L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVIII - n. 72 - 1 luglio 1947

1 lugUo 1947 LIBERAR~E FEDERARE QUINDICINALE: . \ SDCIAt.lSTA Redazione -Amministrazione: Militarstrasse 36, Zurigo - Conto postale No. VIII 26 305; Abbonamento annuo Fr. 4.-. semestrale Fr. 2.-, sostenitore Fr. 20.-. una copia cent. 20 Telefono 23 44 75 • !.,. - "'-enne verità al compagni La prolungata e quasi cronica impotenza politica del socialismo italiano è al-l'origine di molti degli attuali guai della nostra democrazia. Ed è inutile e ingiusto, a nostro .parere, persistere ad accusare di ciò i qualunquisti i monarchici o i grandi capitalisti, ;perchè la Jo-ro efficacia sabotatrice delle istituzioni repubblicane è in realtà assai inferio:re a quella, sia pure inconscia, <lei socialisti. Vimpotenza politica del socialismo italiano non tproviene infatti da mancanza di forze, ma da confusione mentale e da debo- :lezza di volontà. Il seguito di cui il socialismo gòde nel paeae e il numero dei suoi deputati nell'Assemblea Costituente, sarebbero già più che sufficienti per raccogliere risultati politici ~maggiwi. E se qualcuno non fosse interamente persuaso della giustezza di que6ta osservazione, può verificarne la et?attezza prooeqendo ad uno spassionato confronto tra la passività e abulia po-litica del socialismo italiano e la lotta drammatica impegnata dal socialismo francese in con- {lizioni .aSBai più difficili delle nostre e con forne più ridotte. Sarebbe stato molto opportuno ed istrùttivo, mi sia consentito di aggiungere a questo .proJ)Osito, se in tutte le sezioni e i gruppi azìendali del socialis:no italiano si fOBBe, a suo tempo, sottoposto a seria e approfondita discussione questo tema: -« Come e perchè è stato possibile in Francia il ,governo di minoranza presieduto da Léon Bl um 1 ». Se quella discussione avesse avuto h1ogo, tra l'altro, e8'3a avrebbe reso più facile la 1,isposta a quest'altra domanda, c-he c'interessa :Più da vicino: « Di chi è merito o col.pa se ora, in Italia, un governo alla B!um è stato fatto dall'onorevole De Gasperi? ». Per chiunque esamini attentamente lo sviluppo ,della nostra situazione politica, non può esservi infatti dubbio che la maggiore forza dell'on. De Gasperi non risiede nel 207 deiputati della Democrazia Cristiana, ma nel disol'ientamento e nell'incapacità costrut_ tiva dei socialisti di tutte le tendenze. Anche un mutamento quantitativo degli attuali rapporti delle for.ze politiche, a seguito di nuove elezioni o di una rifusione dei socialisti, non servirebbe a nulla, se permanesse tra i socialisti l'attuale smarrimento mentale. Per questo, e devo aggiungere: solo per questo, io non condivido l'infatuazione elezionistica del compagno Nenni. Certo, la vittoria elettorale è importante; ma, prima di quella, v'è altra vittoria da ambire, ed è su noi steoSSi.Poichè il maggiore difetto del socialismo italiano non è adesso in una insufficienza numerica; ma, come già detto, in altro. · Questa •realtà non sfugge d'altronde al compagno Nenni. Se, ad una -certa data, egli ha abbandonato palazzo Ohigi, non è :prinf ~f!~~tJ ,illa conquista deJI' lt«JJ,,;,. Padre l.om.,_.._. àan1111da· la motdUtazloae detèattolld ... , • ,.. r ' ,,. '... ~ Alle quattro pomeridiane del 9 giugno, il giorno in cui l'on. De Gasperi fece la sua tanto attesa presentatione alla Camera del nuovo governo, mi trovai per caso a transitare per quei luoghi nel momento in cui la macchinà del ·Presidente del Consiglio, provenie'nte dal Corso, !alta una elegante conversiohe attorno' al metropolitano di servizio a quel crocevia, si avviava appunto al luogo della riunione. Sulle prime non capii cosa stava succédendo. Vidi gruppetti di giovani sbu~are dalle vie laterali e precipitarsi gridando e gestie6lando incontro alla macchina del Presidente. E confesso che pensai a un attentato. Solo in un secondo momento (ed è stata questione di attimi, come succede in' questi casi in cui la facoltà percettiva delle immagini non va di pari passo con quella riflessiva) diitinsi le parole gridate, che erano 'Viva De Gasperi, Viva il goverM di emerge11U1, Wva De Gasperi ti ricostruttore e compresi che non si traifava di un attentato, bensì -di una manifestazione di gioia per il Pr~sidente · che, tra pochi minuti, avrebbe dato iper così dire l'inizio uCficiale alla sua nuova fàtica. Vicli tuttavia bene in faccia i dimostranti e ne ebbi tu\to l'agio poichè, aqontanatasi la macchina e seguitala per qualche decina di metri sino all'ingresso di Montecitorio, i dimostranti tornarono indietro lentamente, pii1 calmi e come soddisfatti della loro fatica. Erano tutti giovani, come ho -detto, abbronzati dal sole e vestiti in quella specialissim~ foggia tra americana e italiana che io ricordavo divisa costante di quella corte dei miraooli che, per qualche tempo, trovò i suoi provvisori mezzi di sussistenza nella istituzione benefica dei lavori a regia. E mi stupii molto; non soltanto per la < manifestazione spontanea • e i ~icordi che essa mi suscitava alla memoria, ma soprattutto per il fatto che l'ufficio organizzazione della democrazia cristiana, fra tanti giovanetti e massaie aderenti all'Azione Callo/ice., fosse andato a reclutare i manifestanti proprio tra quel genere di persone. Era !orse stato per dimostrare al pubblico l'adesione dei lavoratori alla nuova fatica governali-:a? Me lo chiedo ancora. Ma per risolvere questo problema avrò tempo. Quello che invece è forse interessante notare subito è l'adeguamento della democrazia cristiana e il suo passare al contrattacco assumendo una spregiudicatezza di comportamento, _un~ vivacità di azione e insomma ·una assimilazione dei concelli solitamente noti sollo il titolo di tecnica dei partiti di massa, davvero conturbanti in un partito abbastanza lento e JJacioso com'csso era. Ho assistito per esempio all'episodio di quello strillone di giornale di sinistra malmenato da agil-prop democristiani e quasi affogato in una fontana se non giungeva prontamente la Celere. E ho notalo ancora quelle squadre di attivisti che, quartiere per quartiere, si sono attrezzali per st~·acciare dai muri, man mano che vengono incollali, i manifesti delle sini tre. Corbezzoli, v·é da dir_e, come sono diventati aggressivi questi pacifici democristiani ! Non credo che tulio ciò abbia solo un significalo periferico in cui queste iniziativr: ~osson t:: d.c..si<ler· aTari di 1111 c n trappasso a certe intemperanze delle sinistre. Ho ra• gione di credere piuttosto che qualche cosa stia effettivamente modificandosi all'interno della democrazia cristiana e che si stia assistendo al lancio di una spede di • nuovo corso • nella organizzazione e negli orientamenti di quel partito. E le indicazioni non sono date solo da questi fatterelli che hò sinora raccontato, ma da prese di posizione assai più significative e degne di meditazione. Mi riferisco, per l'esallezza, a quella specie di dichiarazione di guerra che i gesuiti hanno pubblicato, demandandone la stesura al loro ottimo articolista, il reverendo padre Lombardi, nell'ultimo numero della loro rivista La Civiltà cattolica. • Rilievi sulle forze cattoliche in Italia• è intitolato l'articolo in questione, pubblicato al posto d'onore; e il sottotitolo e Per una mobilitazione generale • è già sufficiente a darne in sintesi il contenuto. Le energie cattoliche in Italia - si legge in sostanza nel saggio citato, attraverso il caratteristico linguaggio dei gesuiti tulio sottintesi ed eleganti giravolte - sono immense ma male organizzate. Non si fa nulla, mentre si potrebbe fare moltissimo. • Non è un deserto l'Italia : un grido che passi e potremo vedere meraviglie >. Come? In infiniti modi: e la nostra Italia è una madre generosa di clero; e di clero per la massima parte buono. Le diocesi sono tra noi 28'1 e quasi altrettanti i vescovi residenziali. Le parrocchie 2'1.000. I sacerdoti tra secolari e religiosi 65.000. Numerosi i 1·eligiosi laici, numerosissime le suore•· E il bilancio non si ferma ai sacerdoti. Vi sono le donne, i giovani professionisti. < La potenza della Chiesa in Italia è paragonabile a quella di pochi paesi nel mondo, forse di nessuno ,. Si pensi alla organizz:1zione strettamente ecclesiastica e compatta, tutta falla di uomini di una certa cultura, capillarmente estesa fino a raggiungere ogni paese più dimenticato, ogni casa sperduta, ogni anima solitaria che abbia un lampo di buona volontà. Chi volesse rendersene un conto meno inadeguato dovrebbe tra l'altro ponderare la varietà degli ordini e delle congregazioni religiose,. E si pensi - continua il reverendo padre - alle organizzazioni laiche. Basti ricordare l'istituzione fondamentale del laicato cattolico italiano, l'Azione cattolica « vero albero dai rami maestosi : la moltitudine dei ramoscelli se ne diffonde in ogni diocesi, in ogni parrocchia e anche fuori dell'ambiente stretta· mente parrocchiale raccogliendo dappertutto intorno alla gerarchia ecclesiastica nuclei di fedeli generosi di ogni categoria. E basti toccare le schiere ammassale sotto le bandiere dcll'Acli, sollo gli stendardi dei Tcrz'ordini e delle Congregazioni marian~ ... Sono tanti e tanti reggimenti ... Tutt'insicmc un esercito veramente immenso, che ha senza alcun dubbio le più numerose cd educate forze organizzale che si trovino oggi in Italia ,. Senza coniare poi - come aggiunge padre Lombardi - ce;·ti cenacoli di anime generosissime, ehe ·sono sorti spontaneamente in varie città e svolgono l'attività esteriore per la gloria di Dio in forme diverse, senza far quasi avvertire agli estranei i loro legami associativi . .\la, fatta questa rapida rassegna delle forze su cui uar anico politica cattolica può contare, quali ci..palmente perchè erano diminuiti i deputati ,del suo gruppo; tant'è vero che egli vi è stato sostituito dàll'on. Sfor,za che non si appoggia affatto su un gruvpo maggiore. La vittoria elettorale è dunque un requisito ma purtroppo, non il solo per un efficiente esercizio del potere in questo paese, nelle condizioni in cui è stato ridotto dalla seconda guerra mondiale; e non è il solo requisito neppure in Francia, oh'è nel novero dei pae6i vincitori, com'è dimostrato dal ruolo che vi è ora riservato al !Partito di Thorez, malg,rado il suo ultimo successo elettorale. Una nostra vittoria elettol'ale, quindi, che non sia preceduta da una chiarificazione della volontà socialista tale da eliminare equivoci e sospetti, lungi dal migliorare le condizioni del paese, lo avvierebbe verso quella che per brevità convenivamo finora chiamare una prospettiva <t greca», e che adesso possiamo anche qualificare « ungherese», senza bisogno di ulteriori specificazioni. Agire sul piano della concreta realtà storica e restare socialisti non è certo facile, ma non abbiamo altra scelta. Noi siamo persuasi che, se l'unità sodalista si realizzerà su una piattaforma immune dalle nebulosità e contraddizioni dell'ex P.S.I.U.P., ancor prima delle elezioni del 1948 il socialismo italiano potrà assumere la direzione della politica del paese. E siamo persuasi che le elezioni darebbero una ratifica ad un'esperienza on~ta e coraggiosa. I~o Silone sono i ,migliori mezzi, secondo il padre Lombardi, per uUliuarla e volgerla ai flni che la compagnia di Ge~ &l propone ? Dal tenore deU'art-icolo• in questio-, ne, che tuttavia, a quanto è scritto in calce, avrà una continuazione, sembra che due siano i punti sui quali i gesuiti divergono più nettamente dall'attuale politica dèmocristiàna. Quello sociale e quello della stampa, che porta con sè connesso il problema dei fondi. e Oggi si direbbe - scrive l'articoHsta - che è diffuso sino nell'aria il desiderio di risolvere meglio il problema della distribuzìone della ricchezza in ter• mini di giustizia prima che di carità e di elemosina ... Ci sono in Italia molti uomini sinceri che con corag• gio auspicnerebbero un grande esperimento sociale nel nòme di Cristo •· Questi uomini pensano che il cristianesimo sia l'unica parola di mezzo tra la violenza del comunismo e l'egoismo individualista del liberalismo e pensano che persino tra i comunisti • vi siano uomini che hanno ancora tanto di cristiano da accogliere lieti una tale soluzione ,. In quanto alla stampa : e La società non è fatta sofo di umili e di anonimi; anche fra gli uomini di prim'ordine si trovano di quelli che sarebbero lieti di inquadrare la loro attività nel campo cattolico se questo si attrezzasse ad accoglierla. Per esempio non mancano pubblicisti di grido che con sincero entusiasmo metterebbero la penna a servizio del bene; e rimpiangono che sovente la stampa cattolica non offra loro giornali curati e a larga tiratura, e stipendi convenienti ... E quello che abbiamo detto per gli scrittori potrebbe ripetersi di molte altre categorie : ci sono uomini ottimamente preparati che sarebbero felici di impiegare l'attività professionale in opere direttamente indirizzate al bene, se queste corrispondes• sero al pari delle altre alle loro necessi là materiali ... Forze sane su cui si potrà contare con sicurezza se noi sapremo meglio organizzarci >. In quanto al danaro e un calmo esame persuade che la questione economica non merita mai di arrestare le opere di Dio, purchè si sia veramente sicuri che è Dio stesso a volerle. Questa sarà una occasione per altre sane energie della patria che sotto l'azione della grazia impareranno a donare il superfluo. Al pari delle prestazioni lavorative anche per gli sles5i capitali che dovrebbero rimunerarle andranno escogitate mille forme di ripiego, in un largo piano intelligente. che uniscano un legittimo interesse con opere di cristiana utilità. E allora il denaro si troverebbe per incanto ... , Sembra dunque che sollo l'incalzare dei recenti avvenimenti, anche i gesuiti si siano decisamente scoperti. E seguendo le tradizioni del loro ordine lo hanno fatto attaccando, con lo stesso piglio e la stessa spregiudicatczzé1 con cui nel passato hanno combattuto tante altre ba llagl ie. Cn altro discorso sarebbe poi vedere contro chi e a beneficio di chi, nella situazione interna della democrazia cristiana, l'attacco è dirello. Forse che hanno qualche fondamento quelle voci di corridoio, secondo le quali l'onorevole Dc Gasperi sarebbe il favorito del clero di curia, mentre !'on. Granchi qucl1o della Compagnia cli Gesù? E' assai difficile avvcnturnrsi in questo intricato campo di influenze e di con tro-influcnze per cui è preferibile. forse, arrestarsi alle indicazioni certe come quelle che abbiamo offerto al lettore . CARLO CAURGA Quas1 come G1ustl Lo scudo crociato Al parroco Alcide piovuto ai ranocchi, l'llal[a sorride piegando i ginocchi. Lo prèdico anch'io mandalo da Pio, arcangelo armalo di scudo crocialo. Di Montecitorio la grigia palude, al sogno li/Iorio che intorno riprude, soltanto si degna mutare /'in.segna : al fascio ha applicalo lo scudo crocialo. Si beccano llll terno gli agrw·i e i banchieri: che dolce Govenno I che scacciapensieri I Non tira a pelare, li fa prosperare, non turba il mercato lo scudo crocialo. E il buon credulone, con fede chimerica, aflende le buone lenticchie d'America, gridando a distesa che, grazie alla chiesa, lo scudo crocialo l'Italia ha salvato. Si sperd11. la ressa dei rei sovversivi! Mandandoci a messa nei giorni festivi, bandendo il ditJdrzio di{ enda lo Stato dal nostro consorzio, lo scudo crociato I Ed ami, un bel giorno, nel vecchio rwme prepari il rilonno d'llll re di legname, rifaccia il collaudo di quello Sabaudo metlendogli a lato lo scudo crocialo ! Malgrado lo zelo di tanti devoti, sta su per W1 pelo (qua.ranlalre voli) ma, a nostro giudizio, .non è che l'inizio : sarà rinsaldato lo scudo crociato. Ci narra, la Storia, di varii tiranni che han fallo baldoria per ollre vent'anni. Ma voi ben sapete che scherzi da prete ci fece in passalo lo scudo crocialo. Se a furia d'inganni va il prete al Governo, nemmeno in mille an.ni lo mandi all'inferno, se pur capolino fa llll molto latino dal suo ri.nnovato emblema crocialo. CAV. Soclallsmo Il socialismo è oggi in Europa un !l)axtito di governo in un senso di verso e assai più impegnativo di qualsiasi altro partito. E' un partito di governo nell'est, nell'oveet e nel centro d'Europa: è al potere in Gran Bretagna e in Francia, ma anche in Polonia; si trova al timone del governo in Svezia, ma costituisce an.-chè nell'Europa controllata dai .russi, come in Ungheria, una :parte molto importante nelle coalizioni governative. NelJa •Germania"oceupata dalle potenze· oocidentali, il partito soeialista è il più forte, se si as.sommano i succe6Si elettorali nelle tre zone occidentali a quelli ottenuti a B01'11ino: si può a.iizi dire senza tema di smentite che, se. il parti!o soci:ilista non fosse proibito riella. G'èrmania oocupata dai, ruS81, esso sarebbe il partito più forte anche in queetal zona, e cioè in tutto il Reich. Il partito socialista è al secondo posto in Austria, dove il socialista Karl Renner si trova alla; presidenza della repubblica, e rappre.senta nelJa stessa Svizzera una forza politica a&Sai maggiore di quanto si potrebbe credere all'estero per il fatto che un solo socialista siede al governo federale. SOHUM.A.OHER Centro focale dell'interesse al congresso internaz. socialista di Zurigo doveva diventare il leader sooialista tede600 Kunt Schumacher, la cui personalità fece su tutti una formidabile impressione. Un delegato disse di lui: « do.po il suo discorso, durato venti ~inuti, da~anti al congresso, dopò le sue 'risposte a parecchie dozzine di domande, alcune delle quali assai imbarazzanti e preparate da i congressisti a mo' di trappola, Schumacher ci fece l'impressione di un uomo di spirito profondamente democratico e fornito di straordinarie capacità politiche, ,al punti che molti fra i delegati, che da p-rinci:pio lo avevano considerato con sospetto e distacco, seguirono le sue seNate argomentazioni con irresistibile simpatia e vivissima. attenzione». QUESTI SOCIALISTI POLAOOHI La -questione era se la socialdemocrazia te~ desca dovesse venir accolta, nell'Internazionale o dovesse invece rimanere anco•ra rele- •gata in una specie <li quarantena. Per i polaochi e i cechi la risposta era già stata: fo1,mulata in precedenza. Appena Schumache1, ebbe parlato ed abbandonata la sala, il rappresentante polacco estrasse un manoscritto preparato prima della partenza per Zurigo e Je&Seun lungo discorso, nel quale le accuse contro i tedeschi e le giustificazioni ,per l'atteggiamento ostile del'La. Polonia ernno mescolate curiosamente e il cui livello politico non soddisfece nessuno dei presenti. Persino un delegato del blocc:o orientale, ra-ppresentante di un paese balcanico, non potè trattenersi dal mormorare: « Questo non è il discorso di un socialista; qualsiasi nazionalista avTebbe parlato allo stesso modo». IL CO,RAGGIODI GRUNDBACH A Zurigo, Grunbach rigettò a nome <lei francesi le accuse di nar,ionalismo mosse a · eh umachcr e citò egli tesso lre esempi tolti <lalla. stampa francese, in cui le d.ichiarar,ioni di chumacher erano ·tate travisale e fo.leificate. Grumbach rlicde con questo iolervenlo una proYa di coraggio innegabile; è ri apuio infatti che chumacher è il bersaglio della stampa franre-,c, è> forc:;cl'uomo più odiato in Fr-anc~a poich_è eg~ sembra incamare la P<> ibilità. d1 una nna cita tedesca. Un radiocommenla- (Co11/'n11a in .'J a J,ag )

Bib NOTIZIARIO ITALIANO Superata la crisi presJden3Jaie De Nicola rieletto con votazione plebiscitaria '.ROMA: De Nico1a rimane pTeStdente •della Repub. bhca. Solenne seduta a Montecnorio: 405 voti favorev()li su 431. La giornala che ha vi.sto la rielezione dell'on. Dc Nicola si è iniziata con le riunioni, che banno avuto luogo a l\lonlccilorio, di quasi tutti i gruppi parlamentari, che confermavano la loro fiducia nel Capo dello Stato. Approvalo il processo verbale, prende la parola Terracini che rileva come il messaggio del Capo dello Stato non comporti per la sua natura dibattili o decisioni. • La Costituente non può che prendere alto - egli dice - con senso di deferenza e profondo rammarico•· • Ognuno in questa Assemblea - continua Tcrracini - e lutti in Italia siamo testimoni della dedizioni.! completa con la quale Enrico De Nicola si è prodigato, nel corso dell'anno trascorso, anche con consapevole sacrificio della 'Propria salute, all'arduo compilo che la fiducia di vopolo gli aveva assegnalo attraverso il voto dell'Assemblea Costituente. Ed è certo che i liberi e democratici istituti repubblicani a lui, al suo capace consiglio e all'opera sua tenace, intelligente e serena devono largamente di avere ormai raggiunto un grado di consolidamento, fuori di ogni pericolo•· Il Presidente indice la votazione per scrutinio segreto. Per dare un maggiore decoro alla votazione, i deputali vengono chiamali ad uno ad uno per recarsi a deporre la scheda nell'urna. Alle 12,35 la votazione ha termine e il Presidente inizia personalmente lo spoglio. Alle 13,10 il Presidente comunica i risultali: r Presenti e volanti 431, maggioranza dei 3/5 richiesta per la elezione del Capo dello Stato 334; ba ottenuto voti : Enrico De Nicola 405 •· L'Assemblea si leva in piedi e prorompe in un applauso che si prolunga per 5 minuti. Si associano all'applauso le tribune del pubblico e quelle della stampa. Restano a sedere solo Patrissi e Covelli imitali da alcuni •liberali• napoletani che non hanno in simpatia l'on. De Nicola, a causa del suo autentico spirito liberale. Terracini comunica poi il numero delle schede bianche, che sono appena 19, e dei voli dispersi, che sono sei, di cui 2 a Nenni, 2 a Bellusci e 2 a Facchinelli. De Nicola ha ottenuto sostanzialmente l'unanimità e la Camera si leva nuovamente in piedi per tributargli una calorosa manifestazione di affetto. ROMiA: U Paese attende dal governo giustizia sul bri,gantaggio del feudalismo siciHano. Ii Pre&idente del Consiglio ha ricevuto a l\fontccitorio, presente il Ministro dell'Interno, la segreteria generale della C. G. I. L. ed una rappresentanza dei lavoratori della Sicilia i quali gli hanno presentalo l'ordine del giorno di protesta per i fatti di Sicilia votato ieri sera dal Comitato esecutivo confederale. L'on. De Gasperi prendendo allo delle deliberazioni dell'esecutivo ha dato le più ampie assicurazioni che sarà fatto tutto il possibile per stroncare il banditismo politico. Si è dichiarato anche d'accordo con la C.G.I.L. sulle cause sociali che determinano l'attuale situazione siciliana e sulla necessità di una azione energica con tutte le garanzie di legalità per rimuovere queste cause. « L'on. De Gasperi si è riservato di esaminare la richiesta ver la istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta che eventualmente dovrà avere il principale compito di suggerire provvidenze di carattere sociale che possano apportare reali benefici alla popolazione siciliana. La commissione dovrebbe coordinare la propria opera con quella del Parlamento siciliano. PALEJRM0: Gravi accuse al Parf,amentosi<ci4iano. Un. 111uovoattentato a Reggio ,Calabni•a. I~ brigante GiuHano vuole ,proces'Sare i,I oapo de.Ila Polizia L'Assemblea regionale siciliana si è lungamente occupala dei noti allentati contro sedi di partili politici. La discussione alquanto animata ha assunto toni drammatici per l'atteggiamento contrastante di alcuni deputali. li comunista Li Causi ha lanciato gravissime accuse affermando che « fin dal febbraio del 1946 i carabinieri avevano denunciato i legami tra il separatismo e la mafia e gli agrari •· e Quando i giovani separatisti ~ndavano a combattere - egli rileva - non sapevano di essere manovrati dal blocco agrario; per l'anno scorso fu data la bandiera del separatismo a Giuliano, oggi gli è data quella dell'antibolscevismo. Gli agrari dovrebbero liberare se stessi e liberare i contadini dalla taglia e dal terrore della mafia, poichè essi non hanno nulla da temere dato che avranno le loro -ga,ramzie 009!.ilm.zionaùi attravarso la Jegge •. Il monarchico Marchesano invece ha deplorato che siano stati effettuati dei fermi preventivi solo in base a sospetti. L'Assemblea siciliana ba deciso la soppressione del fronte anti-bolsccvico e adottato misure per migliorare l'alimentazione, ma - fatto significativo che dimostra quale sia l'atteggiamento anche in quella Camera di certi elementi faziosi - una mozione proposta per l'esecuzione delle più energiche misure di polizia contro gli attentatori e la mafia in genere è stata respinta. La popolazione dei grandi centri e le masse operaie però mantengono un contegno calmo e le dimostrazioni di protesta si sono svolte senza incidenti e il lavoro è stato ripreso in quasi lutti i centri. Ma Giuliano mantiene invece un atteggiamento sempre 'Più provocante; il bandito, tra !"altro, che si atteggia a campione della lolla contro i comunisti ha invialo una lettera ad un giornale di Palermo in cui minaccia di sottoporre a giudizio e di condannare a gravissime pene il capo della polizia e il generale dei carabinieri che dirigono le operazioni di rastrellamento. Intanto giunge notizia della dernslazione di una sezione del partilo comunista di Reggio Calabria. Inoltre i carabinieri hanno rinYenulo nei pressi di Sir u a i cadaYeri orr amente bruciac lli ti e irriuli e r inde,- o a In seguito a questi falli vanno riprendendo gli scioperi: si segnala infatti da Crotone che le leghe hanno decretalo per domani l'astensione totale dal lavoro in segno di protesta. Proseguono intanto sotto la direzione del generale dei carabinieri Branca le operazioni di polizia. Sullo sviluppo di esse e sui risultali finora conseguiti l'ispettorato generale di P. S. mantiene assoluto il riserbo in attesa di poter diramare un comunicai,, circostanzialo. ROMA: Eva Peron, la moglie del ,di1:tatore argentino. è giunta in Italia. La 1po~izia italrana carica la folfa ohe si era riunita davanti all'ambasciata argentìna per un,a d,imos'kazione ostile. La viva simpatia che gli italiani portano alla Repubblica Argentina, .non va decisamente, neppU,re per 1a minima parte al dittatore Pcron. Eva Peron è stata ricevuta in Italia secondo le norme di un cerimoniale cortese, ma il popolo italiano sotto le finestre dell'Ambasciata ha vivamente dimostrato la sua disapprovazione a un regime negatore della libertà. La « Celere• caricava la folla che, anzichè disperdersi, ritornava ad addensarsi, emettendo urla ostili. A una nuova energica carica della «Celere• i dimostranti si disperdevano. La polizia ha effettualo una ventina di fermi. Durante il volo da Barcellona a Roma la signora Pcron ha diretto al presidente Dc Nicola il seguente telegramma : < Nell'appressarsi alla nobile Italia prego Vostra Eccellenza di accettare l'omaggio dei migliori sentimenti anche per il vostro magni{ ico popolo, al quale mi legano vi.neo/i di indistruttibile amore. Maria Eva Peron •. Alla signora Peron il Capo dello Stato ha inviato una lettera personale di benvenuto e di augurio unitamente a un cesto di fiori. ROM1A: L'America 11'\endeile n'él'Vli ~)l'Italia. Nei circoli romani vicini alla marina mercantile - info:·- ma l'Ansa - si sottolineano con molta soddisfazione le notizie di agenzie americane circa la restituzione da parte degli Stati Unili all'Italia di navi già sequestrate da tale paese nonchè la cessione di navi TACCUINO SEGRETO DELLA La vanità. è ,/a gra,n pad.rcnia di questi anni. Per va.nità molti uo-mini hanno dirazzato, han fatto ca]Yrio/,e davanti agli specchi, han guazza;to nei pantani, han fatto mercato della loro coscienza, han prostituito Le mogli e Le fig.Ue, han giurato il falso, hanno .adorato una mascell,a, storica, hanno ,indossato quel.la tale camicia che, a,l mrio paese, si mette nera per lutto, e in questo caso era morta l' IUI!lia e-on la su/le libertà, wn ,la sua dignità. • Ab-biamo visto insigni conigli -sfilaJre in parata come capitani romani nei tronfi; abbianno visto il verme credersi superu011w e aspirare aLLe 'V8tte; abbiamo visto /,e donne atteggiarsi a,d, ama0wni e por.tare mit1·a invece di borseUe; Q!bbiamo visto le rnad,ri gr-id,are ~a loro fiera gioia al dittatore quando perdevanw i figli neila gtlierra d'Etiopia e di Spagna; aibbiamo visto gli agonizzwnti elevar-e iil lo1·0 pensiero a,l duce per essere 1nessi sul giornar Le; abbiamo visto esibire i morti -della guerra e dei bombarda:menti -con quellle steslUne d'argento sui risvoUi dell giubbe traversate dal pa.nno n.ero: che cosa non abbiamo '!)i.sto sotto il fascismo ? Oggi ,la parata c-ontiwua. La democrazia non ha spento la vanità, l,a quale seguita sotto ,a,Ure forme, meno scamdallose forse, ma non meno reaU. Basta andare ciJnque minuti alla Camera, nel Transatlantico, -o nei carnidoi, pel' convincersi che, dopo tutto, venti e più anni di forzato ritiro e .silenzio non potevano che dare i rrisiiltabi -che vediam,o: vecchioni duramente impe.gnati a stl'.appare aUa morte crnmai prossima qu,aJche estrema soddisfazione su questa terra; vene-rande cwnizie orgMlfizzate a,ttorno alla commemorazione di quel cadavere nascosto nellr, stiva che fu L'Italia per tanti anni; barbe Nuenti di cui ogYlti pelo 11Uol<Idre wna giornata amara, una ru.ga sulla fronte, ,una, ar,i,eria che indurisce, una stretta che si a,Lle,nta; barbe sto<riche, ,cus.todite in una sorte di teca in1,'isisbile per il giol'<nOdella resurrezione, e che ora, è umano, spazzerebbero i ccmridoi, pur d'essere chuvmat-e a f a.r pa,1·te d,i un Ministero, di un Sottosegretariato, di una Commissione, di una Sottocommissio11,e, pur d'essere nomina.le su un giornale. Questi nonni sono in fondo c-ommovent;, neL foro candore :ilngenuo. Essi saltano il passo daL su"lt/ime al rr-idicolo senza aver l'aria <U accorgersme. Restano innooen,t,i, anche se il voLwme deU,a lo1·0 paludata solennità par ripreso dable gallerie di eroi dti, gesso delle bonz.erie cinesi. Tra i ve-echi e giovamissinni sono gli ,uami,ni di mezza età1 che si muovono fra i 40 e i 50, molti dei quali hanno resistito ,a.gli a.Uett,a;menfi de,l fascismo, facendosi prender-e sollo in ,u,ltimo, per paura. nel .tranello teso ai combaUenti. Se no-n ham fatto in tempo a conquistare la pa,lma del martirio e a isolarsi 'integralmente dal fascismo, costoro ha tenuto un contegno -corretto e, dopo l' 8 settembre, oLtre che sè mede-simi, han dato i figli alla guerra partigiana, perdendo/i qualche volta. Si trovano, neUa ,gram generalità dei casi, senza i titoli dei vecchi al Prita-neo, dove l,a civica gratitudine consegna i benemeriti della patria, e senza la spaventosa voglia di arrivare che caratterizza i giovanissimi. Messi sul frangente di una doppia risacca, quella deUe bal'be alle spalle, e quella degli imberbi davanti, gli uomini di mrzza età restano un po' stupefatti, a,,l,- quanto riserva/ti, a guardare gli avvenimenti, coscienti che la ,loro ora verrà, se non ~ già venuta, e che saran lol'o a raccogliere e a fecondare una el'edilà fondata, in estrenia analisi, su una <lisfatta. La loro vamità appal'e la più costrutttiva e soppor/,a,bile. Essa Si identifica -con un'onesta ambizio-ne, alla quale La democrazia presterà le opporC'()gi/i agguati, i premi. Liberty in compenso del tonnellaggio di quelle perdute. Gna comunicazione del ministero degli Affari esteri annuncia intanto ufficialmente che in una conferenza stampa tenuta dal Segretario del dipartimento di Stato americano, generale :\larshall, è stata comunicata la restituzione all'Italia delle navi e .del tonnellaggio sequestralo o acquistato dagli Stati Uniti presso Governi esteri. Il naviglio che sarebbe restituito all'Italia ammonterebbe a circa 200 mila tonnellate. li generale :'-Jarshall ha dichiaralo che tale gesto di carattere eccezionale da parte degli Stati Uniti d'America è il riconoscimento del contributo dato durante la cobelligeranza dalla !\farina mercantile italiana. GENOVA: E' morto ,Maoiste. - Bartolomeo Pagano, l'atletico scaTicalore del porto di Genova, che per vent'anni esailtò le folle dei cinemaioa-rafi di tutto il mondo come interprete di .~fac~le•, nella dannunziana «Cabiria•, è rnorlo qua i settantonne a S. Ila.rio, presso Nervi. Si è spenta con lui, oscuramente, l'ultima incarnazione romantica del e gigante buono•, il cui leggendario potere muscolare, sorto da un'idea innocente della forza al servizio delle cause giuste, aderl italianamente al mondo della letteratura cavalleresca e alla fantasia generosa di Dc Amicis. PADOVA: L'oocidio di Marzabotto • L'ex-generale M,ax Simon condannaio alla fucilazione. _ Per un mese si sono sU&egui le aHa Corte mili lare ingle.,e Je udienze per id processo contro l'ex-genera.le Max Simcm, comandante Jella XVI Panzergrana.d'iers Division, rilenulo criminale di guerra, quale responsa:bile delJe orribili stragi perpetrate daille truppe ai suoi ordini nell'agooto e nel settemb1se del 1944 in Versilia e nel Bolognese. Si tralla di misfatti tra i più graYi commessi dalla &oldalaglia tede.s-ca in Italia, forse più raccapriccianti dello .stesso ecci:lio delle FC>.39e Ardeatine: 69 persone uccire a Molina di Quosa, 560 a Sanl'Anna di Pielrasanla, 56 a Bairdine e Sam. Terenzo di Pietra.santa, 111 a Valdica.stohlo, 74 a Bergiola FoscaJina, 160 a Vinca, 5 a Mulina di Stazzena e infine, l'eccidio 'Più impres&ionante, - quello di Marza:bollo - dove in lre giorni furono trucidate duemila per.sone. Dopo ~a severa requi-sitoria '.lei « p,roseculor •, maggiore Marsba1!1, ,la Corte ha emesso verdello di piena oolpévolezza dell' imputato e ha quindi pro- ,nunciato la '5elltenza, con la quale Max Simon è condannaio aJla: fucilazione. VANITA' I giovani sono assai peggiori, e quind,;, piu vecchi, dei nonwi e dei padri. La loro aridità presu~ porrebbe una serie di terribili deliusioni, che non ci sono state, perchè soUo il fascismo .era.no già -littori, segretari di Guf, militavano nel SJ.M., e che so io, ma codesto, inon li tn-a.tteneva dall'interessarsi alle ]Yrime criSta.lizzaziOYlti, clandestine che si <m,d,avam,o formamdo sul/ corpo ormai logoro della tirannide, cosicchè, ,q_uando il gigante di fango tracollò, essi furono i primi a 1nontarglti sopra, e a infliggergli ne,l cuore La vandiera della libera democrazia. L'aridità dei giovMIJÌ è dunque costituzwnale, nasce con foro ed è il nostro implacabile tempo a dar.le il Latte, un Latte (llV'l)elenato.Essi non pensano che ad arrrivare, con quaLunque mezzo, ~iel più breve ,t,,empo possibi,le, quasi avessero alle spa,lle, anche !loro come i nonni, l'am-- bra della rnwrle. Per arrivare ,essi .sono disposti a vendere l'<11nimaal miglior off-e3•ente, a sacrificatre La ,giovinezza, l'amore, g,Li effetti, qualunqu,e interesse itnteBLettuale, qua,lwnque autonomia morale, .tutto. Ar1'irva1'e, ma a che e-osa, sanllissimo Dio, se il prezzo di codesta wsa ha tolto alla vita tutta la su.a poesia, -e fatta La sua avvenl!Ura ? Essendo i partili Le fonti d~l poter.e, i giovani muovono all'assalto de.i J>a1·titi, conquis,tando in ,essi, fuori di essi, pel' essi, ad una ad una, le famose 1leve di commuLo. La tecnica che domina gU apparati da iloro una diurezza nella vamitd che, nè i vecchi, nè gli uomini d,i mezzo, posse,ggono. Sono i chieric.i damna-ti dell'a1·rivism-0, un arrivis1m,0 che ha fatto il deserto dietro di sè ,e Si appresta a far la leu-ira brucriatla davanili. Por<ta:r<.nwle ,lenti, non tanto per aiuwre la vista, quanto per darsi arie di meditativi; si lasciano crescere spunzoni di baffi sw/La l.<wbra per invecchiarsi; sposamo prestissimo per darsi una disc-iplina sessuale, e scelgono quasi sempre dornne ricch,e; non ridono mai per esse:re in .carattere con La laro dura fatica di pionieri; trasaLgono s.e, a.prendo ii,Lgiornale leggono d,i qualche coe.U111ieaorrivato là dove loro sperano di assumere parlano dilfficibissimo, applicando aLla politica un linguaggio da inizial'i, tric-ca di termini di strategia e di tattica aniliitare, evitando di veder.e ,Le .situaziani i,n concreto, di rdferirle agli uomini, osserva,nà,o/.e invece secondo le,ggi e Linee ast,raHe, .secondo una matematica ritenuta infallibilie, anche se i conti, in defirnitiva,, non torna.no. La politica è per costoro u,n campo di baltagltia manorvrala d.ove gli uomim,i perdono e vincono senza loro colpa o merita, pe1· ef ! etto deLle macchine che li portano e -li sca.tenano, macchine dove la volontà individuale non conta più e quella CO<llettiva è un'entità che Si id~nilifica con La Lirneapolitica del partilo. Tolto il bene e il male all'azione pdlitic.a, subordinati questo :/Jene ,e questo ma.Le all'interesse - divenuto L'·u.nica nwra,Lità - del parJJito, ecco gli uomini ridotti a ma,,-ionette, cecoli pronti a spogliarsi di ogni residuo di umanità per difendere La Legge del partito. Eccoli ac-cettare ogni contraddizione, <>gni deviazione che giunga L1n·odal partito come da un dio t/ontano e inafferrabile, di cui essi non siano ·i creatori, ma solo gU zimbelli. I giovani porla,no la loro aridità neU'ariditd del,- la vita dt;, partilo, l'a-cc-rescono e se ne accrescono. La i/o1'o vanità fio1·isce sulla sal>bia del -deserto; è come u1ia mancina. che addenti a vuoto. O'era una volta un galletto, il quale credeva che il sole si levasse solo per sentirlo c-<rntare. Un giorno il sole sorse all'orizzonte coperto da grandi al-i nere di p1'ocella1'ie. Il gailetlo verse ,la voce e divenne funzionario. , \ Leonida Rèpaci. SuriappodretilClahiecsoalnoStato L'inclusione dei Patti Lateranensi :nell.a muova Costituzione, colla infausta votazione dell'art. 7, ha riaperto una controversia che no,n sarà nè breve, nè lieve, seppure condotta con le forme e la misura di un popolo rispettoso di tutte le credenze religiose e di tùtte le opiniomi politiche. Quali siano le vosllre vedute sul problema dei rapporti Ira I.a Chiesa e lo Stato, abbiamo OfVUto già occasione di esporre. Tali vedute ritroviamo ora suJfragat,e dai giudizi di un altissimo spirito nostro, Gaetano Salvemini in una lettera a un amico di Bari «cattolico sincero» pubblicata dalla rivista «Belfagor». Ne estraiamo i periodi salieni: ((Le mie idee morali sono quasi tutte nella filosofd.a stoica prima che Cristo nascesse. Cristo ne aggiunse ad esse una nuova, quella della carità. Poi vennero i suoi insegnamenti un -catafalco di dogmi. Io mi sono arrestato all'anno della crocifissione. Dopo quell'anno non c'è più nulla di nuovo che io abbia imparato come precetto di vita morale, e i catafalchi dogmatici dei secoli successi vi non mi riguardano. Vìsono in tutte le -pal'ti del mondo uomini che professano la ste&Sa religione, ma alcuni sono anti e altri canaglie appartengono alle più differenti religioni. Quel che mi intere.ssa è la prati-ca morale, e non la fede dogmatica di ciascuno. Ben iute.so che se un uomo onesto ritiene di dover appoggiare la sua pratica morele su una fede religio.sa, io non lo crederò per questo meno intelligente di me. Ognuno nel proprio spirito, a modo proprio, giustifica le proprie azioni. La vecchierella che, pregando innanzi alla Madonna, trova conforto al suo dolore e un raggio di speranza., è altrettanto rispettabile quanto il filosofo che pesta l'acqua nel mortaio delle sue astrazioni». All'abolizione del regime concordato un partito politico italiano che sia democratico sul serio e non a chiacchiere, non può rinunziare a ne&Sun punto. Il regime concordatario fa del clero e dei fedeli che si raccol,gono intorno al clero cattolico un corpo privilegiato la cui rapp1'8sentanza spetta di diritto al Papa, e quei privilegi non possono essere alterati dalia maggioranza dei cittadini perchè sono garantiti da un trattato fra il Governo e il Papa. Sarebbe come se Stalin domandasse al Governo non sovietico un concordato in forza del quale i comunisti di quel paese sarebbero messi sotto il protettorato del Governo sovietico. Qualunque concordato distrugge il principio dell'eguaglianza dei cittadini dinnanzi alla legge. Qualunque concordato deve perciò essere abolito senz'altro. Questo fecero ,gli uomini del Risorgimento. Questo Pio XI e Mus.solinri. disfecero. Questo deve essere disfatto da capo. I comunisti, socialisti, azionisti, repubblicani non osano pensare con chiarezza su questo punto, salvo ad essere presi domanli da un accesso di ,anticlericalismo furioso alla podrecca. Per conto mio, non cederei un solo millimetro di terreno su questo ipunto, dovessi anche rimanere per tutta l'eternità « Orazio sol contl'o Toscana tutta :r,, L'argomento principe dei clericali, e temo purtroppo, anche di democrastiani alla Sturzo è che la popolazione italiana è cattolica, e i suoi sentimenti vanno rispettati. E' facile rispondere anzitutto che il ris'Petto ai sentimenti religiosi di un popolo non ,può essere imposto pel' legge, ma deve rampollare dalLa coscienza e dalla educazione di quel popolo; i cattolici deb-bono provvedere essi allo sviluppo di quella coscienza e di quella educazione, e non invocare il carabiniere per imporlo «armata manu». Anche se tutti gli itaHani fossero cattolici consrupevoli convinti, coerenti e praticanti, e un solo italiano non fosse tale, quell'unico italiano dovrebbe avere di fronte alla legge gli stessi identici diritti dei suoi concittadini cattolici, e questi non dovrebbero godere di nessun privilegio legale nei suoi confronti. « Credendo fermissimamente nella « libertà per tutti come ideale ,permanente» e cioè nel diritto di ognuno di andare all'inferno o al paradiso per la strada che J)iù gli aggrada, io farei alle coltellate con chiunque disturbasse la vecchierella nella sua preghiera e pretendesse imporle un'altra fede o nessuna fede e con questo sentirei di compiere il mio dove1"10verso quella fede morale stoica cristiana nella quale indegnamente mi professo seguace. Anche se qualcuno mi consiglia'5Se la fede di quella vecchierella o qualsiasi altra fede, riconoscerei che questo è un suo diritto, e mi sentirei in dovere di tollernre le sue prediche. Riconoscerei che è nel suo diritto anche se mi dicesse che andrei all'infel'no se non l'ascolto: tale è il suo modo di pensare, e che anche in questo io debbo sopportare con pazien~a quella moletia. Me se non si contenta di promettermi l'inferno nell'altro mondo, e vuol crearmi lo inferno già in questo mondo con la prigione, col boicottag,gio economico, con la calunni.a, allora la mia fede morale diventa immediatamente anticlericalismo politico-militare, e sono pl'onto a fare aUe coltellate con chi pretende di mandarmi per forza in paradiso». Gaeta.no Salvemini A vvl8o al lettori lettori, gli amici e i compagni che ricevono regolarmente il gior.nale e che ancora non hanno rimesso l'importo dell'abbonamento sono cortesemente pregati di rimettercelo al più presto. Non è necessario indicare che abbiamo bjsogno del foro aiuto più concreto. Preghiamo •di versare l'imporlo sul nostro Conto Chèques postale VI 11 26.305 Zurigo. Abbiamo pure incominciato ad inviare i primi rimborsi. Fac1:iamo viva prei>hiera a chi li riceverà di accoglierli benevolmente. Grazie a tutti.

B La Voce degli Italiani, Vita e Cronache della Emigrazione Italiana In Svizzera I lavoratori italiani all'estero non voteranno stituente. Ostilità che non si è rivelata palesemente ma si è trincerata dietro speciosi pretesti. Tutto quanto non fa comodo di accettare e non si osa apertamente respingere viene rimandato ... alle l'uture leggi, mentre, inserito il principio nella carta costituzionale, la sua applicazione diventerebbe impegnativa per il futuro legislatore. La Cosituente ha respinto con 263 voti con- ;,,ro 1~9 remendamento del nostro compagno on. Piemonte pe.r estendere il diritto di voto agli italiani all'estero. egniamo il fatto con vera mortilicazione e a riproYa dell'immaturità democratica del nostro paese. La Co.s!)ituente ha 1·esipinto con. 263 voti convoto ai cittadini i(flliani emigrati e della possibili t,1 di esercitare tale diritto nelle stesse località di emigra1rione è una vecchia aspirazione di lulte quelle falangi di lavoratori che sono costretti per ragioni di lavoro a trasferirsi .all'estero, con grande vantaggio anche per l'economia nazionale. Luigi Luzzato ai suoi tempi esaltava il beneficio dei rivoli d'oro, come egli li chiamava, costituiti dalle rimesse de~li emigranti, ed ai quali molte regioni d'Italia devono il loro benessere economico. Quando nell'ora triste della guerra la nostra patria face,a appello allo spirito patriottico di tutti i cittadini non c'era retorica sufficiente per esaltare il gesto di quei connazionali che lasciavano i loro affari oltre confine e varca vano l'oceano p-er rientraTe in Italia a compiere il loro dovere. A questi cittadini si assicurava la tangibile gratitudine della madre palria. Ora era venuta l'occasione di <lare un piccolo segno di riconoscenza a tanti milioni di ilaliani che all'estero difen<lono nel campo del lavoro e dei commerci il buon nome dell'Italia, e che nello steBso tempo hanno voluto conservare intatti i loro vincoli colla patria. )fa la Costituente ha detto no, e l'ha detto col Yoto segreto. E' stato un voto vergognoso tanf è che ha avuto vergogna di esprimersi palesemente. Da noi, la questione del voto agli emigranti è sempre stata particolarmente sentita. Non c'è stato con,gresso in cui questa aspirazione non sia stata manifestata. Una prima larvata vittoria si el'a ottenuta oltre quarant'anni fa colla facoltà, nei paesi di forte emigrazione stagionale, di prorogare ai mesi del rimpatrio le elezioni amministrative. Era poco, ma anche di questa modesta concessione, si è dimenticalo il governo tripartilo nelle recenti elezioni comunali. Ma era il voto politico all'estero che stava più a cuore ai nostri connazionali emigranti e non fu mai ottenuto pur essendo sempre stato reclamato da una parte e vagamente promesso dall'altra. Il partito socialista l'ha sempre posto tra le sue rivendicazioni. Il nostro compagno on. Angiolo Cabrini, che ebbe particolarmente a cuore tutti i problemi dell'emigra1rione ,ripetute volte ha sollevato su queslo argomento il dibattito parlamen tare. L'on. Cingolani della D. C. lo ricor- _da,a nell'assemblea della Consulta affermando che il problema era ormai matuTo. Oggi la questione riproposta al parlamento dal Gruppo Socialista dei Lavoratori Italiani e sostenuta validamente dall'on. Piemonte ha avuto l'ostilità della ma.ggioranza della CoUna volta l'ostilità all'estensione dell'esercizio del voto agli emigranti veniva dai partiti conservatori, dalla destra. Sempre, o per ragioni di difficoltà tecniche o per altri prelesli, erano i partiti borghesi che trovavano il mcxlo di allontanare. . . l'amaro calice, ben sapendo che i nostri lavoratori ali'eBtero, a contatto di masse operaie più evolute, e vivendo in ambienti di vera democrazia, si orientavano naturalmente verso i partiti di sinistra. Oggi invece si è visto alla Costituente partire la manovra ostile proprio dalla sinistra. L'esito negativo della propoota sarà severamente giudicato dai no tri l,avoratori della emigrazione che a buon diritto dovevano sperare di vedere finalmente aocolta dalla re_ pubblica democratica itali,ana la loro antica aspimzione. Un'aspirazione delle migliori forze del lavoro italiano in una repubblica che si dichiara b.asata sul lavoro! Il nostro stro dovere di socialisti è stato fatto continuando la battaglia che il Partito S-Ocialita aveva iniziato oltre quarant'anni fa nel Parlamento. ••• GiaCOHlO Matteotti commemoralo dagli l1aliani dl Ginevra la sola possibiji là di avviare 1a .ricoml'llzione del paese su ba.si stabili e durature. Oggi la monarchia è stata abbattuta, rria S'\l.Sl,islono ancora. pressoohè tutte Je condizioni che esigevano ieri l'appìica2'ione di un programma sociaJista. Eppure saTebbe bastalo r~leggere ciò che Filippo Turati indicava ,nel suo storico <liscorw del 1921, •Rifare l'Ila- •'.ia.•: la -situazione del pae.se era quasi identica. Noi onoriamo Gia1:omo Matteotti nel portare i lavoratori suHa via dell'emancipazione sociale, delfautogovcrno, dell'esercizio effettivo delila liberià e della democrazia. Custode ed interprete delle autentiche iTadizioni dell'anlifa.9Cismo, Ja ~onia Italiana Libera di Ginevra ba coo:nmemorato, nel.la dignità che si conviene, l'anniversario dell'ass~foio di Giacomo Matteotti. martedì 10 giugno, alla SaJ!e du Faurbour,g. Oltre ai compagni J ea;n Treina e:l André Ehrler, ha parlalo, quale oratore ufficiale di lingua italiana, il compagno A}berto Simonini, deputato aila Costituente e segretario deJ P. S. L. I. Intorno aJla Jigura del grande socialista italiano, assurto .a .simboleggiare i martiri di tutte le Jolte contro la tirann-ia fascista, i lavoratori emigrati, vecchi e nuovi, "'i .sono ritrovali ancora una volta, concordi per auspicare una società più umana e più giusta, di popoli uguali e fratelli; per manifestare la foro Jede nel divenire,. del socia.lismo, la sola forza che permetterà il sorgere di una Repubblica veramente democratica e cioè ~aica e sociale. Ke! porgere il benvenuto agli oratori, il compa,... gno C. Sacerdote, ba ricoTdato brevemente ciò che Giacomo :Matteotti rappresenitò per l'a.nlifaooismo durante iJ ventennio dcli.a lotta; le "'peranre colle qualli era stata salutata Ja risurrezione del paese il 25 aprile 191-5 e la prima tappa della sua ricostruzione il 2 giugno 1946; e di fronte alle difficoltà ed ai pericoli dell'ora pre...."-enteb,a concluso colle parole di Filippo Turali che incitavano a1 •dovere di e.sislere, di ass-i<>Le<rdei, vi·gilare, di essere presenti e preparati•, nella certezza che tali spe- -ranze saranno realizza~ dalle forze deJ lavoro, che sono quelle della vita. Con elevate parole il compagno Treima ba rievccato le ultime gesta di Giacomo ~fatteotti, mettendo in ri.sa.lto l'-antite.si fra il principio della libe-rtà e quello della dittatura. V-uomo che pone il proprio eswre al .servizio del:l'idea che vuole soggiogare l'i-:lea alla vanità della propria pe.roona. Giacomo 1Iatteotti è un esempio vali,do oggi come lo sarà in avvenire. Dove esiste la Ubertà, e.sistono tutte le po&s,ihilità di vita e di sviluppo paciuco e costruttivo della &ocietà. le migliori cmoranre al Martire. sono !"impegno che noi dobbiamo pTendere di fronte aJla nos,Lra coscienza ed al mondo, di es.sere gli a.sse11lori ed i di,fen.sori di tutte le vere libertà. Il compagno Ebrler ha rievocato in Giacomo )Iat- -teotti il lungo periofo di lotta antifasci.st.a ed il .sacrificio di tutto il popolo italiano, ohe nella Re&i- .stenza ba riscattato venti anni di servitù politica ed economica. Egli ha auspicalo per il popolo italiano un trattamento di giustizia, nel riconoscimento de'! suo contributo alla viHoria oomune <lei popoli libeTi: mentre di fronte ai pericoli che minacciano la pace colla pohlica imperi,aJista di aJcune potenze capitaliste, ha insi.slito sulla neoo!>Sità di mantenere l'unità di tutte le forze popollari e democratiC'he, per la salvaguardia delle comuni libertà. A nome ,Jella Colonia Italiana Libera, il compagno Sacerdote. ba porto il benvenuto ad AJberto Simonini, e.sprimendog']i la stima e la ~impatia degli italiani anlifa.scisli di Ginevra. Il compagno Simonini venne al socialismo 35 anni ia, come &emplice operaio. Colla perseveranza. nello ,studio, la .severità della preparazione politica e ~a sua inalterabile fede nel socialismo, fu poi organizzatore sindacale e giovanissimo ancora proposto deputato. \·i~uto sempre in Italia, &uhi innumerevoli ve.<>sazioni e per$ecuzioni tlal:le polizie del regime, ma non piegò mai la aua coc;cienza di sociafo;ta, nonostante la miseria e le ;]iffico!tà di ogni genere. Attivissimo organizzatore del movimento di re..5istenza partigiana neJrEmilia, partecipò ai C. L. K. ed appena l'Italia liberala fondò la Federa.1.ione Socialista di Reggio Emilia, nclla quale a~- i:;uns;e la carica di segretario. Fu nominalo poi Con<>ultore '\'azionale ed il 2 giugno d4>putato alla Costituente. Egli è continuatore rlelle tradizioni <lei vero e<l autentico socialismo ilaliar. da Prampoiini a Turali. a Treve.s, a :Matt.eolti, di quel socialismo, cioè, autonomo e democratico, la cui esi&tenSalutalo da prolungati applaru.si, il compagno Simonini ha iniziato il @o belli imo discorso, nell'associare afila figura di Giacomo Matteotti, quella di CarJo e Nello Ros.selli, e.,,si, pure colpiti dal pugnale fascista, e quella di Antonio Gramsci, la cui vita Iu soffocala nel ca:rcere, oome ,Ja Loro fu tolta colla violenza e J'assa.ssinio. Durante !a guerra di liberazione, 'lino .scopo comune univa tutte le forze Jell'anlifasci.smo, tutto iJ popolo i1a.liano: la Ji•berazione del pae&e. Dopo .si trattava di affrontare i problemi della ricostruzione, ma. prima anoora di liberare l'Italia dalla. monarchia che l'a,·eva tradita ed abbandonala; di distruggere <tutte Je soprastrutture in.uti!li e dannose, residui dell'epoca fe-udale; di liberare il popolo dai vinco.Jj e dalle .schiaYilù cle]le baronie del latifondo e dell trust capilaJistico; di isolaTe dalla vita pubblica il conservatorismo dogma.tioo e clericale; <li ridare, in.somma, al popolo le prime possibili-ta d,i ,·ita e di ~iluppo, assicurandogli H ]avaro, ID.ella dignità e nella libertà. Or è un anno, 'Ile] presenitar.si al popolo italia.n-0, lutti i partili - ad eccezione delle destre tradizionali - si ammantavano di socialismo, -ricono.sce- ,·ano nell'attuazione di un programma socialista, Invece i pTogrammi furono avanzali a puro scopo demagogico, a.nz,ichè esaminati ed applicati, mentre tut.la l'azione governativa veniva paralizza.. ta da 'Un compromes.so, per il quale i paTti ti tli .sinistra erano ohbligaJ!i a<l abbandonare og,gi quello che avevano ottenuto ieri. L'a~nza di una politica 'SOcialisla nel governo e di un'aituazione sociallisla nel paese, sono -i risultati della .situazione al1uale, nella quale Ja ricostruzione - che poteva e doveva far.si cdDe forze del paese - ri.schia di e&Sere falla al di ,fuori di e.9SO, oolla perchla della .sua incLipendenza podilica ed economica. Per queste ragiorui noi abbiamo volu lo 'USC:ixe-da questa .situa,.. zione e, nell'assumere le nostre responsa.billità, poniamo di fronte .al paese quelle jel governo e òegli avversari. ~oi abbiamo co&cienza che aa salvezza del pae.se e quella del sociailismo sono indiS90lubilmenie legale. Così noi onor-iamo Giacomo :Malleotli, nel portare i lavoratori suJJa. via dell'emancipazione sociale, dell'a.ulogoverno, dell'e.sercizio effettivo della libertà e della democra.zia. Vivissimi applauo&i banno saJuta.to alla fine il discorso del compagno Simonini. Ai lavoratori italiani I drammatici problemi lasciati aperti dal crollo del fascisnw e deUe rovi:ne della guerra sono rimasti insoluti; l'apparato produttivo non ha ancora ritrovato la via di un organico funzionamento e di una sana ripresa; la situazione lirnanzia.ria deUo Stato è quasi fallimentare; la bilancia dei pagamenti con l'estero presenta disavanzi paurosi; il potere di acquisto della moneta precipita di giorno in giorno e co.n essa precipita il val.ore reale dei salari, sempre più insuf!icifmti a garantire un sia pur minimo livello di vita alle masse lavoratrici. Le forze politiche che controLlano la vita italiana lottano fra d;i, loro in irriducibile contrasto, irretite da ru.n sistema di compromessi mortific.anti e di transazioni vergog,nose, il cui pratico risultato è la paq-alisi generale, la mancanza di una guida responsabile e sicura, l'accumularsi sempre più minac.cioso di problemi insoluti. Se volgiamo lo sguardo alla situazione internazionale le prospettive non soma meno preoccupanti: l'urto fra le granàli potenze, dimostratesi incapaci di organizzare una pace vera e durevoie, minaccia di spingere il mondo verso un nuovo spaventoso co<nllitto, in cui la classe lavoratrice italiana ed europea vedrebbe f atabnente distrutta ogni possibilità di ripresa e di salvezza. Queste rivalità internazionali, d'altra parte, s'inseriscono brutalmente nelle situazioni ini;e,rne dei minori Paesi che - come il nostro - rischiano di vedersi ridotti a campo di battaglia di imperialismi contrari ad ogni loro logi.co benessere. Per arginare una situazione così densa di pericoli, per difendere la democrazia e assicurare alle masse lavoratrici una stabile, se pur modesta condiziorne di vita, oc.corre una politica conoreta ed energica che miri con decisione alla tutela della lira, al riattiCASA D'ITALIA - Z U R I GO - Erismanstrasse, 6 Sabato, 28 giugno, dalle ore 20 alle 4 del 29 C~ANDLiL~lA DI~LNLilCLNZA per i bambini bisognos·1di Schio, organizzata dal gruppo degli operai italiani della Escher Wyss 9>tog.ta.mma. L' A.RR I M CA, commedia brillante in un atto di Piovesan. Il tenore Ferrero e il baritono Pedraz:z:oli conteranno alcune romanze. A. Saletti, prestigiatore, l'uomo dei mille trucchi. Balletti. TOMBOlA / GIUOCHI / POLONAISE • BAllO fino al mattino / ORCHESTRA CAPRANI Prezzi d'entrata: Signori fr. 2.20 - Signori tr. l. 10 (alles imbegriffen) ,a' ''"lSCema.,,a r· o Bianco vamento della produzione, alla difesa dei salari. Un politica che mantenga estraneo il Paese daUe competizioni imperialistiche e gli assicuri la pace. Solo una forza veramente libera da vincoli con qualsiasi blocco di potenze, legata strettarnente alla e.lasse lavoratrice, impegnata con assoluta sincerità nella lotta per la libertà e la giustizia sociale, nemica implacabile di ogni sterile compromesso, di ogni demagogia., può porsi alla testa di quest'opera. Questa forza non può essere che il Socialisnw autonomo, il Socialismo libero e democratico di Matteotti e di Buozzi, di Turati e di Costa. La ,nostra Federazione resasi autonoma al Congresso di Zurigo del 13 aprile 1947, si è mantenuta ledeLe alla tradizione per la difesa della democrazia e deUa pace necessarie premesse per l'emancipazione della classe lavoratrice. Essa chiama a raccoUa tutti i lavoratori dell'Emigrazione Italiarna in Svizzera alfinchè possano dare il proprio contributo a,Ua difesa del lavoro italiano all'estero e all'opera di ricostruzione in Patria. ,. Socialismo (Continuazione dalla 1.a pag.) tore francese, eh~ aveva ricevuto il permes.so di entrare per pochi minuti nella sala e si trovava appunto a fianco di Schumacher, non si peritò <li annunciare al microfono: <i Ora parla il signor &chumacher I capelli gli cadono sulla fronte alla moda di Adolfo Hitler. La cravatta bianca gli dà un'aria alla Pier.re- Lava!>. FIDUCIA NEI SOCIALISTI TED1ESCHI Tutto sommato, il risultato del congres6o di Zurigo è stato favorevole, per molti rispetti, alla delegazione tedesca; e UJI1adimostrazfone del successo tedesco è data dal fatto dhe tutti i partiti confinanti oltre il partito laburista inglese, hanno deciso di partecipare al congresso del partito socialista tedesco, che verrà tenuto prossimamente a Norimberga. I contatti sono stati ripresi: Kurt Schumacher, e con lui i socialisti tedeBchi, hanno trovato a Zurigo piena comprensione presso tutti quei partiti che non erano legati da preconcetti. E furono i rappresentanti dei paesi che maggiormente avevano sofferto sotto l'occupazione tedesca a stendere per i primi la mano ai compagni della Germania. <i E' un grande rischio ammettere questo partito - ha detto un delegato - ma respingere e isolare questi uomini sarebbe un rischio molto Jlla;ggiore. Lo stesso Schumacher aveva aananesso -apertamente la possibilità che elementi nazionalisti e profittatori si fossero iniiltrati nel suo partito, cosl come avviene in tutti i partiti; egli aveva a;nzi aggiunto che, accanto al nazionalismo dei comunisti, bisognava fare i conti in Germania con un «nazionalismo del1a fa.me e del freddo •· Ma era stata appunto questa spietata sincerità a procurargli il favore dell'assemblea. CREDERE NEL SOCIALISMO I risultati positivi del congresso di Zurigo derivano più dai legami strutturali dei paesi democratici dell'occidente che non dai legami ideologici tra i socialisti orientali e occidentali; e in questo senso il congresso è stato · uno specchio della di visione del mondo europeo piuttosto che un ponte tra i due blocchi. I socialisti dell'est, resi pavidi dai loro potenti tpa.rtn.eirs comunisti, si sono sentiti costretti dalla propria posizione di inferiorità, divenuta sempre più drammatica - come di.mostrano i fatti d'Ungheria - a riversare sugli altri questo loro complesso di pavidità. La dove esai, e coloro che stanno dietro di essi, del>- bono procedere con estrema prudenza, là il socialismo europeo deve rinunciare a oan.i politica e limitarsi a questioni di forma· ~a dove il socialismo vuole realmente agir~, ià esso deve rischiare la rottura, la deve chiedersi quale sia il rischio maggiore. F.B. Wlnterthur Sezione Socialista ItaJiana I compagni sono convocati per domenica. 6 _ luglio alle ore 14, nel solito locale, per discutere un importante ordine del giorno. Nessuno manchi! Fraterni saluti Il Comitato lmportan1e Ai nostri collaboratori Ai no.stri lettori A tutti indichiamo che l'indirizzo redazionale e amministrativo dell'« Avvenire dei Lav~ratori~ è alla M:iliUi.rstras e 36 Zurigo 4. ~gm corrispondenza da pubblicarsi, deve giungere al più tardi al martedì che precede la pubblicazione del ,giornale. In caso ~~ rital'do e ~i urge~za di p~bblicazione speaire alla «Tipografia Grafica Bellinzona» :Materni e Torriani, Piazza Governo Bellin~ Z?•na. 1:1- tutti i compagni è fatto cor,diale innto d1 regolare collaborazione. Preghiamo di non più fare uso della Casella Postale. Tipografia u Grafica Bellinzona » S. A. Gerente resp.: Pietro Bianchi, Zurigo

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