L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 38 - 1 gennaio 1946

B AnllO DIVI (nuova ••rie) N. 38 : Zurigo 1• Gennaio l9A6 QUIN.DICINALE SOCIALISTA ....=..- .. llllllN'8T1'AZIOlll Casella Pnlale N. 2%5s,1111u, Ztrlgo 2; - C(i•n 11ostale No. VIII 26385: • T1lelOAO: 27 n 02 - Af!B()IIM,!UITI: 24 11umarl Fr. "·- 12 numorl Fr. 2 - UNA COPIA CHI 20 Gli amiei di • Critica Sociale » a eonvegoo 1iteneva forse uu poco aspre. Riguardo alla fusione ed alle prossime elezioni, afferma che il Partilo Socialista è stato presentato al popolo italiano come un partito che fosse per finire, tanto che alcuni ebbero a domandarsi perchè dovessero entrare in un Partito destinato a sparire dalla sc~na politica. Dichiara inoltre in termini precisi che, se l'arbitraria attribuzione alla maggioranza dei voti anche della minoranza, compiuta al Consiglio azionale del luglio scorso per la Provincia di Pavia, si è verificata anche in altre Provincie, la maggioranza fusionista affermatasi a Roma non è corrispondente alla. volontà del Partito. Ci è peroenuta con un JX> di ritardo, la relazione del convegno degli amici di « Critica So- "iale ». La pubblichiamo integralmente per l'importanza di quel convegno nella oila del nostro Partito in Italia e nella lotta che vi si conduce per !aloarlo. L'ordine del giorno approvato al •onoegno è stato pubblicato sul N .. 15 dell'« Avvenire>. Domenica 11 novembre 1945, è siato tenuto a Milano un affolléito convegno indetto dal Gruppo mifa.nese degli « Amici di Critica Sociale"· Vi banno partecipato i ra.pp.resenianti dei Gruppi costituiti in numerose località delle varie Provincie dell'Italia Settentrionale ed alcuni rappresentanti anche dell'Italia Centra le. Scopo del convegno era di prendere accordi per rendere più organi-ca ed efficace l'attività dei 'fari Gruppi per la diffusione della Rivista e delle altre pubblicazioni che usciranno prossimamente per iniziativa del Comitato di Redazione. Nel corso delle discussioni, condotte costantemente con elevata cordialità, sono stati esaminati i più importanti problemi dell'-attuaJe politica del Partito, nel quadro di una iponderala od esatta. vaLuta,zione dell'esigenza dell'ora che il nostro Paese sta attraversando. Alla presidenza sono designati il compagno .Greppi, Sindaco di M~lano, l'onorevole D'Aragona, pure di Milano, ed il .dottor Beghi, prefetto di La Spezi.a. Il professor Mondolfo, quale esten- .sore della mozione, ne dà lettura. Chiede quin<li la parola il compagno Lui~etti di 1BieJ.la, niembro della Direzione del Partito, che, dopo aver espresso il suo rammarico che la mozione Pertini non potè raccogliere il consen- -iO unanime dei convenuti nella recente riunione del Comitato Centrale, approva la mozione testè letta, solo proponendo lievi modificazioni di fol'lll.a. Parla poi il compagno Simonini della Federazione Provinciale di Reggio E., incaricato di riferire suH'indirizzo politico del Partito. Nel dare il suo incondizionato assenso alJa mozione, egli precisa come la discussione dUl·ante l'ultima ri11nione del C.C. sia stata particolarmente accesa per quanto riguardava i gruppi aziendali che. secondo alcuni compagni (Nenni, Basso ed altri), dovrebbero avere un carattere autonomo ed indi:pendente nei confronti delle Sezioni te.rritoriali, con la conseguenza che g,li iscritti, anzichè vivere la vita politica generale del Partito, verrebbero ad avere una visione ristretta, limitata, azien<l-al!! del P&rtito stesso, favorendo in tal modo la scissione delle masse in frazioni di compagni sep.al"ati gli uni dag,li altri. Simonini aggiu~ di aver ri<:evuto dalla Segreteria del P-artito ci.rcolari redatte in runo stile autoritario per cui ritenne opportuno muovere rimostranz.a direttamente al Segretario che, fra l'altro, dichiarò di non averle neppure viste. Il relatore termina richiamando il concetto che coloro i quali ricoprono cariche nel Purtilo 4'!e- -..ono porsi al servizio del Partito e non mai considerarsi despoti della volontà dei compagni. A convalida della sua as.scrzione, Simonini dice che è ne.cessità e dovere combattere quelle deformazioni che in seno al Partito si verifi.cano e che alterano l'essenza profondamente dPmocn:ti, a di cui iJ socialismo è .permeato. A Simonini succede il compagno Bonfootiru Giuseppe di Novara che, avvalorando i conct'tti precedentemente esposti, dichiara di avere gw iniziato, sin dall'uHima assemblea convocala a No~ara, a chiarire il pensiero e le opinioni. di cui si rendono intenpreti gli amici di « Critica Sociale». Fa rilevare che, durante l'esposiz1onc di tali idee, trovò sempre compreooione ed ap· provaziO'Jli. Riguardo a!Je elezioni, esprim~ l'opi• nione <:he, se proprio si renderà necessario fore alk,a.nze, sia OJ>portuno uniirsi non soltanto c<'l Partito Corn.unista, · ma anche con g,li altri p.ar• titi di sinistra. Il co~pagno Faravelli, membro della- Direzione del . Par;tito, prende quindi la p.a·rola per ria66umere in brevi renni gli argomenti che tratta nell'articolo c~o più av~n,ti riproduciamo integral- ~te.-1,, L'on. M~zonl, <.-onsultore, esor~oe. dicendosi CIO;~ ~r avere JJdito _la. \.'OCe ~i• Siin0.nini. ·. ~ ( le a ~-rit - ·dçll.-8U:a .pro i ia, ba i\"1 luto, come sempre, usare il linguaggio della chiarezza. Dopo aver polemizzato sull'incoerente atteggiamento di Nenni, precisa come sia affatto ill<>Qco preoccuparsi bigottamente della unità formule del Partito. Ciò che conta è l'unità sostanziale del socialismo e poco importa se nel partito si vengono a formare correnti di pensiero discordi sulla tattica politica da adottarsi. In un partito democratico, egli dire, possono e devono coesistere delle correnti che non porteranno certo ad un indebolimento, ma contribuiranno a chiarire le posizioni ed a tenere Yiva la fede nell'idea. Ci si deve preoccupare aggiunge, di non fare del Partito una massa informe ed obesa, tanto più incosciente quanto più numerosa. Anche pochi elementi, ma eh~ sappiano realmente quali devono essere i metodi cd i fini necessari per il raggi ungi mento dei nostri supremi ideali, sono sufficienti a destare nel popolo, e quindi anche negli a,ppartenenti ad altri partiti, quella fiducia e quella stima che potranno in breve farci divenire maggioranza, ma una maggioranza consapevole e cosciente, e perciò stesso efficiente. L'on. Mazzoni dichiara infine che l'idea della fusione ha fatto scontare al Partito Socialista tutte le conseguenze sfavO'revoli, senza recare nc-ssuno dei benefici che t:ran stati con leggerezza prospettati ed in più ha determinato l'allontanamento di numerosi simpatizzanti che ci avrebbero votato fiducia, se non fosse stata loro presentala l'eventualità di una alterazione della fisionomia del partito. Conclude il suo discorso con l'esaltazione dell'idea socialista, in vitanòu tutti i compagni ad innalzare coraggiosamente la bandiera chiara, onesta e .degna, che fu del gran- <lf' maestro F. Tlurati. L'on. Canevari dichiara di condividere le opinioni di Mazzoni e prega l'amico Luisetti di non insiste.re sulla soppressione di quelle parole che Egli continua rilevando che akuni compagni, forse per il timore che il Partito si trovi in mino.ranza alla Costituente, tendono ora ad un avvicinamento e ad una intesa con la Democrazia Cristiana. Ciò è da respingersi perchè non è sincero. Il nostro dovere è quello di presentare un programma preciso e concreto, tale che possa dare all'Italia con una nuova politica, anche un indirizzo più rispondente alle sue necessità. Se questo programma sarà chiaro e limpido e presentato da uomini sinceri ed onesti, il popolo italiano non esiterà a dare la sua adesione, anche se 'non avremo ancora raggiunto una effettiva maggioranza numerica di iscritti. Ciò permetterà anche di orientare verso di noi, oltre agli indipendenti, anche gli aderenti di altri partiti, che vivono delle nostre stesse ansie rivoluzionarie e delle stesse aspirazioni democratiche . Riguardo alla mozione Pertini, il compagno Canevari sottolinea l'importanza del suo contenuto, che ratifica pubblicamente la condanna del111 politi<>a sin qui adotl.!:ts d:illa ma;i;-ioranza. Il compagno Senano di Milano chiede poi la parola ed invita la redazione di « Critica Sociale» u voler rispondere a Togliatti in merito alle frasi che ebbe a pronunciru-e a Torino, riferendosi al nostro atteggiamento. ContinuaIn sec,nda pagina La riunione della Dlrezloae del Partito Mora■di sostituiste Prrtlnialla segreteriadel Partito Silone direttorepoliticodella edizioneromàmadell'. Avanti !• Si è riunita il 22 dicembre la Direzione del Partito socialista. Il Segretario generale del partito, Pietro Nenni, ha svolto una relazione sulJa recente crisi ministeriale. Il punto di vista della Direzione del partito, risultato dalla discussione, è stato riassunto nei cinque punti seguenti: l) Il Partito socialista, nel corso della recente crisi ministeriale, ha avuto essenzialmente di mira: a) di mantenere la coesione del C.L.N. indispensabile fino alla Costituente, rappresentando esso, malgrado l'inevitabile declino delle sue funzioni, l'unico potere sorto dall'insurrezione popolare contro il nazifascismo; b) di evitare una soluzione della crisi fuori dal C.L.N.; c) di impedire la rottura dell'equilibrio raggiunto nel giugno scorso con l'accesso delle sinistre a posti essenziali di direzione al Governo. 2) Il Partito sociaHsta ha con la sua azione notevolmente concorso a sventare la manovra della destra diretta contro la Costituente, la quale è più che mai il problema dei problemi. 3) L'accesso del Partito socialista alla direzione delJa politica interna ha rappresentato nella crisi il necessario contrappeso alJo spostamento della linea generale del Governo verso il centro dello schieramento antifascista e democratico. 4) Il fallimento dell'offensiva delle destre non deve lasciare nelle masse popolari la impressione che ogru pericolo sia scomparso per la Costituente. 5) Durante la crisi il Panito socialista ha agito in completo accordo sia col Partito comunista sia col quello d'azione. Esso ba collaborato lealmente con la Democrazia cristiana, superando ogni -Sopravvivenza di anticlericalismo nella fiducia che nel cam1>0 cattolico si.1 in via di liquidazione ogni retaggio di clericalismo. La Dire_zjQnt, del .Partito socialista si è- -trovata nell~ sua ,riunione odi~rna,di fronte .alle. dimissioni da Segret2.ri.o.-dcl Partito del campagna Sandro Per- o ' lini che hanno provocato quelle dei due vice-segretari Luigi Cacciatore e Lelio Basso. L'insistenza dei tre compagni ha posto la Direzione del Partito nelle necessità di prendere atto delle dimissioni. La Direzione ha nominato segretario del Partito il compagno Rodolfo Morandi -;; vice segretario il compagno Foscolo Lombardi. Esaminato il problema dell'Avanti! e la difficoltà che esiste per il direttore compagno Guido Mazzali di coordinare le due edizioni del giornale, la Direzione del Partito ha nominato il compagno Ignazio Silone direttore politico dell'edizione romana. La Direzione ha convocato il Comitato centrale del Partito a Firenze per i giorni 12, 13, 14 gennaio per discutere la tattica elettorale del Partito nelle prossime elc::ioni amministrative, e fissare la data, la sede e l'ordine del giorno del congresso. La Direzione del Partito si riunirà il 3 gen·naio per discutere il problema dei Consigli di gestione e quello dell'organizzazione del Fondo Matteotti e per preparare i lavori del Comitato Centrale. Il compagno Pertini si è dimesso con questa lettera alla Direzione in data 18 corrente: « Cari compagni, mi vedo costretto a rassegnare le dimissioni da Segretari-o del Partito. Parecchie sono le ragioni che mi hanno spinlo a prendere questa decisione, ma mentre non intendo per opportu- , 11ità accennare a quelle che riguardano la organizzazione in sè o direttamente la mia persona, la quale non conta di fronte agli interessi del Partito, mi preme fermare la vostr~ attenzione sulla ragione prima che mi induce a lasciare il mio posto, questa: la segreterfa non applica in modo concorde la linea politica afferma-la dal Comitato centrale nel- ['ottobre sa~so ». « A mio avviso, secondo risultati di questo Comitato, non· .solo dovremmo rafforzare il principio di unità di azione con i comunisti, siringere · accor~ di con altri partiti ili maua, onde attua.e· l'unitj della· classe, lavoratrice, ma dcwremmo c-e·rcare di · realizzar~' tunifà' del · nostro Par~i1o·· tenendo Pf'e• Vloto,. HllflO Guerra elvlle « Morte! morte!» ululavano. La folla era femenda. Un uomo, solo, andava fiero tra la marea di quelle grida. <· Morie all'infame!» Ed egli alzando un poco I'6mero, agli urli rispondea, « S'intende! » Da casa sua lo trascinava in mezzo all'accorrente popolo una schiera di ribelli. Di sangue era spruzzato; era una guardia: « a morte!» Era una guardia, incapace di tema e di perdono. Andava; ed una donna, ecco, al colletto l'afferrò. Contro noi questi ha tiratoi» « E' vero» egli rispose. - « A morte/ a morte! l11oschettiamolo! Qui! No: più lontano/ 21/a Bastiglia/ all'Arsenale/ Andiamo! Via!» - « Dove voi vorrete» egli rispose. -· « Il birro a morte! come un lupo!» - « Un lupo sì, chè voi siete i cani» egli rispose. - « Tu c'insulti, assassino?». Ogni ribelle il pugno chiuso sopra lui levava: ed esso aveva l'ombra della morte sopra la fronte e il fiele nella labbra. Cosi con quel confuso ululo ai passi, egli moveva, segno d'odio immenso e pieno d'un immenso odio, alla morte. - a Muoia! Poc'anzi s'era noi bersaglio del suo fucile! Muoia! E' un cane! un birro! un brigante; una spia!» Quando: « E' mio babbo!» disse di tra la folla una vocina. Fu come un raggio subito: si vide un bimbo di sei anni. I suoi braccini s'alzavano a pregare, a minacciare. Era un sol grido intorno. « Ammazza! Ammazza! » e il bimbo si buttò tra le sue gambe e le abbracciò, dicendo a lui: « Non voglio t.'1e ti f accian del male». E lo schiamazzo cresceva: « Presto! E' ora di finirla! A morte il birro! Alle campane a stormo rispondeva con cupa eco il cannone. Era piena la via d'uomini truci che gridavano: « A morte!» E il fanciullino loro gridò: « Ma è mio babbo, ho detto!» Disse una: « E' un bel bambino». Un'altra gli domandò: « Quant'anni hai, piccino?» « Non fate male al babbo» egli rispose. Qualche sguardo alla terra era già fisso, e qualche pugno già tene a men forte il prigioniero. Un arrabbiato, forse il più feroce, disse al bimbo: - « Scappa! V attene! » - « Dove? » - e< A casa » _ ,< Per che lf are?» -· e< Da tua madre » - « Sua madre » disse il padre « è morta » - « Dunque non ha più che voi? » - « Che c'entra? » disse il prigioniero, e calmo scaldava in seno quelle due manine. E diceva al figliuolo: - « Maddalena ... tu capisci?» - « La nostra casigliana?» « Si: va da lei» - « Con te?» - « Vengo più e< Senza te, no» - « Perchè? » che ti f accian del male». Allora il padre parlò sommesso al capo della schiera: {tardi » e< Perchè non {voglio - « Lasciatemi il colletto, e per la mano sol mi tenete. lo gli dirò - Tra poco - Mi darà retta. Mi fucilerete allo svolto, più là, dove vorrete». - « Sia » disse il capo, liberando a mezzo il prigioniero. Il padre disse: « Vedi Noi siamo amici. Vado a far due passi con questi amici. Sii savio. Ritornai» Il bimbo porse al bacio ultimo il viso, e persuaso tornò via. - « Noi siamo liberi» disse il padre ai vincitori: «su, fate pure: dove debbo andare?» A/lor su quella folla insanguinata un infinito brivido trascorse, e il popolo gridò: - « Va da tuo figlio!» (Versione di G. Pascoli). sente la funzione peculiare al partito stesso il quale, in virtù della sua indipendenza da ogni forza esterna, dovrebbe sempre più adeguarsi alla situazione obiettiva italiana ed alle aspirazioni delle masse lavoratrici e mettersi decisameente all'avanguardia del movimento democratico in Italia. « Credo sia superfluo dirvi, cari compagni, che io continuerò a lavorare con immutato entusiasmo per il bene del nostro Partito, le cui sorti più d, ogni altra cosa mi stanno a cuore». Ed ecco il testo della lettera dei compagni Cacciatore e Basso: « A seguito delle dimissioni presentate dal compagno Pertini sentiamo il dovere di precisare che noi accettiamo in pieno la risoluzione di ottobre del Comitato Centrale considerando inattuale la formazione del Partito nuovo della classe lavoratrice. Abbiamo sempre sentito e sentiamo 'vivamente anche noi la esigenza dell'unità interna del nostro Partito. li dissenso fra noi ed il compagno Per: fini riguarda soltanto ìl metodo che si dovrebbe seguire per realizzare tale unità nei confronti delle af-. tività disgregifrice 'che svolgono alcuni gruppi nel senci,del P.irlifo. Per questà· ragione, anche n·o-;. i/is. s<1gniamò il· màhdafo' affidatoci'' 'nella ··St>gr~à ».· 1 '

PRECISAZIONI Bl••••t• ad •• .. ••eeblo aoelallata .. Un compagne che si firma « Un. vecchio sociali1Jta », sul giornale « 11 Lavoratore.,,, organo di lingua. italiana del Partito del L,woro, ha scritto con una buona dose di perfidin e con qualche pretesa divulgativa. ed educazionistica. un com• mento a un breve riassunto del discorso tenuto dal compagno Sifone al Ccngresso provincinle delle sezioni sodalisle della Jirooincia cli Salerno. Non possiamo nascondere la nostra. meraviglia nel vedere « le idee di Silane », cioè le idee di uno dei massimi pensatori che possiede oggi la classe operaia italiana, esposte in due striminzile colonnine, le quali oltre alle i.dee, contengono il loro bravo commento, e perfino le... conclusioni. Non avremmo avuto nessnna intenzione di polemizzare se il « vecchie socialista ,, per tirare l'acqua al sue mnlino, che è poi il mulino comunista, non avesse lascia.lo intendere troppo chiaramente per averlo fatto inoolontariamenfe. la voglia maffa di rappresentare Silane come un grave pericolo per la classe operaia del nostro disgraziato paese. Come tuffi i comunisti « il vecchio socialista,, è un fautore della fusione fra i due partiti, fusione che ormai gli organi direttivi del P.S.l. hanno definita come inatfu-ale, in atteS/1 che i! prossimo congresso del Ptirtifo la liquidi definitivamente. Anche noi, lo diremo subito, siamo contrari, all'unità organica del Partito Socialista con il Partito Comunista, e !o siamo per i segu.enti motivi: a) noi siamo di conoinziani ferma mente democratiche, in contrapposizione a quelle autoritarie dei comunisti, e siamo certi che il Partito Socialista potrà assolvere appunto in ragione della sua fede socialista e democratica una f unzione importantissima nella rigenerazione dell'Italia; per questo motivo siamo anche f emiamente decisi di non fare concessioni di nessuna specie nella questione della democrazia; b) la fusione di due partiti così eterogenei come quello socialista e comu.niMa significherebbe la costituzione di un nuovo partito pieno di elementi contraddilori che neutralizzandosi a vicenda condannerebbero il Partito all'impotenza. Per mostrare al « vecchio socialista» quali siano le vere intenzioni dei comunisti quando chiedono la fusione, gli possiamo ru:ordare che se oggi, fortunatamente, la fusione non è un fatto c'lmpiulo, la. colpa (o il merito) è proprio dei comunisti i quali per la bocca di Togliatt hanrw rifutato suboto dopo la caduta del fascismo l'unità. organica proposta dal compagno Nenni e da altri compagni responsabili, perchè la. Direzione del P.c.r., riten.eon, bontà WIJ, che 11/t piccolo partilo .Jocialista, rappresentante... la frazione evdlutat della piccola• bor~l~sio, 1kneva anche assolvere in ltali11 ww certa funzione. Erano quelli i momenti dello torre di Babele, cicè de1la conf usi<>nedel1e idee e i nostri compagni comunisti ebbero modo di credere che la volta buona era venuta e che oramai potevano considerare il loro partito come il grande ed unico partilo della classe operaia, aflribuendo in giorna1i uff-iciali il fifolo di "capo del Parlito comunista e del proletariato ifalit1no » al compagno Togliatti. Contrariamente alle previsioni, il P.S.l. è invece diventato un gronde partito, e la missione storica che allo sfesso si è naturalmente presentala è di così gronde importanza da giustificare non solo la s11t1 esistenza nrn lo sutt più completa indipendenza, da interessi che non .~lano schiettamente italiani. Cggi In direttiva e11ropea si vu nettamente de· lineando come 11n direttiva .~ocialistn democratica, di più possiamo dire che il socialismo Si è affermato come il dirigente della rivoluzione democratica europea, e l'Italia se vuole salvarsi dovrà essere socialista e allinearsi nello schieramento socialista democratico degli altri paesi di ELLropa. ll momento .storico è il momento del P.S.l. ed è assolutamente necessario che lo stesso riveli la sua forte persanalitiì iniziando una politica che lo ponga al centro di una coalizione repubblicana e popolare per l'attuazione di un programma. concreto che possa essere accettato dalla classe operaia e da lutti i movimenti di -~inisfra. Non abbio,no inteso spiegare ... le idee di Silane. Sono tali e tanfi i documenti di fondamentale importanza che egli ha profuso nei giornali e nelle riviste del nostro Par/ilo, dal periodo della lotta clandestina a tutt'oggi, che chiunque Si interessi almeno un poco delle cose del nostro Partito, non avrebbe avuto bisogno di riferirsi a un piccole riassunto del discorso tenuto a Salerno. In ogni suo scritto c'è fRnfn chiarezzo da f nrci dnbitare sulle capacità di comprensione del « vecchio socialista" se veramente ha seguilo il nostro compagno almeno in questi ultimi tempi. E non c'è da chiedere di dimostrare e provare quello che è già sfato dimostralo e provalo; perchè allora succede quel che succede a quel tale che negava l'esistenza dell'america, perchè liii non l'aoeva ma; visfa. · P. Antlfaael■mo ereleo · Perebè Sehlrra non aec,lse Massollnl ! •Per"chè Sohirru non uccise Mussolini ? Sohirru fu l'uni-co attentatore ohe poteva uccidere il dittatore e non lo ,.-olle. La l}'.)O•LiziIaP01iti-ca fascista era O&Sessionata dal pericolo <lei. com.rplotti 1politi,ci ma escludeva l'attentato i'Il!dlividuale. •Sc'hùTrw arrivò quindi indisturbato nella oca;pi,tale ove dal bal,cone <le.1 suo allber.go di via XX Settembre potè studiare a suo a,gio l'itinerario ohe percorreva ogni .giorno l'automobi.le IPresidentiale. Una ,fitta rete idi agenti in borghese sorve.glia- ,a tutto il perooirso e le vie a,d.iaoonti. Ge1ta.re una bomba dal balcO'rle mentre l'automobile di MU&Solini filava a tutta ,.-elocità sarebbe stato pazzooco e senza effetto. Sohi.rru aveva ,portato con sè due bombe micidiali, una ad orologeria e un.a a ,percu&Sione per ipOlteTsi servi.re dell'una o dell'altra a se-conda della nece56-ità. Egli stu.diava dunque il metodo di infrangere la fitta rete a:,oliziesca e di arrivare sino a M1.16Bolini IPe.r lanciare la bomba. 1D0;po un minuziooo esame e <lqpo aver assistito da una tribuna d.el ipubbUco anche ,a,ct una seduta della Camera egli- er;;cluse la ipo,ssiibilità di potersi serv.ire della bomba ad orologeria. Non restava -che l'a~ma ,più sicura, la .bomba a ,percussione, ma bi.sognav-a, iper non !fallire il ,colpo, lancia.ria a breYe di.stanza. Fu allora ,che Schirru -cambiò taltica. Invece <li restare nella sua camera dell'Hotel Royal a studiare sulla carta to<pograf.ica <li Roma il rperoorso <lell'automo·bile di MuS60Lioni si mise al corrente di tutte le pulbbliohe cerimonie a cui :poteva assistere il caipo <lei ,governo. Un ,giorno Ja sua attenzione sempre vi,gile fu attratta <!all'annunzio ,an,ti-oirp-ato ,c!,i una -cerimonia a ,cui dovevano ipa:rteicipare i rmennbri del ,governo. Egli 6li ,portò il .g.i.(ITT'l.() innanvi 6u1 1 uogo, notò incidernta.Lmenie ,ohe nelle vicinanze immediaite ,c'era um asilo infarutile. 'L'indomani, ,col consueito spie,gamen,io di 1 forze poliziesche, ,giungeva iruasp€-ttata Uiil.apiccola automobile scura da ,cui 6/cendeva, tra 1o stupo<re di tutti, il ,ca,po de!l governo. Schirru impassibile era la suo posto stringendo ,convulsamente sotto la gia.cca il terri~ bile ordi,gno che avrebbe dovuto far ,giustizia del <iittatore e ,della dittatura. Mussolini sivanzò col suo seguito dirigendosi tl)roprio dove Schirru era in att.eBa. Fu allora ohe l'anarchioo volgendo il ca'Po si accorse ohe i bimbi del vicino asilo infarut,itle erano start.i sch~erati sul Bi r!SB6a,ggio ,delle auitorità no I MUBSolini, era onmai a ;po.chi ,pasBi da lui, tra il ,portone <li ingret:!60 e la fitta ala dei bimbi fes!ianti. Stc'hir:ru ebbe urn atitinno, di ee-itazione. Egli non ,poteva saipere ,allora che il suo gesto anche spargendo sul momento sangue mnocente, avrebbe rieparmiato milioni dJ, vite. Non , ide che i bimbi e tremò per loro. Tornato in fretta all'albergo nascooe 1-a .bomba nel solito ri'Poot~Uo e i;,i diede ai bagordi ~er cercare di stordirsi, di dimenticare la a.saur.cfa aebo1ezza. ,che g,li avEn·a fcr.rnato tiJ ibraocio aJ mOiDlento <li realizzare il suo intento. Ma nel frattempo la ,polizia del Viminale era .stata allairmaita da segnaJazioni venute dall'America. Tra le schede degU alberghi si trovò il nome di Schirru. Che cosa tfa,ceva quel viaggiatore isolato, ,giunto in Itali.a senza alcuno 6-Copo plaUBibile? Fermato a titolo IJ)recauzionale drull'uffi,cio ,poliitti,eo egli riSIJ)ose da,pp,rima con si,curezza, ma ,poi ,perdette la ·calma e cadde in alcune ,co11tra,ddizioni. Tentò di rilprendersi, ma non era -più in tem;-po. Allora con un balzo arretrò sino alla iporta e tratta oda tasca una pistola awtomaitiJoa Ja sca.riicò contiro ,hl gruppo i:lei funzionar.i e ,dei rpoliziotti. Uno di questi ca,cl,de fulminato. Do-po Ja ,condann,a a ,morte S-dhirru ritPeneò 1certament.e a ,quel ,coro di bimbi e a <;:uell'alone -dl innocenza che aveva sai vato il tiranno. Con Ja te61.a eretta in un moto d.i sdegno gridò ai suoi fuocila'to.ri.: « Abbasso il faficismo, v.iiva La Hbertà ». I delatori di Gustavo Sacerdote davanti alla Corte d'Assise - ROMA, dicembre. -Davanti lllla Corte d'Assise si è iniziato il processo contro tali Gualberto Rigucci e Lazzaro Monteleone, accusali di avere indirizzato ben Ire denunce alla polizia f nscista. ed a quella- tedesca contro il compagno prof, Gustavo Sncerdofe, sua moglie e tre su.e cognate. Il Procuratore generale ha prorumciato la sua requisitoria chiedendo la condanna di ambedue gli imputati a /8 [IJ!nidi reclusione. A questo punto della discussione la Corte, rilevando che nel corso del processc si appalesarorw fatti più gravi di quelli contemplali nella sentenza d'istruttoria, ha decso il rinvio degli atti al P.M. per l'ulte• riore corso della giustizia. o Comefu salvatala galleriadrl Sempione Merveille qui s'aioute aux merveilles da monde Triumphe du genie et gioire du travail Le Simplon est à nous. Par sa brèche profonde Les peuples voleront à leur tache f éconde Sur !es ai/es du rail. L·esaltazione lirica di Vergil Rosse! non potrebbe oggi essere ricordata se la grandiosa opera di civiltà creata da!Lt volontà indefettibile dei lavoratori italo-svizzeri non fosse stata conservata - per lo sviluppo delle feconde relazioni fra i popoli - dal valore di un gruµpo di Partigiani della Liberazione d'Italia. Non dimentichiamolo, non disco• nosciamo quanto bene abbiamo ricevuto da questi bravi e prodi giovani. Serbiamo loro riconoscenza. Quante ansie, quante trepidazioni abbiamo trascorso. Sembrava giungessero fino a noi i rumori del tarlo roditore della perforatrice, gli scoppi delle mine che- inesorabilmente creavano altri scavi nei due trafori paralleli della linea ferroviaria del Sempione. Ma sapevamo anche, che dall'altra parte della nostra sventurata ma ,pur sempre generosa Italia non mancavano uomini di coraggio disposti a inti aprendere cose ardite e grandi, ad affrontare pericoli, a soffrire dolori e sventure con cuore sai. do, pur di salvare un 'opera di inestimabile utilità, un capolavoro dovuto alla fermezza, alla saldezza, alla ostinatezza di umili operai, molti dei quali caduti nell'adempimento del loro dovere per l'Italia e per l'umanità. E riandando col pensiero ai giorni tristi dell'occupazione, sembra essere riassaliti dall'orgasmo, ' che veniva mitigato solo dalla ferma volontà di opporsi ad ogni criminale piano dei nazifascisti. Le preoccupazioni ebbero inizio fin dal 10 dicembre 1944 quando i genieri tedeschi stabilirono di riordinare le opere preesistenti per il brillamento della galleria del Sempione e di creare nuove camere di mina ali 'imbocco della galleria stessa. A tale scopo giornalmente una macchina perforatrice veniva inviata da Domodossola ad !selle per i lavori di scavo - lavori che si protraevano fino ai primi di aprile. Successivamente le loro nefaste attenzioni si rivolgevano ai 24 pozzi esistenti nelle tre gallerie affiancate nella montagna - al tunnel ferroviario. Ma in tutto l'eccennato periodo la sorveglianza non ebbe sosta tanto da parte di due bravi intelligenti cittadini svizzeri - che per ovvie ragioni non vengono nominati - che da ,parte del capo stazio,ne d'Iselle che sebbene attentamente sorvegliato e sospettato - spontaneamente faceva pervenir-e tempestive informazioni alle varie persone interessate - accordando anche pericolosa ospitalità al capo dei patrioti locali. Questo funzionàrio è il signor Pronti che nei giorni 11, 12, 13, 14 dell'ottobre 1944 - cioè a dire nel momento in cui si apriva il triste esodo degli abitanti della Valle dell'Ossola - accordava tutto il suo interessamento affinchè le migliaia di civili, uomini donne e fanciulli, venissero aiutati ad attraversare il confine senza ostacoli avvalendosi del grande ed umanitario aiuto concesso dalle Ferrovie Federali Svizzere - al al tempo stesso assumendosi la ,piena responsabilità del suo operato. E di preoccupazione in preoccupazione si giunse al 6 aprile, giorno in cui cominciava a trapelare la voce dell'arrivo a Varzo - provenienti da Monza - di sette carri contenenti un quantitativo rilevante di alto esplosivo. Fin dalla partenza dalla stazione di origine i ferrovieri avevano cercato con ogni mezzo di disguidare l'inoltro dei carri stessi - ma troppo prezioso era il loro carico ·perchè i tedeschi non ne rimovessero tutti gli ostacoli frapposti. E da questo momento l'attività di coloro che già avevano creato la premessa per impedire ogni delittuosa azione dei tedeschi, si fece febbrile, e tutti si adoperarono per trovare una soluzione che ridonasse la tranquillità. Ed è doveroso citare i benemeriti: Signor Tacchini Vittorio, direttore della Centrale elettrica di Varzo, prezioso informatore coadiuvatore per i Comitati di Liberazione; Signor Del Vivo Attila - capo stazione in sott'ordine a Varzo, patriota intelligente e consigliere nelle riunioni segrete che precedettero l'impresa. Ed ancora il Pronti ed i due innominati cittadini svizzeri. Ma il tempo stringeva e l'azione dei prodi Partigiani prevista per il 20 veniva definitivamente fissata per la notte dal 21 al 22. E così le squadre del comandante Mirco, del Capitano Luigi, del Bill, del Pierr, del Boca e di altri scesero a valle da Bognanco, Osone, Bugliaga, Alpe Veglia, Crevoladossola, per bloccare le strade di accesso a Varzo - di S. Giovanni - Riceno - la Spagna (Mulino vecchio) d'Isellc e dei dintorni dell'albergo Tronconi - sede delle forze tedesche. Complessivamente circa 150 Patrioti prendevano parte ali 'impresa con il compito di impedire ed eventualmente bloccare ogni azione della polizia germanica: numerosa ed in possesso di armi automatiche pesanti ed anche di artiglieria leggera e quindi in sopravvento concreto sul complesso dei patrioti - forti però del loro coraggio e della loro volontà. Ed il gruppo dei pionieri - una trentina circa - comandata dal no. vello Pietro Micca (Mirco) dopo aver prelevato le sentinelle di guardia alla polveriera iniziarono il faticoso e pericoloso lavoro per la distruzione della 64 tonnellate di esplosivo poste nel casello ferroviario sito in prossimità degli scambi della stazione di Varzo. Detta distruzione attuata e diretta con intel,- ligenza e più ancora svolta con coraggiosa azione determinò subito la certezza che l'incolumità della galleria del Sempione e della centrale elettrica di Varzo era stata assicurata. E come ai pionieri oscuri - che avevano sotto le granitiche basi di un 'aspra giogaia profuso viu cd italico sangue - i compagni vollero eternato nel marmo i loro nomi: così ai partigiani continuatori; ai difensori di questa grande opera di civiltà - Yad.1 il ricordo affettuoso di tutti gli Italiani, di tutti gli assertori della libertà, della concordia, della fratellanza umana suggellata - tra l'Italia e la Svizzera - attraverso il varco vittorioso. L. ~pdli Gli ■miei di • CriticaSociale • a e1ovr1n• Contlnuazio■e di prlm■ pagina Propone che alla mozione in discussione sia aggiunto un comma rig,u.ardante i giornni e le donne, poichè ritie11e che anche essi debbano essere chiamati a collaborare per il rinnovamento e il rafforz.amcnto del Partito. Afferma il concetto che i compagni investiti di una carica nel governo non devono avere 11el Partito alcun incarico direttivo: ciò per facilitare il controllo e la critica dei compagni nel caso di errori. Parla ,poi il prof. Giua di Torino. che affermando l'indipendenza e l'autonomia del Partito socialista e facendo augui·i alla « Criti-ea Sociale». deplora che sia purtroppo preclusa. ad alcuni compagni la collaborazione a certi giornali del Partito. Espone poi alcune osservazioni per 1-piegare l'indirizzo assunto dal Partito, il quale ha orientato le sue direttive e la sua azione in base alla situazione dell'Italia centro meridionale dove iniziò la sua pubblica attività. Chiude, vivamente applaudito, insistendo sulla necessità <li difendere l'autonomia del Partito sulla base di un programma democratico chiaro e concreto. L'avv. Vigorelli di Milano dichiara di condividere le idee di Mazzoni circa la fusione. ma sotiene la assoluta necessitù di evitare che il Partito Socialista abbia a sdndersi in fazioni. Gli risponde !'on. Mazzoni, vrecisando che egli non intende affatto rendersi promotore di una scissione, ma desidera soltanto che l'amore per l'unità non debba vietarci di esprimere sempre con chiarezza e con franchezza il nostro pensiero. Dopo tale chiarimento la parola viene <l:ata al compagno dott. Beghi il quale dice di rappresentare, come giovane, la continutà dell'idea socialista e dopo un bre,·e accenno sui caratteri essenziali dei principali partiti italiani, afferma i valori del socialismo, destinato, anche nel movimento di elevazione umana, a garantire il progresso della civiltà e a realizzare nel regime della democrazia un mondo <li giustizia e di libertà. Dopo aver riprovato ogni forma di dispotismo dichiara essere inderogabile necessità dei socialisti quella di adottare un programma preciso e particolareggiato, da attuarsi per mezzo di uomini onesti che non lascino alcun dubbio sulla loro coscienza e sulla loro capacità. Prende poi la parola il compagno dott. Voochictti di Roma. che inizia con l'esposizione della gravissima crisi determinatasi nell'Italia centrale e Meridionale e segnala come forze antidemocratiche tendano a sabotare la convocazione &lla Costituente. Egli si rende conto che nell'Italia settentrionale il clima è meno fo co che a Roma ove la reazione pesca nel torbido, assecondata purtroppo a11chc ,da partiti che si ammantano della bandiera della democrazia. Circa la fusione piega come si tratti di questione internazionale e nel -confermare la impos- $ibilità di risolvere il problema iJ1 senso fusionista, e prime la convinzione che il Partito Cominista non abbia nessun interesse ad indebolire cd a mettere in crisi il nostro Partito ed afferma la necessità di essere chiari cd aperti per prendere una posizione netta e precisa. Ultimo oratore iscritto è il compagno Tacchinardi di Milano: quando la maggioranza confessa pubblicamente d'aver sbagliato, egli dice, e ripiega sui concetti della minoranza, è giusto che si sostituiscano i dirigenti della maggioranza, per consentire alla minoranza di interpretare più esat. tamente nello spirito e nella lettera le nuove direttive. In merito alla organizzazione del Partito propone di convor.arc i rappresentanti dei gruppi aziendali, per studiare con essi le funzioni che ai gruppi mcde<>imi dovranno essere attribuite. Con le parole di Tacchinardi, hanno termine le discussioni e la mozione posta ai voti Yiene unanimemente approvata. • Vito Mussolini condann-ato a 14 enni di reclusione - MILA O, dicembre - La Corte d'Assise di Milano davanti ai giudici, popolari, dopo una lunga permanenza in camera di consiglio, ha emesso la sentenza con la quale ha condannato Vito Mussolini a 14 anni' di reclusione, ritenendolo responsabile degli alti relevanfi per il m11ntenimento del regime, mentre lo ha assolto dal reato di collaborazionismo. AI CO~rPA!G1'I E Al LETTORI PORGIAMO I NOSTRI MIGLIORI AUGUR[ PER IL NUOVO A.~NO. L'AVVENRE DEI 1A VORATORI

Bib. Cronaebe dell'emigrazione Italiana Federazione Saolal,.ta « Oll11da aor11/ ... Per Il Convegno or•l■t 4el clor■• 1. Nomina del ;presi<dente, nomina dc.Ila Cornmi66ione -della verifica -dei -conti ~ della <;Ommissione •deUa. verifica. -delle deleghe. ?.. iLa situa.zio.ne :politica attuale. (Rela2,ione cli un campagno della -ctirez.ione d.el Partito Sociali.sta Svizzero). -'3. •Relazione morale e organ.iz.zatirva della Federazione Socialista Italiana. (Relatore un co.mpa.gno deila Commissione EdecutiYa). 4. « L'A ,venir-e dei iLa voratori ». (Relatore un COillIT)aigno,della. ,Redoziane). ~- La situazione politica, in Italia. (Relatore 'Un compagno della Dire:i.ione ,del Partito Sociali.eta Italiano). 6. l socialisti italiani i,n Svizzera e le Colonie ,Li.bere. (Relatore w1 ,compagno della Sezio- ,ne <li Zuri,go). 7. [,'atti vi tà culturale. 8. S~lta della Sooe Centrale della Federazione e rinvio della noonima della CommiBsione Esecutiva alla sezione della località ·scelta. '9. Varie. Con il ipro~imo numero fal'gomento. ritornerruno òulLa segreteria Belazlo■e 81111' e A ,.,.,■lre .,I La'feraterl · necessitava. fare Ja. propaganda e ohe bisognaYa mettere al ,corrente delle ~enze del socialiemo europeo degli ultimi ro anni, '<ieterminarono il ,carattere <iel nuovo « A vveniJ-e », che ,più che w1 igfornale fu una rivista, e tale rimase fino al giorno in cui Silone Ja6ciò la Svizzc-ra, -chiamato a compi,ti maggiori <lal1a fiducia del Partito. La (\·rivista» .a&,olse in quelle •ciroootanze una funzione dh·ul.gatrice e educati,a molt,o importante; il suo -contenuio elevat.o, il tono .cal.mo e 'J)acato ,col quale venirnno trattaLi i diversi ,problemi, la voluta rinuncia a,d ogni esaltazione •di uomiir1i, l'asse.nza di animo ità, di odi e rancori, di ogni s.pecie di retori-ca, quel certo spirituali6JJ'Jlo che lo anima vh: ,furono queste, alcune de!:e caratteristi che princi,pali ,del!« Avvenire», ohe g:i ncqui.starono molte siffilPalie e gli dettero 1111 grande cred iio. Quando, dopo un periodo transitorio e la partenza ,definiti va oclei ,prof,ughi, la commitS6ione esecuti,a ci a,ffidava la redazione del giornale, biBognò dangli un altro aspetto e un altro contenuto .. ù.,'« A ,·venire» non doveva essere più solo una ri vi6ta, ma. anche, maJgra,do la perio- <li1cità qu,indi,cinale, nel vero senso della parola, un ,giornale. Certo, se l'« Avvenire» ave66e ,potuto oosere l'organo di una Federazione sociamentate a di.m061r-are -ohe malgraido il ,p.as&ivo ' l'ammini6traz.ione •è stata intelli.gente e ben ocula:ta. Coru;e,g,uentemente ,a, ciò i compagni hsnno contl'ibuito •con una. volontaria contribuzfone a colmare il -debito -e a portare la cassa sezionale all'attivo-. Bravi -compagni, la ooli.ctari-età, la. schiettezza e la buon.a volontà s,ono igli elementi ne· <:essa,ri ~r- una atti vi,tà ,oonoreta e fattiva, e voi avete dimostrato di M'J}er ,fa.te egregiamente. Per in.tanto conciu,di,amo aug,urando a tutti ,Buone Feste e tante <:ose buone ,per l'nnno niuovo. ,Ln, mamma •del comrpa.gno ,Egidio Bo&chetti che si tro, a all'os,pedale ha dovuto subire una d·itfficile operazione. Facciamo gl:i auguri migliori ipe.r un~L pronta guarigione, al fine che possa ,ritornare ,presto in famiglfa, ove il ,suo baldo giovanotto l'attende, ,per di:rle tutto il suo affetto di sempre. Zugo t Tuili• F1llet A Baal', suo paese d'elezione, è mo1-lo il no1 stro .buono e ,caro compagno Tullio Fallet. Aveva 62 anni. Emlrato nel Partito socialista italiano nel 1927, reageTido all'infamia nelln quale il fascismo aveva costretto l'Italia, si era semrpre mantenuto fedele ai suoi iòeaU di libertà e ,di .redenzione sociale. Fu semrp,r{! un .membro attivi.ssimo nelle organizzazioni <li mestiere, La. sezione wciaJ·is'ta di lìugo alla quale ha ; fe<ielroento a:pparte-nuto daU'i&crizione, lo ricorda per la grande onestà morale, per la ,bontà dell'a.-n.imo e per Ja ferme2za sÌ!oura. del car ratte re. Alla moglie ed aUa fi,glia, fodfoando la nostra rprofonda parte,c-i,paziane al loro grande dolore, •porgi'll.mo le IJ)iù sentite <:ondogliaMe. 1La Heclazione ,dell'«Avvenire dei La,vor,atorh partc-ci.pa al ,doloJ·e della famiglia. e dei compagni òi1 Zug·o e ricorda ·con ,iva shrupatia il C'aro ,gcompa,rso. La•••• t Er■1sta (;11p1rl■I Ad appena quattro mesi ,dalla morte del nosu-o iudimenticabile Remo Gasparini, an<:he la mam,- ma lo ha seguito nel viaggio senza ritorno, schiantata dal terribile colpo in fertole dal destino. Ci iuchiniamo addolorati e com.mossi su questa nuoYa d-i.sgrazia e mentre il ricordo del povero Remo resla incérnccllabile in tutti noi, anche la mamma l'-ua che lo ha educato. guidato e portato con il suo esempio ad essere il nostro compagno più amato e rispettato, rivivrà perennemente nel nosh-o ricordo e nel nostro pensiero. Wlntertbar Ot■Y~■zle■e dtlla St1le■e SHlallsfa Comunkhiamo ai <:0mpagni che l'as6emblea mensile di gennaio si terrà il giorno 14. al solito orario alla Cooperativa. Raccomandiamo vivamente di non mancare. (L'organo della nostra Federazione, dopo ri- -cootituita al ,congresso di Par:igi l'unità del Pa.rtito, si era fuso con l'« Avanti!» ('POi « Nuovo Avanti!») e ave,a ce€6ato di ooiistere come giornale autonomo ,dopo 35 anni -di vita glorjosa. La rinascita dell'« Avvenire» è dovuta alla volontà del •compagno Si!O'De. Fu nei primi mesi del 1943, quando il fascismo aveva bensì già .rice, uto •dei ,colipi rudi, la madre ,patria ,però era ancora intatta e il governo sviz2ero considerava ancora il fascismo e il nazi6l'.DO come una «realtà», <:li cui bisognava tenere ,conto e Silone era esiliato e vig;ilato a Davoo, che il -compagno nostro prendeva l'ini- :ziativa di ripubbli1ca.re l'« Avvenire» e, col Yalido aiuto ,dei compagni svizzeri, iniziava le pratiche; -ec~ andarono molto per le lunghe, di modo ,che il 'PrilIJ'lo,numero 'J)Otè uscire solo B 1° fobbraio 1944 in una situazione politi.ca del tutto mutata. II .governo fascista era stato abhattuto, .;ostituito però in una parte d'I:alh da quello neofascista; decine .cti mtgliaia di ,profughi italiani si erano rifugiali in Svizzera; la nostra Fooerazione non 'J)Oteva ancora pe'DSare a ripren>dere la 6Ua attività. Gli a<:- cenmati fattori: la ,persona1ità dell'is-piratore e cprimo direttore effettivo del ,giornale, l'a66enza di una vita po1iti1ca tra gLi italiarni i.o S,iz7,era. la presenza di molti italiani tra i quali li ta veramente viva e attiva, con i suoi organi c:enfr?.!i e periferici funzionanti, ;-i.111mata<la <lisclliSSioni, deGiderosa di prendere l'iniziativa nei diversi settor.i della vita italiana in Svizzera e di 'J)Or6i alla testa di tutto il movimento, allora le •difficoltà si sarebbero ri50Jte da -sò e la vita ohe av,rebbe animato la Fooeraz.ione si sarebbe rifle95a anche sul suo organo. Purtro-p- 1 po ,però la noot.ra Federazione no.n è ancora rilus-cita a superare quella stasi, nella C[Uale l'avevano ,cootre.~ta durante tdi'\·ei•si anni i provvedimenti del governo svizzero. eUa 6ua forma redazionale att,uale l'« Avveni,re » costituisce un rompromesso t.ra Je necessik'\ e le -poo,sibilità, esso vie-ne compilato secondo lo &cherna seguente: la ,prima pagina -dovrebbe contenere un articolo di fon,do dedicato a<l un p.roblema ,polit:,co di importanza generale e duratura, un second~ articolo 6U un im'J}ortanie a,venime,nto <politico cU attualità, pos.sibilmente rife-re-ntesi all'Italia; la terza pag,ina è dedi•cata alla viia delle comunità italiane in Svizzera; la i:,e,conda pagina. riservata ai pro,blemi poLiti,ci e culturali ,più generali, ricor-da maggiormente la rivi.eta. Se facci.amo astrazione dal '.J)roblema •dell'indirizzo politico e da quello -della rior,ganiz1,a~ione della Federazione, che trascendono il giornale, e che verranno quindi tr.attati a ,parte, è a nostro parere nece6681rio discutere <lei modo di intensificare la diffusione del giornale e a•ocreacere la collaborazione 1)€>rparte dei compagni, percbè- il g,iornale rifletta. -semipre meglio lo spirito e la volontà NOTIZIARIO Zurigo I■ m,mortamLeonbardRagaz Il 7 dicooibre 19--1-5 è morto in Zurigo, aJJ•età dli 78 an.ni, il prof. Ragaz. Il suo dec006o, che 1<> stra,ppò ad una attiv,it.à, malgrado l'alt.a età, ancora intensa., ha ,cagionato un lutto prcfon- <lo tra. i nume-rosi amici 6UOi in Svizzera e all'eòte.ro, e ha in<lotto. come lo dimostrano numerooi necrologi, anche ,gLi avversari alla medita.zione: perohè Lutti, amici ed a,·,·e,1-.sari, sono coocienti ohe con Leonhard Ragaz, un grande nel regno ,dello ,sprrito, ci ha Jai;,ciati. E' doverooo pe,r un giornale sooialista, in modo ,pa.rticolare ,per un giornale sooialista italiano, r.ico!'da.re Leonhard Ragaz, questo puro annunciatore ,cl i un socialismo fondato su una profonda ,concezione della vit.a, ,che fu sempre un amico dell'Italia e del J)O'POIO itali.ano, delle sofferenze del quale, nei giorni dell'oppressione, egli fu partecipe e la ,cui li..berazione dal giogo fa.6ci6ta egli sempre si augurò. clell:1 F1'rìera,.ione E. V. 1a1·i da .sociali,st,a, e agire con la ,parola e la penna per il sociaLismo. Egli contiinuò con rpassione la 1otta -per la giustizia sociale, con1.ro lo im,perialismo, il militarismo e la violenza, che aYc,ano festeggiato delle , ere orgie durante la pro-prio a.Uora cresata guerra del 1914-18. L'alt< gg-iamento •coraggiooo assunto da Ragaz in quegli anni nei suoi numero6i scritti, nelle sue conferenze e nei suoi corsi ha avuto un'importanza decisi va anche iper i I Partito socialista s,·izzero nella .sua lotta per un socialismo democratico. ~oi più igiovani, che avemmo allora la fort,una di e;:;sere iniziati da Ra,gaz st~ al suo ele,at-0 ed entusiasmante ,pensiero del sociali,.:;mo reli,giooo, noi ringraziamo oggi con sentimenti di particolare riconoscenza questo uomo che po.se la sua gran,de e profonda oultura e, fino all'ultimo re.spiro, tutta. la sua forza ,di cambattente al servizio della causa della liberazione dell"umanità claJla vergogna e da\l 'oppressione. Purtroppo ra,.ione di Ragaz non trovò ne11a cla~e operaia l'eco ohe merita va. Pure le verità da lui riconosciute e ,proclamate cOJ1tinuerann-0 a viveTc al <li Jà dalla sua morte e -daranno un giorno i loro frutti. E. PAVOLL 1 LEZZI Il suo socialismo si fondava sulla fede nella ...enut.a <lel Regno di Dio «sulla terra e sulla lieta novella <lell'Evan.gelo, che annunciava liberazione e re<:>-ta.urazione della dignità umana a tutti gli ooseri, ma soprattutto agli oppreSGi e ,u,milia1.i, a coloro ,che languivano nelle ca- La sezione o<>ciali.eta italiana di Zurigo ha tene e vegetavano nella mi6eria. inviato alla famiglia Ra,gaz il seguente teleRagaz do1Jette, e in que5to coTlBiste 11grandi.! 1 gramma: e il rivoh1zionario della Gua opera. annunciare la verità, compresa in età ancora giovane, prima ,come pastore al MùnBter di Basilea, poi come profe660re <li teologia all'Uni,ersità di Zurigo, malgrMio ta lotta che contro ,di l1ù con<l11.J.B6eroan, che slealmente, i rruppresentanti della cla66e -dominante <la 1ui attaiccata. Allor- « SocialiGti italiani residenti Zurigo in,chinansi reverenti spoglie mortali Leonhard Ragaz integerrilJTlo combattente giustizia sooiaJe puri.ssimo apostolo sublime i,deale umana redenzione». KreuzUngen Stzlone Soclallsta Italiana chè le tenEJioni provocate da ·una lotta con-dotta ,per parte sua senza compromeòSi e concessioni di sorta, ,divennero troppo gran-di, Ragaz dedU&Se, senza alcun riguardo ;per la -propria L'ultima nostra a.eseml>lea è stata tenuta il persona, le sue conseguenze e si -d.i.mi6e, nel 9 di diicembre. Una discuS6ione ben oroinata e 1921, <)alla carica universitaria, ooCUlpata du- co1xliale •ha caratterizzato la rhmione. rante 12 anni di un'attività oltremodo feconda Tutti i comipa.gni somo stati un po' BOTIJ)resi e si tra6ferl, con un atto il cui signirn.cato sim- nel sentire, con la relazione finanziaria, ,ohe e.sibolico è evidente, in un quartiere qpera.io di steva un debi.to idi fr. 7,50 (sette e ,cincruanta). Zwigo, opecdo di G vhe,-o, ca P'lr8ì'CO"" le spiegazioni, giu,U,. ben docuIl voto obbligatorio in Italia? - ROMA, dicembre - l l con.mlfore dftmocrisfiano Piccioni ha presen- 1 fato e illustrato alla commissione per gli affari politici della Consulta il seguente ordine del giorrw: « La commissione, preso in esame il principio dell'obbligatorietà del voto, convalidata da sanzioni, aderendo ad esso, riserba ogni decisione sulle modalità concrete in sede di discussione della legge elettorale politica chiedendo fin d'orli che l'eoentuale a/tu.azione di tale principio sia senz'altro estesa anche alle prossime elezioni amministraiioe ». [,'ordine del giorno è stato approvato quindi con tredici voti. Il proponenfp democristiano Piccioni, dopo aoer dichiarato di r;olersi astenere da ogni considerazione di carattere puramente teorico, ha basato la sua proposta unicamente sulla considerazione· pratica delle troppo di/ fusa tendenza, in Italia, all'asten.~io1iismo. Per combattere questo malanno della nostra oifa pubblica e per creare solide bllsi alla democrazia non Di è dunque, secondo lui, r,ltro mezzo che quella della coercizione. Sanzioni « pallidamente coercitioe », ha detto in ulliTrw, p::irlando in risposta al suo confradditore: ma intanto, era giii sfata presentata una concreta proposta per una m.ulla generale non inferiore allt>5()00 lire, qualche cosa come 15 o 20 giornate di salario di un operaio non qualificato, ed el?li sie:;.'><J aneva suggerito vari esempi di sanzioni « cioili ,,, come l'esclusone dai concorsi banditi dallo Stato, buon ricordo dell'esclusio,ie delle assunzioni agli impieghi di chi non aoesse la tessera f a.~cista! Il compagno Greco, per i comunisti, '13 affrontalo anche le questioni teoriche da cui Piccioni si era tenuto pmdenfemenie lontano e gli è venuto di rincalzo sul terreno puramente pratico il compagno .Malagiigini. Egli, dopo di essersi associato alle considerazioni di carattere generale esposte dal comunista Grieco, ha trattato il problema dal punto di vista contingente, rispondendo alle osservazioni fatte dal consultore Piccioni. Ila rileoato fra l'altro come nei pochi Pae~i a ooto obbligatorio (Belgio, alcuni Cantoni svizzeri, qualche Staio australiano) la percentuale dei votanti non sia superiore a quella dei molti altri (ira cu.i Inghilterra e Stati Uniti) in c11i il voto è libero; la Francia stessa è arrivata alla Costituente con un·altissima percentuale di votanti anche senza l'obbligatorietà del voto. Questa, inoltre, presuppone una siiuazi.one politica e un'attrezzatura amministrativa che sole potrebbero renderla veramente efficace e che noi siam,o ben lungi dal possedere . Non con l'esercitare sull'elettore un'azione coercitiva della sua volontà, ha conc/11.50il compagno Mala.gugini, si può dar valore alla prima affermazione della na.5cenie democrazia italiana, ma con lo svolgere un·assidua opera di propaganda e di educazione politica da parte di t1Lffi i partiti. Sarii bene precisare la portata del voto della Commissione per gli affari politici e amministrativi. La proposta, avanzata dai democristiani e appoggiata dai liberali, fu approvata, dopodicnè si er· concluso l'esame del progetto di legge gocernatioo per le prossime elezioni amministrative « qualora venga sancito nella legge elettorale po• . litica. E" chiaro dunque che la questione rimane impregiudicata e che a desiderla in nn senso o nell'altro verrà chiamata. l'assemblea plenaria dell,1 Conmlta nella tornata del mese venturo. Una bomba contro la sede del Partito Comunista: a Roma - ROMA, 'H dicombre - La Presidenza· del Consiglio comuuica: « Verso le ore 48 di oggi, mentre aoeoa liwgo una riunione di dirigenti del partito comunista italiano, in via Nazionale è scoppiata, per le scale del palazzo in c1ii ha sede la direzione del partito, una bomba tossica. In seguito alla rottura dei vetri, il gas è penetrato dentro i focali, prooocan.do il malessere e il lieve intossicamento di alcuni presenti. Essi sono stati subilo sottoposti alle cure del ca.so in una clinica di via Mecenate. Per fortuna, anche i più so/ferenti, fra cui la sipwra Di Vittorio, l'on. Grieco e i sigrwri Pratolongo e Alicata poterono ritornc1re poco tempo dopo alle loro case». Si apprendono inlanlo i particolari dell'attentato e i risu lfali delle primi indagin.i. Erano circa le 17,55 quando si udirono nel par lazzo, dove al secondo piano ha sede la direzione del Partito comunista, in oi<1.Nazionale, due scoppi susseguentesi senza inleroallo. In quel momento era riunita la Direzione del Partito e in altri uffici si l.avorava soprattutto per la preparazione del prossimo Congresso nazionale. I vigil~ del fuoco, chiamati immediatamente per tele/ ano, accorsero per primi dopo circa venti minuti. In seguito giunsero le forze di polizia e le autorità. Si potè cominciare a fa.re le prime constatazioni. La bomba, o probabilmente le due bombe, una dirompente e l'altra. a fosf ogerw, ~ fe e funzionanti a scatto e a tempo, era.no state collocate sul pianerottolo fra il secondo e il terzo pia.nv, ai piedi del muro di una finestra a.peri a oerso il cortile. Lo scoppi.o causò una buca nel muro, la rottura di numero:ii vetri e la caduta di molti peni di calcinaccio dai muri e dal soffitto. Tra i compagni più gravemente colpiti vi furono Grieco, Alicata, Pratolongo, Donnin.i, Pirani e la moglie del compagno Di Vittorio. Quasi tutti i presenti fu-rono accompagnati all'ospedale dove furono curati con latte e iniezioni di caffeina. Per nessuno, però, vi furono conseguenze graui e tutti raggiunsero ben presto la. loro abitazione. Secondo la polizia e le analisi della Direzione Artiglieria gli ordigni sarebbero una. o dtie bombe con/ ezionale con una lamiera di due millimetri di spessore: ne sono state rinvenute alcune schegge; le bomve dovevano essere ripiene di gas di fosforo e di arsenico.' Sottoscrizione per I' •Avveniredei Lavoratori• « L'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi:». Somma precedente fr. 1.284.- Sezione <li Zurigo (assemblea del 23. 12.45). Dezza fr. 20; A.rmuzzi fr. 10; SalvoldeUi fr. 5; Ghilardi ofr. 3; Lezzi fr. 2. AT>mruz-z.-i Zurigo Fiori,na - Weinfel<len Sairtori - Zuri.go tr. 40,- 1,50 fr. fr. ,fl'. 2,- 1- l TOTALE ,fr. 1328,50 A•vertensa Avvertiamo tutti I nostri compagni, i corrispondenti e i lettori, che il nuovo indirizzo della Red.a-- zione e dell'Amministrazione dell'« Avvenire dei Lavoratori » è il seguente: _C..ASELLAPOSTALE 225 - SELNAU • ZURIGO 2 . BMaUfft : I r I e Il Wai h - illlrt11 •

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