L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVII - n. 54 - 1 settembre 1946

B Anno XXXV'II (nuova serie) N. 54 Zurigo,, 1 settembre 1946. LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazio~e e Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau, Zurigo 2; Conto postale No. VIII 26305; Abbonamenti; 24 numeri Fr. 4.-, 12 numeri Fr. 2.-, una copia cent. 20 Telefono 27 4 7 02 Il blocco cattolico occidentale co-ntinua intanto a parlare di democra,zia e di Quattro Libertà, mentre lascia il card. Mindszentny predicare come un ,puro fascista in di,fesa dei governanti di guerra unghere.si, ed i vescovi di Slovacchia cercano di fo-rzare l'assoluzione di Tiso. N,ell'Europa orientale è giustificata l'azione diretta. Ma non in ooci'idente. I Democristiani in Ita.lia continueranno a spiegare l'emblema della croce con il motto Libertas, che fa pensare gli stemmi di Bologna e d'altre città ed ha un profumo liberale. Il MRP in Fra;ncia deve continuare sotto la guida di ,Schuman e di Bidault, che durante la .guerra sipffi(Jnuola erano ,per la Reipubblica. Il Partito cattolico in Olanda deve conservare la sua ala sinistra che ripudia, per motivi tanto religiosi che politici, ogni alleanza con i Calvinisti o con i Conservato1·i, estremi reazionari. I CristianoSocialisti nel Belgio debbono continuare a mo- .strcire di so.slene11e :uno standard più alto i lavoratori. Ed è questa doppia politica ingannevole che sta sotto alla strategia presente del Blocco cattolico Occidentale che lo rende così pericoloso. Il giorno debl'Ascensione il papa Pio XII, lasciando da parte ogni preitesa di neutralità, entrò in battaglia co-ntro un'Etiropa .sooialista. Il suo m,em01·abile discorso è senza dubbio uno dei più impo-rbanti documenti di questi anni. Dopo tutto, il Va,t,icano ave,va avuto per diversi anni molle ,buooe ragioni per starsene pruwentemente indietro. La sua autorità morale era s-ca,rsissima. La sua azione nella guerra era stata pietosa. Aveva .seguito il carro ,tri<mfale del fa.scisma finchè gli ese,rciti tiedeschi non ,fuwno ar-resta.ti in Rwssia e l~ de.macrazie ang,losassoni non ebbero mobiUtate le •tremende riserve della loro potenza industriale che dovevano più tardi assicurare il successo dell'invasione in Ewropa. Molti sinceri cat- •tolid erano di&perati per la capitolazione della Sawta Sede, ICllve suggellava le [(JJbbra del Papa proprio quando il dwere di ogni ca,po spirituale era la condanna delle atrocità naziste e la denwncia deU' Anitiori&to. Il iJJapa Pio XIJ atVeva adottato un att~,gi,amento di riserva, contraddetto soltanto da in.discrezioni occasionali qual-i il suo faimoso Messaggio del Natale 1944, nel quale es- (Presse ~ppren,annento e graditwdvne per la genero,suà ,del Capo dello Stato, del Governo e del popolo della Spagna», e così pure pe-r la Romania, la Sl01>acdvia e l'U1wlveria, tutti Go-verni f antoccio al .servizio di Hitler. Nell'insieme, questi ,.so,nstati anni in cui il Papa ha det!to il meno possibile. Poi, tre giorni prima deLle elezio-ni francesi ed italiane, egli s'è levato dal suo .!un.go silenzio, J)(ltrlando in wn tono .chiaro e forte. Troppo era in gioco: una maggioranza a.ssoluta socialcomunista in Francia, ed una vittoria repw"&blioana in Italia, ,potwano rocinare tubte ie speranze di un ritorno della reazione. ln- (;oru,gyfato dal fa,llimento dei Mi1dst.ri de.gli Esteri a Parigi, dai recenti discorsi di Churchill, della crescente ondata di sentimenti ,a,ntirussi nedli Stati UniJH-,Pio XII ha assunto il ,comando di tutte le forze reaziorw.rie ,Clhe,la ,gente in,ge-rvua credeva disfaite pe:r sempre .con la vittoria alleata. .Qo,sì il Vatfoano ha risuscita.lo l'idea di un blocco occidentale ca,ttolico. Se ne discusse la prima volba durame la guerra, quando ve-nne suggerita una combinazio-ne cattolvca ohe avrebbe dovuto includere la Francia di Pétain o di Giraud ( e le elezio-ni di quesfo in Fra,ncl-a come con.didato del MRP mostro c,he tro i due v'era proprio poca differenza), la Spagna di F-ranco, il Bel.gio, l'~talia, e le ,più ,fasciste tra le repubblic'he su.damerican~. Ora, almeno per il momento, il piano è sta,to limitato all'Europa. Ma no-n v'è abcun limite per la ambiziosa meta finale: un artiJcolo in «-Témoi gna9e chrétien» dichti,a,ra .che con il si~ccesso nelle elezioni in Fra,ncia il MRP «prende il suo posto in un gran movimento che copre .tutta l'Europa> e richiede la viUoria del «cwttolici,smo totale». Al momento deila hlberazione il Vaticano ha creduto ,che l'Europa fosse -pe11duta. Un immediato orientamento della sua politica verso l'emisfero O!C'ciDd:ental1e1,serso i 30 rrn.iJUon1d,i ,cattolici de-gli Sta,ti UnUi e del Canadà e i9li altri milioni delle te·rre del sud, dal Mes.sico alla Pa[J(Dgonia, culminò nella cr.eazione dei «cardinali am1wica,ni», con Spellman in testa. Ma rben presto la Santa Sede si persua.se C'he ,le sue ,paure non avev°'.110.f andamento, via via c-he pe,ggioravano le rela-zioni tra la Russia e gli Anglosassoni, menlire il Governo laburvsta ,brita,nni,co ,continiuwa ila politiJca conserVt1Jtric.edi sostenere la monarchia in Italia ed in Grecia e mostron,do così poca fretta di liberarsi di Fra,nco. L'Europa poteva ancora salvarsi. Ma era importante non fa,re a,lcun errore tattico cill'inizio. La sinistra era troppo potente per e~sere provocata da un aperto sostegno del ~atic~no alle formazioni politiohe fasciste, e le ~s-pirnzi_ont delle masse verso una ma1ggione e-quità sociale e democrazia ec•onomica dovevano pure esse-re con siderale. Era ovvio ohe non .si potevano usare per il primo assalto ni il P.R.L. in Francia, nè i Qualunquisti in Italia: i loro met~di e !e _loro connessioni con il mondo dei ,grossi affari ricor davano troppo le vecchie organizzazioni f ~scist_e: Ciò che occorreva alla Chiesa era un Partito piu ete-r.ogeneo, adatto .per confondere il_ popolo, che avesse due ali capaci di attaccar.si sia al!a de~tra -c.he alla sinistra: in bre,i-.e, una organizzazume che apparisse pr~ressiva senza_ es~erlo, od ~hneno senza es,serlo t:roppo. In Italia, il no~e ~t Democrazia Cristiana era ideale. l,n Francia, il su~- no popolare del Moiwement ~épwblicai~ Francais (MRP) aveva anoh'esso i suoi vanitaggi. . Il Partito Democratioo Cristiano in Italia, ~à iL Mouvement Repu,blicain Francais_ in F_rancia'. che rformano con i simili Partiti, di . Belgio e d1 Olanda il Bloc,oo Cattolico dell Occidente al quale - la Spa,gna di Franco ed il Porto?allo di Salazar saranno ammes.si al momento giusto . so,no andati alle urne con c~stp,nte successo in uno strano atteggiamento: per metà conservatore, per metà progressivo. Per cancellare gli odiosi ricordi dei vescovi fascisti (anche in F•roncia, con rare eccezioni, i vescovi erano ,stati tutti dalla parte del Governo di Pétain), e per conquistarsi le masse va.gamente de1nocratiche, essi hanno messo avanti i ncmii di capi ·rispettabili della democrazia cattoli,ca - Maritain, Don Sturzo, Blondel, Dawson - ed hanno ri,su,scitati gli insegnamenti di Leo:ne XIJJ, adattandoti alla tem,peratura dell'Europa liberata. Tutti i isecchi pronuncia,m,enli liberali della Chiesa sono stati serviti conie piatto del giorno, per neutralizzare il sapore Si!Jrmdiwoledel Mes1Sa.ggionatalizio di Pio Xli ,già citato. L'Enciclica «Quadra.gesimo Anno» del 1931 è uno dei testi favoriti. Ma anche in questa Encicli-ca pr.ogre,.ssiva no-i tro-viamo l' a{[ er,nazione che «uno non ,può esse11e nello stesso tempo un buon cattolico ed un vero socialista». Ma la lotta non sarà facile per il Vaticano. In Francia già sta prendendo fo-rma una lotta aspra tra la Chiesa e be sinistre sulla questione della educazione. I socialisti ed i comunisti, dopo il risultabo àeUe elezioni\ dovranno pure acce,ttare dei ,compro.,nessi: ma non potranno giungere fino a permettere che i preti riprendano il controllo antico sulle scuole. Benchè le sinistre e i Democristiani fon.nino i governi di coalizione dell'immediato futuro nell'Europa occidentale, dovranno pure alla fine veni:re a coniflitto nella politica della socializzazione. Il -capitalismo del mondo è in marcia: utilizzando ,come strumento i Partili cattolici, Stpera di divenire di nuovo il padrone dell'Europa. Pio Xli può deplorare il fatto che la Chiesa abbia perduto la classe lavoratrice passando dalla parte dei ricchi. Ma egli sa bene che ad .un momento dato Ja f ra~ione riiaca dei Part-iti cattolici ridurrà i sinistri di tali Partiti ad una pura minoranza: e ,ha mostrato chiaramente che non gli piace mai trovarsi dalla parte di chi perde. Via via che 'il tempo passa, il blocco cattolico most1·erà il suo vero carattere. Pe-r il momento Entrando così nella lotta politica, la Chiesa invita a trottarla c01ne un belligerante. Non può aspettarsi di screditare la controazione delle altre forze politiche risollevando il grido dell' «anticlericalismo» nè il vecchio trucco di denunciare co. ' d' me agenti di Mosi;a tutti coloro eh.e non sono isposto a tollerare ohe il Vatlica1w domini nella politica mondiale. L'uUimo presidente della Repubblica spa,gnola, Manuel A.zana, non era certamente un rosso. Ma quando monsigno1· Tedeschi, Nunzio papale a Madrid, andò da lui un giorno prima dell'inizio della guerra spagnuola a protesta1·e contro un attacco ad una chiesa, Azana ohe considerava · quella .chiesa come un gioiello dell'architettura spagnuola ma sapeva an. che che dal suo campanile era stato sparato su un i dimostrazione repubblicana, gli rispose: «Emi- ,,., _;-Il, certamente voi non sperate cke in una battaglia politica prevalga l'insegnamento di Cristo, eh e colipiti .su una guancia noi pongiamo l'altra. Se la Chiesa vuole non ess.ere colpita nella lotta, basta che si astenga da parteciparvi». J. ALVAREZ DEL VAYO Peter Meyer Una nuova società di classi I Le elassl principati e lnterm~dle Nella .società ~ovielica ci sono due classi principali. Il • posto nella produzione • ed il • rapporto con i mezzi di iproduzione • di una classe consiste nella ,sua assoluta mancanza di potere incltviduale o collettivo ,sopra i mezzi di produzione. Essa non ha alcuna voce isu ciò ohe deve e5.Sere prodotto, o come e dove; come la produzione debba essere -0rgamizzata, i suoi prodotti distribmli, ed i loro prezzi fissati. I suoi memrhri non possono partecipare alla determinazione delle loro condizioni cli lavoro e dei loro salari. Es.si devono lavorare, ubbidire, e viv,ere in povertà. Anz1ohè e.$:Serepaclrnni cl~i mezzi di produz.ione, essi sono la loro a•p-pendice in un .senso più letterale d1 quanto lo siano i loro compagni, nelle democrazie bO'I'gbesi. I loro guadagn,i so.n-0 ·limitati alle cose più elementari ed es.senziali per la sus,,i,stenza, e spesso non arrivano nemmeno a tanto. tbenchè essi mantengano l'i.ntera società con il loro lavoro. Essi sono .gli sfruttati. C'è poi un'altra classe di gente ohe controlla l mezzi di produzione. E' es!.a che decide che cosa si debba produrre, e come e dove ; quali prezzi, salari, premi e parte.cipazi001i debbano essere pagati, e come i prodotti socia,li debbano es.sere distribuiti. Il loro 'POlere di comando sopra i mezzi ed i processi di produzione, ed 11 loro potere di dispO'I're dei i.su-0iprodotti, Mno privi di limiti dal basso, ma .subordinati ad ogni auto.ri,là più alta nella ste...<\Saclasse. In questa organizzazione colletti va gerarchizzala essi controllano i mezzi di produzione monopolisticamente: cioè con l'esclusione di tutti gli aLlr,i .strati .non privilegiali della .società. Essi poi decidono la distribuzione del reddito nazionale, e s'arrogano la -parteciipa~ione del leone. Es.si -sono gli sf.rultalori. Noi sappiamo ora perchè i marescialli, i ,segretari del Partilo, ,i funzionari RObsi. vivano meglio -e più fehceme.n,le: essi appartengono alla classe che controlla i mezzi di produzione. I domestici ed i lavoratori v,ivo.no in povertà perchè e.ssi ai.JParlengono ad una classe che non ha a.ssolutamenlo alClLll -potere sopra i mezzi di prod'lnione. Le diJJerenze « nella .sfera di con,,umo • sono i risultali delle differenze di posiz.io.ne nel l)rocesso di produzione. Il potere politico ai.JPart1ene alla ste.ssa classe a cui appaJ\liene il potere economico : ambedue ono i modi diversi di un unico Tapporlo, sociale fondamentale, quello dello sfrullamealo e della CO Le relazi-0ni tra le due classi sono quelle del comandare e dell'ubbidire, dello sfruttare e dell'e-ssere sfruttati. Fino a questo punto esse assomiglia,no a quelle di ogni aLtra -società d1 cla$se, compresa quella ca-pitalisla. Le differenze cominciano al di là. I capitalisti controUano i mezzi di produzione con il diritto della proprietà privaita; la cla.sse clominan te russa con iJ diritto della ammrnistrazione sociale. Ognuno, nella borghesia, controlla i suoi mezzi di produz.ione individualmente, almeno nel capitalismo cla,s5ico. La classe domi.narnte russa comanda ai mezzi di prodruzione collell1vamente, attraverso 1m'organio,zazione .gerarchica. In una società capilaJislica il lavoratore 'J)UÒ scegliere ù capitalista a cui vendere la sua potenza di lavoro: ma deve venderla all'uno od all'altro, rpe.rchè altrimenti .non può vivere. In Russia la notenza cli lavoro di tutti i lavoraiori appartiene daJl'origine alla collettività degli sfruttatori. NeL sistema capi.lahsta il lavoratore vende la $Ua potenza ,di lavoro temporaneamente e riceve un compenso che consideralo in una media sociale ne ra,ppresenla il valore, me,n,tre 11 capitalista si apl)ropria il .s,uo plusvalore : e la Jinea tra valore e plusvalore Tisulta clelermmata $'Il) mercato !,ibero del lavoro da leggi economiche automaticamente effettive. ,Nella Unione ,Sovietica la potenza di lavoro appa11tiene allo Stato &einza che ~sso la abbia acquistata: la linea tra la parte lasciata al lavoratore e il prodotto in più non è determinata dalle leggi del valore. Essa è spinta in basso dalle volontà di sfruttamento della burocrazia, che sono praticamente ~enza limiti, ed i} sostenuta dal ba.sso, moJ.to irregolarmente, dal pericolo di oolinzione della classe lavoratrice. Forse ci si -0bietlerà che noi alJbiamo semplificato : bisogna anzitutto veder chiaro quali nuove relazioni Jondamentali siano ,tipiche di questa società. Dopo cenloci.nquanl'anni d1 esistenza. n-00 si può trova1'0 nes!.una società capitalistica che consista sollan lo di capilalisli e pro~etari. All'Jnfoori di queste classi fondamentali vi sono cla.ssi intermedie peculian del crupitalismo, e larghi resti dello claissi precapi tali,,-tiche. Fenomeni simili si ritrovano nella Unione SoVletica. Il contadino indipendente e l'artigiano appartengono sopratullo a,i residui delle cla.ssi presovieliche. Essi sono pros,,-imi al tipo del semplice produttore di .beni• della società capitalista, ma, il loro controllo suoi loro mezzi di <produzione e sui L'ESPULSO L'han preso nel cantiere. - Vi ohiamate così e così? - Rispose: - Ohe volete? - - Ve lo direm. - Ma dove mi menale? .. lo non ho i/atto nulla! - Or J,o vedrete. Egli è sceso dal paloo, e quei mostrate gli han certe oarte: - E' tulto qui, leggete. - - Espulso? Ma perchè? .. Voi non sape-te: ho moglie, ho figli ... - E' d'uo.po che partwte. E sono usciti. Ei mormorava: - E' dura vedersi condannar senza motivo! ... - ma la voce più ferma era e più <pura. - L'iàea, la il ede... - Ormai più non l'udivo ma mi parve in quell'ora (oh come oscura!) egli più buono e il mondo più cattivo. LUIGI OAJfPOLONGHI loro prodotti è mollo più limitato. Il loro :numero è relativamente piccolo, e la loro funzione nell'insieme del -processo produttivo resta in$ignificante. I contadini delle fattorie collettivizzate, che formano la grande maggioranza della popolaz1one agricola, -sono d'un tipo misto. In quanto essi Ja-vora!llo per • salari • nel settore «socializzalo • della fattoria collettiva e devono consegnare i loro prodotti aLlo Stato, essi appartengono al • proletario • della .società sovietica e la loro situazione è ana.Joga a quella del lavoratore industriale. In quanto essi lavorano le ,loro porzioni ind,ividuali di ,terra e vendono i loro -prodotti al mercato libero della fattoria collettiva, essi sono •serrtl)'lici produttori di beni•. E&.s1possono dirsi «proletariato -sovietico•, ed in parte • semplici produttori di beni •. Inollre vi sono -strati medi oh~ papartengono organicamente alla ,società sovietica e vi esercitano approssimativamente la .stessa funz,ione della piccola borghesia e della • nuova classe media• neJJa società capitalista. Son questi l'aristocrazia operaia (Stakanov,isli) ed i t~cnici ed impiegali più modesti. Essi hanno delJe entrate maggiori di quelle dei lavoratori, ma molto minori di quelle dei gramdi burocratici. Funzionano come stimolanti ed acceleratori nel processo di produzione, come puntelli 50ciali de!Ja burocrazia e come il serbatoio da cui la classe dominante via via si rinnova. (Continua) Cultura piccolo-borghese Accanto alla .cultura propriamente J:Jorghese esistono in Italia intellettuali più s,pecif ioa,mente piccoli~bonghe,si. Di essi Carlo Marx scriveva: ~Trovasi infatti questµ povera gente - i pie- .coli borghesi - continuamente agitata tra La speranza di arrivare a penetrare nelle file Mlla cla.sse riicca, ed, il timore di esser.e ridotta ne.lle condizioni di iJ7roletari ed eternamente ·po-veri, tra il desùlerio di far pros.perare i pr()ipri intere.ssi ,co~ ,qui.stando un po.sto nella direzione dei ,puhblici affari e la pc.cura di eccitare ,con una opposfaione /uori tempo ie vie del governo, arbitro della loro esistenza, potendo a ,piacer loro allontanare i migliori as,sertori; ed essendo pa,d,rona di pochi e deboli mezzi, iJJOiahè la sicurezza del possesso sta in rwgione di dinetta quantità dei beni posseduti, essa rende la clas,se alla quale appartiene estremamente os,dllante nelle vedute iP0litiche e nei suoi atti. Uonile sottomessa soUo un potente governo feudale o anonanohico, si voLge al liberalismo quando vede .la bor,g.kesia ,progreàire in via as,c,endente; diventa it.Wf1Palrice ed assume i metodi violenti ed impulsivi -dei de-mocratici, a.ppena questa bor9hesia è aflermata, ed assicurata la sua .supremazia; ma subito ricade neU'a,bbietta disperazione rMlla paura, quando vede .che ola classe ohe le sta sotto, la .cla.sse !proletaria, tenta di rendersi indi,pe,:uiente». La .storia degli intellettuali italiani per la sua maggior parte Jia seguito questo processo. Per la i1nmatura f ormazio1te unitaria italiana, non vi ha mooimento intellettuale iohe non ne .sia stato contaminato, ,e 1·appresentano essi la fTTUL()gioraw;a degli intellettuali italiani. Questa piiocola botyJhesia intellettuale si adatta di volta in volta alle s.pecif i ohe condizioni delle forze dominanti e .si mette al loro ooguito, rappresentandone /,a zatVorra e la sua pu,trefa,zione. O,g,gi ,essa è diftlusa SO(praUutto in zone industriali e si rac.coglie sempre in nrandi centri cittadini. Questo si spiega se si vede chiaramente che .la ieuUura piccolo-borghese raippresenta og.gi il tentativo di distri,carsi de.Ua esl])e1'ienza fas.cista, in cui, tras,cinata dalla ,borghesia, Jia rappresentato il suo apparente dominio. Per i 1)61'i ootJ)i. politici fascisti essa rappresentava un peso morto. Il fasdsmo li Ji,a tacciati di dtN,adenti, li Jia gratificati di insulti; pur rimaneva la sua rcultura uf✓i,ciale di GUF e di accademia. Que.sta cultura si StVolgeva ,co-me cuLtura comJ>les,sa,passata attraver.so esperienze e avventure dive1,sissime, ma venuta attraverso il ram.anticismo, e tutta de.dita al culto e a.ll'esaltazione dell'individuo, solipsistica, aristocratica, sde.gnant.e la plebe ,ed il mondo. E' •chiaro re.he questa cultura esasperat,a al grotte&eo presenta U carattere tipico della cultura ·del i9iovane fascista, ma è la radice altrettanto di movimenti assai sert .svoltisi in Italia. Si u1en.si per esempio al lato serio e al lato buffo debl'ermetismo, ,e così ,pur,e a quelli ridicoli o sert dell'esis.tenzialismo. FatVorita da rcerte wffinità i ,più stolti dei ,piccoli 1borgihesi sono apparsi al .centro della cultura nera. Molta parte di essi Jianno mantenuto nei rigua,..di del fascismo a,l potere ttn ati,eig<9iamento indi!fiferente o.h)e si tradwceva in atteggiame-n.ti psicol~ici di solitudine, ironia, di .sdegno e di amarezza. E' -0hiaro ohe essa non ra,p,presentava a,fifatto ·una vera coscienza rdi lotta, ma solo il frutto estremo della putrefazione della classe a cui direttamente .Si a,gganciavano. (Continua in Il pag.)

Bit NOTIZIARIO ITALI-ANO Italia e Francia alla Conferenza di Parigi P,ARIGI: Valida difesa •di Saragat •degli interessi italiani nella questione ,delle «reittifiilhe» oon la F_rancia. La commissione incaricala dai « Ventuno> di esaminare il progetto di .Pace con l'Italia ha ascoltato mercoledì una relazione di Saragal, _presidente della «Costituente> sul tracciato delJa frontiera franco-italiana. Saragat ha dichiarato che l'Italia farà lutto quanto è iu suo potere per riconquistare l'amicizia della Francia, e che a questo &copo è pronta a sopportare gravi sacrifici. Dopo aver dello che stù versante francese la profondità delle montagne è quattro volte maggiore che non sul versante iL_aliano e che strategicamente parlando, questo vuol due 'tma garanzia assoluta di sicurezza, ha dichiarato che il governo illaliano accetta le rivendicazioni della Francia sul Piccolo San Bernardo, le vallate della Tine e il monte Chamberton, ma re&-pinge quelle nguardanli il Moncenisio dove si trova uno sbarramento idroelellrico indispensabile all'Italia, nonchè l'annessionè alla Francia dell'alta vallata delfa Roja, con Tenda e Briga. In questa vallata la lingua universalmente parlata è l'italiana e v1 si troJ vano importanti officine idroelettriche che l'Italia non _può cedere senza compromettere il rifornimento d1 energia del Piemonte. Anche i comuni di Olivello e di San Michele, nella :bassa valle della Roja dovrebbero es&ere lasciati all'tltalia. Il governo italiano è disposto invece a ce- ~ere alla Francia la galleria Nizza-'Breglio. -Saragat ha concluso dichiarando che le rivendicazioni francesi sull'alto piano del Moncenisio e l'alta valle della Roja, non sono giustificale da alcuna con- &iderazione economica od etmca. Il ,delegato francese Mouttet sostiene il punto di vista francese. Il delegato francese rispondendo, .si è detto sinceramente contento _per il tono e lo spirito della relazione del nostro compagno Giuseppe Saragat, soggiungendo di avere la convinzione dell'utilità e dell'importanza per l'Europa se l'Italia democratica potrà ritrovare il po&to che le spetta. Moultel ha poi osservato che le nvendicazion~ .france.si nei confronti dell"Italia .sono mojeralissime; ha soggiunto ohe agli occhi della delegazione francese le considnrazio01 di ordine militare e sttatr,gico non hanno che un valore secondario poichè la Francia è convinta della necessità di coslrulre la pace &u sa:de ba.si. Varianti al preambolo del nostro 1rattato di ,pace. Il quarto capoverso del preambolo al trattalo di pace resta pertanto così definì lo : « Considerando che, dopo il dello armistizio, le forze armale italiane governative e del movimento della Resistenza hanno preso una parte attiva alla guerra contro la Germania, che l'Italia ba dichiarato la guerra alla Germania il 13 ottobre 194.-3, e che e a è perciò divenuta cobelligerante nella guerra contro la Germania•· Un'allra variante proposta dall'Australia, e questa al capoverso 5.o, nella quale si aHerma che il traltato vuole essere « conforme ai principi di giustizia• è stata approvata all'unanimità, meno la Jugoslavia che questa volta ha votato contro Un secondo emendamento australiano, che mira ~ ncordare ai Governi vittoriosi i diri lli umani delle minoranze, poichè dovrà essere introdotto in tulli i cinque trattati, sarà preso in coni,iderazione dopo che tulle le commissioni lo avranno esaminalo e approvalo. La Jugoslavia vuole anche un miliardo e trecento milioni rdi dollari dall'Italia La Jugoslavia ha annuncialo di voler presentare, quando si discuterà l'art. 78 del trattato, un emendamento secondo il quale l'Italia potrebbe entrare nell'O.N.U. solo dopo che il trattalo di pace che ci riguarda sarà stato ratifica lo dai Pae&1 vinci lori. .Risulta a11che dagli emendamenti presentati dalla deleg:i.zione jugoslava che a Belgrado si prelanderebbe dal!'Italia il _pagamenlo di un miliardo e 300 milioni cli dollari a titolo lt rip1razioni· cioè 300 miì10ni in più della i,omma. t:hiesta dalla. Russui ai suoi cinque ex-nemici prn.,i i!lsiE>me. All'uopo lrL Jugoslavia chiede,cbbr 11ll'Ita.lia allrez1.::1.ture i!lduslriali, f19tta mer::ant:'e e l'eccedenza delle riserve auree della Ba.'l~·:1 ù"Ita.lia.. Divergenze per lo statuio di Trieste fra la Russia e le altre tr1: grandi ,poten,ze. Dn vivo tontraslo si è mau.ft>stato lra la Ru&.sia ,Jf un !alo e le ::i.:tre \re grandi Potenze dall'altru nella reiazione presentata oggi dalla soltocommt.:lsione pE'r lo statuto .:1 Tries,f Ne risulta che la Russi?. ha re-,pinto 20 dm :u articoli dello statuto p;:oposti dagli angloamericani. mentre la Francia ne ha accEllato 28 Il dis»enso verte soprattutto sulle zone portuali speciali che i russi vorrebbero c:-eure per gli ilaliani e gli jugosla.vi, mentre gli allri reciamano una completa internazionaliuazione. Va segnalalo rnfine che il Comitato di i.iberazione della Venezia Giulia ba inviato alla. Conferen.:a un memoriale in cui propone che tutta la Venezia Giulia, incluse Fiume, Cherso, Lussmo e Zara, sia suddivisa in cantoni autonomi, sul tipo &vizzero, e che l'Italia e la Jugoslavia esercitino i diritti di sovranità su quei cantoni in cui le rispettive nazionali là siano in maggioranza. ASTI : I rPartigiani rientra-no nella le-galità. La protesta dei partigiani è fimta. Protesta, non rivolta, come hanno concordemente affermalo i capi ciel movimen lo, parlando dal balcone del :.\lunicipio di Asti. Il segretario provinciale dell'A.N.P.I. Alfredo Ros&o, ba letto un comunicato sottoscri lto da lutti i capi delle formazioni partigiane che hann<. partecipalo o aderito al movimento; questo comumcato, firmalo anzitutto da :Moscatelli a nome del Comitato nazionale dell'AJ .IP.I., dovrebbe essere considerato decisivo da lutti i partigiani che nei giorni scorsi, per solidarietà o sull'esempio di quelli di Asti, hanno ripreso le armi. Non è un allo di capilolaz.ione, p:ia un alle&lalo di fiducia al Governo. Dice : « I comandanti partigiani delle varie zone, preso allo del comunicato odierno diramalo dai rappresenlanli dell'A.N.P.I. nazionale e provinciale, mentre riconoscono pienamente giuste le richieste avanzale presso il Governo repubblicano a favore dei comballen li della libertà, dei reduci e degli ex-internali, pur sostenendo con la loro profonda fede la causa che ha provocalo iJ movimento cieli'Astigiano - che con oggi è cessalo - invitano lutti i partigiani a rientrare nella massima disciplina alle loro famiglie, nell'attesa fiduciosa di una sollecita soluzione delle rivendicazioni avanzate•· Armando Valpreda, che ba capeggialo la manifestazione di protesta, è un giovane di 23 anni . Dopo 1'8 settembre, diresse una squadra S.A.P. e _poi .si diede alla macchia svolgendo in provincia cli Cuneo compiti di alta responsabilità tra le formazioni partigiane • G. L. • (Giustizia e Libertà). Tra gli episodi che lo distinguono, si ricorda l'eroico salvataggio di un Francese • maquis•, caduto ferito nelle linee tedesche. Armando ha parlato nobihnenle: e ~oi rienlriamo nella legalità ba esclamato, e la sua voce era piena di commozione - non per paura cli rappresaglie, ma per coscienza. Abbiamo capito ohe la nostra insistenza sarebbe stata scambiala per un tentalivo di comballere il Governo democratico, di sabotare cioè la villoria del popolo. Noi rientriamo disciplinali alle nostre case, nella certezza che il Governo manterrà le sue promesse. Il nostro non è stato un gesto di sedizione, ma un appassionato appello dvolto a chi ha il dovere di soddisfare le nostre legittime richieste •· Moullel difende l'opinione del go,·erno di Parigi per quanto riguarda il Moncenisio, o~ervando che per quello che concerne lo sbarramen lo idroelettrico la Francia si ò accordala con l'Italia per il controllo tecnico e la ripartizione dell'energia. I! .governo di Francia. che non vuol privare l'Italia dell'energia che le spelta, ha d'altra parle l'inlenzione di costruì re in quesla zona un altro sbarramento ohe utilizzerà le acque del versante francese. Rltornia1Do allo spirito di Marx Nuovo riconoscimento all'Italia oonfrastato dalla sola Ju;goslavia. La «Resìsten.-zaitaliana è un ,fatto» dice Viscinski. La commissione politica lerrilonale per il trattato di pace con l'Jtalia. ha ripreso a discutere sul preambolo del noslro trallalo. L"Olanda proponeva due vananti: primo, che fosse reso omaggio alle forze italiane delia re.sislenza, ciò che invece nel te.slo originale era sollaciulo; secondo, che fosse ricordalo ohe l'Italia il 15 luglio 1945 ha pure dichiarato guerra al Giappone. Viscinski, per l'Unione Sovietica, ha dichiarato di riconoscere l'opportunità di ricordare la partecipazione delle forze volon lari e e popolari alla lotta di lil:ieraz.ione, e cli associarsi quindi alla prima parle della proposta olandese; ma di ritenere inutile la seconda aggrnnta, perchè l'Italia nulla Ieee contro il Giappone. Poichè anche il rappresentante della Francia si è dichiarato della. sle&sa opinione, il delegato dell'Olanda ha conservalo il primo emendamento e ha ritirato il secondo. Anche la Gran Bretagna e gli Stati Unili hanno approvalo quindi l'aggiunta proposta dall"Olanda. Non così la Jugoslavia, alla quale pareva ohe, con l'emendamento olandese, la responsabilità dell'Italia nella guerra di aggressione reslas&e un poco troppo ammorbidita o soffocata da altre benemerenze. Ma Viscinski si alzò a questo punlo a dire che la verità è una sola, e che siccome il contributo della Resistenza italiana alla guerra è un fallo mcontrovertibile, ò neces,,ario riconoscerlo; la iRussia, egli disse, è •ben decisa a metter in rilievo così i meriti come ìe responsabilità dell'Italia. E quindi, lo jugoslavo essendo ammutolito, la prima parte della proposta olandese venne àpprovata alla unammilà, a&lenuta la Jugoslavia. Cultura piccolo-borghese (Continuazione dalla 1 1pag.) Questa deboLezza ha agevolato molti a non essere fa:&cisti. Alouni di essi hanno visto così il fascis-uw come 4:Un m(]Jlemorale», i migliori riuscivano a ,condannare ,borghesia e fascismo come malattia morale. E' ,chiaro che questo è un limite di posizione ( che il fascismo sia un male morale I o a,f!erm,ano anCJhe cattoli.ci e idealisti). Gli intelLettuali piccoli ·borghesi sentono ohe ,la loro opera fallisce: credevano che si possa cambiare il mondo con uno slan,cio morale e trovano così un mondo che di poco è .cambiato da quello che era. Moltissf1n_i di essi sono trascinati all'estremo di questa deriva: si pensi ai poeti u1Niciali italiani. Si ,pensi che questa culburn raggiunge ,/orme di sottile raffinatezza sino ai ra,cconti e romanzi di Ahberto lvloravia. Ma la cu,llura piccolo..,borighese presenta soltanto squallore e disfacimento. Questa cultura «in crisi» è solo il turbamento del piccolo borghese: non ra,p.presenta la ,crisi italiana. La sua «crisi cronica» è solo una crisi a,pparente: è solo la consegf.nza d,eUa crisi del[~ società italiana che i $VÒJ-. e r11 Ua Lotta tr( b~·g]i!fsyi,re pro~ ·i.{1,{.(r. Vent'anni fa, 6ulle colonne di questa Rivista, io lanciavo rappello per un ritorno a. Marx. Ero allora molto giovane e parlava in me l'enlusia&mo per gli orizzonti nuovi che il pensiero di :.\Iad!--é C11il):l,OdiO ,sdhi1tdere ne.J.le menti dei giovani, per i moti che SI.IS<)ita nell'animo di chi si volge olla reallà storica e sociale con il proiposilo di pénelrarla. :.\la quell"enlwsiasmo non rawre.sentarva il 6egno dell"ine.speri<::nza dei miei ventidue anni, ern al contrar io il frutto di osservazioni e di esperienze }Jel'l5ona.li: era la. rjrbellione contro la outltu,r.a rpura. monle letteraria delle no.slre souole medie e degli ambienti inlelletluali dello. provincia, era la· reazione naturale e consaipevole contro coloro che parlano di politica e ohe fanno la ·polilica, senza un9, adegualù 11)1'€\parazioneeco.nomiica, SIO'Ciologica e "&torica. -:Kell'amtbiente in -cui vivevo fiamlmeggiava di luci ancor vive la grande tradizione classica dei nostri mruggiori e nobili mae.stri. che focevan risuonare nei noslri spirili la poe.sia di Grecia e di Roma. :.\Ia la storia era filologia ed agiogr.'.llfia, la. filosofia (a IJ)'arte qualche eccezione) ,si esa,uriva in definizioni e in imparaticci .sen7At ardore <li fode e lrnce <li pensiero; diritto, economia, soc.iologi,1, erano assenti. ~ulla della "Vita che ,pulsava intorno penclra"Va nelle aiule gelide che non fo&<Sepalriotli- ,smo (il patriotti,smo a buon mercato degli zelatori della patria e del re) e cattolicismo farisaico, intollerante, setta.rio, ohe con,sacrava ,a Dio l'ordine costituito della iproprietà e dello Stato. Parlare di ,s-Oienze sociali in quest'ambiente ,significa'Va parlare una lingua sconosciuta. Io a,vovo d()IVUlOrompere violentemente parecchi veli, abbattere idoli e pregiudizi, rper av,rirmi la via a <:apire gli uomini, la ..-,ocielà, la storia. S'intende che avevo 'Potuto valutare da vicino le forze antiprogressive della nostra cultura. Le panune roloric.he della roonanilà, le elegie della pace ,sociale, della famiglia, <lolle tradizioni civili e domestiche non 6ono runa praiva invenzione del fascismo, ma Jc espressioni spontanee di un •popo. lo economicamente arretralo, in cui vi•vono ancora le memorie di un ,grande passv.to ed i ricordi di un.a .sublLme poesia. :©ppure quosle cose nobili e gentili hanno contribuilo a preparare l'atmosfera inlelletluale del fascismo e continuano ad annebbiare le menli degli italiani delle nuove genenzioni. tKon si interpretino a roves,cio queste mie parole. Io non voglio escludere i ,poeti e i letterati dalla mia repubblica. Tlo grando rispetto ed amore per c0,:,loro, quando mi danno dell'arte <Vera, della 'Poesia vera, ma li ,slill11o<lanno-si, quando •pretendono di risolvere i problemi jpolilici e q)ralici con un canto di Virgilio o ,con una .slrod:a di Omero; quando credono, con lborio6a aria di sufificienza, di po. ter dettar legge nelle prosaiche co~e di questo mondo sol perchè si ,sentono ndbililali dal bacio delle ~Illòe. Un~ delle piaghe d"Italia è stata ed è la retorica, il trattar da retori la Bloria. l'economia, la politica; la 'Prele.;a di risolvere i ,problemi pratici con le ideologie. senza ,cono.sceme i dati concreti. La retorica in politica. ò faciloneria, ollimi.6mo ingiustificato, ignoranza dei fatti; si traduce in inerzia '1 ce 1 in impotenza 'Pratica. Tutti i movimenti reazionari e conservatori hanno intere-se ad incoraggiare la retorica, pe1chè questa prezenla ai ;;udditi run mondo fa,lso ed immaginario o alloniana dallo stiudio delle condizioni reali, ~tudio generatore di critica SlJiperalrice. Il consel'vatore non 1 vuole che si 6ap,pia che il popolo soffre e perohè sotfifre, non vuoJe che appariscano i delilli, gli errori, le colpe dei celi dirigenti, .non vuole che ,si dimostri l'inumanità delle istituzioni prc.;,enli. Il conserv~tore sa ohe il suo regno non è saicro, ma dooidera ohe il 'Popolo creda che lo sia. Per que,sto protegge, aiula, sovvenziona i retori, che oscurano la visione effettua.le delle coòe. ~Ia, ,purlroa>po, anche dalla parte oppo,sta, dalla parte democratica, non mancano gli incoraggiamenti alla relori<:a menzognera. Le ideologie politiche divengono veramente costruttive solo negli uomini che sanno anima1,le con la conoscenza dei problemi concreti. Per lo grandi ma&Se le ideologie hanno avuto rfinora il compilo di portarle alla ri1balla della 6loria, su.sciiando nel loro animo un ifermento in.so. !ilo di interessi, di passi on i, di as•pirazioni. Ma la volontà di ascendere deve tra&formarsi, ad un certo punto, in -capacità di ri·olvere i rp-roblemi concreti della eua rviLa.a..;;sooialla. ~fon ,brus~a la passione e la fede, occorrono l'intelligenza o la pre.parazione. Il eocialisia che rimane nel campo della pura ideologia, c11e si limita a criticare il mondo a.lluale e od aiflfersmare tla nooe..~ilà della r.iivoLu.zione, ri- .sohia di diventare un retore qruando astrae della reallà concreta o dai sruoi vitali problemi. Oggi i popoli non attendono dai socialisli soltanto il ,verbo nuovo. Quel ve1ibo nuovo è ormai diffuso. Oggi si tratta di dare prove di ,ea,pa,cità. Se la.li prove mancheranno, ci saranno ancora delfe sosle o dei ritorni reazionari. Di fronte a tale imipellenle richiamo de.Ile cose io pen·o cl-lo tsia necos.;;a:rio, per i l5ocirulisli di Lutte le ,gradazioni e tendenze, •UJl riaooostamen1o ,aJ.J,ospirito di :.\farx. Xon .si tratta di ri,prendere quoolo o quello c.hema, di sce1,vellar- i per dimostrare la correttezza <li queak-i o quella proifezia, ma si trat. la di impadroni1\si di un metodo peouliare, di formar-si ,una determinata menlalilà, di 1Lbbidire ad un dato orientamento, di darsi una particolare ClllLura. Si lralta di intendere la, reallà storico-sociale, senza lasciar.si fuorviare <l,aquelli ohe il Pareto chiamava i residui e le derivazioni. Si tratta di in. trodurre la c0Jl.611pevolezz:\ pacala, fredda, serena, disinteressala dello scienziato accanto alla. calda passionalità del credente. Bisogna diffidare del mondo nel quale viviamo, occorre armar i ,contro le .sue IMing:he e le sue mu ioni, bandire i facili ottimismi, considerare come nemiche le idee di S-uccc.s.::;iottenuti a. buon mercato, Gonza soilerenze. senza lotte, onza sacrifici. Questo significa anche armarni contro 6e &lessi, aiprire un proce.sso di critica e di 1evi-ione della pr01)ria mentalità e della propria cultura. Il fa- .scismo ha lascialo una triste eredità che è slata una delle cause mag,giori della rovina. del pae.;e: J"improvvi.sazione. Gerarchi improV'Vi6ati, podestà improvvisali, generali improvvisati, prefetti, professori, tecnici improvvisati. Un abito e 1Ln titolo che, da un momento all'a.llro, creava una competenza. Il giornalismo italiano <lei ventennio ha ra'Ppresent.alo l'espre.s;ione pjù lang~bile di questa degenerazio11e del costume, di quoolo prevalere della retorica. inteoa come falsa o poetica ra,ppresenlazione della vita. Ed ora? Distruggei e il co,slume d"un colpo è impos-:,ibile. Bisognerebbe almeno non alimentare la. mala pianta. Invece il concime per que.;ta si getta a mo.nate. Ricordo benissimo c0c5a signiificas.se parlare e scrivere di ,;;ocialismo durante il ventennio lrascorbO. Ricordo le difficoltà ohe incontravano quei pochl&oimi giovani, che intendevano ,,ludi.are seriamente, per trovare il materiale ed orientarsi. Ricordo come il .socialismo affiorasse attraverso le stavaganze delle teoriche corporativistiche, in. farcito, .sviMlo, o.s<:uN1lo da queste. Ora J"Itolia ri-,;uona di mille voci professanti e in.segnanti il socialismo. Ma è p0c5sibile, mi domando, che in <lue anni \Si sia format.a tanla. cultura? Bi.;,ognerebbe concludere che il fascismo ha .saputo "Produrre un miracolo (benefico nello spirito dogli italiani. La verità è un'allra. La delusione e il risveglio amaro hanno .provocato una reazione che fa oscillare il pendolo verso il polo opposto. ~folti giovani educali dal fasci,;;mo si son.o -,,vegliali un giorno democratici e socialisti inco1IBUpovoli. ~fa quanto corporativismo c·è ancora. dentro di loro! Perchè il movimento a onda non continui occor- .re che si realizzino almeno due condizioni: da una parte ohe si formi la ,vera cultura 6ocialislico; dall'altro che i sociali li diano una prova di capacità effettiva nella soluzione dei problemi ,pratici che assillano O paese. Ci ri'llòciranno? Certo oggi ei trovano di lronle a,d alcuni ostacoli poderosi: primo ifra tutti il ,permanere della veoohia improntitudine, ùlimentala dalla smania di arrivare e dalla facilità di trovar credilo per mezzo di una qualsia.csi tes.sera. Ecco il motivo primo del nostro richiamo a :.\farx, all'amore per la vita dura, a!La disciplina interiore, alla fatica ,pers0Verante, alla pazienza. di chi sa aspe!la.re. Ecco la r.aigione delres,ame di coscienza cbe ,gli inlellettuali soci.alisli dovrebbero imporsi <:on il proposito <li diventare ,severi con se stes.si e con ,gli allri. E' domandare troppo? Fo,r,se. ~fa è indispensabile -per vincere, i])er proseguire la marcia ascendente ,senza nuove cadute. Oggi cozwno nel mondo 60cialistico due mentalità op-poste: una vede tutti i problemi in funzio . ne della politica, orede che dal gioco delle ar:i politiche possa usci,re la magica soluzione dei problemi concreti della vita; un'altra chiede la preparazione 1tooni<:aiper ai.&r.vcmtaretoli iproblemi. La, rprima è la legittima, erede del c1·edo del fa.;cismo; la 6cconda discende dallo spirito vero dei grandi fondatori del socialismo <5'Cientifi'co. Coloro che ammellono una -totale palingenesi della -società dopo un calao1isma di oaratlere cala- -strofico, possono anohe pensare che, a poco a poco, dopo sacrifici immensi. i nuovi abitatori de] mondo potranno aver modo di formal'6i tranquilla.- mente una capacità e una competenza, 6eoza pericolo che la reazione tragga vantaggio dalla loro inesperienza iniziale. :.\fa. in una rappresent.azione realistica della storia. quale ~Iarx la intendeva, le cose appaiono molto più comple.sse e difficili. Oggi 'P0i che q,uasi lutti i socialisti (dico sempre in sen.so generico, comprendendovi anche i comunisti) hanno accet~oto la lattica legalitaria, oggi •bisogna rendersi ben conto che, se i socialisti "Vorranno "Vincere, dovran. no dimostrare almeno tanta capacità quan~a ne hanno i loro avversari. Gli eventi dolla 6loria recente "dimostrano, in mcxlo inequivocabile, che lo masse, a lungo anda,re, abbandonano i partili che non sanno risolvere j prohlemi pratici della vita quo'idiana. Quindi la lolla fra i partili diventa lolla di capacità, lolla di qualità, non solo di numero. I partiti socialisti soggiacciono ancora all"illusione quar.anlotlesca dell'azione di piazza e quindi pen6ano che i.I numero costiLui-sca runica forza. L"osp-0rienz.a ha dimostrato che pochi scienziati chiu.si in un gabinetto possono 'Produrre for:z,e incommensurabili. Bisogna dunque unire la mas-sa ,all'intelligenza. ~fa l'intelligenza è qua-si sempre, in maggioran. za, dalla pa,rle dei potenti. Bi6ognerà che i 'Partiti di ma~sa cerchino di creare nuove oop.acilà e di attrarre quelle esistenti. Ecco perchè anche da queslo lato. io auspico i.I 1·iaccostamento allo spirito di 1farx. Uno dei p.rincipali meriti di !,ui consi-le nell'aver rovesciato la comune opinione dei valori sociali: nell'aver posto la società innanzi allo Stato, l'economia avanli .a.Ila politica. La conoscenza delle materie economiche è indispensabile per i ·ocialisli. Rapp,re.senta un·arma di combattimento, di cui non si può f.a,re a meno, anche dal punto di vista strettamente politico. Vincere sul terreno economico signitfica conqui6lare o mantenere il ,potere. Queste cose io dicevo in breve dopo la liberazione ad un amico che occupa un posto eminente nel P.S, Le stc.s.se idee vedo ora nobilmente illustrato da Corrado Barbag.allo nel <Corriere d"Tnformazione> del 30 gennaio. di paradosso di un partilo a fondo iprincipalmente cconomico~ociale, nel q,u.ile .a6sai .arretrata è la maturità in fatto di prdblemi di lal natura, è palese - lamenta il Bar1ba•gallo - anc.'he nella formul.azione dei programmi relativi, che i .suoi dirigenti ~ogliono preparare per la di.scu&Sione nei convegni nazionali, i quali per allro finiscono por non di~correrne affalto. La sgradevole conseguenza è sempre quella: il contrasto fra ciò che l'opinione 'Pubblica. si .aspettava, di cui a<Veva,ed ha, a•ssol,ulo bi.sogno, e la pover:à di quello che è stato ipos·ibilo Olfifrire in ,pasto alla sua fame>. Il Partito Soci<llista annovera nelle ue file molti braivi empirici, capaci di reggere one·tamenle UJ1a piccola ammin;,:;trozione coi erilori di un buon -pacl.re idi lfamùglia, entro indil'izzi dati. Questo non ba. sla a funzioni di governo o a compili di rinnovamento economico. Ci V11olouna preparaziono scienlufica e tecnico. Per un 1Socialista non ba,slu ancora. Bi·ogna che tale preparazione s"inquadri in una visione torico-economica, che solo il marxismo, nella 6Ua genuina e·pre6Sione, ·può dare. LUIGI DAL P A~E \

Cronache dell'Emigrazione Italiana Zurigo ,,Scuola libera Italiana'' Pare a noi che la collettività italiana di Zul'igo non abbia considerato con la necessaria serietà e attenzione il problema dell'educazione dei giovani ai qua1i va dato quel tanto di istruzione che valga come addentellato fra loro e la grande realtà deUa nuova Italia che non deve e non può es ere d•imenticata. La «Scuola Libera Italiana» è stata fondata a ZUTigo nel settemibre dell'-anno 1930 con il proposito di educal'e i tfigli dei lavoratori italiani al culto e alla volontà eifettiva della pace, della giustizia sociale e della fraternità internazionale, gottraendoli alla neJasta influenza della scuol,a fascisba, controUata dalle autorità consolari; cuola oasoista per la quale i ragazzi dovevano essere i futuri soldati nei quali era necessità inculcare l'eccitazione e lo s,0iluppo dell'orgoglio na2'Jionalista, gli istinti della soprafifazione e il culto della guerra. La «Scuola Libera Italiana» è quindi un.a istituz,ione che corrisponde a cs•igenze che la nostra comunità non può trascurare. Le materie d'insegnamento della «Scuola Libera Italiana» sono tre e precisamente: la lingua, la slor-ia e la geografia italiane. L'insegnamento della lingua e della geografia J1a una importanza rpratica che tutti conoscono e su cui riteniamo Jnutile •insistere; l'insegnamento della stori,a - nel quale la Scuola si propone soprattutto di evitare la ripetizione pappagallesca delle stomaohevoli menzogne cor~igiane della stonia U!fficiale - ha una particola re importanza per il raggiungimento dei fini umani e civili che sono propri della Scuola. I ragaz7.ii che sono stati educati alla «Scuola fascista» ohe insegnava la storia nazionale con il presupposto che l'Italia di :Mussolini era l'erede dell'antica Roma e che aveva una « missione im,per,iale» da svolgere, sono diventa ti i portatori natul'ali dei pregiudizi e dei rancori nazionaliistici che hanno sconvolto la pace nel IDondo. Lo svolgimento dell'attività della «Scuola Libera Italiana» costa del denaro ed è per questo motivo ohe non può essere completamente gratuita. Ma la tenue quota che la Scuola domanda ai suoi soci (fr. 12.- all'anno come minimo) non può essere per nessuno un o tacolo insormontaibile: è certamente meglio fare un piccolo sacrificio piuttosto che trascuraTe l'istruzione dei propri bambini. Non facciamoci illusioni, se per mancanza di comprensonc e per in piegabile leggerézza di chi dovrebbe ostenerla, la «Scuoia Libera Italiana» doves e mancare al suo scopo naturale, è bene che si sappia ohe ci sono già coloro i quali sono disposti ana più ambigua delle O'enerosità per far rinascere una scuola che b . . sarà uno strumento di penetrazione nazionali tica, nel senso negativo del termine, e di corruzione dell'animo dei no.stri barolbini. Per informazioni, iscrizioni, ecc. rivolgersi al siO'. Domenico Armuzzi, presidente della «Scu;la Libera Italiana», Zurigo, Militarstra.sse 36. Greneben Il Sindaco di lllllano celebrerà la Repubblica Italiana Fra la collettività italiana di Grenchen, è vivissima l'attesa per il grande avvenimento che si preannuncia. Infalli dobbiamo riconoscerlo, questa attesa è gi-ustiiicatis.suna, perchè domenica 8 !>ettembre sarà fra noi il compagno Antonio Greppi, sindaco socialista di 1Iilano. Il compagno Greppi, è oramai conosciuto in !svizzera, quasi come lo è nella capitale lombarda. :\fon c'è italiano di Zurigo, di Ginevra, di Lucerna, di Lugano ecc. ecc. che non sia accorso a sentirlo, durante le sue frequenti scappale fra noi, chiamalo !>oprallulto dall'insi lenza e dall'affetto del compagni socialisti che gli vogliono sinceramente bene. E il bene è in ()uesto caso mollo ben riposto, percl1è Antonio Greppi è vicino oprallullo con il cuore all'emigrazione italiana. Il suo amore però si allarga a tutta la Svizzera, che lo ha visto profugo nei momenti più torbidi della vita del nostro paese. Il compagno Antonio Greppi da molli anni è militante attivo del Partito Socialista Italiano. E'· stato membro della direzione del Partilo Sociafota Unitario. quando Giacomo }Iatleolli ne era il segretario. -ei lunghi anni della dittatura fascista ha svolto una preziosa attività clande~lina in seno al Centro Interno de: Partilo Socialista italiano. Xominalv sindaco òi :'.\Iilano dal Comitato di Liberazione Xazionale è stato riconfermalo all'alta e meritala carica dal popolo milanese, nelle passale elezioni amministrative. * * * La manife!>lazione che è stata organizzata dalla •Colonia Lihera Italiana, dal •Partilo Socialista Italiano•, dalla cLega dei diritti dell'Uomo•, sezioni di Grenchen e dalla •Colonia Libera Italiana• di Bienne, avrà Juogo domenica 8 settembre. Tutti gli italiani e i simpatizzanti di Grencben, di Bienne e delle località circonvicine sono cordialmente invitali a partecipare a questo importante avvenimento. La Sezione Socialista di Grenchen del Partito Svizzero, ha dato la ua adesione. Abbiamo anche i! piacere di poter annunciare di avere fra noi alcuni membri della Commissione Eseculi va del Parti lo Socialista Italiano in Svizzera e il compagno Furrer sindaco !>Ocialista di Grenchen. Il programma della manifestazione sarà reso pubblico allra\·erso la distribuzione di manifestini. Per informazioni e schiarimenti rivolgersi al comitato organizzalo!'e, oppure ai compagni Boffini, Alloé, rolpini ecc. Necessità dell'epurazione (Intervista con Il compagno On. Luigi Zappelll, Deputato alla Costituente) E' permesso? Avanti ... avanti .. ! - abbiamo risposto noi. E' stato così che il compagno Luigi Zappelli, sindaco di Verbania e deputato alla Costituente è venuto a trovarci in redazione. - Come mai, qual buon vento ti porta, come sta.i, come è andata, già, è da un po' di tempo che non ci si vede, dal mese di febbraio, a Roma, ti ricordi? - A propo.sito, mi pare che ci sia una fattura al tuo nome; vediamo un po', opuscoli «Collana Liberare Federare», ti sovvieni? - Come; una fattura'? - ~la sì, in data di qualohe anno fa, ancora da quando ti trovai a Losanna. Anzi ti pregherei cli passare dal nostro Amministratore; sarà contento di vederti. Zappelli sorride: - è in questo modo che qui si ricevono gli onorevoli? -. Ridiamo tutti insieme. * * * Bene, bene, onorevole Zappelli; vuoi raccontarci qualche cosa sulle tue ultime esperienze amministrative in quel di Verbania e quelle nuovissime della tua attività parlamentare? 11 compagno Zappelli non è d1accordo; se intervi ta ha da essere, egli vuol parlare dell'emigrazione italiana in Svizzera alla quale partecipa ancora con il cuore e con la mente. Voglio parlare, egli dice, del nostro Partito, delle «Colonie Libere», delle Autorità Consolari, della loro funzione rispetto alla nuova realtà italiana, ma questo lo farò in un prossimo articolo che sto preparando. A proposito qual'è la tua opinione circa le autorità consolari it,aliane in Svizzera? La mia opinione circa le autorità consolari In Italia tutta la burocrazia è infeudata e conserva la negativa mentalità del passato, che oggi può essere intesa soltanto come disfatti mo. Dalle più alte cariche a quella dell'impiegato della prefettura è tutta una grande miseria morale e spirituale. C'è l'a saluta necessità cli gente nuova per il rinnovamento delle istituzioni e delle amministrazioni del nostro paese, per far si 0he sia possibile quella rinascita che noi desideriamo. Qui potrei incominciare a dire qual'è il mio pensiero circa le autorità consolari e la diplomazia italiana in Svizzera. Come volete che le cose per l'emigrazione italiana in Svizzera vadano bene se a Berna in qualità di ministro dobbiamo sopportare ancora que.l facilone del .signor Berio e la lunga schiera di quel funzionarismo consolare che fu, già fascista e .squadrista, salvo esclusion fatta di qualche ca o eccezionale. A liberazione avvenuta sarebbe stato necessario licenziare tuùta questa compagnia e assumere gente sincera e di provata fede democratica. Invece, guardate un po', a Berna, hanno mandato il signor ministro Berio, e a Losanna la buona anima del signor Console Carbonelli amico personale e fedelissimo dipendente del ministro sopranominato. (Per non parlare che di quelli conosciuti, purtroppo, da me personalmente). Qual'è il rimprovero che muovi sostanzialmente alle nostre egregie autorità rappresentative? Il rimprovero primo è quello del sabotaggio continuo nei confronti delle «Colonie Libere Italiane» che si vorrebbero asservite ai conaola,ti, sabotaggio che si concretizza con l'appoggio incondizionato a tutti gli ex fascisti, notoriamente ricchi, in barba ai nostri compagni lavoratori che hanno lottato per liberarsi dal vincolo nefasio dei consolati fa- , a CO scisti, stringendosi appena è stato possibile intorno alle «Colonie Libere» e al Partito Sociali ta italiano in Svizzera. Sarà necessario soprattutto veder chiaro in quella brubta faccenda ohe è stata la nota verbale fatta a nome del nostro Governo, al Governo ,Svizzero. Vergognosa e incomprensibile protezione data a persone non degne ohe in regjme repubblichino hanno continuato a rovinare il nostro paese. Sarà utile sapere da chi .fu suggerita e se sarà del caso il gruppo dei deputati appartenenti all'emigrazione ~taliana d<illa Svizzera porterà la questione alla Costituente. La nostra influenza potrà e saprà essere decisiva in molte circostanze. Chi vivrà vedrà, • e riderà bene cihi riderà in ultimo dice quel tal vecchio prove1,bio. E' da considerarsi anche !'.appoggio concreto che l'emigrazione riceverà indirettamente con l'assunzione del compagno Nen~i, a ministro degli affari esteri, subito dopo la rfirma del traùtato di pac3. Senza contare poi le simpatie dei ministri socialisti legati da motivi aJfe1:tivi alla nostra emigrazione. Poi dietro queste pedine avanzate rientra nel nostro gioco, l'influenza di tUJtto il Partito Socialista ohe si sentirà direttamente interessato in •tutta la que tione. Bisogna riconoscerlo; c'è una necessità assoluta, per il decoro della Repubblica Italiana in Svizzera; è quella dell'epurazione della burocrazia consolare. Mi domando cosa ci stanno a ,fare nei troppo ospirtali uffici consolari, gli agenti della polizia italiana, incaricati dal defunto regime per il lavoro di provocazione ne.i confronti dei lavoratori e dei partiti della classe operaia, lavoro, bisogna pur convenirne, che hanno sempre saputo svolgere egregiamente. Riit.ornino in Italia, a rivestire la divisa del brigadiere e del maresciallo in attesa di un grande congedo generale. I-1 ai delle proposte concrete da indicare? Ma certamerute. ·Cambiare tutto il personale, poi attribuire poter.i di vigilanza al «Consiglio» delle Colonie. ~el Consiglio delle Colonie dovranno essere rappresentati anche i delega ti delle società i tali ane locali. Pe.r «Colonie» sono qui, giustamente da intendersi le «Colonie Libere Italiane» che devono essere dconosciute uniche rappresentanti della «Collettività Italiana» della Svizzera. Compito elci vari Consigli delle Colonie dovrebbe essere quello di insi tere, affinchè venga accettata la formula della tassa progressiva sui passaporti, che dovrebbe favorire gli operai e i piccoli impiegati, ai quali il passaporto dovrebbe essere concesso gratuitamerute oppure dietro pagamento di una quota modestissima (3 oppure 5 fr. al massimo) e gravare la mancante differenza su quei simpatici signori ohe hanno guadagnato i milioni puttaneggiando con il fascismo, i quali signori poi, a catastrofe avvenuta hanno creduto di poter pensare che i danni causati da loro, dovrebbero pagarli i lavoratori. A.rbon Pubblica conferenza Organizzala dalla •Sezione Socialista Italiana, di ~rbon, sara tenuta domani, domenica 1 settembre, 1 attesa conferenza sul tema: •La ripresa dell'industria ila liana•. Parlerà il compagno Dr. Nobile Ventura, favorevolmente cono!>c1ulo da lutti i compagni della Svizzera Orientale, per essere stato ]'oratore ufficiale alla grande manifestazione delle «Colonie Libere Italiane•, manife,9lazione che ebbe luogo a Kreuzlingen il 14 luglio. L'alluahlà e l'importanza dell'argomento sono di valida garanzia per la buona riuscila della conferenza alla quale auguriamo vivamente una larga affluenza di pubblico . L'oratore che è corrispondente dell' • Italia del Popolo• d1 Roma, di •Libera Stampa, di Lugano e del •Popolo Comasco, organo dell'ex Comitato di Liberazione della Provincia di Como, saprà, con la facile parola, con la profonda preparazione sull'argomento, e con la tecnica divulgativa che gli è propria, avvincere l'udi torio nella Lrallazione di quei problemi che sono vitali per il nostro paese e che !>empre hanno destalo, in seno alla nostra emigrazione, il più vivo interesse. * * * La conferenza avrà luogo alle ore 14,30 al ri!>lorante Weissen-Schftfh. A lutti i connazionali a tulli i compagni, a lulli i simpatizzanti, a lutti gÌi amici dell'Ilaha è fallo cordiale invito di partecipazione. Wll\TTERTDUR tA.lno tro carissimo compaO'no i\Iocellin che si è vista, la settimana scors;, .strappata dalla morte la sua cara moglie, partecipando al suo grande dolore, porgiamo le nostre più sentite· condoglianze. San Gallo Dalle Oolonle Libere della Svizzera Orientale La grande manifestazione delle • Colonie Libere Italiane• che ebbe luogo a Kreuzlingen, alla quale parteciparono più di mille lavoratori italiani si è conclu,-a con · l'app<rovazione delle rivendicazioni proposte dalla Commissione incaricata. Stralciamo dal lesto delle rivendicazioni che sono state accettale all'unanimità il primo punto ohe è stato formulalo nei seguenti termini : Le cColome Libere Italiane• radunale in congresso a Kreuzlingen rivendicano : 1. L'FJlpu,razione ideMa 1bu~focrazi,a~c01~olare .ancora in )Pa1'le diretta da uomini ,comprome-ssi con il governo [a,scista. Tutta la collellivilà italiana della Svizzera è stata nella più larga maiggioranza, peTfellamento d'accordo con noi in que..c,lo postuJato. NumeroSl!>simi sono ,9lati gli attestali di completa adesione che ci sono pervenuti sia per iscritto come verbalmente Sorretti da questa approvazione incondizionata, nella certezza di compiere opera di sicura giustizia e di difesa degli interessi morali e materiali della nostra emigrazione che è composta in larghis.sima pa,rte da compagni lavoratori, abbiamo sentito come un sacrosanto dovere l'obbligo di continuare questa campagna che trova la sua migliorre giustificazione nella salvaguardia dell'onore dell'Jtalia aH'eslero. Tulli i no.stri aJUici avranno letto nella •Pagina dell'Emigrazione Italiana, pubblicata !>U•Libera Stampa• il 22 luglio e nel_!'• Anenire dei Lavoratori• del 1 agosto, la relazione della mani,feslazione di Kreuzlingen. In tulle e due -le relazioni era stato biasimalo il conlegn~ del reggente consolélll'e di San Gallo, signor Bacc1ola, contegno che è stato stigmatizzalo .,-everamenle da lulli i nostri compagni della Svizzera Orientale. Numerosi .9ono i motivi per i quali iJ biasimo al signor Bacciola deve essere mantenuto, salvo una rettifica al caso denuncia lo dal nostro amico Zorzan, rellifica che ci sentiamo nell'obblio-o di dare per amore della Yerilà e per un semplice 0 motivo di giu.slizia che ci permette di riconoscere un clir1tlo anche a chi, di fallo, non lo meriterebbe. L'amico Zorzan aveva consegnalo il suo passaporto per il rinnovo il 3 aprile 1946; in data 14 Ju- .g!io il passaporto non era ancora rientrato in su-e mani. iin sede adatta il compagno Zorzan ha denunciato il caso attribuendolo a!Ja voJ.ontà ,di rappresaglia del Reggente Consolare. L'amico Zorzan ohe per il passalo è stato vi llima d1 gravi soprusi da parte deUa autorità consolari. fasci!>le, ba credulo che i sistemi del ,passato erano ancora in auge e noi lo possiamo capire benissimo, quando con 1 ui, ci è dato cli constatare come La nostra burocrazia consolare è ancora _prrevalenlemenle composta dai fa!>cisli e dagli squadristi di ieri. Alle nostre comunicazioni alla .9lampa ha risposto "il sianor Bacciola con la seguente lettera della quale pren°diamo allo e che pubblichiamo integralmente : Vice Consolato d' Italia SA.~ GAiLLO San Gallo, 29 luglio 1946. Ai presidenti delle •Colonie Libere Italiane• di San Gallo - Rorchach - Kradolf - Kreuz.lingen. I-I o letto su « Libera Stam,pa » de.l 22 corr., e sull'ultimo numero dell'«Avvenire dei Lavoratori» quanto pubblicalo cfrca il recente ,convegno delle Colonie Libere della Svizzera Orientale a Kreiuzlingen, e in maniera particolaJ·e l',e.pisodio riguardant.e il ritardo imputato a questo Vice Consolato nella rinnovazione del passa.porto del connazionale Zorza.n Giovanni residente a Bii.rglen (11kg). Tale notizia, per quanto riguarda que.sto Vice Consolato, è com,p/.etamente f absa ,e priva di fonàcr.rnento. Presso qwe,sto U{'f~cio,esistono i ,documenti autentici com,p1·ovanti ,che il ,passaporto de,l signor Zorzan Gio1:anni fu invialo a questo V?iceConsolaot dal Comune di Biirg/.en il 3 aprile 1946 unitamente ad alt1·i selle pa-ssaporli, fù provveiduto alla rinnovazione il giomo 4 a,prile, e re.stituito immediatamente al 1Co1nune tcl,i Bii.rg,len, •cha ,in data 10 aprile 11ieucrnsò r"golare ricevuta con lettera consen:ala agli atti di q1wsto V?iceConsolato. Il o il pregio di inf armarla di qua,nto sopra nell'intento ài rendel'le pos,sibvle ogni a,c.certamento, q nella speranza che lei veda la neicessità di rendere onwggio alla verità. Con distinti saluti. Il Vice Console-Reggente: (E. BaccioJa). Il compagno Zorzan, ha riconosciuto lealmente la giustezza della relli11ca vice-consolare indicando di essere stato villima di un equivoco. Infatti il passaporto era sta lo lrasfcri lo, dall'ufficio consolare d1 San Gallo all'ufficio municipale di Bi.irglen presso il quale era effettivamente depositalo. Rimane sempre però che l'alluale vice-console a San GaHo -è persona non grata alla nostra collel- 1 ti vilà e a questo propo!>ilo ci ripromettiamo di ritornare fra breve sull'argomento. A. Tvlso al lettori lettori, gli amici e i compagni ohe ricevono regolarmente il giornale e che ancora non hanno rimesso l'importo dell'abbonamento sono cortesemente pregati di rimeitercel-0 al più presto. Non è ,necessario indicare che abbiamo bisogno del foro aiuto più concreio. Preg,hiamo ,di versare l'importo sul nostro Conto Chèques postale VI 11 26.305 Zurigo. Abbiamo pure incominciato ad inviare i primi rimborsi. Facciamo viva preghiera a chi li riceverà di accoglierli benevolmente. Grazie a tu1ti. Gerente resp.: Pietro Bianchi, Zurigo Tipografia « Grafica Bellinzona » S. A. •

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