Compagni! - anno I - n. 7 - 16 aprile 1919

COMPAGNI! • «La parola d'ordine della solidarietà di classe fu da parte del Partito austt·iaco una vera. e propria perver– sione. l\fa non soltanto d,1I punto di. vista strettamente nustr1am, bensì nella nostra -qualità di Bocfalisti inter– naz.ionaJi-sti, noi imprecluam.o alla uolitica ch e ha a'b · bassato il nostro Partito fino al punto dj farlo divent.ue i-;ttumeuto dcl'Jia -politiea di guerra. ~oi non siamo 1 1è pafifi.sti, n~ 1militarh;ti, ~iamo i;ocialisi i e wme tali non erigi.amo n metodo la violenv.a, ma 11On !De esclmliamo neppu1>e l'uso. Il nostro metodo non si chiama guenra bensi rivoluzione. I Congre,.~i internazionali hanno detto chiaramente che quando la mf1billitazione si -sta.effettuan– do, H momento è <.lei mèno propizi per una -azione del proletariato. l sllckilbti non si sono mai culi.i ti ncirU– lusione di potere Impedire la guen·a coUa Yiolenza. Es~i hanno ripo;;te Fe loro spe1;anze non gfa in una rivo!uzio– ne interna;ziouale c-onti·o la guern,. bensì nella. nYo1u– zione nei ~iugoli paesi a g u;;,na Jiuita. J soci:llisti hauno 1>icord.atu che fa. guel'l':J. fr' -11.co- tedesca ebbe per risultato la « Comuùe i,, meutre la guen .i rus~o-giar,i1one:;e ebbe per conseguell!~t )\1. Tivoluzioue ln 1-tussia. . cc I popoli 11ersistono nella guenft e non possono. fare alt1·imenti. :.la ha il Partilo socia!Lst.1 il compito di e,:al– tare questa. res:iste·nza fino in fon<lo: Quest,,. resistenv.a tino in fondo 110n è ,l'ltro tltc pcr1sist.ere o. 80fjrirc, a pa– tirn lo. fame. ad uccidere. I popoli persistono nella guer– -ra ,e UlOll T>OSS<}llO f;ire ~lllrime11li. :i\fa il P.irtito 80Ciali– sla 11011 deve fan,1 e8altatore di_ ~:iesta.. n~sit..à. ~sso ha il tompito <li .icc:usare fa soc1eht cap1tal1sttc:.1, d1 .ac– cusare il si,-tema dominante, di accusare tutto e tutti colo ro ehe s orni res1x,nsa'bili ciel fatto che ·i vopoli 1si<ttw co/U 'la.nna.ti allà 111 iseri<t riel/ci ·/'C8isten.~a fin'o in fondo. c c ::;e al P.irtito soci.i lista i;:pei't.1rn. i'l do\·ere di pen,i– ste!'e in :una politica, quella politica no11 poteva essere :La. politica. del<kl. guerra, bensì la politica propria. .. «Le classi dirigenti ·sono in guerr.:1 p-e1· la divisio1w dell'unin"rso. esse lotta'.\'.o PN ·il dominio del mondo. ::-i'oi mon possiamo che diSprezz,ue le k'Orie secondo -le quali o~ni ptoletari:ato deve at}{logghu·e gli impel'\alist-i del p;oprio paese Jl'el' aumentare l bene!ì.c:i della guerra alkt quale esso Ì)lcntecipa. JJ" già abua;;ta uza 01Tendo che la. classe IaYnrntric-e dh·eùti strmnent<> dell'imperialismo durante la guen,1, rua il prolet;;uiùlo .non diventerebbe che il becchino del suo an-enire se llove~,;e us11.jr11ire dei boneft,o/. della guerra. « Queasta guerra si cowbatte nell'in!·ere:;,;,-e tlelle da,;;"Ì dirigenti. Il 11o.;tro fille no'u f' V dominio mondiai:"- di una cast..1, bensì il dominio mondialé dél pro]etarwto. In qualunque modo l'im1ierialism<> vossa ora dh·ide1,e il mondo, 11 <.:ompitodel f<OC:iaU.smo rimane ·sempre quello di conqui!#,arc H mou,1o. Se la patol:a d'ordine dell'impe– rialismo fa appello ~1i ]leggiori i~tint.i del proletarfato, ,il grido di hattagli,t e, c-outro .lo czal'i~ruo ll farà. fll)ll('llo llili iPÌÙ -alti ,ideali del •JW0]€'tar1ato ,>. r Il manifesto così termina : « ~Ia ;pure €$:<endo in 11UÙJ<'l'O e;;iguo. !]llt'Sti (:OUÌJ)llg'll1 traggÒnÒ incornggiameu!o tfalla <·onsaJ1\"'~olezza di 11011· • essere soli, ma di ,n-ere dei con<•ligionari Dl'gli ,1ltri ·pae– :-,L' Bipf/cnna.n'd,; -'i_ffrr/t() Iw11siI:ro inler11_a~ionalista. noi salntia,;110 il Con1:cg110 inlr'rna~W11!'1Te tlt Z111u11crrralrt. noi. r;(1,cn/io1110 pili, forti de[ JJCIISic1'u rii lutti coloro elle dnra.n/.c ()JlfSlo guerra sono 1·i111asti fc 1 lcli, o.Ile lorn con– dti.~i<mi socialiste intcrnn~ionali~lr. Con 11rofondo DYYili– 'mÌC!nto ed ilÌtlma simpatia rkonliamo i Partiii soc-ia- ' Jistf c1éi p,1esi c-L1e s!:anno in lotrn. col ùostro C'OUJe « ue– ;n,ici,l>., Xoi rieordiamo il eornggio><o contegno (1ei eom– pag11i serbi eontro b gnPna, la ,gJorio><a lotta dei dqm– tati ;.;odalisti rus;.;i e anzit11tto lo ,splendido e,·e111pl:11"f' c.~)ntegno dei sociaJi;.;ti ita liaui. 1'J;;,-:i tutti sono st.1tl veramente compene tr,iri dallo spirito rii 1111a. 111ili<'ia. della rirolu.:•io11c .socia.le) ), cc .'-/ia1,10 poc/ri. crncorrr ,, il 11118/rou1Inpilo ç ffigrrntc. )fa noi 'non <'i 1,i;:c-i,rn10 intimillire: c:'è fonte di coral!– ITio• il rkon1o dell:1 T.e;:rn òei comtmi!'ti. rlllla. quale sca– turì i,! moYimentn mo11<lia !(' ,ld proJr,tn ri,1 to. ·« Per quanto e-i !'i JlO""" comhattpre e l:K'rseguit,He. fa nostr,1 {·,111~,1 11.'\·cvim·<'rl' /Jl'l'C/d, o frntrl/i, 110n 'i -ri11- 8C'irri. acl ucciclrre lo ~!Jirito "· bibiidtecag ir:,obianco Clartè di Barbusse . Si, il y a une d/r,f.11itè dota il 11•' faut jamais se detourn!'r po1à y11Ìdf'I Cimmc11.sl! •vie ·inlt'ricuru. et a-lli58i. /11.. .>ffrt q1i'on a dan ·in -viu (lu luus; /a, i;eriti:. • Dopo La Fcn ecc-o O/arti;, altro librn ùi forza e di n!ritil. e ili enlusi.ismo, altro libw di guerra, è di guerra , issuta e soffctta. Op~rc che vi.Tanno nd tl'mlJi sempre drc, e :;emprc grnndi e buone, opere elle sono tutte un rr~UlJito <li ribellione c:os<:irnw e un ;;rido di b,ltt.aglia, di ~otie1-enza, di ;;peranza e ùi volere. Overc,.pari nell'in– teut-0, vari rn:;l ,·aJon! a·rtistko e umano,, rua che si inlc– grnno e si fondono in una 011et!L sola più perfetta. e piil .-asta. Le Fc1~ è uu ,Jibro Yern di guerra, pensato, scritto, eompi11lo d.1 uns,olclatò c:he nana con Yeritit ,rngoseiaUt le sue il,llJJre><sioni r;ej bre\·i riposi della vita di trinc(~i. da un womo elle pensa rettamen!R.alh.:be ucll,1 eieca fol• lìa di tutti gli .inirni. (:he ha balelli di ,·erità e un ideali:;1110 molto bello ma .ineorn l'atto • di sogni, 110n compiuto è 110n matei-iato in una formufo, in u11 ~aWrr.l programma di vartiti. Il .s ldJ.to ~ente oyc è la sua ~!I. , ranza <li oggi e 0\-e -sa1ù ht sua Yil1~ uuo1-a di ù~:i,lll, n1c1. t11t10 i.,re:-;o <laltl -guerrn, non fa elle sogn,ne €;, crn– dere dcbolrr•cntc, e H libro si chiude c:011pagine :m::;:;nHì• <.:hc di fede nel «Sole)), il ,;o)e drc illumilùl. Oi'SJ la r,i:l- 11ura clcy,lstat.i dall'inonda:,;ioue e inadierà domani la. uuo1:a Yita ~01·tà sulle 1·0\·ine ùr una geuer,izione 1uartn– r iata e disLrutt,i. T'iù ampio è il so;rgctto e il c-ontetLo di ( )lv.rt (;. LilJro di gucn,1. ho detto, m;1 la guerm 11011 è t ufto: ,., hl ))àreutcsi, la tenibili: 1,:u-epte;,:i di (l,)]Ol'C, e ùi pro\·,t nella vitn dii un uomo elle si rinnoY,l nel clùlore e ><i t1:0Y,L più forte, più .sicul'o, .più cbiarnmeute <::ou~do della Yi.i da ser:uirc. Xon è più ~niudi il fatto <• gm,rm )> (;he o<;<:U]la tutto il Yulnme e fa fremere di orrore e cli pietit e di ienc-rczn in ogni ;;110 p,ntieol,uc (di ;;uena·in Clnrtè,. :-:i parla solo in potili c.•:J[ìÌtoli), m,t {è. mw Yit,L !semplice e 1:1edioc:c in eui l:l ,1.11Nr:L cnt1:1 Ltptclamerne -- bren:, JIBr1odod1 au– go~ch, - eome un fatto cbe lla qua~:i.importami.i solo or– mai per le ,nie consei;m:nze. Panlin ::,'iruou. impic•;..wtu umile e mode ·tis~hl10 di [ll'O\ inei,1. elle ~i è clato 11cr l)O<.:ual ~oc-iali,;-1110 e ·lo ha lasl'iato come 1111,1 pazza utopia, elle n1 alh1 guel't'a seina rip11g11,rnz,t e ~,,nza entusiasmo, e ,·iyc le ore kl'l'ibi li della !1:ineea e giacl\> forito ~ul campo di bntag)ht ·per 1111,1 L111ghi;-:sirna notte di incubo, che torna ,1Ila rita con una" anima nuu\·,1 e Yie11e, p(•t· uatnra le eonseguenz,i • d'i Jl{•n~ieri nl sodali,.:m.:,. è un simbolo' o un 110m o w•ro~ l'lie importa·: Il tenoù1eno non è nuo,·o, l 'abl:ii.imo -gih vi– ,-to ·ripHer:,;i intorno ;J noi. c.-ou gioi.l e uo n ti p,n c str,rn•) Bi· impo;isibile. E' la l'OUS('./!'l!Cllza llé('('$"'ll'Ìil, inevitabil-e, .rn,1gni1il'amente bella della lotta. onibile, ebe noi consta– tiamo (;Ollle una Yittoria nostra, come 11u comJWJli:'.O ·mollo 11ohil-ee molto grande <lellc ingiurie riclkolc e delle .iù< ,!'usti<> di questi ,umi di infamia. L>1 l,(Ut'IT1t dic riimo,-,l, elle rende puri gl.i impuri l' om·~!i i rn~i!Yin•nti. <; h\Wni i maJ\·,l~i. • i· argomento giii troppo sfruttato e che non pnù pc•1·suadere per troppe pron: <:·Yiclenti : lo ,1 bbiamo ,,;011!.ito !1eelam,Hc in iutti i modi,,. p,1rcc-c-llk Yoltc, sulle ,cene cla <<Ele,·ilzionc ,, a ,,r.e laerin1e e le ~te lle" c.in molti.• Jl◊.!11lj di pur,l poesfa. ).'oi cr<:diamu < :l.ie '!il. gu etrn po~:,;a,q,rire gli occhi :l muli a ;:!'('nt{'. a molt i d ,•i ch:boli, dc~•li .ineCJ'ti, dei pauro~i. di quelli clw 1wn c·Onùscc,-ano I 0no,-tn~ idee e la 1!o~tr,t fede, e non ,n-e\·ano potuto suerin1cutare. (:omc poi clolo1·0,:,1 nwnrc. i-1 J•C'Ticolodi unà s,ic-ictil i,o;:.~iat.,1 stl basi c-o~i fra;ri!i f' m,rl;;icure: come quelle che la s01·i·eg-so1fo ,rnc:ht' op:gi.· :'\oi ,.:entiamo cl,c, malgr,1dò i freni irnposìi iJì tutti i modi meno de;:ni, m,1lgrn<l0 lf• in;imie (li (·u-i i llt'Llli<.:i furono prodighi al– J'idpalc, il :soc-ia,Jif:IUO \"et'l'it JlC'l' JOl'Z(! rli cose, e ·ché la 01wrra I<> lw ct1-to .1Yyi(-ln:1h :tlla ><li:! m~-t:1. Chnté -è tutto fatto. i• tutto irl'ucliatn da q11c,.:to c:011t·l'ttC'·e d,1, 1wll'C'sempio di 1111 solo. fJHPllo che s:1 rii r·t•J't.imente I do– rn.,111 i j,l'I' (utìi i PO!;t:!i t!JP h~illllO S1lffl'l'lt> o•'rihifinentc ,·r•nz:1 l'Olllpen:-:o. t' Yl'!Tilllll(> nl S()(•i.1 li,.:!l]o. più ('il(>· Jlf'I' ,.,·,nos(:1•11,,1 llC'!J,, HJ~• tJqttrine t' Jl<'I' l:l pl'n1·,1::andn dei \~itt f•1;l1Yinti. 111:1· ei--pt l'h:nz.a ~ 1)-(>rc·onvineinienti 1010. " \.i ~<'•110 n~·l li'')) c:on un cr".ùelc Yeris'IJJI} d:o s: ,v1-

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