L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVII - n. 50 - 30 giugno 1946

EDIZIONE SPECIALE PER GLI ITALIANI DI ZURIGO Anno XXXVH (nuova serie) N. SO Zurigo 30 giugno 1946 LIBERA,REE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazione e Amministrazione: Casella postale No. 225 Selnau. Zurigo 2: Conto postale No. VIII 26305: Abbonamenti; 24 numeri Fr. 4.-. 12 numeri Fr. 2.-. una copia cent. 20 Telefono 27 47 02 La repubblica dei • poveri Qualcuno si è lamentato per 1'assenza di un «vate» in un 1nomento così eccezionale della storia italiama; per l'assenza di un ~fameli, o di un Aleardi, o ,di un Carducci, se non di un ,d'Annunzio. Più di uno è si1J1ceramente c9sternato 'Per la sobrietà, la semplicità, la prosaicità delle 'Parole cl)e harnno salutato la nascita della prima Repubblica italiana. E certo, chiunque ri'cerca il senso della storia nella ,elaborazione ,dei miti, ha ogni motivo adesso di mostrarsi disilluso. ~fa sarebbe un errore s'egli ricerca•sse l'origine di questo strano fatto in un improvviso inaridimento dell'antica vena retorica ch'è tra gli archetipi della ·storia patria; la vera spiegazione si trova invece a portata di mano ed è nella maniera stessa come ques~a repubblica è nata nel cos~ume 1della dasse di cittadini che l'hanno rnluta: opera idi manO'Vali, di conta·dini, di mezzadri, idi muratori, di metallurgici, di panettieri, di calzdlai, di tecnici, d'impiegati, di lavandaie, di massa•ie; in una parola, di un popalo; e non di filosofi, non di teologi, non ,di letterati, non di avvocati, o di giornalisti, o di •studenti, come avveniva nei rivolgimenti politici precedenti. Sarebbe azzardato, ed aocessivamente bello, poter affermare che la va1ontà politica delle classi 'lavoratrici sia oggi affatto SP,oglia da motivi mitologici; ma è fuori dubbio che ciò si verifica i-n misura assai inferiore del passato .. :\Iarx ha magistalmente analizzato nel « 18 Brumaio» la tendenza delle nuove clas i a rifugiarsi dietro gli spettri della tra-dizione ogni volta che si vedono da avvenimenti storici improvvisamente sospinte sul proscenio politico. « Così Lutero si mascherò da Paolo Apostolo. la rivoluzione del 1789 1al 1814 si travestì da repubblica romana e da impero romano, e la rivoluzione del 1848 non seppe far di meglio .che parodiare qua il 1789 e Il la tra-dizione rivoluzionaria dal 1793 al VINCERE .z: Il prezzo della vittoria è una rivoluzione europea : non si può, rimanendo atlaocati alle vec- <,hie regole, mettere in moto le {orze essenziali della vittoria. Senza questa rivoluzione, sia la ouerra ohe la pace non saranno altro ohe una lotta nell'interno di un ordine sociale che ,già due volte ci ha condotti ad ,un conflitto mondiale e vi ci porterà di nuovo ,finohè ceiich'iamo di conservarlo. Con questa rivoluzione liberiwmo nuove ed immense fonti di produzione ohe renderanno possibile un mondo diverso e migliore La promessa che implica questa nuova ,civiltà ci autorizza a richiedere dei •sacriifizi. Essa offre la fratellanza tra gli uomini e la pace tra gli stati, su una base più sicura ,ohe in qualunque altra epoca. Essa ci offl'e la prospettiva di ordinare la nostra vita coscientemente e in l~bertà. Ci o,ftre l'acc;esso a ricchezze più vaste e giusta,mente ri:partite. E sappiamo ,che l'alternati:va è un'epoca di conflitti, nella quale .gli odii si moltipliohereòbero e le paure si farebbero a/'bCOl,'apiù prof onde. La nostra scelta è tra un'oscura epoca di privilegi e l'alba di una fl'atellanza tra t{Jli uomini:» Harold Laslci La domanda che nasce sponlanea, in questo primo anno di pace, è -&eil mondo si avvierà verso una ncostruzione internazionale che miri a concreti ob'bieu.iivi di pace. oppure ripeterà, mutatis mutandis, ,le esperienze nogaliYe del 1919-1939, che fu chiamalo, e non a lorto. un armistizio venlennatle. Lo premesse soggettive per la « nuova era• di pace non sono certamente confortanti. Alla fine della prima guerra mondiale. -pur fra le convulsioni in lerne •dei paesi Yinli, i popoli furono percorsi da un·ondala di pacifismo e ,di fiduciosa &peranza nella pace eterna che andò dall'au !ero wilsonismo fino allla « gioia di vivere• della borghooia occidentale. Oggi H mondo si presenta profondamente diverso: ad eccezione forse della Russia e degli tali Unili. gli altri paesi hanno una nota comune di profonda :.lanchezza e di grigia uniformità e dvo:no di ,,enili c;;pcwionzo. che si traducono in giudizi di cauta prudenza e di manifesto scetticismo. B i b A comtolare il quadro · 1795... Se si esaminano quelle evooazioni di morti ,della storia mondiale, appare subito una netta differenza. Camille Desmoulins, Danton, Robespierre, Saint-Just, Napoleone, gli eroi, i partiti e le masse della antica Rivoluzione frruncese adempirono, in costumi romani e con fra:si romane, il compito della propria epoca, la liberazione e la edificazione della moderna società borghese. Appena costruito il nuovo ordine sociale, ,sparirono j colossi antidiluviani e con essi la Ti OTla romanità - i Bruti, i Gracchi, i Publiicola, tribuni, senatori e gli ste si Ce ari1>. :\fa rper piegare l'e trema sobrietà dei commenti che hanno finora salutalo la nascita della Repubblica italiana, si deve pure aggiungere, alla conslatazi0'11e del diverso co tume che caralter,izza i ceti i quali in fin dei conti l'hanno imposta, una particolare con iderazione sul disgu lo generale non ancora spento per l'abuso di simboli e denominazioni storiche perpetrato in un recente pa salo al fine di mascherare la realtà di un regime odioso. La semplicità delle cla i lavoratrici italiane soddisfa dunque assai opportunamente anche un bisogno di concretezza, di chiaTezza, di pralici tà ora largamente diffuso in h1tto il Paese. Solo dei retori inguaribili possono ~cambiarlo per aridità e insufficienza di spirito. La repubblica è nata i'I1 Italia vincendo lo gomento religioso qua e là suscitato contro di essa da chierici incauti; essa ha vinto come una rirsposta attuale e uTgente ad alcuni bisogni improrogabili della società italiana; e i rafforzerà, e •riconcilierà tra loro la maggioranza dei cittadini, se si consacrerà al soddisfacimento di quei bisogni ,ed eviterà come la peste le astratte disipule delle ideolo.gie. lgnaz,ìo S,ilone LA PACE re di sentimenti •bellicisti in coloro che sono convioli delHa necessità delle guerre oppure della provvisorietà della pace futura e pen5ano già a quella che sarà la terza guerra mondiale. Tulle queste premesse soggellive, prese di per sè, non a-vrebbero •grande importanza e non sarebbero altro che la manifestazione naturale di popoli profondamente slanchi e in crisi di rinnovo o di vecchiaia, se non ave5sero un fondamento o'biellivo nelle condizioni del mondo ai!OaIine di questa ,guerra. Pe11dhè la pace o la ,guerra non -dipendono soltanto dalla Jmona o dalla cattiva volontà dei .singoli popoli e do'lle loro classi dirigenti, o dai regimi interni delle sirugole nazioni. ma sopraLlutto d.a1 modo col quale vengono individuale e rimosse le cause che sono all'origine dei coruflilli. Il problema quindi •di giudicare se ila nco1,lruzione internazionale sarà più o meno vitale si riduce a quello della valutazione obielliva dei criteri finora adottali dalle grandi potenze vincilrici, nel pensaTe e nell'organizzare m mondo in termini d1 paoo. Mirano quooti criteri a superare le cause sloric'he delle guerre, oppure no? Se vogliamo escludere consideralioni d1 pura p0lemica, non è facile •dare una risoosla precisa. Infatti be si è ormai più o meno concordi nel riteneree ho la causa causanun dello guerre moderne sono sostanzialmente tre e cioè il'imperialismo economico dei paooi capitalistici, .J'incondizionata sovranità degli stati e l'educazione nazionalistica dei popoli, che è insieme cau1,a ed ()ffetto delle altre due, non si è aJifatto concordi nel proporre i rimedi. E il motivo di que la discordia. ohe si traduce nelle manifeste conlraddiziom ed incertezze detlla politica estera delle potenze vincitrici, non ò dovuto soltanto alle occasioni contingenti della realtà polilwa. ma anche alla profonda crisi rivoluzionaria che attraversa il mondo. ormai in piena fase cli lrapa5so dall'epoca storica del capilafo,mo e della nazionalità, verso una nuova epoca dell'economia re(l'olata e controllala e di forme politiche statali a base plurinazionale. Xaluralmenle, come in ogni epoca di trapaS$0, i caratteri del mondo che "Comnare si presC'nlano frammisti a quelli -ciel mondo che sorge. e l'esem11io più evidente di questa i;ituazione è fornito dalle tre grandi potenw mondia:i delle quali due. Da Ru&Sia e gli Stati Unili, rappre,enlano i due po- a CO li c,pposli, mentre la terza, l' In.ghillerra, &1 avvia rapidamente verso il socialismo democratico. E' ,perciò ,comprensibile come i rimedi per combattere la degenerazione imperiailislica del capitalismo monopolistico .siano spesso distinti 5e non an li tetici come, a.id esempio, quelli proposti dagli amencani che, partendo da premesse liberiste, cercano di rubolire ogni controllo e protezionismo .sugli &cambi internazionali, mentre la Russia non sembra affatto dispoala ad aihbandonare la p~ilica di rigida direzione e <li monopolio statale. E lo sle.sso iJ)roblema dell'incondizionata sovranità degli stati si avvia alla soluzione intermedia <lei- !' O~U' la quaJle prevede soprattutto nell'organo supremo del Consiglio mondiale della -&icurezza dille forme distinte di sovranità: quella piena delle cinque ,grandi potenze mondiali e quella fiimilata delle medie e p1ccole potenze. ln questa siluazion~ internazionale si pone il problema non della necessità dell'intervento del socialismo nalla ricostruzione mondiale. che non dovrobbe neppure essere mes5a m discussione, ma del modo come attuare questo intervento. Occorre anzitutto premettere che i partili socialisti e la sle.ssa internazionale tr~ppo spes..so hanno dimostrato nel ,pas1,alo l\lna giovanile immaturità nell'a,ffronlare i problemi di poli lica estera. La storia del socialismo internazionale è stata un po' quella d1 velleilà apocalittiche di coamopolitismo assoluto, che per la loro impoliticità erano sterili di risultati, alle quali faceva riscontro 1,ul terreno della politica concreta e soprattutto in quella d1 governo, una errala acquiescienza alla politica estera dei partili conservatori e degli organi ministeriali, legali a tradizioni diplomatiche e a criteri d'azione nettamente anlisocialisli. Tè il socia,hsmo sai1>evacon chiarezza non solo quali fosi>ero i metodi per superare le cause della guerra, ma neppure quali fos_sero esattamente queste cause. Valga, come o.serrnp10, la lotta lradizionaile della secon<la. inler~~zionale contro la diplomazia segreta e gli esrrc1t1 permanenti e in favore dell'arbitralo nei r""' 1'fl1 i>1ternaziouali. Tale Cotta. fu condotta in ba!>e a criteri che rivelano chiaramente come si fosse confuso l'efifello con la causa. essendo la diplomazia segreta e gli eserciti permanenti effetto di un certo tipo d1 organiL.zazione internazionale e come tali abolibili dlo dopo una trasformazione delrorganizzazione in lernazionale e non viceversa. E lo stesso vale per l'arbitrato che può e»sere mezzo efficace tl1 so!uzione ,paci,fica delle vertenze internazionali a ,condizione di divenire obbligatorio, a condizione cioè di poter essere unpiegalo in un mondo diverso eia quello diviso in slali sovrani. La ragione di questa immaturità uohtica del socialismo sui problemi internazionali è in gran parte dovuta all'urgenla dei problemi di politica interna, che hanno finito per assorbire le cure e le attenzioni dei socialisti. La conseguenza di tutto ciò è stata che man mano che la classe ooeraia è ascesa verso maggiori responsa.b1lilà ,politiche nell'ambito dei singoli -&tali, i partili socialisti hanno assunto caratteri se,mpre più spiccatamente nazionali. Man mano cioè che iii proletariato ha a:nodiiicalo il suo giudizio sullo &lato. fino a con..siderarlo da mezzo cli oppressione da combaillere a strumento di potere da impiegare ai nini classisti, i problemi e1,terni dello Stato sono passali dalla vecchia classe dirigente !borghese a quella prdletaria. Perciò uno dei com,pili immediati ,del socialismo è quello di combattere ogni forma di de.generazione nazionalistica del movimento operaio. riportandolo alle sue originali tradizioni coS!llo,politiche. Se ti nazionalismo è il presupposto psicologico dPlla guerra e.~so non può non essere uno delle più pericolose forze tradizionali in senso antisocialista e antidemocratico. Altro compilo del socialismo è quello di gettare le JJasi di una poliitica estera ohe sap,pia coml)attere efficacemente Ile forL.e del canilalismo internazionale o dell'mlernazionale borghe,90 ed imporre una limitazione alla 1,ovranilà degli ,<elalia vanta,ggio clell'organizza'.zione tinternazionale. [I -com.pilo è estremamen le arduo per l'impotenza deflli! forze cli resistenza, che esistono ancora o~gi alla tfine della seconda guerra mondiale. nè e.sso può essere fecondo di risultali se è lascialo all'iniziativa .slegala dei !>ingoli partili nazionali. La necessità <dalla ricostruzione dell'internazionale, ,profondamente rinnovala nei metodi e nei fin1. diviene perciò uno dei moli vi essenziali del socialismo moderno. La forza coesiva di questa nuova 111lernazionale dovrel:lbe es.sere soprattutto la con apevolezza del proletariato mondiale di una verità storicamente F-perimenlata, e cioè ohe non si può attuare il -&ocialismo e ,!a democrazia nei singoli stati nazionali. senza una parallela democratizzazione e socialiuazione dei rapporti in lernazionali. Xelrauuale fa.se del socialismo. c.he è nettamente caratterizzala dalla politica delle relazioni concrete. le riforme della struttura interna. per avere un rarallere permanente e socialista. dovrebbero allua~i conlomporaneaimonlc a quollo do1la -trultura esterna dello stato. Ed in questo senso ._giustamente i laburish ingle- ,ii e i socialisti francesi, mentre attuano il loro programma cli riforme nazionali, proclamano la necessità di rendere più democratica la na!>cenle organizzllzione delle :\':izioni unile, tr,l'-formandola eia strumento diplomatico di convivenza fra stati -~ovran1, rn organizzazione democratica dei popoli, 1 egolala da leggi sovrane ed uguali per lutti. Tullio Vecchietti. (ai compagni caduti in Spagna) L'ora è moTta, compagni, che donava luoe a.i cristalli, ombra sul crurtone, nel battito di cifre la tensione d'ogni respiro, ritmo dell'attesa. L'ora è morta, compagni, con un grido e '11~1cielo una lettera s'accende sulla stri eia <li sangue, sullo spaTo. Cavoro Xcll'alba nuova di luce ci destiamo al mattino per rive remote. ::\o' n così fu per essi: rpremettero ciechi cairrnmini, padri di noia. Per noi la ~erra si muove con nuove membra, e si china la imperlata fronte. Selenio. L'ultimo forcaiolo Quando la sera calava sulla vecchia oittà, e i ,muri si davano la nw.no nell'ombra, il vecohio usciva dalla sua tana per la passeggiata. Portava una bombetta, grigia per l'uso e la polvere, e un «pipistrello» logoro. Alto e magro, dritto nella persona nonostante q, moltissimi anni, faceva il giro della città scegliendosi le strette vie sassose. E ritmava con un bastone sui sassi la sua osbinata canzone: «Sen-za la tor-ca - nOrn-si-goverrna - sen-za la tor-ca - noh-si-gover-na». I ragazzi interrompevano i loro giochi, ma non .gli davano la baia. Così, il silenzio della città ohe si awreslava alla cena ogni sera si rinaneLlava di quella monotona e assurda nostalgia (Sen-za la tor-ca . .. ). Don I(inet era l'ultimo nobile, e l'ultimo forcaiolo, che avesse la città. Per questo tutti gli volevano bene e cercavano di a,iutarlo. Aveva l'irresistibile dolcezza dei ricordi. Ed era vivo. Avvenne quando i socialisti ifurono eletti alle cariche comunali: vedere la loro città nelle mani di quei pezzenti sovversivi sdegnò e anw.reggiò tutti i nobili del luogo. E lasciarono i loro palazzi, pieni d'ombre e di polvere, per altri bui e polverosi palazzi lontani. Così sulla beUa strada che conduceva al bosco - e al limite della vasta pianura ondeggiava ima striscia di mare - non si videro più, nei giorni di legnatico, i corteggi nobiliari. Poi che due giorni la settimana era concesso ai poveri della città recarsi nel bosco a far legna, coi ranwscelli ,caduti dalle piante . .Sapiente era l'arte dei poveri per far cadere i ramoscelli dalle piante, tanto che cu tramonto tornavano con grosse e pesantissime fa,scine sulle spalle. Allora 11ioveva incontro il corteggio nobiliare, su bei puledri i cavalieri, su vetture dorale ,le dame. E come giungevano presso agli uomini ,faticanti, gettavano, togliendoli da una borsa ricamata, a chi uno, a chi due soldi. Ampio era il gesto, e regale: nei loro occhi galleggiava ,la tranquillità della ,coscienza soddisfatta. Ma quei miseri non seppero esser contenti, e vollero governarsi da sè. Allora tutti i nobili se ne andarono. Tutti, meno uno. Don J(inet rimase. Non che fosse solidalr coi nuovi padroni, nè che antichi rancori gli impedissero di seguire gli altri. Non aveva casa, Don Kimet, rnè in ci,btànè fuori, e non si sentiva cittadino del ltuogo. Viveva in un tugurio della periferia ed era poverissimo. Possedeva tre cose: il titolo nobiliare, la bombetta e il «pipistrello». Nessuno sapeva corne vivesse: se mangiando formiche, o beveruù:Jfiltri. Certo era ohe da gran tempo viveva, oltre il norrnale. E solo quaLcuno [Pensava che a tenerlo vivo fosse la passeggiata d'ogni sera, e ,l'eco del suo canto (.Sen-za la tor-ca .... ). Ogni tempo che passava dimagriva. Ed erano tutti convinti che se ne sarebbe andato così, inavvertitamente un poco per giorno, fin che solo la voce sarebbe rimasta, a inanellare il silenzio della sera t(Sen-za la for-ca - non ·si-gover-na . .. ). Invece una sera il silenzio impallidì nell'accorgersi di essere rimasto solo. E Don Kinet non comparve. Si recarono allora alcuni volonterosi cittadini alla sua tana ,e lo scovarono, in un mucchlO di cenci, livido. Il ifalegname preparò lu cassa. I becchini in fretta inchiodarono la bara e la caricarono sul carro. Il corteo partì. Presieduta dal Sitndaco, tutta la cittadinanza seguì quel morto ricordo. Anche al cimi~ro i -becchini notarono che la bara era molto leggera. «E' proprio mor,to consumandosi», dissero, e non fecero caso. Quando la bara Ju nella buca, il Sindaco f P- ('e un bel discorso. Qualcuno, tra i cittadini piangeva. Poi riempirono la buca, e ciascuno se ne andò a casa. Tre sere rimase sol.o il silenzio. Alla qunrta i muri che si davan la 1nano nell'ombra virlero di nuovo la bombetta, il -,pipistrello» e il baslo?'le ritmare sui sassi l'Ostinnia cnnzone: ..sen-za la lor-ca - non - si - gover-na _ sen-za - la for-ca - non - si - gover-na». Don Kinet era guarito. Non si sa se mangia){do formiche, o bevendo /•Itri. NASI

Bib N T A L I A N o NEL MONDO DEI LIBRI -----------------------------=--=----=----=---=---=- o T I z I A R I o I Wucvi ucmini e nucvc spirifc nell'anficc Mcnfecifcric La costituente repubblicana ha eletto Giuseppe Saragat suo presidente Parole inaugurali: <{ Ouesta adunanza ha una solennità speciale. In essa il popolo italiano per la prima volta nella sua storia si può dire rappresentato nella sua totalità perfetta, senza dis finzione di sesso, nè di classi sociali, nè di regioni o di genti. Esso è l'arbitro assoluto del proprio destino ». ROMA : L' aperlura della Costituente è avvenuta mar-tedi 25 giugno. L'elezione della pre.sidenza avvenuta dopo un discorso di Orlando ha segnato un successo tnonfale per il compagno Giuseppe Saragat che ha riportalo 401 voti. L'antagonista immediato, il qualunqui~ta Vendilti ha riportato 26 voti. Si sono regi.strale una trentina di schede bianche, tra le quali ci sono certamente quelle dei sedici deputali del blocco monarchico della libertà. La ll)roclamazione dei risultati ha provocato un entuslaslico applauso ali' indirizzo di Saragat. Alle altre cariche della presidenza risultano eletti: Terracmi (comunista), Conti (repubblicano), ~icheli (democristiano), Pecorari (democristiano). ROMA : La nomina del pres~dente della Repubblica Italiana. Venerdì 28 giugno, la •Costituente• ha nominato i.I presidente provvisorio della Repub- , blica. All'alta carica è stato eletto Enrico De Nicola, che aveva l'appoggio dei tre ma,ggiori partili, con 396 voli su 504. Si ~no contale 14 schede bianche e 6 nulle. Il gruppo repubblicano ha volato per Facohinetti che ha ottenuto 40 voh, mentre il fronte dell'uomo qualunque ha fatto blocco .sul nome della signora Ottavia Penna che ha raccolto 32 suffragi. Enrico De Nicola, Capo provvisorio dello Staio (questa è la qualifica ufficiale, anche se quell'appellativo di «Capo• non gode tulle le nostre simpatie e preferiamo quella più democratica di Presidente) è nato a Napoli il 9 novembre 1877. Giovanissimo, aveva solo 18 anni, si laureò in giurisprudenza, ma prima di dedicarsi alla carriera di avvocato fu giornalista collaborando in vari giornali tra i quali il <Pungolo• ed il <Don Marzio,. Come avvocato seppe conquistarsi immediatamente uno dei primi posti nel Foro napoletano, pur cosi ricco di spiccate individualità. Oratore eloquente ed elegante, dialettico stringente, nutrilo di solida dotlripa giuridica, prese ,parie a tutti i più importanti processi dell'ultimo quarantennio. Partecipò giovanissimo alla vita politica e a trent'anni fu comigllere capolista nel Comune di Napoli. Nel 1909 fu eletto deputato per il c.ollegio di Afragola e rieletto poi fino al 1921. Nel 1924, alla vigilia di quelle elezioni, dichiarò di ritirarsi; eletto ugualmente nella lista nazionale, si rifiutò di prestare giuramen(o. L'onorevole De Nico1a durante la sua lunga vita parlamentare fu sottosegretario alle Colonie con Giolitti e al Tesoro con Orlando. Presiedette la commissione per là riforma della burocrazia e la Gillilta delle elezioni; dal giugno del 1920 al dicembre del 1923 presiedette la Camera dei deputati. E' soprattutto nello svolgimento di tale carica che egli ebbe mòdo di rivelare le sue doli di obbiettività e imparzialità. ROMA : Il sequestro conservativo ffOli archivi dell'ex casa ,reale. tE' imminente il sequestro con- _servahvo degli archivi dell'ex real ca.sa. Provvedimenti .simili erano già stati pre&i nel 1859 e nel 1860 nei confronti delle cessale case regnanti della Toscana, di Modena e delle due Sicilie. Il sequestro ay,yerrà nei palazzi reali di Roma e di Torino. Xon è. dato ,far previsioni sulla reale consistenza degli archivi, poichè è probabile che mollo materia1e sia &lato sottratto a tempo. Si .sa, per esempio, che, al momento della sua partenza per l'esilio. l'ex-re Vittorio Emanuele fece caricare a bordo del e Duca degli Abruzzi , una quarantina cli ca se di documenti ll)rovenienli, a quanto si ò potuto sapere, proprio dagli archivi reali di Torino e di Roma. L'ex-sovrano avrebbe anche portato con sè lutto il suo volumino.so carteggio con :Mm•&olinie un gran numero di a1tri important) documenti riguardanti il ventennio fa.scista. Una parte cli que ti sarebbe inserita nel libro di memorie che lo stesso Vittorio Emanuele starebbe ~rivendo. Fatto lo spoglio dei documenti a cura di un gi-uppo di esperti funzionari ~otto la guida del rommi.-.sario traordinario per gli archivi di Stato, prof. Emilio Re, verranno restituite ai Savoia tutte quelle carte che hanno carattere non politico ma privalo. E' probabile che alla cernita dei documenti assista ancl1e un rappresentante di "Cmbcrto di Savoia. ROMA: La riunione della Direzione del Partito Socialista italiano. La seduta .si è iniziata con la relazioJ]e del presidente del partito. compagno Xenni. &ulle notizie pro\·enienti da Parigi. le quali lasciano temere che la questione di Trieste sia definita con la inlernazionalizlazione della città e che l'Istria occidentale sia ceduta alla Jugoslavia Xella discussione che ne è seguila sono intervenuti particolarmente i compagni Saragal e Perlini per sottolineare la delicatezza della &iluazione che verrebbe a crearsi in eguito a tale ingiusta si temazione del problema giuliano. A conclusione del dibattilo la Direzione del Par.: lito ha ap,provalo il seguente ordine del giorno: e La Direzione del Partito socialista. in merito alla ~iluazione che si è delineala alla Conferenla dei quattro ministri degli Esteri delle -azioni al~ leale e ch'e tende a risolvere li problema delle frontiere sacrificando ingiustamente le popolazioni italiane di Trieste e dell'Istria occidentale, eleva contro questa ipotesi la sua ferma protesta e chiede una pace di giustizia per il popolo italiano che fu vittima del fasci&mo piuttosto che complice e che ha sottoscritto col sangue dei martin nella lotta antifascista dei partigiani e delle forze armale della liberazione la riscossa democratica cle!la Xazione ,. ROMA: 11· Partito socialista e le consult~ioni interpartito per la for del aD.r~ t Pla lamentare hanno proceduto alla costituzione di un comitato incaricalo delle trattative per la formazione della nuova compagine governativa. Di tale comilato fanno parte X enni, I van 1Iatteo Lombardo, Perlini e Silane della direzione del partito e Vernocchi, De ~iichelis e D'Aragona per il gruppo parlamentaTe. Il partilo socialista rn linea di mas~ima, chiederà che il mini tero dell'Interno continui ad essere retto da un socialista. Inollre chiederà che la pre-5idenza del consiglio .sia avulsa da qualsia~i portafoglio e abbia tre sollo.segretariati: uno per la presidenza, propri amen le della, uno per le rniormazioni e gli spettacoli e un altro per il turismo. Tra i provvedimenti urgenti da prendere i ~ocialisti citano la ricostruzione degli ediJici e delle industrie del mezzogiorno dell'Italia, l'aumento delle raziom di pane e di pa.sle alimentari e la riduzione dei prezzi di produzione per facilitare le esportazioni. Si dichiarano contrari alla politica degli aumenti di salario e raccomandano l'espropriazione delle grandi proprietà terriere, la naz10nalilzazione dell'industria del cemento e la costituzione legale dei consigli di gestione. Infine chiedono l'esten&ione dei provvedimenti contro la disoccupazione ed una radicale riforma dell'assistenza sociale. ,ROMA : Riunione delle delegazioni del Partito Socialista e del Partito Comunista Di ,una certa importanza è stata la riunione in comune delle delegazioni della Direlione del Partito socialista e di quella del Partilo comunista. Erano presenti Togliatti, ~ngo, Scoccimarro. Novelli e Sereni per i comunisti; Nenni, Lombardo. Pertini, Cacciatore, Romita e Simonini per 1 socialisti. Al termine della riunione è stato diramalo alla stampa un comunicato nel quale è detto che le due delegazioni ~i sono trovale d'accordo sulla neceir s1tà di aggiornare il patto di unità d'azione secondo le esigenze della lotta ohe la classe la<Voratrice dovrà condurre nei pro.s.simi mesi iper consolidare lru IRepubhlica, per garantire al .popolo pane e lavoro, per assicurare alla nazione una pace di giushzia e per aiffrontare le riforme della struttura economica del pae~e. .Circa la formazione del nuovo Governo i due partili hanno posizioni sostanzialmente analoghe e tendono a dar vita ad un Governo ohe rispecchi i risulla:ti delle elezioni e che ,per il suo programma e la sua struttura riscuota la fiducia della grande maggioranza del paese. ROMA: Minatori italiani nel Belgio. La portata dell'accordo stipulato con il governo belga. Secco Suardo, direttore degli ita/hani all'e&ter-0, ha tenuto una conferenza stampa per illustrare la portata degli accordi .stipulali con il Governo di Bruxelles per l'ingaggio di 50 mila operai minatori italiani per i bacini cavboniferi del Belgio contro l'invio d1 tre milioni di tono. di carbone per le industrie ilaìiane. 11 Belgio aiveva sino ad ora provveduto al laivoro di miniera con 50 mila prigionieri di guerra tedeschi, ma venne tempo ia nella determinazione di iniziare trattative con l'Italia per l'irugaggio di uomini liberi, &enza dover ricorrere ,ad un sistema di reclutamento che potesse avere le caralleri.stiche di lavoro forzalo. Così si giunse al primo accordo, cui seguì un secondo firmalo a Roma e relativo a 50 mila minatori. Il direttore generale degli italiani rulJ'eslero ha len,uto a wttolinare lo spi rito di sincera collaborazione da parte dei rappresentanti belgi, tra cui era il capo di gabinetto del Pnmo :Ministro 1belga. Il Governo belga si è impegnalo a che le uiende carbonifere garantiscano ai lavoratori italiani convenienti alloggi, vitto rispondente, provvidenze sociali e salari sulle medesime basi di quelli stabiliti per i minatori belgi. Il Belgio iha pure consentito, con una determinazione &'J)ecialec, he siano corri.sposti gli assegni familiari a quei minatori, i cui figli risiedono fuori del ·Belgio. ,Allo scopo di ridurre al minimo il trasferimento di valuta è stato reciprocamente stabililo un conto d1 compensazione. Il conte Secco Suardo ha precisato a propo~ito che un operaio spedalizzato di miniera potrà inviare risparmi .sioo al ra,ggrnngimento di 25 mila lire al mese. In ciascuno dei cinque bacini carboniferi belgi il Governo italiano delegherà, secondo l'accordo, una persona di fiducia la cui retribuzione corrisponderà a quella di e delegato all'ispezione delle miniere• con il compito di vigilare sulla condotta dei suoi compatrioti al lavoro ed alla tutela dei loro interes&i particolari. . DOC_l..JMENTI L'ultimalettera del ~arteggioTurat-iMatteotti Nell'accurata e intelligente indagine che il cormpagno Schiavi va facendo (e in gran parte ha già compiuta) nel carteggio Turati - e della quale ha già pubblicato un saggio interessantissimo costituito dalle lettere scambiate tra Turati e la I( ulisc'ioff all'indomani dell'assassinio di Matteotti, - egli ha trovato anche alcune lettere scritte a Turati da JI atteotti, nel periodo in cui questi tenne, col fervore che a tutti è noto, l'ufficio di segretario del Partito Socialista Unitario. Da queste lettere, eh saranno un giorno tutte quante pubblicate, apparisce quanta passione Matteotti abbia portato nell'adempimento del suo ufficio, sebbene dov.esse continuamente dolersi di non avere da molti compagni, anche investili di pvbblici mandati, quella collaborazione che l'amore per il Partito e la particolare gravità della situazione, all'indomani dell'ascesa del fascismo al potere, avrebbe loro imposto di dare. Nella ricorrenza del 22.mo anniversario della morte di Matteotti, pubblichiamo una di queste lettere, l'ultima di quelle scritte a Turati. E' dei giorni immediatamente precedenti le elezioni politiche del 1924, delle quali già Matteotti prevede l'esito. Con la chiaroveggenza che gli veniva dal suo ingegno acuto e dalla fede profonda, egli afferma la necessità dell'unità di tutte le forze soci'lliste per difendere la libertà e garantire alla classe operaia un regirme in cui possa far sentire la propria voce e preparare a se stessa un degno avvenire. C'è, in queste parole, tutta l'anima di Matteotti, il suo senso del dovere, la sua volontà di azione. Le sue parole valgono anche per oggi, in una situazione assai diversa da quella del 1924, nella quale permangono però quei pericoli che allora non fu possibile allontanare, sicchè la Italia marciò diritta alla rovina. « Caro Tura ti, Von·ei fermare un pensiero nella tua rivista, affinchè non abbia neppure il sospetto di ripercus ioni elettorali, e prima delle elezioni affinchè non sembri più tardi conseguente a un esito qual5iasi d'3llc medesime. L'esito daTà la misura della violenza e del terrore, non del consen o dei singoli partiti. E vorrei fermarlo personalmente, non come segretario del Pa1,tito, tanto più che io scc,ciso e spero, subito dopo le alczioni, che mi vorrete aiutare a l~berami da un in• carico che doveva 886ere provvisorio per due mesi e si è prolungato invece per. oltre: un anno. Anzitutto è necessario prendere, rispetto alla dittatura fascista, un atteggiamento diverso da quello tenuto fin qui; la nostra resistenza al regime dell'arbitrio deve essere più attiva; non cedere su ne:;sun punto; non abbandonare nessuna posizi,one senza le più recise, le più alte proteste. 'l'utti i diritti cittadini devono essere rivendicati ; lo stesso Codice riconosce la legittima. difesa. Nessuno può lusingarsi che il fascismo dominante deponga le armi e re.slituisca spontaneamente all'Italia un regime ùi legalità e di libe1,tà; tutto ciò che c·so ottiene, lo spinge a nuovi arbitrii, a nuoYi soprusi. E' la sua es enza, la sua origine. la sua unica forza; ed è il temperamcu to tes o che lo dirige. Perciò un partito di cla se e di netta oppo.sizione non può raccogliere che Quelli i quali siano decisi a una resistenza enza. limite, con disciplina ferma, tutta diretta a un fine, la libertà del popolo i tal iano. D'altro canto bi ogna tornare ::i. {·onsirlerar,e la po izione del P.S.I. Purgato dai terzinternazionalisti e nettamente di,;corde da ,)fosca, ormai non è diviso da noi che Ja minori divergenze teoriche, più o meno equivoche e a vveniristichc. )folla pratica e nel momento attuale, non vi è più alcuna ùHf erenza rilevante; e si potrebbe anzi dubitare se non sia minore la rigidezza e la combattività in quelli che riparano sotto il pretesto formale che tutti i Gove11ni ono eguali. Ora, per tali diYergenze, tutte asf ratte e proiettate nel più lontano futuro, non è permesso, tenere· divisa la classe lavora trico italiana, e toglierle tutto quel lievito cli speranze, di ardimenti, di consensi, che soli possono permettere un'azione efficace, ùn: tusiastica e concorde nel momento attualt. Il nemico è attualmente uno solo: il fascismo. Complice involontario del fasciòmo è il comunismo. La violenza e la dittatura predicata dall'uno diviene il pTetesto e la giustificazione della violenza e della di ttatura in atto dell'altro. I la vontt.1ri italiani, ammaestrati dalle dure espel'ienz43 riel dopo-guerra, dei:ono riunirsi concorùi contro il fascismo che opprime. e contro l'inLa rinascita della « Biichergi!de Gutenberg » a Vienna e a Monaco La Btichergilde Gutenberg di Vienna ha ripreH> la sua attività. Fondata nel 1924, legata da accordi commerciali alla Btichergilde <li Berlino; non partecipò all'allineamento spirituale nella Germania nazista. Xel 1933: dopo la presa <lei potere da parte dei nazio11alsocialisti, la Buchergilde viennese sciolse il contratto e interruppe le relazioni commerciali con la Buchergilde di Bel'llino, rendendosi indipendente. Fino al 1938 potè, m collaborazione con la Bilchergilde di Zurigo e quella di Praga, rimanere fedele al suo programma iniziale. Xel 1938, con l'annessione deff Austria al Reicb, la Bilcbergilde <li Vienna fu assorbita drulla Btichergilde di Berlino e dovette continuare l'attività sotto il nome di « Buchgemeinschaft der deutschen Arbeitsfront ». Rinata l'Austria, anche la Buchergilde viennese riacquistò la sua libertà e indipendenza. ~onostante le difficoltà. del tempo presente, la produzione della Bilchergilde sarà portata ad un alto livello letterario ed artistico. Le prime opere pubblicate in questo nuovo periodo, che auguriamo lungo e fecondo, sono le seguenti : Lisa v\Tenger : « l3aum ohne Bla.tter.; Michail Scholochow : « ~eu.land urnter dem Pflug >; Gottfried Keller ! « Vom goldenen ueberfluss der vVelt ». Anche a Monaco la Bilchergilde sta riprendendo la su&, attività. « A morire si è sempre in tempo » Jack Beldcn - Edizioni delJa « Ghilda del Libro» Zurigo-Lugano 194-6.Fr. 7 Lo scopo del libro è quello di dare ai lettori una onesta documentJazione sulle origini, avvenimenti ed insegnamenti di questa guerra. E' facile poter dire che l'intento è pienamente riuscito. L'autore, che ha vissuto numerosi anni in Cina, corrispondente della stampa americana, ha saputo offrirci un innumerevole susseguirsi di impressionamti quadri della guerra cino-giapponese, di quella d'Africa, dello sbarco in Si-cilia, e da ultimò della guerra in Italia. Questo libro è particolarmente meritevole di es.sere segnàJato per l'assoluta mancanza di spirito di parte e di quel falso orgoglio nazionale che C-06lrui6ce il mit-0, sovvertendo principi e là realtà. Carlo Rossclli, Scritti politici ed autobiOgrafici - :Ecm.2.ioniU., Roma, Firenze, Milano, - Pagg, 220: L. 120. Con una bella e significativa prefazione di Gaetano Salvemini si apre questa pregevolissima raccolta di scritti politici ed autobiografici di Carlo Rosaolli. Si tratta di un volumetto succoso, che compendia in ana ventina d'articoli tutta la gloriosa storia antifascista. Ad una rievocazione di Matteotti, ad nn ricordo di Tura ti e della sua fuga in esili 0, segue un breve sunto delle nobili dichiarazioni che Carlo Rosselli fece al proce ·so di Lugano contro il B.assane.si. In un gruppo di articoli politici, Roaselli esprime quindi un giudizio S'U'Ì principali fatti ita,Lbani ed eur-0pei del nefasto periodo fascista. )rei successivi critti parla della partecipazione alla guerra di Spagna e ricorda, i" momenti più emozionanti dell'epica lotta che i compagni spagnoli, uniti nei vi!lcoli di una fede i:iYi ima con i nostri compagni, combatterono contro il falangismo franchista. Termina la raccolta un articolo scritto da Carlo Ro elli, pochi giorni prima dell'as.sa inio. sul problema dell'unificazione del p11Qletariato italiano. )ron è 11cces ario dire a lungo di Ro~selli che grandeggia ormai nella storia della l0tta diretta a cancellare l'onta obbrobriosa che il fa.scisimo gettò S1Ulll'Ità.lia. )fa ai giornni noi vogliamo additarlo: è indubbio c.he anche oggi i suoi scritti sapranno accendere nei cuori e nelle menti della gioventù la fede che egli nutrì ardentemente. fino al acrifizio. sidio a discordia comunista; così nel campo dell"azione politica come nella econo1,1ic:i. I fatti del resto lo imrpongono, anche al disopra delle noatre minol'i antipatie, rientimenti, ecc. Se non possono muoversi i Partiti ufficialmente, i socialisti dell'uno e dell'altro campo devono porre la questione e riso\ verla. Senza ritardo. Le cose non avvengono da sè; ma ad opera degli uomini. Il ritardo serve soltanto a diffondere un più largo scetticismo nelle masse, e a lasciare quindi penetrn1'C negli spiriti indeboliti i veleni più opposti. Le obiezioni ono facili, e le ~ento: ma bisogna superarle ad ogni costo, per agire rapidamente. G. Matteotti» Gerente resp.: Pietro Bianchi, Zurigo Tipografia « Grafica Belllnzona » S. A.

Partito Socialista Italiano in Svizzera Partito Socialista Svizzero Sabato, 6 luglio, alle ore 20.30, nella Sala Bianca della Volkshaus dell'Helvetiaplatz, si svolgerà una • CRANDE MANIFESTAZIONE PUBBLICA Verrà celebrata la Parleranno i compagni: •• Dr. ADOLFO LUCHINCER, Sindaco di Zurigo, Avv. On. ANTONIO CREPPI, Sindaco di Milano, Deputato alla Costituente Avv. On. ENRICO CONZALES di Milano Presiederà il compagno Giovanni Albertini, presidente del Partito Socialista Svizzero della città di Zurigo. Tu~ti gli italiani e gli amici dell'Italia sono cordialmente invitati BibliotecaGino Bianco

• \ Bib Cronache dell'Emigrazione Italiana Pene e tristezzedella nuova • • em1graz1one Alcune settimane addietro, su queste colonne, gettammo l'allarme contro il pericolo d-i una emigrazione clandestina o, quanto meno, non controllaba, deUa quale si avevano nei giornali vaghi sintomatici accenni. Chi ha orecchio a questa materia sa quali sono i procedimenti in uso e come si irretiscono ,gli emigranti. Noi traversiamo un periodo estremamente grave e delicato; i dolori, le privazioni, la miseria di molti strati della nostra popolazione, specie meridionale, offrono un terreno favorevole agli allettamenti ed alle insidie, all'ingranaggio di masse disordinate ed indifese. Appunto perchè inquieti per taluni accenni all'avviamento di reorrenti migratorie transoceaniche di cui già in passato conoscemmo e ismascherammo i pericoli e le disillusioni, insistevamo perchè le Organizzazioni operaie intervenissero senza indugio nella pericolos'l materia che non può essere abbandonata a contrattazioni di ingaggiatori e di .speculatori e neppure alla informazione od alla registrazione burocratica di Organi locali e consolari della cui buona fede non si dubita, ma ai quali mancano la competenza, l'autorità tecnica e morale ed i mezzi per una azione ohe è di stretta esclusiva attinenza dei Sindacati operai. Sono passate poche settimane da quel nostro all,arme e purtroppo lo vediamo convalidato da notizie che non esitiamo a qualificare umilianti per la nostra dignità e per il nostro sentimento. Nei giornali del giorno 15 si racconta di emigranti che transitano da Milano, avviali in Belgio, alla guisa di branchi di montoni. Stralciamo da «.lfilano-Sera» qualche riga intorno a questo triste episodio. «Demmo l'altro ieri notizia dell'arrivo di un primo contingente di 400 emigranti siciliani direlti nel Belgio in qualità di minatori. Essi arrivarono affamati, senza quattrini, in pessime condizioni igieniche e privi di qualsiasi assistenza. Sbandati, peggio di pecore, ,questi 1Joveri emigranti senza una guida, senza un appoggio, sono stati abbandonati a Milano, e solo in seguito agli appelli rivolti a, le autorità, sono stati temporaneamente rico- ·verati in baracche di legno alla Bicocca senza una branda, senza una coperta; .ad essi viene somministrata una minestra in tutto il gionw, una brodaglia in una gavetta. Essl J'urono ingaggiati da compagnie belghe; arruolati dall'u,llicio regionale del l.avoro di Caltanisetta, dopo una sommaria visita rnedica furono avviati a Milano alla ventura. Nessuno li ha assistiti. L'wfficio provinciale del lavoro di Milano se ne è interessato all'acqua di rose, senza minimamente prendere a ciwre la triste sorte di questi disgraziati, i quali non sanno neppure quando dovranno andare. Oggi è arrivato un secondo contingente di 800 emigranti nelle stesse condizioni, e ne dovranno ,arrivare, in tutto, 6.000. Un gruppo si è recato alla Camera del Lavoro, che sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità allo scopo dii dare una conveniente e sollecita sistemazione -a questi em,i,granU. Per l'onore del nostro Paese, ci pare che questo episodio non debba restare un semplice sottovoce di -cronaca. Non sappiamo che cosa sia codesto ufficio regionale del lavoro di Caltanissetta e ci basta considerare il calvario di questa povera gente. Dièiamo che le nostre organizzazioni sindacali non vossono mancare di entrare in contatto, senza indugio, con la dolorosa materia. Gli ingaggi, i contratti, le condizioni di lavoro, l'indagine sui ,luoghi di migrazione e sitllP. occupazioni cui i nostri emigranti sono chiamati, tutto ciò deve cadere sotto il vigile controllo della organizzazione. Alle garanzie di ordine umano, morale, giuridico, deve accompagnarsi un'opera di fraterna, civile assistenza. L'opera che la Camera del Lavoro di Milano, improvvisamente chiamata, ha potuto svolgere, deve tradursi in un'azione coordinata e disciplinata così come si faceva in passato da parte dell'Umanitaria, della Bono• nielli e di altri Enti. Non c'è tempo da perdere. Sarebbe tropJ)o mortificante per un Paese che getta le prime fondamenta della propria resurrezione, cominciare la nuova vita mandando ancora pel mondo le turbe stracciate dei suoi lavoratori più poveri! C'è già abbastanza di tristezza e di um,iliazione in questo richiamo ! Nino Mazzoni. ZURIGO CelebraziondeellaFondaziondeellaRepubblicIataliana Sabato 6 luglio, pe1, iniziativa dei socialisti italiani, con la collaborazione Jci compagni svizzeri, verrà celebrata nel la no,,;tra città la fondazione della Repubblica italiana. Due personalità rappresentative del movimento socialista italiano, i compagni aYv. Antonio Greppi, sindaco di ~filano. deputato COLONIA LIBERA ITALIANA La festa dell' « Api » « Festa fatta ... » non se ne parla più. Sorebbe ingiusto seguire questo prin<:ipio nei confronti della festa organizzata dalla « A!pi » di Zurigo il 115 giugno. Bisogna parlarne non tanto per il grande successo di pubblico, che fu ve,aroente eccezionale ,per il mese di giugno, ma per il programma. Eseguito esclusivamente, salvo qualche parte, dai giovani òOCidell'Api i quali hanno dato tutto il loro entusiasmo e tutta la lor<, sapienza al'tistica, ha fatto risuonare nella quasi proviMiale vita della comunità italiana di Zurigo, una nota nuova, a f l'ettuosa, quale non la sentivano ma molti anni. E questo sia detto per le varie scene che hanno composto la commedia in un atto: "'Gli emigranti» (anch'essa scritta da un socio ,dell'Api) per le canzoni cantate dalla ,uova Corale dell'Api, per le due canzonetto interpretate deliziosamente da Liliana, le danze eseguite dai campioni di step, i fratelli Cest-0nato, la danza acrobatica eseguita ùa Zita il valzer danzato da Bruna: manifc:.tazioni individuali e collettive che merirnno il nostro incondizionato elogio e che ci danno il diritto di ben pensaPe per l'avvenire dell'associazione. Un encomio speciale va dato a quegli artisti che si sono messi molto cortc,-;rmenl0 a dispoòizione degli organizzat0ri e che hanno recato un grande contributo a} successo: il tenore Pollini e il teno,·e ']'avoli r-0n il loro canto; la coppia Ehri mann c ,n le ue eleganti sime danze ha fatto rivivere un mondo definitivamente tramontato. alla Costituente e l'avv. on. Enricv Gonzales saranno pe1· l'occasione tra noi nella grande riunione che si svolgerà nella sala bianca della Volkshaus alle ore 20.30 e alla quale sono invitati tutti gli italiani e gli amici dell'Italia. me di questa stimalis&ima musicista per le sue interpretazioni al piano e al cembalo, e ricorderemo soio che essa istruì i cori che tre anni or sono cantarono alla Casa del Po1>0lo di Zuri,go sollo la direzione del maestro Scherchen la 9a. sinfonia di Beethoven. Le !ezioni ven,gono impartite alla Ca.sa d'Italia. Ehri&mannslr. 6, ogni lunedì dalle ore 20/f6 alle 22,00, Accanto alla Corale svolgono in seno all'API la :oro all!vità il gruppo filodrrummalico e quello delle danze, quest'ultimo sollo la dire-lione dei frateli i Ceslonalo, campioni svizzeri di slep, Ricordiamo che il conlrilbulo annuo dell'AiPI è di ~olo due franchi. i membri del1a corale debbono versare o:tre a ciò un contributo men ile alle spese di cenlc--sin1i50. WINTERTHUR Domenica 14 luglio ci sarà l'assemblea della sezione socialista. Inizio della riuuione ore 14; al solito locale. GINEVRA Giorni or sono, jl Console Generale d'Italia, dr, Rotini. ha ricevuto i compagni della Sezione Socialista, colle loro famiglie, e li ha pi:ei,enlali al proL Mackenzie dell"Universifà di Ginevra, profondo conoscitore ed amico dell'Italia e noto Ira le intelligenze più illuminale del mondo britannico. Dopo alcune parole di saluto e ringraziamento del segretario della Sezione, il dr. R:otmi ha ibrevemen te i!luslralo il signi,ficalo della riunione, sottolineando l'importanza che i socialisti italiani attribui cono all·amicizia del popolo 1britannico, nel quale essi riconoi,con-0 un primordiale fattore della ricostruzione europea, secondo gli in Leressi e le aspiralioni dei lavoratori, Il proL 1[ackenzie ha risposto ricordando i vincoli cli amicizia che legano il popolo italiano al popolo lnilannico. Essi non datano dalla prima guerra mondiale, ma dalla comune ongine della cultura e della civiltà dei due popoli, che è il mondo greco-mediterraneo. L'aspirazione alla vera liber la non può es&ere realizzala se non col sacro rispe!lo della persona:ità umana ed il h~)ero sviluppo dei valori dell'individuo. Il mondo occidentale Silvia Kind alla Corale dell'API non deve sacrificare questo ideale a forme di vila La Corale delrAPI. senza lasciarsi spaventare ,c;ociale che gli sono del tutto estranee e ch'esso non dai caìori estivi, continuerà il suo lavoro, Es&a è saprebbe ,nemmeno concepi: 0 : l_l peri~olo per l'esi- . , . . . 1:,tenzade.la no tra stessa c1vtlta non e ancora sconr1e,,c1~a1td ~ssrcu_rars~ 't. col~tbod'az~~ne come _mae- giurato, Ali.Italia, per la sua particolare posizione =~:,,~ '. ~ ,7:'i~.~;'";, e· fr,.;::· '"1 J ~t!':,'''fa.~~'?;,'~,.~r~, r ~~~~~,'.c ~i t.':::',f.~;~,~~ colle nazioni occidentali, allo s,copo d1 difendere insieme la nostra libertà ed indipendenza, I repubblicania convegno I 11appresentanti delle varie sezioni del P. R. I. in Isvizzera si sono in contrari a Ginevra, il 16 giugno, nel loro primo conYeguo dopo l'avvento della Repubblica, per festeggiare l'avvenimento tanto auspicato e per salutare il prof. Ohiostergi che partirà a giorni per Roma per partecipare ai lavori della O-Ostituente. • De,siderando continuare l'oper,a di educazione repubblicana e contribuire nel rundo più/ proficuo alla ricostruzione morale e materiale d'Italia le varie sezioni si sono unite in Federazione, emettendo poi una serie di voti da presentare al Governo. Fra questi de.siderata figurano il di1,itio cli voto agli italiani all'estero, l'epurazione del corpo diplomati<!o, la creazione di nna consulta consolare. Il convegno ha inoltre espresso il desiderio che gli uffici ronsolari siano aperti al pubblico anche nelle Jre pomeridiane per agevolare oolor-0 che riòiedono fo.iori dai cenki dove esiste un conso1ato. I 1-.epuibblicani si sono lasciati con la promessa di lavorare attivamente in comu11e accordo coi partiti affini e con tutti gli italiani che sinceramente desiderano servire e consolidare la Repubblica italiana. CroceRossa Italiana (C omu:nwato) ' Ver,rà quanto prima inaugurata dal Comitato centrale della Croce Rossa Italiana una delle tante colonie eòtive della benemerita istituzione, sulla spiaggia di Follonica (Gros• seto), la quale consentirà ad un migliaio cli ragazzi toscani di giovarsi dei bagni di mare ed elioterapici. Cento posti sono stati altresì riservati a quei bambini italiani della Svizzera ehe ave - ero bisogno della benefica azione del mare, di cui sono rimasti privati durante la guerra. Sono accettati bambini in età dagli otto ai dodici anni; una compartecipa7,io11e fjnanziaria verrà richieòta ai geni.tori. Per iscrizioni ed informazioni ri.Ynlgcrsi alla Croce Rossa Italiana, 3 Avenne Vlebcr, Ginevra, tel. 5.31.13. ARBON Sezione Socialista Italiana Tutti i compagni sono invitati all"assemblea della sezione per questa sera, sabato 29 ,giugno, alle ore 20 ~ che sarà tenuta al Ristorante Eichen. Xelle tratlande figura il convegno di Kreuzlingen al quale parteciperà una nota personalità politica italiana, Tutti i compagni sono pregali di intervenire e soprattutto sono pregali di essere puntuali. Compagni e s1mpalizzan ti lutti, poo&ono partecipare al convegno di Kreuzlin,gen. Per informazioni del caso rivolgersi al compagno Italo Bolgiani il quale potrà dare lutti gh schiarimenti più uti!L Solidarietà • operaia Aderendo al desiderio espresso da alcune sezioni della Fede1·azione Svizzera dei Lavorato1'i edili e del le,gno, il Comitato Centrale, della stessa ha pu,bblica,to sull'organo wfficiale della Federazione il seguente appello indirizzato agli operai italiani dell'arte edile ohe sono giunti, e ohe giungei-anno fra breve in Svizzera. Ecco l'appello : AI LAVORA 'l10IRI V.EN U'l'I DALL'IT AJLIA ! Compagni edili e fornaciai italiani trasferiti nella Svizzera siate benvenuti e gradite il nostro saluto fraterno. La sorte ci avvicina e unisce nel lavoro; la ragione, lo, spirito, di solidarietà e l'interesse cli classe ci stringano nell'azione di difesa e di conquista comune. Con sforzi lunghi e tenaci, agitazioni e scioperi noi siamo riusciti a regolare c011 contratti collettivi le condizioni di lavoro e di salario in quasi tutta la Svizzera. Tali condizioni non sono soddisfacenti, lasci.an,) ancora parecchio a desiderare, ma :.ono molto migliori di quelle che volevano éabilire gli imprenditori e le loro Ol'ganizzazioni. Vuol dire che senza le richieste, le pressioni e le lotte della nostra Federaziouo i salad orari sarebbero molto più bassi Ji quelli vigenti, non si avrebbe alcun compenso di vacanza e nemmeno 'Per i giorni fe.sti vi infrasettimanali. , iE' nootro fermo e 1,iòoluto propo~it0 di migliorare ulteriormente le condizioni esistenti, fino a raggiungere la giuc:;ta parte spettanteci del frutto del lavoro. Sappiamo tuttavia che il padronato svizzero si opprnrà tenacemente, ostinatamente alla realizzazione dei nostri postulati e per eiò ci prepariamo in tempo, con oo tanza spiritualmente e materialmente alla prevedibilmente inevitabile lotta. Abbiamo lottato, lottiamo e lottercnw per tutti i lavoratori addetti all'arto edile cd all'industria dei laterizi della Svizzera, 8enza distinzione di nazionalità, cli fede rcligio.,,a e convinzione politica; vogliamo che tutti u ufruiscano del le nostre con qui te. ~fo clcsideriamo, d'altra parte, <·he ne suno fru. tri i 11ostri foPZi, nessuno far;cia il gioro dell'imprenditoraio nemmeno riman?ndo apparentemente «neutrale», appartato dal nostro movimento. Compagni di lavoro, Usufruire pure voi delle conqui,ste realizzate dalla nostra Federazione. Fatevi pagare quanto più è possibile. Badate che in base alle leggi svizzere il contratto individuale di lavoro stipulato tra l'imprenditore e lo operaio vale soltanto se stabilisce condizioni di lavoro e di salario ug'llaili o migliori di quelle fissate dal contratto collettivo esistente nella località o presso la ditta contraente. Accertatevi quindi appena cominciate a lavorare se il salario previsto dal vostro contratto individuale è uguale o superiore di quello stabilito dal contratto collettivo della località in cui vi trovate. Se vi 1·i ulta inferiore denunciate subito il fatto alla nostra sezione del luogo, la quale provvederà a farvi corrispondere il salari-0 dovuto. Tenete pre5en te inoltre ohe nell'arte edile di tutta la Svizzera, oltre al salario orario, gl'imprenditori devono corrispondere a tutti gli operai - quindi anche a vo,i -- un supplemento di 5 centesimi all'ora a titolo di pagamento di giorni festivi inf rasettimanali ed un compenso del 3 per cento dc,] salario lordo, per le vacanze. Il supplemento di 5 centesimi dev'esservi corriaposto in conianti ed il compenso di vacanza sotto forma di marchette; tanto l'uno quanto l'altro devono esservi rime6Si ogni due settimane, unitamente al sala1,io. (L'importo complessivo delle marchette di vacainza vi sarà rimesso alla fine della stagione, prima che rimpatria te). Pure nelle fornaci gli imprenditori hanno l'obbligo di corri-sponde.re compensi per le vacanze e per i giorni festivi. Circa. l'entità, di tali compensi v'informano le nostre sezioni delle singole loealità. Osservate e fate osservare ovunq~e vi trovate le condizioni di lavoro e di salario stabilite. Non prestatevi a laivorare a c-0ttimo, nO(Il laivo,rate oltre l'orario normale, eccezione fatta di quei casi in cui il far-lo è riconosciuto necessario dalla nostra ,:;ez~oue del luogo. Nel ca.so in cui occorre lavorare oltre l'or,ario e:sigeie sempre, intransigente men te i supplementi cli salario stabiliti dai contratti collettivi. U:NIT,IDVIA NOI Per fare rispettare ed applicare daO'li imprenditori i patti di lavoro stabiliti, per combattere ed eliminare -prontamente le ingi~~tizie, i. soprusi e gli abusi padronali, per enlare spiacevoli e danno.si malintesi, ctis~ordie e conti,asti tra operai, per proceùere d1 <!OJUuneaccordo e prepararci alla conquista di condizioni di lavoro e di salario migliori occorre che anche voi, amici venuti dall'Italia, aderiate alla nostra Federazio- ?e. _L'uni~n~ dei lavoratori è il presupposto 1nd1spens1bile per la loro difesa, la foro conquista, il foro elevamento, la loro emancipazione dallo sfruttamento capitalistico. L'adesione degli operai emigranti all'orga:ni7.zazione proifessionaile del paese d'immigrazione è un dovere morale, una vecchia e utile norma, una necessità riconosciuta g'eneralmeute non_soltanto dalle organizzazioni operaie di tutta l'Europa, ma pure da.Ile autorità e dalle istituzioni progressiste borghesi che si occupano di problemi del lavoro. Da parte l~ro le leggi svizzere non oppongono il mimmo ostacolo atJa vostra adesione alla nos~ra orgainizzazion.e ed alla vostra partecipa,. z1one al movimento sindacale in generale. Non avete quindi nuHa da temere, da alcuna parte, per aderire alla nostra Federazione; avete invece molto da guadagna.re schierandovi immediatamente al nostro fianco. . La nostro Federazione ha .sezi-0ni e gruppi i_n tutte le regioni della Svizzera, di e~sa fanno parte non soltanto operai 8Vizzeri ma pu~e ~pe_r~i di di verse al tre nazionalità: tra cui m1gha1a di italiani residenti stabilment~ nella Sv~zzera. Vi riescirà quindi facile d1 _t~o~are 1 nostri rapp1-esentanti nelle locahta rn cui lavorate. Rivolgetevi fiduciosi a l~r?, accordatevi con loro, ohiedete il loro ausilio, se vi occorre; i nostri fiduciari ed i no~tri soci saranno lieti di fraternizzare con voi. V~va la .solidal'ietà operaia internazionale ! Zurigo, es tate 1946. IL COMITATO OEN'.PRALE. Avviso importante Come abbiamo già avuto modo •di fodicare nel nume"? prece_dente, abbiamo accluso negli ultimi numeri del 1g1or,naleuna cedola verde del ,nostro conto postale ohe serve rper ,pagare (',abbonamento senz~ nessuna s,pesa 1p,o,s,t~le/.Ringraziamo tutti qyell1 ich~ hanno effettuato il versamento e avvertiamo. gil! altri. ~he con il ,prossimo numero invieremo I rimborsi gravati ,dalle spese. Co!"e . !utti s~nno l'importo dell'ahbonamento annuo _e:P•u che lieve e oosta soltanto fr. 4.- somma poss1b1le_a fotte ile borse. A chi preferirà pagare ,a ~ezzo r1'!'1borso rivolgiamo vivamenite la preg,hiera dr accogliere benev,olmenie i nostri man.dati di pagamento. L'AMM,INISTRAZIONE

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