la critica politica - anno III - n. 8-9 - 25 settembre 1923

/ • I ' . . Anno lii = Fase. 8=9. Z5 Settembre1923 SOMMARIO O.. ZUCCARINI: Vilfredo Pareto. G. LUZZATTO : Lotta o collaborazione di classi. A. GHISLERI : Lo Statuto del 1848 giudicato dai contemporanei (JI). R. MORANDI: Intorno alla democrazia e a un nuovo liberalismo. L. NEMANOFF: La crisi Jugoslava. J. M. PRODANOVIC: // Partito Repubblicano Jugoslavo. M. SPAHO: l'Associazione jugoslava mussulmana. G. PETRACCONE: La Riforma dei Codici. M. VITERBO: Il mezzogiorno e l'accreditamento statale. Da una tirannia all'altra - La Scuola della dignità - L'ultima luce sulla r(forma costituzionale - Situazioni regionali - Virtù di popoli e virtù d( governanti (Cattaneo) - Essere italiani in Italia! (Mario). Note e Commenti - Affermazioni Regionaliste - Recensioni - Nuove pubblicazioni. Questo FASCICOLO DOPPIO è posto in vendita a Lire Tre .. REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: ROMA (3)- VIA SERPENTI, 116. ABBONAMENTI: PER UN ANNO LIRE 20 - PER UN SEMESTRE LIRE II • . CoNTo CoRRSNTE POSTALE UN NUMERO: LIRE DUE Biblioteca Gino Bianço

r ', . INFORMAZIOSNOI·CIALI Organo ufficiale per l'ltal!a dell'UFFICIO tNTERNAZIONALE DEL LAVORO di Ginevra. PUBBLICAZIONEMENSILE ,· curata dall'Ufficio Corrispondente di Roma dell'U. I.,. L. diretto dall'On. ANGIOLO CABRINI Ogni fascicolo . . . L. 3,50 -.ti Abbonamento annuo • L. 36,- N u mero di saggio a richiesta. / I Inviare l'importo -dell'abbonamento esclusivamente all' Amministrazione presso gli Editori: R. BEMPORAD & F.0 $ Via Cavour, 20 ~ FIRENZE --·--····--------· ---------·······--····-·····-·······---···- .. -·-- l' ' BIBLIOTECA CIRCOLANTE DE L'ITALIA CHE SCRIVE PALAZZO DO RIA - ROM A - VICOLO DORI A, 6-A .. Lire 250.000 di libri D'AMENA LETTURA E DI CULTURA GENERALE SIGNORILMENTE RILEGATI 5 LIRE MENSILI -----••-----~--••--••-----•-•••■r■ernot -•-•-••••-- STUDI POLITICI RrvIST.A. MENSILE DlRET'rA DA PAOLO FLO RES Si propone di svolgere unct libera e serena opera d1 i culturtl e di cd'UCHZionenazionale, attraverso l'esarne dei proble~i att·y,ali ricollegati alla storiai dellta J'or- . 1nazione dello Stato italia110. (Jollabornto1•i: GIOV.ANNI AMENDOLA · GIOVANNI ANSALDO - TULLIO ASCARELLI • GIORGIO BANDINI - ADELCHI BARATONO - PIETRO BONFANTE - ERNESTO BUONAIUTI • ,\.RMANDO CAMMARANO - N. MASSIMO POVEL - 4-RTURO LABRIOLA · MARIO MISSI ROLI - GENNARO MONDAINI • RODOLFO MONDOLFO • ALBERTO PINCHERLE - GIUSEPPE PREZZOLINI · GIUSEPPE RENSI - ENZO SERENI - GIUSEPPE VESCOVINI. ,; ABBON Al\lENTI i Annuo L. 15; Sostenitore L. 30. Un numero L. 2. Estero i' doppio.. Direzione e Amministrazione: Via V~lletri 21- ROMA (34) ·Biblioteca Gino Bianco .

••====================== CASA EDITRICE '' IL SOLCO ,, CITTÀ DI CASTELLO Ai lettori de La Critica Politica, che vogliano meglio conoscere il pensiero federalista, segnaliamo le seguenti pubblicazioni: PROUDHON - La capacità politica delle classi operaie, prima edizione italiana a cura di GIULIO PIER ANGELI . • • .· . • . . L. 6 TOCQUEVILLE - L'antico regime e la Rivoluzione, prima edizione itaHana a cura di GIULIO PIERANGELI . . . . .. . » 6 - CATTANEO - L' Insurrezione di Milano nel 1848 e la successiva guerra, nuova edizione a cura dell'on. MACAGGI . . . » 7 FERRARI - I partiti politici italiani d~l 1789 al 1848, ediz. a cura di FE~ICÈ MOMIGLIANO. » 10 CATTANEO - Terre italiane, edizione a cura di FRANCESCO ARIELI. • , . » 1,50 Detti libri, in seguito a richiesta con cartolina vaglia, vengono inviati franchi di porto dalla CASA EDITRICE IL SOLCO dì Città di Castello . •:,:,_-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.-:.- ~~.c:::-0~~.c:::-0~~~.c:::-0~.c:::-0.c:::-0.c:::-0~~.c:::-0.c:::-0.c:::-0~.c:::-0~~~~ i GRANDE ATTUALITÀ: . i i DOVE VA IL MONDO? i 8 INCHIESTA TRA SCRITTORI 1T ALIANI 8 8 RTSPOSTE di ~ ~ Prof. Arcari - On. Baratono - Dott. Borsa - On. Cao - Senatore ChiappelH - ~ ~ Senatore Chimienti - Prof. Cimbali - L. Fabbri· - G. Ferrero - On. Giretti - ~ i Prof. Levi - On. Lombardo Pellegrino - Senatore Loria· - On. Macaggi - Dott. ~ ~ Missiroli - Prof. Mondo Ho - Prof. Antonio Monti - Prof. Augusto Monti - ~ ~ Senatore Mosca - Prof. Panunzio - Dott. Piccoli - On. Presutti - G. Prezzolini - ~ Q Prof. Rensi - Prof. Ricchieri - Prof. Romano - Prof. Rossi-Doria - On. Sal- Q 8 vernini - con una prefazione dell'on. G. Conti e una conclusione di A. Ghisleri ~ ~ Un volume elegantissimo : L. 5 ~ ~ presso la Libreria Politica Moderna - 1?,.0MA - via S. Giacomo 5-B -~ ~~.c:::-0.c:::-0~~~~~~.c:::-0.c:::-0~~~.c:::-0.c:::-0~~~~.c:::-0.c:::-0.c;-a.cr.::) Bibliote·ca Gino Bianco · . . ,

f □□□□□□□o□□□□ooo□ooo□□□□□□□□□□o□□□□□□□□□□□□o□o□□□□o o . o o .. --. □ § LA CRITICA POLITICA§ □ ~- o 8 DIRETTORE: OLIVIERO ZUCCARINI 8· o I • □ B Non v'è altra Rivista in Italia che agiti il problema del regio- g g nal{snzo proponendosi di risolverlo in una radicale trasformazione g g delle attuali istituzioni. Nel suo programma nettamente antiburocra- g o fico e antiparassitario,· autonomista e federalista si esprime una □ 8 tendenza che nel nostro Paese va facendo costanti progressi. 8 B La CRITICA POLITICA è una Rivista org.anica,completa, in- 8 8 teressante che in due anni di vita si è solidamente affermata. 8 □ ' o 8 Hanno collaborato, tra gli altri, alla CRITICA POLlTICA i 8 o seguenti scrittori: f;.vv.FAUSTO ANDREANl; dott. EUGENIO AZI- o 8-MONTI; dott. CAMILLOBELLIENI; prof. ATTILIOCABlATI ; dott. 8 8 CARLO CACIOROWSKI; prof. PIER_O CALAMANDREI; prof.. g 8 CARLO CANTIMORI; ALIGHIERO CIATTINI; prof. GIOVANNI 8 § CROCIONI; avv. ANGELO CORSÌ; dott. ANTONIO D'AMORE; 8 o avv. ALFREDODE DON~~O-; avv. PIETRO DRAGO; avv. MARIO □ § FERRARA; prof. N.· M. FOVEL; praf. ARCANGELO GHISLERI; § o EDOARDO GIRETl'I; pro-f. L. LIME.NTANI;.dott. ETTORE LO- 19 § LINI; prof. GINO LUZZATTO; avv. GIUSEPPE MACAGGI";dott. 8 § PAOLO MANTICA; avv. SAVERIO N\ERLINOi .ROBERTOMIRA- 8 8: BELLI; prot.·FELlCE.MOiV\IGLlANOd;ott. ANTONIOMONTI; prof. 8 8 AUGUSTO .N\ONTl; prof. LORENZON\OSSA;_RQMO_LOMURRI; 8 o prof. SERGIO PANUNZIO; prof. VILFREDO PARETO; avv. A. F. □ 8·. PERRI; dott. GIULIO PIERANGELI; prof. CAMILLE.PITOLLET; § 8 avv GIOVANNi PETRACCONE; ODON POR; prof. GAETANO e a SALVEMINI;dott. GINOSCARPA; prof. FERNANDOSCHIAVETTI; 8 8 ANGELO SCOCCHI; prof. GUIDO SENSINI; dott. ALDO SPAL· 8 8 LICCI; OSCAR SPINELLI; prof; MICHELE VITERBO. 8 o --- □ □ . i, □ □ Consigliamo l'abbonamentoalla CRITICA POLITICA alle Bi- □ 8 blioteche,ai Circoli di lettura, alle Associazionipolitiche, agli uomini B □ politici, agli studenti, ecc. La lettura della CRITICA POLITICA o 8 é indispensabile a chiunque voglia seguire con attenzione il nzovi- 8 □ mento politico contemporaneo. , □ □ --- o o o o L'abbonamento costa per un anno L. 20 - Per un semestre L. 11 □ □ □ 8 · Un fascicolo separato L. 2 g g Per l'Estero l'abbonamento aumenta d I L. ic 8 o ,.._ V Y -- ,,..,, _ .........__ y..__.. ,,,....,___.,,.~ ~~___,.,.,.....__,.'---""'~~ □ □ . . o g. Inviare ,:aglia alla CRITICA POLITICA: Via dei Serpenti, 116 JI. ROM A 8 ~□□o□□□□□□□ooo□□□□□□□□□□□□□□oo□□□□~□□□□□□□□□□oo□□B Prezzo del fascicolo: LIRE DUE Biblioteca Girio Bianco . . .,

. .. I ' - I t , . ".CRITICA POLITltA,, lmporta,ite I Abbiamo inviato a -tutti gli ABBONATI RITARDATJ\RI·. I • cartoline ()i sollecltazione a inettersi in • I ~' • regola 1con la nostra ammlnistraz10.ne.~- Avvertiamo ~che 1 ~ COL 15 OTTOBRE ' ... - a tutti i· ritardatari 'invieremo per - . la rl_scossione ~ T R ~JT T A P O - j STA t, E grav:ata di _tutte le spese postali relative . • ., · in ogni città· cerchiamoamici che si facciano propagandistidella rivista, che le procurino abbonamenti e sottoscrizioni, che la faccino · penetrare nelle Biblioteche, nei Circoli, tra gli studenti, tra i professionisti, tra gli operai. • ,.. Abbonamenti: anno L. 20. ,:: semestre ..c.:,. 11 L'importo '}Ja inviàto direttamente al[' dl.mministrazione di CRlTICA · POLIT.ICA, Via Serpenti I 16, CJ?_ONA. · Sottoscrizione 1923 Napoli-Giuseppe Farina Mon. ' · Ottavo Elenco I sottoscrittori di almeno L. mo hanne diritto a ricevere 1a Rivista gratuitamente I tuoro, rinn. abb. . . . » 1 Monta/fa di Castro - Aleandro Bellucci, rinn. abb. . . » SantoStefano {Ravenna) Ober- -·•· I f i • Li 50 1 dan Ercolani . . . . · . » n er ort a re I Navi 'Ligure - Adolfo Pitto, Pola - Dott. Antonio Tromba » 5.- rinn. abb. . . . . . . » lesi· Dott. G. Gatti e G. Pao- Prato Toscana - Notaio Caletti . . . . . . . . » Vergiano di Rimini - Primo Bellettjni,_ plaudendo alla 2.- j milio Dami, rinn. abb. . » - Gradisca d'Isonzo - Giovanni · . 8oz, per variazione indi- , 5·.- 5.- 1.- 5.- ,,,. 20:- « Critica » . • . . » 3.- ~izzo . . . . . . . . • 2.- Biblioteca Gino Bianco -- r \ -

/ y .,. J L~ CklilCA POLITICA 'Vizzini (Càtania) - rag. Ore• go rio Cannizzo -. /. . . L. 4. - RivaroloLigure-Giovanni Malatesta, rinn. abb. . . . » 1 O.- Treviso - Enric6 Silvestri. . » 2.- , R[!ma - prof. Renato Lucentini, rinn. abb. . . • . » Trento.-A.. Falchi 1; D. 'Frasnia, rinn. abb. . . . . » Roma - Domenico Sandrelli, rinn. abb. • . • . . . > Ferentino - Filippo ed Egidio Col Ia lt i, r i 11 n . ab . . . • • Ravenna - Umberto Zampighi, rinn. abb. . . . . . . > ,5.- 5.- 5.- 5.- ( Continua). Raccomandiamo a tutti i possessori di sched_e di comunicarci il risultato del loro lavoro! sinettl 1; rag. 9. Bernardi 2; A. Fabbricotti 1; A. Barbieri 1 ; C.• Campo 1 ; rag. G. B. Fusco l ; Sez .. R. pag. abb. l'; Totale. .- . . . » 9.- I NO&TRI"CA!TIVI AMiq,, Roma - Riccardo Scornajen"- ' Pubblichiamo un altro elenco di' CO· ghi pag. abbon·amento • . » 10.- loro c-he, quest'anno, dopo aver. riceG vuto per oltre due anni la Rivista ed Roma · prof. · Ferretti • · » 6 ·-~ averla trattenuta, alle nostre insistenti Milano - lng. Ponziano Maz- · · J cartoline di sollecitazione per il pagazini Marchesi, inn. ab. . ·» 30.- mento dell'abbonamento hanno alfiner RìvoroloLigure. Antonio Sar- risposto respingendo la Rivista senza d Il · b 5 pagare le copie ricevute e trattenute. e a, nnn. a . . . . . » • -- , - Bologna - Enea Ottoni, rin. • abb. . . . . . . » Sassari - prof. Luigi Bianco » Falconara J\1.-Romeo Gabrielli, rinn. ab. . : . . . » Milano - Giuseppe i\!\alagodi » - Venezia - Stringari Silvio 5; Van1pa 5; O. Cada muro 20; , Totale. . . . . . . . > Roma • lng. Riccardo Plata2.- 2.-,. 5.- 1 - . ' 30.- Continueremo· a · sospendere senz'altro la spedizione della Critica . 1 a tutti gli altri che, pur continuando . a trattenerla, non si sono decisi a pagarla. Non useremo riguardi per nessuno I NUOVOELENCO Pelagatti Silvio - Livorno; Silvestri Ottorino - Livorno. Polverini Giuseppe - Roma. Fasulli Renato - Livorno. \ · · Collezioni dèll' ann·ate 1921 e ·1922 · ·Abbiamo potuto completare alcune colleziof!i della prima annata (1921) e della. seconda annata (1922) della Critica Politica. . Le mettiamo in vendita a: Lire 25 ciase-una. Spedizione raccomandata. ~ Chi le desidera ne faccia richiesta eon cartolina vaglia alla. nostra Amministrazione: Roma, Via $erpenti, 116. I fascicoli arretrati delle annate 1921 e 1922 (meno il N.0 l e H N. 0 .4 del i 921) si spediscono solo dietro pagamento anticipato di L. 2 per ogni fascicolo. . . . Faremo dono di una interessante. pubblicazione a coloro, che potranno favorirci i N.0 1 e 4 del 1921 che ci mancano per éompletare altre cohezioni. . , ,.. Biblioteca Gino Bianco \

. LJ\ CRITICf\. POLITICJ\ ANNO Ili. JJ- ~ RIVISTA MEN~ILE agosto-settembre 1923 f ASC. 8-9. . Vilfredo Pareto ' Vilfredo Pareto non era più un nome sconosciuto agli italiani. La nomina a senatore e la sua supposta adesione al fascismo ne avevano, in questi ultimi tempi, aumentata di molto la notorietà. La sua fama era fatt~. La sua dottrina riconosciuta. A 75 anni egli era finalmente arrivato a conquistarsi quella considerazione e quei riconoscimenti ufficiali che il senatore Corbino s' era guadagnati prima ancora di arrivare ai 40. Se la morte lo avesse colto a 60 anni, di lui e della sua opera non si sarebbe parlato che i~ qualche rivista scientifica. Vero è che il Trattato di Sociologia ha visto la luce solo dopo la guerra. Però al suo attivo di scienziato erano alcune opere capitali che sarebbero bastate ad assegnargli un posto altissimo. Il contributo portato dal Pareto al progresso della scienza economica col Manuale di Economia Politica del 1906 è definitivo e il Trattato di Sociologia è la sistemazione di studt e di esperienze di cui gli elementi e il metodo possono ritrovarsi nelle opere precedenti e di cui il Pareto stesso ci aveva ampiamente discorso, oltre che nel Manuale, in articoli di riviste e in una serie di lezioni tenute nel 1906 all'Università di Bologna. È il tormentato e tormentante dopo la guerra che dà alle osservazioni e alle considerazioni raccolte nel Trattato del Pareto un valore di piena attualità. Colpiscono specialmente .i risultati della sua opera anatomica sul corpo sociale. La lotta politica, la lotta sociale vi si presentano denudate delle ideologie più comuni. Le più opposte teorie e i movimenti più disparati vi sono esaminati nelle loro analogie, nella identità dei moventi, degli interessi e delle passioni. Pareto si ferma ai fatti. È, o meglio si sforza di essere, obiettivo. La sua posizione di fronte ai fenomeni della vita sociale vuole essere quella dell'osservatore imparziale, coscienzioso, che quindi si spoglia dei proprt sentimenti, delle proprie passioni per raccogliere i fatti, sistemarli e trarne conclusioni per quel che è possibile esatte. Tali conclusioni dovevano essere, fatalmente, demolitrici di tutte le ideologie, di tutti gl'ismi di cui si è nutrita la lotta politica del periodo che doveva passare sotto i suoi occhi. Il Trattato di Sociologia è una miniera da cui possono attingersi, con abbondanza, gli elementi di critica alla società contemporanea: ce n'è per il sociaBiblioteca Gino Bianco

338 LA CRITICA POLITICA lismo, per la democrazia, per il liberalismo, come per il conservatorismo ; per il pacifismo come per il nazionalismo ; per la plutocrazia come per il sindacalismo operaio. Non è lo scopo del Pareto quello di stabilire un grado di preferenza o di merito per questa o quella formazione sociale o politica, per questa o quella teoria, per questo o quel gruppo sociale. Egli intende, invece, rimanere esclusivamente nel campo sperimentale, ricercare le relazioni tra i fatti sociali, portando nello studio della sociologia i mezzi d'indagine che furono tanto utili nello studio delle · altre scienze. 'La Sociologia potrà solo in tal modo diventare una scienza e il Trattato le ha fatto fare in tal senso un gran passo innanzi. Ma il successo dell'ultima opera paretiana è dovuto assai più all'abbo~danza degli elementi di critica della società e dei partiti e delle teorie maggiormente in voga che vi sono contenuti, che al suo valore strettamente scientifico. Si è detto che le note, abbondantissime, sono dell'opera la parte più interessante: senza dubbio ne costituiscono la parte più appetitosa. La verità è che molti si sono limitati a leggere quella e che parecchi i quali or s'attribuiscono il titolo di discepoli e continuatori del Pareto son ben lontani dall'averlo capito anche se per caso credessero di poterne usare i termini scientifici. Se Vilfredo Pareto avesse potuto leggere quello che di lui e della sua opera si è scritto nei giornali nell'occasione della sua morte, piuttosto che compiaciuto, sarebbe rimasto mortificato di essere stato a 75 aqni così mal compreso. E avrebbe sdegnosamente protestato contro tutti coloro che - sia pure per fargli onore - hanno voluto attribuire alla sua opera di scienziato una finalità politica o anche classista ( 1). Certo, non fu neppur lui uomo senza sentimenti, senza passioni. Ebbe le sue preferenze e le sue idee. Ma se anche queste finirono per condurlo e lo portarono a dare rilievo a certi fatti a preferenza su altri e ad attribuire a determinati fenomeni e a determinate tendenze un valore e un risultato per lo meno discutibili, occorre anche dir subito che lo ha assistito sempre la preoccupazione di conservare alle sue indagini il valore obiettivo che debbono avere tutte le indagini scientifiche. * * * Degli scritti del .Pareto i più discutibili sono quelli del dopo guerra. Sono anche gli unici nei quali la nuova situazione sia stata vista e capita. I socialisti hanno ragione di vedervi un atto di accusa per la loro politica, i fascisti possono pensare di trovarvi la giustificazione della loro condotta, ma i fatti son fatti e con essi Pareto si trova relativamente a posto. I (1) L'articolo più ingiusto su Pareto è stato scritto, però, da Arturo Labriola, nella Giustizia del 24 agosto : < Il successo dt Pareto >. È strano che un uomo di grande coltura, come il Labriola, mostri di essersi fermato, nella conoscenza dell'opera del Pareto, al Cours del 1897 e ad un opuscolo su gli avvenimenti d' Italia, del 1898. Una nota onesta e forse tra le più comprensive, in occasione della morte, l'abbiamo letta - sembrerebbe quasi impossibile! - sull'Avanti I (21 agosto). Biblioteca Gino Bianco

VILFREDO PARETO 339 E vi si sarebbe trovato lo stesso se, per caso, gli avvenimenti avessero portato in alto altre forze. Perchè ? Appunto perchè egli si preoccupava di vedere ciò che c'era piuttosto· che d'indicare ciò che ci dovrebbe essere, di conoscere l'andamento medio e generale dei fenomeni economici e sociali e non quello di fermarsi ai movimenti particolari di ciascuno di essi. Non sfuggt così alla sua indagine il processo di sgretolamento del potere centrale presso tutti gli Stati, accentuatosi specialmente dopo la guerra, e insieme il sorgere e il fatale affermarsi di nuovi poteri, di nuove sovranità particolari tendenti a farsi legge e giustizia da sè, prescindendo dalla sovranità dello Stato e sovrapponendosi ad essa. Chi vorrà conoscere le cause di tale fenomeno dovrà rifarsi agli scritti del Pareto nei quali solamente quelle cause diventano ·intelligibili e, più ancora che in tutto ciò che si è scritto pro e contro il fascismo, gli avvenimenti di questi ultimi anni possono trovare il loro quadro storico. Non occorre essere fascisti o antifascisti per ciò. La spiegazione di determinati avvenimenti non è la loro giustificazione. Il fascismo potrà essere anche una soluzione e cioè il fatto attraverso cui si ricostituirà l'equilibrio profondamente turbato della società italiana. Ma può essere anche un elemento di nuovi turbamenti e di squilibrio ancora maggiore. Può essere, infine, un punto di partenza verso un equilibrio stabile. Questa ultima ci sembra essere stata l'impressione (non l'opinione) del Pareto e di qui la sua posizione di fronte al fascismo. Gli è sembrato che l'avvento del fascismo potesse segnare il chiudersi di un ciclo e l'aprirsi di un altro e l'avviamento verso un punto di equilibrio della società. E per ciò, unicamente, se ne compiacque. Quanto ad adesione ai principi e al sistema di organizzazione che, dopo che è al governo, il Fascismo si propone di rappresentare e alle teorie illiberali di cui fa vanto, tale adesione non c' è stata, nè ci poteva essere. Aveva pure il Pareto le sue preferenze, le sue idee, le proprie opinioni. E poichè gli avvenimenti volgevano rapidi e straordinari, e la situazione si presentava grave, ed egli amava profondamente il proprio Paese - l'Italia -, visse, in quest' ultimo periodo della sua vita, della passione di cui tutti abbiamo vissuto e viviamo. L'uomo, il politico, riprese i suoi diritti sullo scienziato. Come nel '98 ! Giova per ciò - e a noi particolarmente interessa - conoscere la sua opinione politica. Appena nell'aprile (1) egli poneva così i termini del problema politico : < Poichè l'ordinamento parlamentare si dimostra incapace di sistemare economicamente e finanziariamente il paese, deve sorgere un nuovo ordinamento che si provi a compiere l'impresa. Tale bisogno non si sente solo in Italia.... >. Il modo di arrivarvi non lo preoccupava. L'uso della forza può essere - conclusione questa a cui era già prevenuto nel suo Trattato - una necessità e per ciò utile. Un governo forte, che abbia una volontà, che si prefigga una mèta, vale assai pi~ di un governo (1) Art. Legalità, in Gerarchia, 1923, fase. 4. iblioteca 'Gino Bia co ...

340 . LA CRITICA POLITICA · debole. Tra i_governi che si lasciavano sostituire e trascinare da poteri estranei allo Stato, e il nuovo governo il quale, bene o male sostitue~- dosi alle sovranità particolari, dopo aver conquistato lo Stato, intende piegarle tutte alla sua sovranità, -la preferenza, secondo il Pareto, non 1 poteva essere dubbia. Ali' indebolimento del parlamentarismo riteneva possibile che si accompagnasse la fine della Plutocrazia-demagogica della quale il sistema parlamentare si è addimostrato strumento efficace. Nè il pretesto della libertà, della legalità, della giustizia, della stessa volontà popolare poteva essere -onestamente invocato contro un'opera chirurgica di restaurazione - specialmente economica e finanziaria - quando tali parole vennero intese ed applicate .in ogni tempo, e specialmente da coloro che nell'attuale momento le invocano, nel modo dei ·propri interessi particolari e senza riguardi ai diritti dei vicini. Quando si ha di mira un risultato generale si può, per qualche tempo, passar sopra al1' interesse dei singoli. I partiti arrivati al governo non hanno sempre trovato, qualunque fosse la loro origine e quali i loro moventi, che, < la - ragione di Stato deve prevalere, per diritto o per rovescio_, sugli interessi particolari ~? Il fascismo, sia pure più brutalmente per quanto in Russia il bolscevismo l'abbia preceduto e superato, non afferma diversamente. E potrebbe avere ragione. S' incaricheranno i resultati di dimostrare quanto la fiducia nell'opera del fascismo e nella sua capacità r~stauratrice, sia stata bene riposta. Il Pareto, che nel '21 dichiara va di non vedere ben chiaro quale ideale avessero i fascisti e al quale l'opera loro appariva allora < dover mettere capo ad una Fronda più che ad una rivoluzione » ( l ), non si nascondeva le incognite e i pericoli. Ne apprezzava i motivi, ma faceva le sue riserve sui metodi e sulle soluzioni. Allorchè nella Critica Politica pubblicai l'articolo < Propositi nuovi e vecchie tendenze nel fascismo > (2) egli cos) me ne scrisse in una lettera: < Consentq in molte cose da lei esposte nel suo articolo della Critica del 25-12 specialmente in ciò che dice dell'avvenire agricolo e dello industriale, nonchè, almeno in parte. nei suoi dubbi sull' ordinamente delle competenze., Dissento nel giudizio sul fascismo. Io non credo di poter affermare che non sarà il principio di un'era nuova. Non dico con sicurezza nè si, nè no ; ma certamente non dico di no. E .vado più in là. In tutta Europa, mi pare che il ciel~ della Plutocrazia-demagogica sia per patire gravi offese. Ci vorrà tempo per vederne gli effetti. Oggi sono solo indizi >. Basti ciò a stabilire con quanta riservatezza sugli avvenimenti attuali, anche in privato, si pronun- . ciasse. Egli non si è illuso, di sicuro, sulla fine del dominio della plutocrazia-demagogica per opera del fascismo. I fatti debbono anzi averlo (1) In un articolo, mirabilmente sintetico, pubblicato nella nostra rivista su:< L'avvenire economico-sociale,. Critica Politica, Anno I, .1921, pag. 51. Il Popolo à' Italia ed altri giornali fascisti si dolsero molto di tale giudiz~o. \2) Critica Politica, Anno Il, 1922 dic., pag. 481 e segg. Biblioteca Gino Bianco ,

VILFREDO PARETO 341 riconfermato nella op1n1one, altra volta manifestata (1) che ~ssa sia sempre < in ogni tempo e in tutti i paesi > e. particolarmente nel nostro < ricca di espedienti per volgere iri proprio vantaggio le condizioni che paiono maggjormente disperate >. La troviamo, infatti, ora col fascismo più vicina alla vetta e forse appunto per ciò più prossima alla discesa. Antiparlamentare convinto era il Pareto e il mutamento dell'ordinamento .dello Stato era da lui riguardato - e l'abbiam visto - come una condizione indispensabile di ritorno all'equilibrio. Il passato - aveva detto in un altro scritto da noi pubblicato (2) - < ci ammonisce di non fare troppo assegnamento sul debellare gli uomini, se si lasciano sussistere gli ordinamenti da cui trae origine il loro male operare >. E riferendosi allo Stato Italiano aggiungeva, come conclusione dello stesso scritto : < è difficile trovare un peggiore ordinamento ; ed è proprio il caso di colui che diceva: stampi l'altro >. Nè il mutamento doveva voler dire ritorno al passato. È pure sua, sempre allo stesso riguardo, questa osservazione (3) : < Come non si può entrare due volte nelle medesime acque di un fiume, non si può ricostituire appuntino un equilibrio passato ; ma il ricostituire un equilibrio turbato vuol dire lo accostarsi ad un nuovo equilibrio >. Verso quali forme e con quale ordinamento ? Le simpatie del Pareto non erano, no davvero, per uno Stato di molte funzioni e di molte attribuzioni. Verso lo Stato etico egli ha manifestato in ogni tempo, lontano e recente, una aperta avversione. Hanno torto coloro che pretendono di vedere nella simpatia con cui ha seguito le prime fasi dell'esperimento fascista una adesione alla idea dello Stato forte, accentrato, intervenzionista, e alla dottrina nazionalista. In linea assoluta il governo autoritario e -dispotico non gli sembrava presentasse nessun carattere di superiorità sul governo parlamentare. La dittatura può trovare la sua giustificazione nello stato di necessità e per la sua temporaneità, non perchè sia l' ideale del governo o pure solo un governo possibile. · L'ordinamento migliore per il Pareto è sempre quello intorno a ·cui si . raccoglie il 1naggior numero di consensi, che meglio rispecchia l' interesse della collettività, che meno offre possibilità alle speculazioni. e agli speculatori, dove le attività sono libere, dove lo Stato non pretende di regolare e di modificare il movimento della società. L' ideale dello Stato del Pareto - possiamo pure dirlo - era molto vicino a quello stesso che noi perseguiamo. È un fatto che egli seguì con simpatia i primi passi di questa rivista a cui destinò - senza chiedercene com-· pensi - alcuni qei suoi scritti migliori, e vide nelle linee del nostro ' programma le linee entro le quali poteva comporsi. l'ordine nuovo e (1) In < Trasformazione della democrazia>, pagg. 84-86.; (2) Critica Politica, Anno Il, pag. 8 e pag. 11. (3) Critica Politica, Anno 1,-pag. 50. · iblioteca Gino Bia·nco

342 LA CRITICA POLITICA raggiungersi il futuro equilibrio. E prevedendo quasi una accusa che ci sarebbe stata fatta più tardi, < sarebbe assurdo, scriveva (1), il supporre che chi accenna al regionalismo abbia in mente di ricostituire gli Stati separati che dividevano l' Italia prima del '59 > ! Dichiarazioni di fede politica ne ha fatte, esplicitamente, una sola volta, nel '98. < Io sono - scrisse all'Idea di Cremona (2) - repubblicano federalista>. E aggiungeva : < la repubblica non ha senso che se regioni e comuni sono autonomi. In Italia ogni regione ha bisogno di vivere di vita propria >. Opinione di altri tempi, sta bene, ma che egli non ha mai sconfessato. Le sue osservazioni sulla democrazia, colpiscono solo tutto quello che di artificioso e di bugiardo hanno presentato certe formazioni ed istituzioni tenute per democratiche. E se un profitto è possibile ricavarne, se l'esperienza dovesse pur servire a qualche cosa e gli uomini si proponessero sul serio di realizzare le istituzioni migliori, è a vantaggio della democrazia reale. Fatto è che le istituzioni politiche della Repubblica Svizzera - dove il Pareto ha così lungamente vissuto e chiuso il ciclo della sua vita, dove le esperienze si svolgevano giornalmente sotto i suoi occhi e facile ne era l'osservazione - hanno offerto ben scarsa materia alla sua critica. Anzi nel Trattato può trovarsi - insieme ad altre considerazioni favorevoli al sistema federale - questo giudizio (3) sull'ordinamento· politico svizzero : < Il migliore governo che esista ora, e anche migliore di tanti mai altri che sin ora si sono potuti osservare, è quello de·lla Svizzera, specialmente poi nella forma che assume nei piccoli Cantoni, colla democrazia diretta; ed è un governo democratico, ma null'altro che il nome ha di comune coi governi che pure diconsi democratici, di altri paesi, co1ne sarebbero la Francia e gli Stati Uniti di America>. Molto probabilmente se prima di chiudere gli occhi alla luce gli avvessero chiesto di esprimere un ultimo desiderio per il popolo del suo paese avrebbe risposto, come altra volta: < Io vorrei che il popolo italiano godesse la libertà e il benessere del popolo svizzero >. Il nome di Vilfredo Pareto resta comunque alla scienza e non alla politica. O. ZUCCARINI POSTILLA:L'articolo era già scritto e composto quando il Mezzogiorno di Napoli (15-16 sett.) pubblicava del Pareto: " Pochi punti di un futuro ordinamento costituzionale >. Il documento è molto importante; ma crediamo di poter escludere che debba tenersi - come il Mezzogiorno prete~de - per il testamento politico del grande sociologo o anche solo servire ad indicare quale per lui fosse I' ideale di un buon governo. Premette lo stesso Pareto al suo scritto - per indicarne il carattere e gli scopi - che modello gli è (1) Critica Politica, Anno I, pag. 51. (2) Lettere in data 18 e 28 gennai~ 1898. (3) Trattato, Voi. II, pag. 598, nota. Biblioteca Gino Bianco

VILFREDO PARETO 343 il Principe di Macchiavelli. Sono consigli che egli si preoccupa di dare al dittatore ; e cioè < un indice di proposizioni dedotte dall'esperienza storica e delle possibili applicazioni nei ca~i presenti "" È noto come il Pareto si preoccupasse, quando scriveva, di guardare ai fatti e non alle teorie: ape.rtamente favorevole alla politica liberista in , economia, evitava con grande attenzione di lasciarsi guidare da questa sua preferenza e ammetteva ~he non fosse possibile stabilire in via assoluta una preferenza dell'uno sull'altro sistema di politica economica; cosl ammetteva che in determinate circostanze - come precisamente sul caso attuale - una dittatura illuminata potesse giovare e fosse da preferire. Ha grande valore, invece, che il Pareto - rivolgendosi al dittatore e ponendosi dal punto di vista di questi - lo ammonisca a non prescindere dai sentimenti della maggioranza e da certe esigenze di libertà. Vi sono nel suo scritto proposizioni che meritano di essere riprodotte: Attenti ..•. a giudicare senza la minima passione i sentimenti 'esistenti, a non cedere a coloro che vogliono servirsi del governo per imporre: ad :altri i propri sentimenti! , Cercare il modo che una Camera strapotente abbia una forte maggioranza è procacciare il proprio danno. Governare colla sola forza, a lungo, neppure si può. Occorre dunque sa• pere se c' è il consenso, almeno implicito dei più. Per ciò è utilissima una Camera (utile anche il referendum), indispensabile un'ampia libertà di stampa. Errore grande del secondo Impero, in Francia, fu di toglierla quasi interamente. A che ha giovato allo Zarismo russo di averla negata del tutto? Attenti dunque a non cedere alla tentazione di limitarla notevolmente. I peggiori nemici di un ordinamento sono coloro che vogliono spingerlo agli estremi. Esempio tipico quello degli ultra royalistes, al tempo della restaurazione in Francia. Essi furono fattori importanti della caduta di quella monarchia che bramavano di difendere. Riordinare l'ordinamento comunale in Italia, è importante quanto riformare l'Qrdinamento dello Stato, e dovrebbe essere uno degli .scopi principali dei pieni poteri. Mussolini - poichè è a lui precisamente che lo scritto del Pareto si dirige - dovrebbe tenere gran conto di tali ammonimenti ispirati dall'esperienza e da amore sincero al proprio paese. . o. z. Diffondere la rivista, significa far conoscere le nostre idee, farle discutere, farle apprezzare. Biblioteca Gir o Bjanco ..

Lotta o collaborazion·e di classi Sebbene il nome stesso di collaborazione sia divenuto antipatico per l'abuso che se ne è fatto in questi ultimi mesi, per le schermaglie politich~ ed i pettegolezzi meschini, a cui esso ha offerto occasione, crediamo tuttavia che non riesca del tutto ozioso il tentativo di riprendere in esame l'argomento da un punto di vista più alto e più lontano dalla politica contigente, dal punto di vista cioè della produzione o di tutta la vita economica nazionale. Oggi è di moda gridare la croce addosso alla lotta di classe, e la stessa Con-federazione del lavoro, che pur deve ad essa la sua origine e la sua ragion d'essere, ha creduto opportuno di non farvi il minimo accenno nella mozione che ha trionfato nell'ultimo convegno dei suoi dirigenti. Tutti gli argomenti che da sessant'anni gli economisti ,hanno messo innanzi vittoriosamente contro le dottrine marxiste sono ora rispolverati e riesposti al pubblico come novità impressionanti; ma si dimentica che gli economisti maggiori possono aver demolito la teoria marxista del valore e la teoria della miseria crescente; possono aver negato, con l'aiuto delle statistiche, la tendenza verso la concentrazione della ricchezza e delle imprese e verso il collettivismo, che ne sarebbe lo sbocco fatale; ma non si sono mai sognati di negare il fatto della lotta di classe. Si è affermato - è vero - e si afferma, anche da socialisti, che è fantastico e assurdo raffigurarsi il inondo come fosse costituito da due sole classi in lotta fra loro, mentre la realtà quotidiana ci mette di fronte ad una varietà grandissima di classi, categorie, gruppi, avénti ciascuno interessi particolari e spesso contrastanti fra loro. Ma si dimentica che la dottrina di Marx non si riferiva affatto a quelle categorie di artigiani, mezzadri, piccoli fittavoli, piccoli proprietari lavoratori, che egli riteneva destinati a scomparire ; ma voleva essere soltanto la filosofia del grande capitalismo, che nel trentennio fra il 1830 ed il 1860 aveva avuto in Inghilterra uno sviluppo cos) rapido ed impressionante, e che aveva iniziata la conquista di tutto l'occidente europeo. Le sue previsioni dell'assorbimento di tutte le altre categorie economiche sono state smentite dai fatti ma l'ascesa del capitalismo è continuata trionfalmente, e nessuno potrà negare· che esso costituisca la caratteristica dell'economia contemporanea, e che esso, con le sue banche e con le sue imprese colossali, domini tutti i campi della produzione, dei trasporti e degli scambi. Poichè non v' è economista il quale non ricono~ca che capitalismo e Biblioteca Gino Bianco

.. LOTTA O COLLABORAZIONE DI CLASSI 345 .salariato sono due termini inseparabili e che è fatale 11 conflitto d' interessi fra il capitale, per lo più anonimo, e le masse sempre più numerose di lavoratori indotte a solidarizzare fra loro dalla vita in comune nella stessa fabbrica e dalla comune condizione di salariati, esclusi da -0gni partecipazione alla .gestione, agli utili ed ai rischi del~' impresa, ne veniva la conseguenza necessaria che negare la lotta di classe equivale a negare il capitalismo. Ci fu infatti un tempo, venticinque o trent'anni or sono, in cui i primi democratici cristiani, spaventati dal numero sempre maggiore di reclute, che il diffondersi della grande industria assicurava al socialismo, vagheggiarono con le loro Unioni professionali il ritorno ad una forma di organizzazione economica non molto diversa dalle corporazioni artigiane del medio evo ; ed assai più recentemente, nel '19 e nel '20, molti grandi proprietari terrieri che aveano dato una forma capitalistica ad una parte almeno delle loro aziende agrarie, spaventati dalle agitazioni continue dei loro sariati, fecero un passo addietro, ritornando all'appoderamento delle terre e assegnandole a mezzadri od a piccoli fittavoli. Ma in ogni caso, qualunque sia il giudizio che si voglia dare sulla necessità dell~ lotta fra capitale e lavoro salariato, noi sappiamo che cosa esso è e quale· il fine immediato che essa si propone. La collaborazione di classe conserva invece tuttora, nonostante il gran discorrere che se ne è fatto, tutti i caratteri di una nebulosa. Se con quella frase s'intende soltanto la necessità in cui si trovano capitalisti e salariati di collaborare per l'aumento ed il miglioramento della produzione e per il buon andamento dell'impresa in cui essi sono tutti, in forma diversa, interessati, non si dice nulla di nuovo e nulla che sia in contraddizione col concetto e col fatto della lotta di classe. In qualche momento di esasperazione rivoluzionaria è avvenuto bensì che il movimento operaio di resistenza si proponesse la rovina dell'impresa in cui gli scioperanti od i ribelli trovavano lavoro : ma in tempi normali la resistenza e le pretese degli operai hanno sempre trovato un limite naturale ed insuperabile nelle possibilità di esistenza, di sviluppo e di trasformazione dell'industria. Nei paesi dove l'organizzazione operaia av~va, come in Inghilterra, una tradizione ed una esperienza secolari si era persino arrivati alla stipulazione di contratti collettivi per cui la misura del salario variava col variare dei profitti o delle perdite dell' impresa. Ma per instaurare una tale forma di collaborazione, la quale non è in fondo che una lotta di classe intelligente, non v' è alcun bisogno di parlare di un nuovo indirizzo del movimento operaio. Tutt'al più si potrebbe insistere sulla necessità di allontanare la mentalità del 1919 e del 1920, se per questo fine non fossero stati più che sufficienti la dura lezione della Russia, la crisi del 1921, e - se si vuole - la reazione violenta del 1922. rblioteca Gino Branco

346 LA CRITICA POLITICA Se dunque alle parole < collaborazione di classe > si deve dare un contenuto concreto, se con esse si deve intendere una forma nuova di organizzazione che elimini i conflitti e renda possibile l'accordo fra capitalisti e salariati, non è possibile pensare che ad associazioni di classe subordinate ad un potere superiore, che è la Chiesa per i cattolici, lo Stato per i fascisti. Dopochè il Partito Popolare ha ceduto anch'esso alla corrente ed ha fatto nel 19 e nel 20 la sua brava lotta di classe, rinunciando alle finalità armonizzatrici, che avevano formato il caposaldo del vecchio programma sociale dei cattolici, non resta oggi che il tentativo fascista, il quale mirerebbe appunto ad organizzare imprenditori, impiegati e lavoratori secondo le varie classi e categorie, riunendo poi tutte le associazioni in un'unica confederazione, alla quale ciascuna di essa dovrebbe essere subordinata. In tal modo ogni conflitto tra corporazioni padronali e corporazioni di impiegati e di salariati dovrebbe .essere deciso con un atto di autorità dai dirigenti la Confederazione, che son tutt'uno col partito, che è ogg~ alla sua volta lo Stato. Noi non sappiamo se un tale sistema potrà funzionare ; e gli esempi · recenti del Bolognese e del Padovano, oltre alla resistenza delle Conf ederazioni padronali dell'Industria, degli agrari, degli armatori ci lasciano in proposito gravissimi dubbi. Ma qualora esso dovesse trionfare delle opposizioni incontrate, non esitiamo ad affermare che per l'economia nazionale una tale forma di collaborazione costituirebbe un pericolo senza confronto 1naggiore della lo~ta di classe liberamente ed apertamente combattuta. Se infatti, com'è inevitabile, i conflitti fra capitalisti e salariati seguiteranno a scoppiare, lo Stato chiamato a far da arbitro, non potrà che obbedire alle necessità della sua politica, necessariamente diversa da regione, a regione, e non farà nè più nè meglio dei governi giolittiani che mettevano il prefetto di Bologna agli .ordini della Camera del Lavoro, e reprimevano a fucilate qualunque tentativo di resistenza dei cafoni del mezzogiorno. Se invece si vorrà evitare il conflitto, l'armonia non si otterrà che a spese dei contribuenti e dei consumatori, con. tutti quei mezzi ben noti che lo Stato ha in sua mano per aiutare questo o quel ramo dell' industria e conciliare i lauti profitti cogli alti salari, quando si tratti di capitalisti politicamente temibili o di operai turbolenti. In un caso o nell'altro la collaborazione di classe coll'arbitrato obbligatorio del Partito che ha in mano lo Stato spingerà fino al limite estremo tutte quelle forme di paternalismo economico che si volevano sop- • pr1mere. Ma in questi tentativi di disciplina arbitraria dei rapporti sociali si nasconde un pericolo assai più grave per l'avvenire economico : il pericolo che finora gli economisti liberali hanno affacciato contro l'utopia socialista, di immobilizzare la situazione presente, sopprimendo ogni incentivo a nuove iniziative e ad ogni progresso. I due stimoli più efficaci Biblioteca Gino Bianco

LOTTA O COLLABORAZIONE DI CLASSI 347 ... a migliorare la produzione sono stati finora la resistenza operaia e la libera concorrenza. Disciplinate e irregimentate la prima ; costringetela entro una solidarietà innaturale con le organizzazioni padronali, e vi avvierete rapidamente verso una forma di associazione coattiva del lavoro, che renderà impossibile anc~e la libera concorrenza. ' La lotta di classe potrà offrire di tratto in tratto occasione ad eccessi ed a violenze ; potrà costituire uno spauracchio con le finalità rivoluzionarie _ed espropriatrici che ad essa si attribuiscono; ma nella sua essenza e col suo funzionamento normale nessuno può disconoscere che essa ha rappresentato per industriali ed agricoltori uno stimolo poderoso per abbandonare la vecchia routine e trasformare e innovare i loro impianti. In questo senso la lotta di classe non solo rappresenta una fatale necessità del regime capitalistico, ma finisce per esserne un correttivo benefico, che giova da ultimo al suo stesso progresso. GINO LUZZATTO • DA UNA TIRANNIA ALL'ALTRA . Si continua a far la critica del Parlamentarismo. " Sotto l'ingannevole etichetta della libertà, vigeva la peggiore delle tirannidi"' scrive uno storico fascista. Che fosse proprio la peggiore è discutibile. Ora sarebbe anche possibile dimostrare che non era precisamente la peggiore. Esiste, e può esistere, di molto peggio. Tuttavia non era la libertà e meno ancora la sovranità del popolo. E siccome questa conclusione può considerarsi come pacifica è inutile insistervi adesso che.... la tirannia parlamentare è finita. La discussione da . /are è piuttosto se ciò che l'ha sostituita rappresenti un miglioramento. Col sistema parlamentare e l'accentramento e l'intervenzionismo statale era possibile ad alcuni gruppi più attivi e meglio coalizzati impadronirsi dello Stato e servirsene ai proprt fini. Col sistema nuovo accade lo stesso, con una sola differenza : che prima il mutare del risultato poteva cambiare la posizione e il genere dei gruppi prevalenti e che ora invece si avrebbe la stabilità dei gruppi prevalenti. 1 quali naturalmente - come nel regime parlamentare - non rappresentano affatto un ideale politico puro, ma interessi che vogliono servirsi dello Stato - per quello che lo Stato rappresentà nell'attività economica e sociale del paese - a proprio profitto esclusivo. Sarebbe, a questo proposito, da vedere se il successo del fascismo non sia precisaoiente il risultato dello sforzo che determinati interessi - in contrasto con altri, particolari e generali - hanno fatto per conseguire una posizione di prevalenza stabile e se non sia la preoccupazione di conservarla tale a determinare tutta la politica del fascismo. Bibliotec·a Gino Bianco

• Lo Statuto Piemontese del 1848 giudicato dai contemporanei II. L'UNIONE COI LOMBARDI E LA COSTITUENTE È noto che per le mene dei noQili del Governo Provvisorio seguito alle Cinque Giornate di Milano - i quali invece di intensificare gli approvvigionamenti per l'esercito e l'inquadramento dei volontari per la guerra, tendevano a disarmare il popolo, che aveva cacciato da sè il Radetzki, per darlo in balla della Corte Sabauda - .fu intempestivamente provocato, con decreto 12 maggio 1849, il plebiscito per la fusione col Regno. Sardo. Vero colpo di Stato, che nelle retrovie della guerra, sabotava la guerra medesima sollevando le diffidenze dei popoli e la gelosia de~li altri Principi, che, in un primo momento, alla guerra d' indipendenza (contro l'Austria) avevano aderito inviando loro truppe (come f ecero il Re di Napoli e il governo di Pio IX) verso la Valle del Po. A illudere, e ad attenuare nella parte democratica, i legittimi risentimenti contro quell'atto arbitrario, fu condizionata la fusione alla convocazione di una Costituente, da convocarsi col mezzo del Suffragio universale, per discutere e stabilire le basi e le forme di una nuova Monarchia costituzionale - vale a dire di un nuovo Stat~to, tanto pareva deficiente quello Albertino. E la condizione veniva tassativamente accettata nel testo della Legge votata dal Parlamento Subalpino e sanzionata dal Re, dal Quartier generale di Roverbella, in data degli 11 di luglio 1848. Il Marchese Vincenzo Ricci, allora ministro dell' Interno, firmava quel decreto ; il conte di Cavour pubblicava nel Risorgimento una serie di articoli dell'abate Rosmini a istruzione dei futuri deputati della Costituente ; nello stesso Senato il senatore Giovannetti, relatore del progetto di Legge suaccennato, inneggiava alla Costituente, e al suffragio universale, dichiarandolo < il mezzo più proprio per santificare l'opera (patrioti ca) con quel popolare battesimo che dà somma efficacia alla deliberazione presa in nome dell' interesse del popolo >. E il Senato adottava con 35 voti su 37 la Costituente e il Suffragio Universale. Ma di tuttti i discorsi pronunciati in BibliotecaGino Bianco

• LO STATUTO PIEMONTESEDEL 1848 GIUDICATO DAI CONTEMPORANEI 349 quella occasione ecco un brano di quello dell'onor. Pinelli, noto conservatore, dappoi presidente (dal 1850 al '53) della Camera Subalpina: < Noi già da qualche tempo avevamo il beneficio di uno Statuto, a dir vero, non giudicato da noi medesimi sufficiente e bastevole ai nostri sempre crescenti bisogni, ed aspettavamo tempi più riposati per chiederne e farne la riforma generalmente desiderata. < I Lombardi votarono la fusione immediata del loro col nostro Stato, con condizione di porre il regno intiero sotto il reggimento costituzionale. Ora, ognuno sa che quello Statuto, largito dal Re per sua propria volontà, quando credette giunta 1:epoca del risorgimento italiano, non poteva interamente dirsi confacente allo stato dell'opinione generale. < Questo pensiero era nato in noi stessi, e non esitavamo ad esprimerlo se non per un certo sentimento di gratitudine a chi ci aveva largito questo favore; ma se dovevansi unire a noi altri paesi, era evidente che quello Statuto più non bastava, ed i Lombardi lo dichiararono apertamente quando il Governo Provvisorio di Milano, decretando una legge per aprire i registri, dove avevano a consegnarsi i voti del popolo per l'unione, poneva la condizione preliminare della formazione d'una assemblea Costituente che stabilisse le bast e le forme della monarchia>. CON QUALE SPONTANEITÀ FU CONCESSO LO STATUTO Se risorgessero gli uomini politici del '48 rimarrebbero stupefatti delle leggende, che intorno agli eventi dei quali essi furono testimoni e parte, vennero audacemente intessute dagli storici delle due generazioni succedute alla loro. Il prof. Domenico Zanichelli, che vide e pubblicò in parte, i Verbali del così detto Consiglio di Conferenza, nel quale dal 3. febbraio al 4 marzo, si vennero pesando col bilancino dai sette savi dell'aristocrazia piemontese all'uopo convocati dal Re (1), i singoli articoli dello Statuto - intraprendeva con sofistico e consapevole ordito di audaci affermazioni il capovolgimento dell'istoria, prima negando che. Carlo Alberto abbia ceduto a malincuore alla pr~ssione dei tempi accordando lo Statuto e in altro scritto affermando come fosse < carattere spiccatissimo della Carta costituzionale piemontese quello di essere veramente concessa (octroyée) dal Re e non al Re imposta dalla volontà popolare>. Eppure egli medesimo, lo Zanichelli, non si ricorda di avere scritto che Carlo Alberto < non aveva temperamento liberale ; convinto anche che il popolo suo non fosse maturo per le istituzioni rappresentative, C. A. non avrebbe forse mai dato lo Statuto, se non gli fosse Stato dimandato ; certamente poi non lo avrebbe spontaneamente concesso in quei primi mesi del 1848, quando si ve4eva imminente la rivoluzione in (1) Erano cinque Conti: Borelli, Avet, Di Revel, San ~a zano e Broglia, un Marchese (At... fieri) e il Cavaliere Des Ambrois. ibliòteca Gino Bianco ,

• 350 LA CRITICA POLITICA Lombardia e nella Venezia, che avrebbe inevitabilmente condotto alla guerra (1) >. Questo medesimo prof. Zanichelli nota la < poca italianità e la indeterminatezza, alle volte soverchia, delle espressioni. ... Scusabile, in parte, se si pensa che in Piemonte, massime nelle classi colte, era usato più il francese che l'italiano, che le discussioni dei Consigli di Conferenza nei quali fu formulato lo Statuto, avvenivano in francese e che, verosimilmente, lo Statuto stesso fu scritto in quella lingua, e dopo tradotto in italiano I >. Non insisteremo sulle contraddizioni di codesto pover'omo, apologista meno smaccato di altri suoi contemporanei e de' posteriori ; ma a portarci nel clima storico anzi nell'intimità stessa dell'antico, Consiglio del Re, convocato per decidere se convenisse o no acconsentire a una riforma dello Stato, apriamo i Processi . Verbali che -lo stesso Zanichelli (benchè solo in parte) ci ha fatto conoscere. Nella seduta del 3 febbraio il Ministro Borelli, profondamente accorato vuole scusarsi di dovere tornare < forcé bien malgrè lui, par les •circonstances et les voeux de ses .collègues > a ritornare sulla questione politica < che occupa tutti gli spiriti >. Gli avvenimenti, < ont marché d'un pas si rapide, que l' imagination en est effrayée >. (testuale). < Le tra vail des sectes, ce qui a été f ait ailleurs, et par contrecoup ici, l' immense excitation de la presse a tout précipité ; nous avons parcouru un demi-siècle en quelques mois. La détermination du Roi de Naples a changé immensement la question eri ltalie. Les esprits sont en ébullition : cet exemple a mis tout en feu partout et surtout Gènes; on espére, on se concerte, on prèche et dans cet ,état de choses il est facile de prévoir avec presque tout le mond, qu'on ne peut éviter une crise. L'éventualité en est devenue plus prochaine et probable, et la demande d'une forme représentative de Gouvernement peut arriver sous peu de temps. C'est ·avec douleur qu' il l'annonce d'après tous les rapports, mais il est impossible de le taire à S. M. Il demande quelle est la ligne à suivre par le Ministère ? Si S. M. juge inévitable une constitution, ainsi que tout porte à le croir, il faudrait tout préparer pour la donner, avec le plus de dignité possible pour la Couronne, avec le moins de mal possible pour le pays. Il faut la donner, non se la laisser imposer; dicter les condictions, non les recevoir; il faut • avoir le temps de choisir avec calme les moyens et l'opportunité après avoir promis de les employer >. Interess~ntissimo· il seguito di questo Verbale, ma ciò che a noi importa rilevare è il cauche,nar d'una rivolta, o d'una vera rivoluzione, che domina gli adunati. (1). V. Studi di Storia costltuzional, e politica del Risorgimento Italiano (p. 94 e 53 e 145 -e passim). Bologna, Ditta N. Zanichelli, 1900. Biblioteca Gino Bianco

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