , I • BibliotecaGino Bianco·

I ◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊ g RIVENDITE ·oE . g ◊ I ◊ 'i '' ,L,.1\. e R I T - e A ,, i g La(rit•,cg---P 1·1· trovasiin ven- . PARMA - Cartoleria I. P. Ferrari: g ◊ 0 0 I ICa dita a fascicoli Piazza delJa Steccata, 19 ◊ g separati, oltre che in centri mi1 PERUGIA - Tab. Belardinelli. g ◊ nori, nelle seguenti città: _ PISA - Ed. Bachechi: Via Ougliel- ◊ <Y ~ mo Oberdan. , · ◊ - --g ANCONA - Agenzia Giornalistica REGGIO EMILIA - Società Coop. g ◊ Rosa Volpi. diffusione Stampa, via Farini 1. ◊ ◊ ASCOLI PICENO - Libreria Ugo REGGIO CALABRIA - Edicola Vin- ◊ g r Cènsori. ·~ cenio Belgenio, Chiosco " Cor- g ◊ BARI - An. Giorn. " Lo Buono,,: riere di Calabria,,. ◊' g, Via Ro.berto da Bari. ROMA - " Libreria Matteucci ,, : g ◊ BOLOGNA - "Edic. M. Mignatti,,: Piazza Venezia. ◊ g Portico della Morte. ,, - Edicole di Piazza S. Sii- ~ ◊ ,, - "Edicola Carburazzi ,,: vestro, Piazza Colonna, g ◊ Pi~zza Aldobrandi (An- A ragno; ◊ g , , golo via Mazzini). ,, 1 - Libreria Bocca: via Mfn- ◊ ◊ • - "Librer~a Galleri,,: Via ghetti. ' g ◊ Indipendenza. ,, - Libreria O. Ga'rroni: via ◊ g- ,, -" Libreda ·Moderna,,: Nazionale 55. ◊ ◊ Via ;JAl~ssand~ini, t. ,, - Libreria Signorelli: via g g CAG~I A Ili -Agenzia Giornalistica - d:~~~i~!ar:braria Italia- g . ◊ " Il Nuraghe ,, : Vja Mannu, 41. " ◊ ◊ CASERTA _ Botteg3: dello Scola- na, Galleria CoJo·nna. ◊ ,g ro, via Jolanda Màrgherita. ,, - Libreria Maglioni e Stri- g ◊ CAT ~NIA - Agnzia Giorn. Pet- ni, via Due Macelli. ◊ ◊ tinato, via Stesiè~rea n. 219. ,, . - Libreria A. Marchi~o, ◊ g CREMONA: Edicola GalUni -Corso Corso Umberto 54 · g- ◊ C i SAVONA - Agenzia Giornalistica . amp. ◊ · g FIRENZE - " Ed. Ermanno Perug~ Vittorio MartinelJi : Via Paleo- g ◊ gf ,, : Piazza Duomo. capa, 15. , ◊ ◊ SASSARI- Agenzia 9iorn. Secchi ◊ FIUME - Libreria Popolare: Corso Chiudeddu: ··Piazza castello. g ◊ V. Eman'!ele, 37 • · SENIGALLIA - Cartoleria Diaman- ◊ g ,,GENOVA - " Edicola Alfredo 'Mor- tini, Corso· V. E. g ◊ chio ,, : Piazza Carlo SAMPIERDARENA-Agenzia Gior- ◊ ◊ Felice. nalistica Attilio Roncallo. ◊ g GORIZIA - Libreria Paternolli. SIENA. Libreria S. Saduit. g ◊ GROSSETO~ Edicola G. Valianl: SPEZIA - Libreria Zacutti-Castel- ◊ g Stazione . . I'· • lini: Via F. Cav~llotti: . g ◊ LECCE - Edicola Gaetano De Fi- TARANTO - Librer.1a F .lii Filfppi. , ◊ ◊ lippi. TERNI - Libr~ria Alterocca. ◊ .g tlVORNO _ " Edicola Mario Fflip- TR~VISO - Riv._Giorna~i Rinaldini, g g pi ,,, via. delle Galere, 3 6 .. Piazza ~~i. Signori. ◊ ◊ MESSINA _ Cartoleria Piero Ga- TORINO - Libreria Alleanza. Coo- g ◊ rofalo viale s. Martino· 136 . perativa,,_: Via Genova. -Edicola ◊ ◊' ' , Prina: Piazza Castello. - Libre- ◊ g MILANO-" Libr~rfa ~asirqli ,,: Cor- ria B. Pasqualino Costa : Vii\ ◊ ◊ . so Vittorio Emanuele. Roma 26. _ Edicola Selva: An- ◊ ◊ MODENA - Edicò1a C~ntrale Gino \ golo Corso .v. E. - Edicola Ni- g g Stecchi. cotello: Angolo Caffè Ligure. - ◊ ◊ 'NAPOLI • Edicola Frezza Fra.nce- Edicola Pacchiotti: Angolo vi.a g ◊ sco - Piazza Carità. - Garibaldi, Piazza Caste11o. - Edi- ◊ g PADOVA·- "Libreria Zannoni.,: cola Capello: C. Umberto, C. g ◊ ' Corso del Popolo, 4. Vitt. Emanuele. 0 ✓i PALERMO - " Libreria Moderna ,, : TRIESTE :: Libreria Treves-Zanl- g ◊ Via Maqueda, 272. . chelli: Corso Vftt. Em. III, n. 27. ◊ , I r J ◊ -◊ .◊◊◊◊◊~◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊◊~◊◊◊◊◊◊◊~◊◊ \ t I • • I Biblioteca Gino Bianc0 t

È una delle poche voci che ancora parlino in Italia di libertà e di dem0Ct-f1,zia • I repubblicana: esaminando gli avvenimenti .a1 lu.rµe dell'idea mazziniana:, compie opera di critica alta e serena, ma profop.da, del regi~e fascista. , ' ..., ABBONAMENTI: ., Annuo L. 12 .a Sostenitore L. 25 .e Di pròpa'ganda Ì;,; ·100 GENOVA - Piazza dei Pollaiuoli, N. 8-1 - GENOVA a\ e R . . ' r ; GIORNALE QU()"I110l4-\NO UI ROM Giornale JJJodesto tra la folla dei giornali i:-rcchie fastosi, ma che in tre anni ha raggiunto un grado di svdluppo tecnico che lo pone, , ·' accanto ai migliori e più quotati giornali. . i 1 Una superiorità indiscussa ha sopra tutti gli altri giornali: ' la 1sincerìtà e una indipendenza assoluta. · / È UN GIORNALECHE MERITA DI ESSERE LETTO E DIFFUSO. r \ ,L'f\.b.bon·amento costa:· ~ per un anno: L.: 50 ~ per sei m~si,: L. ·25· ~ per un trimestre: L. 13. • •• •• ~• •• •• .~ •• •• •• •r •• •• ~. •• •• •• •• ~• •• •• •• ••'• Direzione e Amministrazione: ROMA - Via s, Giacomo, ,5 B ..... 'LIBRERIA POLITfCAMODERNA: via S. Giacomo5 B = ROMA Si è',·pubhlicato: AR.CANGELO ,GHISL€RI LO,STA~UTO, DE , J ' , . , GIUDICATO DAI CONTEMPORANEI È il 1° di una «_Serie» di « Quaderni di Storia Nazionale» che 'la Libreria Politica Mò~erna pubblichèrà pe-f al_imentare gli studi storici. e, sopratutto, gli studi intor,10 al Risorgimento.-italiano, mentre si dif fonde la nuoya, giusta opin+one della necessità d'un rifacimenìo « ab i~nis » ,..delle costruzioni e ,n~_rrazioni cosidette storiche degli ultimi tren.ta anni. Il .Quade'rno che pubblicl"!iamo è un c·ontribµto magnifico ~Ile ricerche inforno alle origi~i dello «-Statuto Albèrtino », del quale oggi molto· st discute, e che sarà oggetto di non poche discussioni nell'a~venire. I Il ~ssimo volume in carta soffice: UNA COPIA LIRE DUE. t, '\ . t ', " Biblioteca Gino Bianco , \

.LJ\ CRITICJ\.POLITICJ\ ANNO IV. . . , , , , R.IVISTA MENSILE agosto-settembre · t 924 .,, _,, f ASC. 8-9. I gruppi di " Critica Politica " I gruppi di < Critica Politica > non vogliono essere un numero di più nello schieramento delle opposizioni le quali non hanno affatto bisogno di nuovi aggruppamenti e, tanto meno, di nuovi frazionamenti. . Essi sorgono invece per affrontare e avviare quei problemi che si porranno il giorno stesso della liquidazione del fascismo. Le opposizioni ora li ignora e tatticamente farà anche bene ad ignorarli: ma questo irrigidirsi in una opposizione negativa se da un lato meglio serve - in quanto meno suscita diffidenze e contrasti - non reca nessun giovamento alla soluzione radicale della crisi. Non basta che il fascismo scompaia dalla vita italiana, sono le cause che l'hanno determinato che debbono scomparire. Gli italiani sarebbero assai male compensati dei sacrifici e delle umiliazioni a cui si vedono sottoposti da due anni se la liberazione dovesse servire a riportarli senza guida al punto stesso da cui la ~risi s'iniziò. Nessuno può pensare che la libertà degli italiani possa come che sia trovarsi e sentirsi garantita in Istituti che ·si mostrarono del tutto insufficienti a tale compito, quando maggiormente chiedeva di essere tutelata e protetta. Chi ha tradito, tradirà. Nello Stato italiano le condizioni indispensabili per un equilibrio stabile non esistono: non esistevano nel '19, ma nernmeno nel '14. Avanti di essere negli spiriti la crisi era- negli istituti. La verità è questa. Ed è una verità che deve essere guardata di fronte. L'opera che noi ci proponiamo è anzitutto un'opera di chiarimento._ Vogliamo contribuire a portare i problemi della nostra vita politica verso un piano di pratica e rapida soluzione. Poco o nuHa si è fatto in questo senso. Il disorientamento politico è ancora tale e così sentito è il bisogno di uscirne che germinano da varie parti, e dallo stesso tronco del fascismo, nuovi gruppi al solo scopo di trovare una strada. I gruppi di < Critica Politica>, se non altri I' Biblioteca Gino ·sianco

334 LA CRITICA POLITICA pregi avranno quello almeno di conoscere già la loro strada, .di rappresentare un indirizzo d' idee che si sono elaborate e rafforzate attraverso l'opera di quattro anni di questa rivista, in esperienze vissute, su la base di fatti attentamente osservati. I punti sui quali gli .aderenti ai gruppi di < Critica Politica> affermano da loro unità di vedute sono i seguenti : 1 °) Condizione pregiudiziale della ricostituzione dello Stato è la netta separazione degli interessi dalla politica. Lo Stato deve essere politico e solamente politico. l'autorità dello Stato sarà tanto maggiore quanto più semplice s_aràla sua , organizzazione, quanto pii(, chiari e precisi saranno i suoi compiti, quanto meglio esso saprà essere nella sua espressione visibile lo Stato di tutti. Lo Stato cesserà di essere.t'argomento di maggiore contrasto , solo il giorno in cui nessun gruppo, nessun interesse particolare potrà attendere o sperare di conquistare in esso una posizione di privilegio o di difesa. 2°) Gli interessi devono essere posti al governo di se stessi e chiamati a bastare a se stessi. l'agricoltura, l'industria, il commercio, il lavoro., in quanto provvedono al proprio interesse e al prpprio miglioramento provvedono alt' interesse e al progresso di tutta la nazione. E finchè vi provvedono a proprie spese, coi proprii mezzi, la collettività nulla avrà da temere da essi. Gli antagonismi economici e sociali diventeranno benefici, serviranno a stimolare le facoltà di ciascuno e il progresso di tutti, il giorno in cui non troveranno sul loro cammino impedimenti artificiali, foggiati nello Stato dati' egoismo di pochi contro il bisa- . gno e l'interesse dei più. 3°) Organizzazione regionale e nazionale degli interessi su basi federali ; autonomia dei comuni e delle regioni nena loro costituzione e nella amministrazione dei loro affari, sono condizioni indispensabili di un buon governo, di sovranità popolare direttamente ed effettivamente esercitata. l'accentramento è incompatibile con la democrazia; distrugge la libertà, non la realiz2a. Il decentramento, in quanto è molteplicità varietà e autonomia di organi e di funzioni ed in quanto avvicina gli interessi agli inte·- ressati, ha come realizzazione democratica un' importanza mollo maggiore del suffragio universale, della proporzionale e di ogni altra riforma del meccanismo elettorale. Biblioteca Gino Bianco

.. I GRUPPI DI " CRITICA POLITICA ,, 335 4°) Il politicantismo, l'affarismo, tutti i mali di cui ha so/- fer~o e soffre l'Italia poli!ica sono un fenomeno çf,egenerativo delf accentramento statale. E l'autQgoverno.che, ponendo i cittadini dinanzi a problemi concreti e costringendoli a trovarne le soluzioni immediate, uccide lo spirito di faziosa intolleranza proprio degli uomini che tutto vedono attraverso l'angolo visuale del tornaconto del proprio partito; è l'immediato controllo che mozzerà le unghie all'affarismo rapace e permetterà la selezione dei migliori, dei più capaci per intelligenza, competenza e capacità. Nè le callossità della mano nè l'attitudine a maneggiare il bastone danno il diritto a dirigere la vita politica italiana, ma il cervello. Siamo stanchi di vedere ai posti di comando chi vi è giunto attraverso le benemerenze della prima ora, o della secon- ~a : siamo stanchi di retorica, di letteratura, di polemismo pamphletaire : chiediamo uomini di mente lucida, di onestà speri,nentata, di capacità realizzatrice. 5°) Le forze sulle quali si deve poter contare per una rinascita politica, economica e spirituale della vita italiana sono specialmente in quella parte d'Italia provinciale e rurale che l'accentramento ha troppo a lungo dimenticato e sacrificato. L'Italia onesta, produttrice, risparmiatrice da contrapporre all'Italia fascista, rettorica, sperperatrice è là. Solo valorizzando e sospingendo i ceti laboriosi, i politicanti possono essere spodestati. Diremo ora qualche cosa sull'organizzazione e il funzionamento dei gruppi. a) L'adesione ad essi n(?n può e non deve essere formale. Di adesioni pro-forma, per farci piacere, non ne cerchiamo. Gli aderenti. s'impegneranno, anzitutto, ad affermare e illustrare i punti programmatici nel seno delle organizzazioni e dei partiti a cui appartengono (per coloro che già fanno parte di altre organizzazioni) nella stampa (per coloro che scrivono per la stampa) nelle conversazioni e discussioni private (per tutti). Si tratta - per fare cosa davvero utile - di mettere la propria attività in relazione costante e diretta con i fini che si vogliono raggiungere. b) I gruppi debbono servire ad ottenere che su i •tre punti separazione degli interessi dalla politica - gl'interessi al governo di se stessi - autonomie amministrative, si stabilisca l' intesa del maggior numero di partiti, gruppi, organizzazioni economiche e professionali per costituire il loro comune programma immediato. Biblioteca Gino Bianco \

336 LA CRITICA POLITICA È necessario quindi che gli aderenti siano bene affiatati e si tengano a contatto per poter svolgere un'azione uniforme. L'azione di ciascuno dovrà essere volta, intanto, a contrastare le tendenze oligarchiche e statolatre ovunque si manifestino e, in ogni caso, a combattere con inesorabile rigore l'arrivismo e il facilonismo per modo che sulla bilancia politica abbiano a pesare solo la competenza, la preparazione, la serietà dello studio e delle intenzioni. e) L'opera dei gruppi si svolgerà altresì: a promuovere in ogni regione la costituzione di un'associazione regionalista e in og.ni 1nodo a prendere tutte quelle iniziative (culturali, artistiche, economiche) che possono servire a ravvivare 1~ tradizioni e i sentimenti regionali e la passione pe.r le cose locali; a incoraggiare il raggruppamento e l'organizzazione di tutti quegli interessi che chiedono dì essere liberati dalla tutela e dal- . l' oppressione dello Stato centralista; a una sistematica opera di propaganda con conferenze, conversazioni e diffusione di pubblicazioni adatte allo scopo. La nostra rivista si assume, naturalmente, il compito di raccogliere le· adesioni e di facilitare la costituzione dei primi gruppi mettendo in comunicazione tra loro gli aderenti di ogni centro. Siccome però non intendiamo costituire una chiesuola per noi o a profitto della nostra pubblicazione, avvertiamo che i gruppi saranno di < Critica Politica> solo per quel periodo di tempo che sarà necessario a raccogliere un numero rispettabile di adesioni e a preparare un Convegno nel quale la loro organizzazione prenda nome e forme concrete e definitive. "LA CRITICA POLITICA]/ GLI SPIRITUALISTI .... DANNUNZIANI È il momento delle presentazioni. Escono fuori adesso anche gli spiritualisti di D'Annunzio. Cosa abbiano costoro da dire di nuovo non sappiamo. Sappiamo però che ,il Dannunzianismo è il fratello spirituale del Fascismo, alla educazione ed al successo del quale Gabriele D'Annunzio - « venturiero senza ventura• - ha molto contribuito coi suoi « messaggi», colle sue « sagre >, coi suoi « colloqui colla folla>. Teschi, pugnali, alalà, sotto tutti simboli e gridi di guerra forgiati alla fucina dannunziana. Ad ogni modo il disorientamento politico è già tale in Italia che non c'è proprio bisogno che ad aumentare la confusione delle idee si aggiungano anche i dannunziani. Basta, basta con il futurismo, l'arditismo t la poesia in politica! 01' Italiani si sono trastullati abbastanza ed hanno ora urgente bisogno di concludere. D'Annunzio almeno l'ha capito ed è ritornato alla letteratura. Vedano di capirlo pure i suoi discepoli I Biblioteca Gino .Bianco

La riorganizzazione dello Stato Questa rivista in quattro anni di vita ha mirato costantemente a porre in piena luce come problemi fondamentali della vita politica italiana la riorganizzazione dello Stato, la valorizzazione della provincia contro le metropoli e della campagna contro le città, indicando nel ,federalismo la soluzione organica dei problemi stessi. Da due mesi queste tre idee direttive sono apparse con diversa veste e con opposte finalità in una 11uova rivista decadale del fascismo, che giunta al suo quarto numero ha annunciato con il candore più genuino che le sue tesi erano state accolte in blocco <lai Consiglio nazionale del suo partito e che, attraverso la elaborazione del Comitato dei Quindici, avrebbero informato del loro spirito vitale la nuova Costituzione italiana. Curzio Suckert, constatando questo successo trionfale ottenuto con la pubblicazione di tre numeri della sua rivista, non è stato colto dal dubbio legittimo che la vittoria, facilmente ottenuta senza contrasti e senza' discussioni, sia più apparente che reale : non ha nemmeno avvertito che nell'ordine del. giorno votato dal Consiglio Nazionale è scomparso l' aggettivo < provinciale > con cui egli voleva qualificare la sua conquista dello Stato e che l'accenno < rurale > fatto daH'on. Mussolini cadde senza alcun seguito. Eliminate le caratteristiche < rurali e provinciali > la conf)Uista deliberata dal Consiglio nazionale perde sostanzialmente ogni valore, riducendosi al tentativo di diminuire il Parlamento elettorale e politico e di accrescere l' importanza di consigli tecnici e di organismi sindacali, subordinati però gli uni e gli altri al volere e alle direttive di un partito politico. Il Suckert chiama questo auspicato riordinamento col nome di Stato unitario, ma è evidente che la definizione datane dal Corriere della sera è 1nolto più esatta e ben rispecchia l'animo con cui il Suckert e i suoi vorrebbero riorganizzare lo Stato. L'ordinamento statale italiano, amplificazione di quello piemontese, è già unitario ; a indicare la nuova meta senza creare equivoci di parole, il Suckert potrebbe accettare il suggerimento ironico dell' Albertini, chiamando totalitario il suo Stato ideale, in cui le voci dissenzienti non avrebbero legalmente modo di farsi sentire, dando al partito dominante l'illusione ambita di non avere contro di se nè pensieri avversi nè forze contrastanti. Intanto la Commissione dei XV è stata nominata, e forse ha già iniziato i suoi lavori, cui il Consiglio Nazionale aveva fissato per la chiusura il termine perentorio della fine del mese corrente, non volendo incorrere Biblioteca-Gino Bianco \

338 LA CRITICA POLITICA nel solito rischio che le Commissioni seppelliscano sotto la ponderosa mole delle relazioni le questioni sottoposte al loro esame. Il termine fissato doveva servire anche a fugare ogni sospetto che la < riforma costituzionale > costituisse solo un espediente interno di partito per I soddisfare contemporaneamente revisionisti ed oltranzisti, e per bene orientare con un appariscente < falso scopo » il tiro indiretto contro un invisibile bersaglio (1). Mentre essa lavora, senza che la stampa dibatta i problemi dell' indirizzo rurale e provinciale, non è inopportuno che. il nostro gruppo riaffermi e precisi le sue tesi, che, malgrado l' identità esteriore di alcune formule, non hanno alcuna affinità con quelle bandite dal Suckert e causticamente oppugnate da Giovanni Ansaldo. La profonda diversità fra la concezione nostra e quella _del Suckert non ha bisogno di illustrazioni. Il Suckert parte da premesse di autoritarismo i•ntransigente e quindi intollerante, mentre noi, partendo da premesse liberali, consideriamo dannosa ogni intransigenza e assurda ogni intolleranza : il Suckert ha una mentalità di partitante, e noi diffidiamo istintivamente di ogni partito, perchè nessuno di essi può avere il monopolio della Verità e della Giustizia, miti cui l'umanità tende senza poterli raggiungere. Egli parla di Stato unitario, e noi di Stato federale : egli identifica la provincia con i capi del fascismo provinciale, e i rurali con gli agrarii, mentre per noi la provincia è nelle diverse e molteplici energie locali che svolgono il loro lavoro al di fuori dei contrasti politici, ~ la campagna è prevalentemente costituita dalle masse contadine, c~e faticosamente arano la terra e tenacemente risparmiano, accrescendo giorno per giorno la ricchezza nazionale. La costituzione di uno Stato unitario in Italia fu forse una necessità · imperiosa, per cacciare lo straniero ed abolire il potere temporale dei pontefici senza turbare gravemente l'ordinamento sociale esistente; nei primi decenni dell'unità italiana questo ordinamento potè non riuscire soverchiamente oppressivo, per le limitate funzioni dello Stato e per l'esistenza di una classe dirigente patriarcale legata da saldi vincoli affettivi ai diversi campanili, tradizionalmente onesta nel senso più lato della parola. Con lo sviluppo del fenomeno plutocratico e burocratico lo Stato unitario ha mostrato tutte le sue tare : da ·un lato la burocrazia I • ha obbedito alla sua legge interiore, moltiplicando le funzioni statali e attribuendosi una capacità direttiva superiore di gran lunga a quella reale : dall'altro la plutocrazia, con le imprese bancarie e con le industrie protette, vi ha portato il suo virus di corrutela spregiudicata, influendo (1) Il Direttorio non ha tenuto conto del termine perentorio fissato dal Consiglio nazion·a1e, e non ne ha fatto cenno nella partecipazione di nomina ai Quindici. Ha inoltre esteso il compito della Commissione, dandole il mandato specifico di disciplinare le banche e la stampa e di apprestare una legge contro le associazioni segrete: e, perchè Michele Bianchi non si dolesse troppo della sua esclusione dai Quindici, ha collo'cato in prima linea la proposta dell'unico voto di fiducia del Parlamento al Ooverno. ·Biblioteca Gino _Bianco

I LA RIORGANIZZAZIONEDELLO STATO 339 nelle direttive dello Stato per ·tutti i problemi economici e dando luogo a innumeri funzioni parassitarie. Gli oneri fiscali diretti e indiretti si sono prodigiosamente decuplati nell' interesse della burocrazia e della plutocrazia, e ad essi si sono aggiunti gli effetti• della protezione doganale, i carichi delle assicurazioni sociali, i tributi verso i partiti i sindacati e i giornali, con una dispersione enorme di ricchezze tolte dal ciclo produttivo e immesse nel turbine vorticoso· del consumo voluttuario. In questo ordinamento macchinoso, ricco di una serie di organi improduttivi, il cittadino qualunque non ha più la possibilità di far sentire il suo peso e la sua volontà : egli è un atorno disperso, che non conta nulla ma paga le spese, cullato al suono di grandi frasi retoriche e di espressioni letterarie, le quali servono a disorientarlo e ad allontanare la sua attenzione dalle questioni concrete per quanto imperiose. Appare così la necessità inesorabile della semplificazione di questi congegni, e si pone il problema di una riorganizzazione statale, che, avvicinando lo Stato al cittadino, sottoponga le spese pubbliche al diretto controllo di chi paga i tributi, ed è quindi in condizione di giudicare se la spesa proposta rientri nella sua convenienza e nella sua potenzialità. La riorganizzazione dello Stato non è problema teorico e formale : 1 è problema concreto e sostanziale, perchè ha come suo obiettivo economico quello dell'alleggerimento degli oneri fiscali e come obiettivo politico quello dell'attuazione di un regime veramente democratico. La pressione fiscale in Italia è giunta ad un'altezza inverosimile; può considerarsi che le imposte dirette e indirette dello Stato, delle Provincie, dei Comuni, dei sindacati finiscano per assorbire un terzo del ~eddito nazionale : questo assorbimento di reddito a fini di consumo lo distoglie e.videntemente dagli investimenti produttivi con enorme danno dello sviluppo economico della nostra Nazione, che per le sue condizioni naturali è povera e ha bisogno più di altre di investimenti fruttiferi. Nessun partito politico in Italia ha la visione chiara di questo problema fiscale, che è ai:iche e sopratutto un problema sociale. Tutti i partiti si baloccano discutendo di epifenomeni più appariscenti, e dimenticano il cittadino contribuente, che è il protagonista primo della tragedia. Si parla di aiuti ali' industria, di incoraggiamenti all'agricoltura, di sviluppi imperiali : ma il migliore aiuto alle industrie, l' incoraggiamento unico alla agricoltura potrebbe essere dato alleviando la pressione fiscale ; quando minor ricchezza venisse sottratta agli investimenti produttivi, lo sviluppo economico dell' Italia diverrebbe tale da consentirci una reale indipendenza nei rapporti della politica estera e una civile espansione oltre i confini. Questa riorganizzazione non può conseguirsi con una valorizzazione dei corpi tecnici e delle organizzazioni sindacali, anche se gli ·uni e le altre non avessero un rigido carattere di partito. I corpi tecnici sono i m~no indicati per una visione organica dei problemi sociali: gli specialisti dell' igiene vorrebbero moltiplicare i medici, i disinfettori i vigili, Biblioteca Gi o Bianco I

340 LA CRITICA POLITICA sanitarii, gli istituti di vigilanza sanitaria: i professionisti dell'insegnamento non vedono altro bene che nella moltiplicazione delle scuole : gli ingegneri stradali trasformerebbero la superficie terrestre in una rete stradale, e così di seguito. I gruppi sindacali sono sempre portati a fare una politica di ceto in contrasto con l' interesse generale, e si coalizzerebbero fra loro a danno della maggioranza, che, in un paese come il nostro costituito in gran parte di ceti medii di artieri e di contadini, non avrebbe suoi sindacati efficaci ed efficienti. I gruppi sindacali sono portati a una politica di interventismo e di protezionismo per irresistibile spinta interiore, e finiscono per essere nel dominio assoluto dei loro organizzatori, che apertamente o copertamente esercitano una decisiva influenza sul loro indirizzo, tanto più quanto maggiore è la l~ro vastità. Per riorganizzare lo Stato su basi economiche bisogna mettersi decisamente sulla via del decentramento democratico, specialmente necessario in Italia ove sono così marcate le differenze fra regione e regione nella loro stessa costituzione sociale, e ove quindi è assurdo che una legge uniforme pretenda livellare situazio.ni tanto diverse. La questione meridionale, che si dibatte da un trentennio, non ha trovato e non troverà mai la sua soluzione in un regime unitario, mentre può e deve trovarla in un regime federale; lasciandone la cura agli interessati che non attendano più dallo Stato la manna delle strade, dei ponti, delle ferrovie. I meridionali, lasciati a se stessi, con i loro mezzi e con le loro responsabilità, saprebbero da se provvedere senza sperperi, con ~imedii teo.ricamente imperfetti ma praticamente efficaci. , La valorizzazione della provincia intesa nel senso sopra accennato è una premessa di questa riorganizzazione federalista dello Stato. I ceti laboriosi della provincia debbono acquistare la coscienza dei loro doveri e dei loro interessi, e adeguare la propria azione politica ad essi, sottraendosi all' influsso deleterio delle 1ninoranze organizzate nei così detti partiti di masse. Chi si pone i problemi locali concreti vede l' impossibilità di risolverli con criterii faziosi e con schemi teorici, e constata che i fierissimi propositi rivoluzionari dei politicanti mascherano solo l'incapacità intellettuale a risolvere i problemi stessi e la volontà accanita di difendere le posizioni politiche di comando da essi raggiunte. La provincia ha una cattiva fama di faziosità politica, e quando Suckert eleya a rappresentante del provincialis1no l' on. Farinacci le rende un cattivo servizio. I ras e i regoli, i proconsoli giolittiani, i capi delle consorterie moderate sono o furono gli esponenti della cattiva provincia, di quella che serve come anello di congiunzione fra lo Stato accentratore e i suoi sudditi, e che basa la sua forza locale sull'appoggio dello Stato, mentre di fronte allo Stato si fa forte della sua posizione locale sopravalutata. E neanche Masaniello è l'autentico rappresentante della provincia, come ritiene Giovanni Ansaldo : le sommosse per i prezzi delle grascie, culminate nell'allegra rivoluzione per il ribasso. Biblioteca Gino Bianco

LA RIORGANIZZAZIONE DELLO STATO 341 del cinquanta per cento, sono una specialità urbana: nei centri di consumo l' illusione che un calmiere o una sommossa possano portare a una diminuzione dei prezzi -è sempre tenace, e ad essa si abbandonano i giornalisti, gli impiegati, gli artieri e gli operai stessi. Anzi uno dei motivi fondamentali di contrasto fra città e campagna è proprio _nella questione dei prezzi. Quando i socialisti umbri venti anni fa iniziarono la loro propaganda fra i contadini per il miglioramento dei patti colonici, incontrarono le diffidenze e le ostilità delle donnecole _di città (e non solo di queste) sotto l'accusa di aver fatto rincarare le uova, e ai socialisti eugubini, che, per rispondere a quest'accusa con i fatti, capitanarono una sommossa contro gli alti prezzi delle uova e del pollame, toccò di vedersi abbandonati completamente dai contadini passati sotto le insegn~ della democrazia cristiana di allora. In provincia vi sono centri operosi e alacri, come ad esempio Cupra1nontana nelle Marche, e cittaduzze in decadenza. Nei centri operosi voi trovate fervore di opere e di iniziative ; nelle cittaduzze voi trovate possidenti oziosi, artieri beoni, braccianti pigri : alle volte queste differenze profonde fra centro e centro hanno ~a loro spiegazione nella posizione commerciale dei centri stessi, alle volte invece è difficile rendersi conto delle cause obiettive dell'operosità di un centro e della neghitossità di un altro. Nelle città e nei paesi fervidi di vita (e ve ne sono di quelli distanti dalle vie ferrate, come è il caso di Cupramontana per citarne uno solo) è la provincia che noi amiamo e vogliamo valorizzare : nelle cittaduzze e nei paesucoli in decadenza, il Masaniellismo e le tendenze parassitarie allignano tenaci come una gramigna malefica, e qui la vita trascorre plumbea e inerte fra l'osteria e la farmacia, traendo dalla campagna produttrice i mezzi di sostentamento senza contraccambiarla con servizi utili. Distinguere fra l'una e l'altra città è necessario, quando si parla della provincia, e se quella operosa e fattiva è veramente centro di civiltà come sostiene Fovel,. quella parassitaria e inerte è un focolaio di infezione e una sentina di vizio. Valorizzare la provincia per noi vuol dire quindi esaltare i ceti operosi e produttivi, e in prima linea quelli addetti alle campagne. Nelle campagne delle regioni ove prevale la mezzadria i contadini costituiscono la maggioranza dei produttori e sono il serbatoio inesauribile delle migliori virtù della nostra razza. A questi contadini bisogna pensare> come alla forza più sana che esista in Italia, e invece contro di essi. si sono accanite sino a ieri la politica tributaria del Ministro De Stefani e la politica squadrista del fascismo rurale esaltato da Gustavo Del Vecchio che ha distrutto le loro organizzazioni di classe e non ha potuto creare loro un nuovo strumento di difesa civile. I I contadini, che erano stati totalmente assenti dalla gesta del Risorgimento e che appena nei prirni anni del nostro secolo avevano cominciato a partecipare alla vita italiana, furono gli eroi della guerra, sia Bibliotec Gino Bianco {

.342 LA CRITICA POLITICA pure inconsciamente, costituendo il nerbo della Fanteria, che tenne con fermezza. le trincee. Il battesimo di dolore e di sangue creava al conta- ·dino il sacrosanto diritto a una maggiore e migliore partecipazione alla vita nazionale e gli dava un principio di maturità per l'esercizio del di1ritto stesso. I popolari in 1nolte z~ne dell' I~alia settentrionale, i socia1listi nell' Italia centrale e i combattenti nell' Italia meridionale trassero giovamento elettorale da questo risvçglio, e videro accorrere sotto le loro bandiere in folla le masse rurali, riuscendo ad appagare in parte le · Joro aspirazioni sentimentali. Il 1novimento, che si presentava tumultuario anche per la nevrosi generale lasciata dalla guerra, suscitò nelle valli del Po del Tevere e dell'Arno, ove fu più irruento, l'aspra diffi- .denza dei proprietarii, degli affittuarii e dei loro agenti ; impotenti a fronteggiarlo direttamente e a contenerlo nelle dighe della legalità minacciata dalla demagogia truculenta dei parolai, essi accolsero come arcangeli liberatori gli squadristi e ne indirizzarono le violenze contro i demagoghi parolai e contro le leghe, ricacciando così dalla scena politica i conta- ·dini. Fu· l'errore massimo della borghesia rurale, che perdeva così i contatti con i suoi collaboratori della produzione e scavava fra se e loro ,un abisso di odii: e fu errore irreparabile o quasi, perchè senza un'intesa con i contadini essa non era e non è in grado di difendersi dal fiscalismo ·statale e da un indirizzo di governo plutocratico, e doveva trovarsi quindi 1impotente _ad esercitare un' influenza sulla politica dello Stato. Per la sua tranquillità economica di un momento essa rinunciava alla dignità poliiica di classe e veniva meno al suo dovere di tutrice degli interessi rurali. · Il solco scavato dai proprietarii e dagli affittuarii venne purtroppo approfondito ancora dall'azione fiscale del Governo. De Stefani, partendo ida presupposti teorici caldamente approvati dalla sua burocrazia, senza -rendersi conto delle ripercussioni politiche e sociali dei suoi provvedimenti e della procedura sommaria seguita per gli accertamenti, colpì duramente i contadini con l' imposta sui redditi agrarii e con la forte limitazione della esenzione del vino consumato dai coloni dalla tassa rela- ·tiva, e crèò fra loro uno stato d'animo estremamente pericoloso. L'abo- .lizione generale della tassa sul vino decretata improvvisamente con effetto ' •dal 15 settembre difficilmente riuscirà a ca1nbiare q1:1esto stato d'animo • .La incognita maggiore della situazione italiana in questo momento è costituita proprio dallo stato d'animo dei contadini, ignorato anche ~all'orga~o quotidiano del partito popolare, che testè si rendeva garante ·dei propositi pacifici dei contadini : chi vive invece a contatto dei contadini sa che questo pacifis1no non esiste (I). La forte ,pressione politica. ,del fascismo contiene oggi entro dighe gli oscuri rancori, che fermentano negli animi dei contadini, ma nell' interesse supremo della civiltà italiana (l) Nella migliore delle ipotesi il contadino è oggi in uno stato di animo incerto: pronto a collaborare se trattato molto· bene, pronto a eccedere se urtato nei suoi interessi e nei suoi --sentimenti. Biblioteca Gino Bianco

LA RIORGANIZZAZIONEDELLO STATO 343 è necessario che anche i capi delle opposizioni sappiano che le campagne sono corse da sordi fremiti e che una scintilla potrebbe facilmente determinare una situazione gravissima. Cupi odii ancestrali; avversioni prof onde ali' urbanesimo potrebbero domani esplodere con travolgente foga, se l'occasione si presentasse e se· tutti non sentano il dovere della più riflessiva prudenza. Il problema più delicato di quest'ora è quello di indirizzare i contadini vers.o un'azione politica misurata e tollerante, rispettosa dei diritti altrui, conscia dei limiti che la civiltà pone a ogni contrasto sociale e a ogni lotta politica. La parte migliore dei proprietarii e affittuarii e dei loro agenti, quella cio'è che non si è. stupidamente compromessa con violenze, è chiamata ad esercitare un'alta funzione conciliativa e pacificatrice e ad esplicare un'azione politica volta alla difesa degli interessi rurali, che non sono affatto incompatibili con un regime veramente liberale e democratico, come qualcuno ritiene. Non è vero che gli agrarii tutti sieno fatalmente reazionarii : non è vero che gli agrarii debbano neces- •Sariamente trovare· la loro espressione politica nei conservatori e nei moderati lividi e gretti. I proprietarii medii e i piccoli proprietari hanno fra loro giovani usciti dalle Scuole superiori di agricoltura, tecnicamente competenti e politicamente moderni, che si dedicano con passione alla coltivazione più intensa delle terre e che possono a buon diritto rivendicare a se e alla loro classe una maggiore influenza nella vita politica, per la larga fiducia da cui sono circondati nel loro ceto e fuori di esso. Lo sbocco logico di una azione politica di questi rappresentanti moderni dell'agricoltura più progredita è, secondo il nostro pensiero, il movimento federalista, che a suoi canoni fondamentali pone la difesa strenua degli interessi rurali e regionali e la volontà recisa di togliere ogni prestigio alla demagogia parolaia e alla intolleranza faziosa, e verso questo movimento dovranno convergere anche le organizzazioni dei contadini e quelle dei piccoli proprietarii, quando esse possa~o ricostituirsi in un ambiente di libertà disciplinata. Le forze operose dei centri minori e quelle rurali, acquistando la coscienza della loro potenza, porteranno a questa riorganizzazione dello Stato, che non può essere elaborata dalla Commissione dei Quindici, chiamata a intensificare l'accentramento Statale e a studiare le formule giuridiche per accrescere il potere di un partito nella vita politica e sociale dell' Italia. I Quindici, per il mandato loro affidato e per i problemi a loro sottoposti, per l'ambient,e in cui sono chiamati a esplicare la loro opera, non possono certo darci lo Stato rurale e provinciale, di cui I' Italia ha bisogno per accrescere la sua potenza e la sua ricchezza. Noi che questo accrescimento vogliamo e che lo sappiamo possibile, facciamo appello ai produttori, perchè acquistino la loro indipendenza politica conquistino veramente lo Stato per la maggior gloria d'Italia. GIULIO PIERANGELI Biblioteca Gino Bianco I

I La Lega delle Nazioni e il Nazionalismo Nel nostro precedente articolo abbiamo dimostrato come nessuna delle formule fin quì dominanti in materia di commercio internazionale basti ad eliminare tutte le cause economiche di guerra sussistenti pur tra nazioni civiH: nè il libero scambio, nè la porta aperta, nè la clausola della nazione più favorita. Il libero scambio è certo la formula più soddisfacente ; ma in tempo di guerra non basta a garantire a tutti"gli Stati le materie pri1ne ed alimentari necessarie a vivere, nonchè a guerreggiare una guerra per quanto giusta ; e noi abbiamo visto e sappiamo che siamo ancora ben lungi da una universale _adozione del libero scambio sia pure in tempo di pace. In attesa che a ciò si addivenga non v'è 1nodo di eliminare le cause economiche di guerra tra i popoli, all' infuori della creazione d'una commissione speciale della Lega delle Nazioni per lo studio della unificazione dei costumi commercia1i, per lo studio preventivo delle questioni pericolose, appena esse sorgano e per l'estensione progressiva, mediante la sua inserzione nei trattati, del principio del libero accesso alle materie prime da parte di ogni nazione, del principio cioè cht: ogni nazione non deve poter essere tagliata fuori da tale accesso che per punizione consegu~nte a violazione grave di norme internazionali e di articoli dello Statuto della Lega, constatata da organi giuridici della Lega stessa. Una volta stabilito tale principio; una volta stabilito un organo per lo studio preventivo del come assicurarne ed estenderne. l'applicazione ; una volta stabilito che nessGna nazione ha diritto di modificare da sè con la forza lo statu quo e che questo, nei rapporti tra nazioni come in quelli ·tra singoli cittadini d'un medesimo Stato, non ·dev'essere alterato che di comune accordo; una volta stabilito infine che chi cerca di procedere altrimenti si mette al disopra e.' al di fuori della legge comune e provoca contro di sè le sanzioni di- questa, non YÌ sarebbe più ragione di temere guerre per cause specificamente economiche. * * * Senonchè basta formulare così il problema perchè divenga tosto evi_dente ~he le cosidette cause economiche della guerra sono spesso solo ·occasioni e pretesti e sono sempre cause.... che a loro volta sono effetti di cause ben più_profonde. Non tutti i popoli sono allo. stesso livello ~i civiltà politica e sociale; non tutti sono allo stesso livello di ·Biblioteca Gino Bianco

LA LEGA DELLE NAZIONI E IL NAZIONALISMO 345 coscienza giuridica ; non tutti. sono egualmente padroni dei loro destini ; non tutti sono egualmente disposti ad attendere pazientemente che lo statu quo si modifichi a loro favo re per vie costituzionali ; non tutti sono egualmente capaci di resistere alla tentazione di credere che ad una data ora, con un po' d'audacia e con qualche rischio e costo, si può forzare il passo del processo storico. In altri termini le cause meramente e specificamente economiche funzionano compenetrate da cause più profonde, da cause specifican1ente politiche,-emananti dalla coscienza collettiva e storica dei varii gruppi. Noi ne abbiamo implicitamente ed esplicitamente sentito parlare a proposito dell'occupazione di Corfù, quando si è voluto far differenza tra il prestigio di grandi e di piccole potenze. Noi ne abbiamo sentito parlare a proposito degli Stati che obbiettano .all' idea di speciali diritti di minoranze nazionali salvaguardati dalla Lega delle Nazioni. Sono cause che profondano le loro radici nei processi misteriosi che presiedono al dissolversi e al costituirsi di nazioni e di _Stati. Gli Stati a popolazioni che si espandono tendono a reclamar nuovi te:ritori o territori già abitati dalla lor razza in tempi in cui essa fu dominatrice. Gli altri resistono fin che possono; quando viene una crisi generale acuta, i primi spesso osano e spesso riescono. E quel che si dice di territori europei vale per territori extra europei oggi chiamati colonie, ma presto o tardi destinati a diventare società autonome. V'è egli modo di regolar questi processi senza che ne nascano guerre ? È questo un problema che va a fondo di ogni possibile filosofia politica. Coloro che tanto facilmente parlano d'un Governo internazionale del mondo o anche solo degli Stati Uniti d'Europa lo ignorano completamente~ perchè saltano via di sana pianta il problema del come è possicife stabilire ora o tra pochi anni un Potere Esecutivo che goda dell'autorità necessaria a suscitar l'obbedienza e la fiducia spontanea di popoli in diverse fasi di sviluppo politico, sociale ed economico, gelosi gli uni degli altri, con diversi saggi di natalità e mortalità e spesso etnicamente misti. Non occorre dire di più per giustificare il nostro passare senz'altro alla critica d' un'altra teoria politica, che per altro è quasi senza contrasto accettata da tutti e che è alla base della stessa Lega dalle Nazioni: la teona secondo la quale la sola legittima base dello Stato sarebbe la Nazionalità e dovrebbero esservi tante unità statali quante vi sono nazionalità. * * * È una teoria che deve la sua fortuna al fatto che con Io sfacelo del- . l'Impero Romano e con quello dell'unità religiosa medioevale, la coscienza dell'unità di razza e di cultura era il solo vincolo, più vasto del vincolo di consanguineità, che potesse far da base a una organizzazione capace di assicurare una certa sicurezza esterna ed interna ad ogni gruppo di .I Biblioteca ino Bianco .,

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