L'Avvenire dei Lavoratori - anno XXXVI - n. 33 - 15 ottobre 1945

( B A-• XDVI (■uova ••rie) Il. 33 : Zurigo 15 Ottobre tt•s ,- QUINDICINALE SOCIALISTA Bozzrtto contemporao~• Il tappo PJ-:R."ON.-\CGT: Cav. Girella - cancelliere Pa.parella. . segretario Mé1rforio - operaio. l ( U~,O Dl·:T.l:.\ZfO.\lE: l'n q1111biu ·i cow,olato ilalia110 in S, izzera. Atto I (1940) Luogo dell'azione: Un ufficio consolare. CaY. Girella e ?lfarforio. 11" CAV. GfRELL.\ (squa<lra Marforio dall'alto in bas,;o e dice in tono 1.1r1ogante: - Vi lw detto che i! passaporto non vi sarù rinnovalo. REDAZIONE I AMMINISTRAZIONE CaMlla postale No. 213, Zurigo 6 ·, • Conto o tal N VIII 263 1 P I e o. 05; • Telefono: 23 70 87 • ABBONAMENTI: 24 numeri Fr. 4.-, 12 numeri Fr. 2 - UNA COPIA ctnt. 20 MAnfORJO - Si può .~apere per qu.ale ragione? CAV. G1HEUJ\ -- Siete un calfivo ila.liana. \f.\RFORTO - Sono una persona onesta. signoIl problema coloniale Paesi; cSi·dovrà far tilucliare dai migliori no tri tecnici, in ,collaborazione con quelli di nazioni a maggior e,.iperienza coloniale, i ,problemi <le!Ja, valorizzazione· economica delle ricchezze locali. Alla Conferenza di Lonidira dove verrall!Ilo stabilite le oondizioni -di ,pace' !l)er l'Italia, verl'à. 1pure deciso il <looti:no deHe colonie jfaliane. Qualunque vogliano e&sere le decisioni di Lol1ldrru - ritorno ipuro e serruplice delle colonie o di 1parte •di eisse all'Italia o amministrazione rufJidata rull'ltalia sotto il controllo delle Nazioni Unite - vi sono alcune verità sul problema coloniale che è il momento cli csiporre. I socialisti sono .sempre stati contrari aile conquiste coloniali, che i Governi i01Jperialisti ,bamno cercato di ,giustificare di volta in volta, con ragioni strategiche, -di prestigio nazonale, teli necess1tà economiohe, di rpres,;;ione demografica, iper naocon:derne i reconditi moventi: volontà di conquista, -di aèso;g,getta,mento e sfruttamento -di altri ipopoli. Sia ohe si tratti di colonie italiane, francesi, belghe, olan- <lesi, inglei;,i, ecc., si deve ogg-i alfermare che i popoli dell'Africa e •dell'Asia, ,banno il -diritto di gove•rnarsi -con 1>ro-p,riGoverni indipendenti e che l'intervento delle nazioni europee neU.a vita dei popoli a ordinamento sociale IJ)rimitivo, -deve avere il c;;olo fine di elevarne il te110're òi vita e di civiltà. /La .messa in va.lor-e deHe risorse agri.coile e , minerarie e lo svilu•ppo economico -di ,quei paesi non deve continuare a tradw·si, come in ,pa,ssa.to, in un mezzo cli Gfruttam.ento dei poipoli coloniali. Alle materie prime coloniali ohe mancano in altri p~i- e che la tecnica moderna è in igrado di valorizzare, <levono ,poter attÌlngere con :parità di diritti e con eguale libertà tutti i p0ipo,Jj, ohe ne abbisognano, riconoscendo ai ipaesi coloniali e.be le pO&Seggono, e-qui collllpensi che ne fa vori6cano i1 benCèSsere. La liibertà di accesso- alle materie prime, affermata <la:ll.a Carta Atlantica, -deve e66ere intesa in qUei'>to senJSo e con c~uesto spirito e deve mo-diifica;re •profo-ndamente il regime coloniale finora -..igente nel mondo. I problemi C'Oloniali •dovrebbero ;perciò Yeni1· a,lfronta~i oggi non con mentalità nazionalista o da conqu.imaitoo-i, ohe i-iaf.fiora :ilil q•ue,sti gior. ni d:i discussioni, ben6ì in uno spirito di collaborazione internazionale -di mit5sione civi.Iizzatri,ce ;· cosi.cchè non tanto- 6Ull'ruppartenenza delle co,lonfo a, quooto o a •quel rpae6e, quanto sul mo-do col quale esse dovranno venire amministrate, si dovrebbe discutere. Se questi :princi,pì <l 1i responsabilità e di solidarietà colJettiva, che pur Mno stati proclamati. quando 6i faceva, a,ppello- allo spi.rito -d·i <patriottismo dei vopo-Ji cli co-lore, perchè si _òatte6seiro per l'avvento di un mondo d.i mi- .glior giustiziai sociale -per tuW, verranno dimentica1.i, si sarà fatto un ipasso indietro~.sulla via della futura pace -del mondo. Ce1~ohfamo wd ogni modo di non commeqere noi qu.e.sfo en-ore. Quando IJ)er rivendicare le n06tre colonie ci ei 1·icthiwma al s.angue versato dai nostri soldati, al sud-0re dei nostri coloni, alla luce delllJ. millenaria civiltà romana, bisogna avere il doloroso cora.,ggio di <lire. che molto sangue ò etato versato inutilmente, che il sudoTe dei coJ.l()ni1h.a.ar.ri1cchito ipochi negrieri di pessimo rango e, comunque, che i risultati cornseguiti sono sta.ti a&'5oluta,mente ina-deguati ai sacrifici cli ogni genere richiesti al Paese durante un cinquantennio -di politica coloniale. Nè si citino a gloria nostra. pionieri, ooploratori, ,colonizzatori, miB6ionari che tutti onorirumo ed aip,prczzirumo: la loro oipera fu intra1ciata ecL in gran 1parte re.sa ine.fficaice dalla. dimostraita in~paoità di governi e di governa.tori, dalla imipreiparazione -dei nostTi ammJ:nistratori colonial.i, dalla mancamza d.i una corruprensione sociale del compito della coloruizzazion-e. Se ci verrà rutndata rmnministrazione -dei tCll'Titori che. -eootituivan.o Je nostre colonie, dovremo ricomincia•re da crupo, ca,mbiando i fini finora perseguiti ed i metodi finora adoperati. Bi.sognerà ri-puJire da cima a. .fondo il Ministero delle colonie dalle ,scorie -del passato, cambia1·e l'ordinrumento della carriera colon ·a11, es~\ a· u-nzfonar· do i o v·dLs:udio inecceipibili. (Finora lo scopo finale -di ogni funzionario coloniale era quello di giungere aid arraffare un titolo di ecoellenza e, quale Segreta1·io generale o Governatore, vivere per qualche terrupo in una corte di « schiavi mori» da ,"',fruttare. Di qui lotte sorde, invidie, cor1·uzioni, iro1ppo fhuruenti avvicendamenti in_ colonia. {ii gente imrpreparata. ed ignorante che col'rompeva. e clisfruceva J"opera. dei pochi onesti entlùSiasti colonizzatori}, Si dovrà 6elezionare e controllare la. nosll'a. E:migrazione nelle colonie che, conlrn1·ia.mente a quanto si ò cercato di far credere, non ,potrà mai Cèsero nè in Somalia, nè in Eritrea e solo ·cair<Samenle in Libia, emigrazione di massa. ma di qualità. (Quando il bianco è costretto a compiere soLto il tremendo clima rufricauo lo stes.so lavoro manuale ciel negro, dividendone le privazioni, la céll.Sae il pane, come purtroppo è a\·venuto in Eritrea ed in Etioipia,, non €li eleva il nc.gro al livello del bianco, ma si abba~a que.sto alla ·primitività di quello). I nostri tfuturi diTigenti co-loniaJi -dovranno seguire souo-le specializzat~\ recar-si a,d imparare la gestione coloniale in colonie di alt1·i DOPO IL 30 E' ormai pa~sato il tempo della colonizzazione pseUJdo romantica. Bisogna eliminare dalla. Yita coloniale gli avventuriel'i ed i profittatori. Finchè si manderanno in colonia i falliti. d"Italia, -come Bi è preferito fare in passalo, finchè non si .sarà C<llpito che .là dove i Pl'Oble1ni socjali ed economici da risolvere sono più difficili - e in. colonia tutti i :problemi sono ipiù gl'avi e più delicati che non in Euro,pa - le n06lre colonie sa.ranno .sempl"e in uno stu.to cli inferiorità rispetto a quelle -degli aHri. Per giustiificare i nostri di1·illi per l"avvenire non rifacciamoci dunque al paS6ato. Proclamiamo che è iinita l'epoca storica delle com:ruisie colon iali e -dello &fru ttamento dei p0<poli primitivi; prepal'iamoci ad e6Sere degli ::.rrumjnistra.iol'i one<Sli e sagaci, chiediamo di •partecipare alla meissa in valore del1e risorse a.fricam.e a v-antaggio di tutti i pO'poli, 1ponenclo come fine sociale -della nostra ope.ra anzitutto cruello del benessere e clell'elevamento delle rpoipoJ.a.zioni coloniali, finora sfruttate dagli. uomini di razza bianca. H. MOLINARI. SBTTEMBBB LICENZU■t:NTI cnN'ROLtA'JI EiJlll'HTJ Al LAVORATORI DI NON CATEGOIIA . . f)UAIANTA oat: LAVORATIVE • SACRlflCI CHE ESIGONt RICONOSCIMENTO Le trattative condotte a Roma tra i rappresen- zioni saranno naturalmente controllate dalle Carnetanti della Confederazione Generale del Lavoro e re del lavoro, il che, per i lavoratori, deve essere gli industriali in vista dello sblocco dei licenziamcn- motivo di minore ansietà. Niente quindi sblocco inti, sono state laboriosissime; ci sono volute oltre discriminato e generale, ma, se il patto verrà seria40 ore di discussione in riunioni che si prolunga- mente rispettato, addirittura blocco controllato dei vano fino a notte alta. Esse sono terminate con un licenziamenti. nuovo accordo che resterà in vigore fino al 31 di- Il punto più delicato dell'accordo è la riduzione cembrc. delle 48 ore lavorative a 40 ore, con conseguente Poichè i risultati raggiunti del patto possono su- relativa diminuzione del salario. li sacrificio dei lascitare dubbi, conviene esaminarli attentamente. E' voratori è evidente, è doloroso. Ma si impone per innanzitutto necessario ricordare la premessa che ha favorire il riassorbimento di un 'aliquota corrisponcondotto al patto: il minacciato sblocco dei licen• dente - esattamente il 16,66 per cento delle maeziamenti per il 30 settembre. Se si pensa che gli stranze - di altri lavoratori di categoria e in priindustriali si sono presentati al convegno di Roma mo luogo sospesi reduci, partigiani e perseguitati con la pregiudiziale di almeno un 30 per cento di politici. La solidarietà di classe dei lavoratori conta licenziamenti indiscriminati, pregiudiziale caduta in ricorrenti episodi: recente quello di Saronno ove le pieno, si può- concludere che il patto ha assolto nel maestranze dell'Isotta Fraschini hanno ceduto il migliore dei modi alla s·pcranza in esso riposta: 50 per cento dei propri salari ai compagni della quella di evitare ogni aumento della disoccupazione. CEMSA cui l'amministrazione non poteva corriChe vengano licenziati gli cx appartenenti all'Ovra spondere la paga. Su un piano nazionale come quco i fascisti sospesi per epurazione d'accordo. E chi sto del patto, la solidarietà degli operai italiani davorrà protestare? rà una ulteriore manifestazione di maturità . Il punto base è questo: le industrie vanno sai- E che questo sia lo spirito chç illumina le masse vate; e una volta ancora, purtroppo, con il sacri- proletarie" italiane, comprese della onestà e della 1 ficio dei lavoratori. E' un dovere che non occorre necessità del patto, si è avuta netta la sensazione certo sia suffragato da argomenti rivolti a chi lo ha alla riunione tenuta dai Comitati di iniziativa, già compiuto con l'a::ione contro i nazifascisti. Non I dai C.L.N., dai Cònsigli di gestione ai quali il Scsi può prctènderc !"esaurimento totale delle risorse gretariato camerale Alberganti ha illustrato la sifinanziarie dell'industria, col conseguente annienta- tuazionc. Alla casa Matteotti si è accettato il mento delle attrezzature. sacrificio a una sola condizione: che se ne prenda E poichè le fabbriche lavorano ancora a ritmo ri- atto e si diano alle masse almeno quelle soddisfa. dotto, è necessario alleggerirle restituendo alle cate- ' zioni politiche cui aspirano. goric di or~gine tutti quei lavoratori che, per le I Da rilevare anche il No. 7 dell'accordo: il patto cs;gcnzc di guerra, affluirono ad esse, e non sono qui concordato ha efficacia per il Nord Itali.:1. Al pochi, specie fra gli ediU e i braccianti, coloro che fine di raggiungere l'unità completa dell'economi~ e si riversarono nell'industria. della vita nazionale le parti si riservano di inconC'è assoluta penuria di cdiii: il che contrasta con trarsi entro il 14 ottobre per promuovere la estenle urgenti necessità della ricostruzione. C'è scarsità sione del patto stesso alle regioni ccntro-meridioài braccianti mentre l.:1 terra esige di esser sfrut- nali con modalità e norme da stabilirsi tra le raptata più intensamente. E0 morale che muratori e con- prescntanze delle organizzazioni dei lavoratori e dei tadini tornino al loro normale lavoro; e ncll'accet- clatoi:i di lavoro con il consenso del governo. tare questo principio i clirigen!i sindacali hanno già Il 4 ottobre si sono riuniti a Milano i segretari posto la contropartita altrettanto morale delle pere- delle Camere del Lavoro di Milano. La discussione qua=ioni dei sabri frn le categorie e dell'indennità è stata chiusa dal comp. Albergati, che disse tra di contingenu per i braccianti. I datori di lavoro J"altro: « L'accordo non è una vittoria nè una sconcomprcnderanno che se si vuole J"alleggerimento fitt;i per i lavoratori, ma è quanto di meglio potedelle fabbriche bisogna rendere il meno possibile vano ottcne;e nella situazione attuale». I convc- . penoso il ritorno al lavoro d'origine. nuti ~onvinti che !"attuale situazione generale non Ad ogni modo per i licenziamenti il patto pre- consente migliori risultati, hanno approvato J'accorvcdç, oltre ad una certa gradualità nei licenziamenti, do impegnandosi di insistere presso i lavoratori per il normale trattamento di disoccupazione, gli assegni La sua intelligente e pratica applicazione, specie per familiari e un'indennità g_iornalicra di L. 30 per due quanto riguarda il trasferimento dei lavoratori dalmesi; in totale, circa L. 100 al giorno che non è l'attuale loro attività a quella che normalmente hangran che, ma è comunque un minimo per superare no esercitata fino all'inizio della guerra. il perto 1;,r"ticodel trasferimento. Queste opera- Continua In terza pagina , e, ed ho diritto al pétssaporlo come gli 3lfri cittadini. CA V. GlRELL\ 1 ·oi 111efìele a dura prova la pazienza della ~ente. I i ripe/o che voi avete perduto questo diril!o. :\L\.RFOfllO Ilo c:apilof Qiteslo è il prezw che deve pagare chi ha sempre eletto la oerilii. C.\V. GIRELLA (alzando la Yoce) - Insomma bw;fa c-cn le v1.,s/re insolenze. Anccra una pa.- rola e felef 0110 tJla polizia. Ecco la porta. ed uscile immedic1la111enle. (\farforio c-;cc d p11<;,-o 1<·1110 e e111.a ri. pondere) Atto Il (1941) LLOGO DtLL'AZTONE: Lo· stesso n fficio con ola re. Ca,·. Girella e Marforio. Il Ca.Y. Girella scrh·c a tc'-la ba ·a e guarda con la coda dell'occhio. ~farforio entra lentamente e si cur,·a per guardare il volto di Girella facendo col capo dei comici movJmenti. C.1V. GJHELLA - (. 'i ulza cli scatto sorridendo) Oh! Buon giorno, signor Marforio. Si accomod,"f In che cosa posso servirla? .\L\ RFOIUO - Ma co111e?Lei? li,' ancora qui? GIRELLA - Come vede sig,wr Marforio. :\tARFORIO - Lei rnppresenla ora rltalia democratica? GT RELL_\ - (giungendo le mani) Ma la. rappresento di lullo cuore. Il pus.~alo orn non conta più. lei lo sa_ - Eravamo obbligali, schiavi dei nostri superiori. M.\ BFOJHO - Lei rappresenta l'Italia dei partigia11i? GIRELLA - .lfél /~ pnre Signor M arf o rio. Ma ~ • so,w orgoglioso . . \JA.RfQIUO -· Ua ."-Ognoo son deJJfo? Ma è proprio Lei? GlREUA - ne ed ossu, oirLa. (con fare dolciastro) Ma io in ca.r- !<ignor Marforio. Sono q11ì per ser- (Gli prende di mano il passaporto, lo firma, lo timbra: e glie lo restituisce con un sorri50). ~f.\RFORIO - (Pagando) Sapete qual'è il mio più grande desiderio? GIRELLA - Dica pure! Sarit per me un comando. :\l:\RFQHIO - 1·-0,-tei parlare all'Invisibile. GlRELLt\. - Non capisco. :\[A1RFORIO - A qu.el responsabile in-oisibile che Di tiene ancoru qui. Varrei parlargli cinque mimtli e vorrei f arfo {lrrossif"e. (Esce scn7,a salutare) Atto lii LUOGO DELL'AZIONE: Lo stesso ufficio consolare. Cav. Girella - Pap.arella. CAV. GIRELLA - (Fuma nervosamente - Passeggi_a concitato - Dà un pugno nel tavolino - Getta una sigaretta) La. tua. calma mi esaspera . Sei un u.omo $enza. nervi. PAPARELLA - E cosll vuoi farci? Ringrazia Dio che siamo ancora qui. GIRELLA - lo, il Cav. Girella. inchinarmi darvanti ad 11n cafone? Chi a1Jrebbe detto che saremmo arrioali a tali umiliazioni? E che arrogan~a! Se questi peuenfi dovrebbero prendere davvero le redini ... sarebbe la fine ... la nostra fine ... P,\,PARELLA - Senli CllrO. Pe11f:aad una bottiglia di oi110 spumante. Il vino è impefiioso, fremente, esplosivo e preme sul tappo. Noi rischia.- mo di saltare col villo. Abbfomo u.na. sola speranza: il tappo. Esso è fu/lima diga che argina la piena. E' l'ultimo puntello che sostiene la nostra baracca. GlHELLA - E dagli con la tua filosofia. Credi t11.di aiutarmi così ad ingoiare questi rospi? .!\ sopportare l'onta di cavarmi il cappell.o davm~li u questi muraloracci in maniche di ca1nicia? PAPARELLA - Calmali! C'è- ancora. il tappo. Esso sibila. e vacilla rollo la pressione del virw turbolento ... Ailltiamolo a rimanere nel collo della bottiglia con tulle Te forze S!? non vogliamo saltare con esso f i1w al soffitto ... GIRELLA - Dove cercare questo tuo fa.ppo a casa ciel dil1oolo? PA,PARELl...A- A casa del dia.volo? Ma a. Roma, ca.ro, a. Roma. E' ancora al QLL,irinale. (cala la telo) L. s.

Bi DOPO IL l'ALLIMBNTO DI LONDRA glia.nza delle caTntpagnc sui va,r•j fronti d1 g-uerJ o, nnchc le soluzioni .di pace sono intcl'dilpenrlcnli. >-"e,~na Potenza. acconsente <fi aoce-tlnu• u·11a clctenninata .soluzione 1:,cnza srupere qualr sii:;len,azion(' sai·ù data ai prohlemi che Il' -.1·1.n110più .i cuore. ecce66o <li ore lavorative Ln uru ram.o dell'industria es-isteva la mezza occlllpaizione e la disoccupazione loiale in altri. rcon un comuni,cat-0 (li ooohe J·hrhe il. Convegno di Londra, ha. oh_iuso i' ,suoi lavori,. Dopo tre settimane ·,c1i cli out:é'.ioni, i cin.q,ue ~1ini1o;lri clJegli esteri si 1 separano ,:;eMa esisere 1·iusciti neia,nchc a trova,1·e una formula .cli clichiarazio11e per ma&chet·arc l'attrito dei Joro inleref-«i e ~l fallimento cli ogni ,.;:forzo ,pe1· conci,liarli. Sarebbe vano na.sconde1t,,i ln. ,gr:Hilà clell"in- ::;o,cccsso. Il •primo convegno •della pace ha, ml'<-- so brutalmente a nu,do ciò che <Si•nora . i c1·n cei·ca.LO cli \'eJarc sotto le facili fra. i della coo- ,pea·az..ione internazionale e clC'•lla unitù nella vittoria come ncl'a gue 1-.1. \C'ro1·Q'mC'11li clel1a {1ropao-aJ11cla q ucl I i. C{)J!l<' ~-•li al Iri che ~i nwt teranno in o,pera nei prr" -imi .:d0r11i per C-t•1·- c.a.re ,cl.i a d1 cl0r-isarc a 11·una o ,, Ira.l tra 1n z io1w la. resporn::;abilitù -<le'l"arcaduto. La pace Ò UI a CO·.! t Clll('ll l:-:111en1c•'-,('J'i,1 C non si cosl1u·,,cc ,ul nw 10 del ·1 p1cp1gan •a. Seppure a nni \·,,i è- r .110 tli\ieto .Ji 1),11·!:ue ciò non toglie chC' quello c·l1P i d;t1at01 i dcll:i terra ,dcc:ido1,o ( i 1-0 c·.i ,fn , · 1:no. Pc1 lii• ._ n gliamn 1·c.-·t,u t1anc111;'li al li ,t1 > l'1Hi,o: l' n t : o' •<>rri in !!ll<'t'i'P. nelle quali anco;a una \'cita il I O-"tlo ieri itorilQ, c06lituirchbP il C'a111po di l,att·tf!'h. La respon1:,,abilitù 110n <' rii uno p:utt<)~to c-he del.l'altrn. Atlribuil'la. ,-.eeontl > i ..:Uc"I i, a ;1IoLoit,ov, a Be vin oippurc a B~ .rJ)(', 11011ha a'lcu11 seru;o. Co.sì non i ,muta nulla alla situazione di f,a.tlo; ·perchè la re5pon abihlil risieicle ncl 1a co.n,cczione ,cli voler tagliare a fetlC' la terra a be<nefi,cio dcglj intere,.si 1<li ,pochi. Questa iclea ,funesta. ,cle'l e &ferc ,cl'irnfluenza nacque a Teheran., fu perfezionata nei tonvegni di Mo.s.cn e di Yalta, tro\·ò ,la sua realizzazione più ;palese neH'incont,ro ,di Potsdam. Vecchia sloria quella •delle s.fere d'influenza. ~he h,a sempre aJTecato lulli e roviij1e al1'1.lil11aniità. Se questo si è Ycrificalo allorquando erano in giooo tro-r.itori limitati. O\ e clue o piÌI Portcn.ze si ,contenclcYano la prevalenza, è fa. ciii.e immagimare a quali ,ri6'llltali Bi arrivi pretemidenclo ,cli stabil.irle .;u. tre dei cinque conti'.nenti. A Londra infatti si ò visto chC' co ·1 eo,miporta siffatta concezione. Di necessità, per la loro ste.ssa ragione di e6Scre. le .sfere d'jnfluenza .co:nifinano; Go,no a intimo con.tatto. E pel'- chè rrupp,rooentano interes-si oonl,rm-;lanti, offrono terTeno fa.cil,e agli attriti, agli urti, al à.iv-rum1pare 1cl_sicintille. '.\felle sa.le ,cli Lancaste1· House I.e scinti1le .;ono state soltanto verbali; potrelbbe avvenire purt.roppo che un giorno fos.se;ro, prodotte da bombe atomi1chc, -0 da qualohe .altro ordign-0 infernal-c. che 1&coiprirà la demoniaca mente umana. A 6congiua·are tale peri.colo ,o,ccoru-e mettersi sul serio al laYoro. chiamando 1e oose con H pro,p.rio nome, senza gingiJJLansi con i•I -palleg(Yiamento •clelle ·coJpc. Se Bevin ,proclama che gli interessi i;rruperiali britanni ci ·debbono es,sel'c ah, agua,fclaLi nel Meclliten·aneo e la vecchia bw-oorazia ·cli Withe Hal,L gua·1~cla alla Greci.a, al.l'JtalJ.ia o ali.a Spagna e mette le mMli sul.la •Libi.a. e suffEritrea, non ai &i ;può meravigliare di ciò cihe chiede Molotov. Per le stesse ra,gi·oni il Kremlino vuole sa.Jvrugu.aiidare i suoi interessi nel bacino d<1Jrnulbi.anoe nei Ba.l,cani. Se Lonclra ~( adonln per"chè Molotov mette bocca negli affari mediterranei, 'Ugu,almcnte dà ombra a Mosca che BeivilJl, ,si 1 occupi delle faccende balcaniche. La parti,ta sii sa~da, e il conto ,cle1 •dare e avere bri.l,an,cia al ·centesimo. AJ,l'a,~tro ca·po dru. globo le cose non stanno diversamente. E' esatto che la sicurezza amer.icana es·ige ,che la sfera d'influenza de.g'li Stati Uniti, si iirra,di attra\'erso iii Paci.fico sino a co,mprenid.ere il Gia,ppone, pe.r arresta,rsi, se si 11Jrre.ste.rà, ruUe coste clena Cina. Anche ,l'Uniione So,,ieti•ca ha però vitali i,nte,ressi ò.a quella parte, 1perchè ,quattro q•wnti •ciel Buo territorio son-0 in Asi,a e si estendono fino a'I Pacifico neHe vi1ci>T1tanze,del Gi,a,p,pone. "'.\1°1Qèncli cutibi1e ,perciò -0he J.a s·ua sicurezza esige •di veder chiaro negli affari girup:ponesi. che <J1on·-po&>ono essere I.a.sciati all'e.scl'tIBh·o sindacato ameri,oamo. La Rus.si,a rpro.prio è tata virttima delle ,prime agg.resisioni nipiponichc. quando un tra ttato cl:i aliteanza legava H Mika,do con il governo -di S. M. Brit.ainni,ca. E l'indul·genza cli• Washi1ngton vercso Hirohito è fat.la ,pe1· destare soSjpetti. Cooì am.ohe nel tPacifico e in Estrnmo Oriente il bB.a.n,ei,o si chi•u,cle alla ii>ari, senzn ' credi tori o debitori. Come si vede, -si:1.mu cli fronte a un giuoco ai comp,Jti. d.i tL'llJa vastit· 1m,poncnle. per cui fa me1·avjglia ia 1-c.ggerezza r-on cui e 1\°è ll'alt,nlo a Londra. Dal g1·0$So muC'- '11io cli pl'Obkmi, 'l'uno legato all'altrn <la rnillr fili. lutti aggancianli.~i1 co11 niille tcntnco!i. r.inqu(• ;1li11:,-1ri clcrli ('!Sieri. alcu11i di pic110 cli,ri(lo. altri in po,,,iz:011(' c:,ulJorclinala, hanno cc1·cnto cli prcn1tlC'l'IH' 1111 c:el'!o numero, per I i1·0Ivel'li sC'nza p:ua1cla1·si inton10 . .;e11z:;1r,u1·a,,.;i dcli.a. \'Oc-e elci n1il,ioni di uomini. cli cui clecidc,-a110 ln 5<ol'l-c. C:onie o..c il cla,1(' la pace al l\londo <' ~-i-1Pina1·r l'av,c·nil'l' di t1(' c·on1i11c!ll1. fo.,::;e l:i -,\p.-,-a ro-<1 cli una ,·e1u lil:t all'ai:;ta in ' ... r_~,i il h;rnclitorC' altc•rna a .... uo ~iu-<lizio O"gf'f1i (11 jlrr~io C-Oll ai11 rii .,C'dl''i;\ llll!Jl)rlan a \];1 in politi,ca tutto P ullo ~lc•,,o pi:1110, e qu:... .' (' i ....; •lo J11J11 .-op 1:or,a .trt:> I i ,·::!o, l!. Or:i1, p I e i) un 1110<•ait o. in e i og11i lc•.--c, a C'OH"l·z,oua il futlo, 1• 11~,n ;>l'Ò , Il J.rl't' .;1 1pr ' 1 <1 or llOil ,i :icl:tl l-1 a le h IJ. "\0,1 , 1 è hi,.;0~11i ,(i !llolta f}(•r,.pit 1c··, 1•cr co.,1r1 eu i<·rt' che il pi ob'enia ilaiiano richia1~1:1'fUC'Ho balcanico; i Balcani, il ;11oclio Orienle: qur.c:to il Giariponc e il Paci.fico. A sonii- ."i ll':llta invero di ,·ccclii rnclQlcli, !:>U cui . F è• aec·u111ulata la ,pohe1·e clell'er-pcrien.za. Ma dal mome11to c·!JC'Jn o,Qt.,;lanza rlcl 1lc co.-;c è rimm,,ta imn111tata. tartlo ,·rii(' balte1·e ancora le verc-!1ic ,,t1ncle. Collle .-;en1pre. r-:i t,rnUa cli cercnrC' un e<;udif>l'iO di potenza tra i ,·incitori, pe1l1ovarp il quale è in11lile <lu.1·c·mo.,,trn di affannarsi dietro nuo,·i mclofli. Percllè t.utta la no, itii corn;;i le nell·C',;clurl<.'iI'(' i vinti e i vinritori 11ii1101·iclal lavo!o clelle nco-oziazioni, e J 11r•l;in• 11p1\• di sic-urczza eollelti\'a menl1·(' P<'Jir-:i alla propri11 sicm·ezza padi101:ir. Il f,tllin,1•uto del comegno di Londra poilre'bl J . Je c-.,ere llcncfico .--oltanio se porta<"se a una rie >1hi :c•1azio1h. della conC'ezione <li pace. e e iò non fo--.. ,t•. corriamo il J'i cl1io di vc-rlel'e ri,>l di liii i trnllati di \'c•r.;•,~lia. c·o11tc 'fll"-iii 1i:1bilila1·0110 la ~anta Allc•anza. ARTURO BO,RGNONI .Le 6taLiistiche uiffi,ciali (.\nnuario, 1937, Conf. fase. clc.gl.i indu:triali) rivelano la ver·ità c;uando dicono che il ]!),10/o di un totale di 1.156.000 operai presi in ,con,$i'C.le1:·azionc, la..vo1·ava110 meno cli. 40 ore la settimana. Pare non ~•i:r .-.lato fatto neé'oun r5e1·io tentativo per 11asferi1 e gli opc1 ai clalle indu$tri.e ,:;o-ffc.rcJ1ti ill c-aur;a clclla guer1·a alle inclu.,,trie lavora11Li I11di1el1a1nente per la guerra. Se:m.bra che IP do1111esiano slale impiegate i11 grande nurnc•1·0 nc,ll'inclu'--;t1i,t; più cli 1 0.000 donne furono occupa l~ netd i a Il n i 1939-42 in fabb1·i elle cl·anni, 1,frorando in 111eclia nove o dicci ore al gioruo_ Xcll'a1 .,,enale cle!Ja Spezia, nel 1941-4;:j,500 clo1we fabbricaxano anni per il salario di fa. mc, di lire 1,90 all'ora con un Rupplcmento <lei Jj&/o per !e- ore straordinarie. fl li\·ello n1cdio del <-ula.1·io delle donne coni,-,po11de,·a al J0-70 pc,· tento ciel 1::,alario de!rli uomù1i e dei p-io- , ani. li la,·oro infanlilc• ,:;i inLen. ificò olio il fasci,srno. Secondo il Compendio, .statk;tico italiano, il numero del. l'agazzi con meno cl i 15 anni ocC1.Ipati nelle fabbriche salì <lal 1931 al 19:;5, ,per i ma chi, l(Ja 26._ O a: 2.862, quello del le rn.gazzc eia 3 .218 a 7G.603, e questo in Ldl pcr·iodo nel quale il numero degli adulti J~occup:tti su,perava di molto il milionC'. La elasse operaia sotto Il faselsmo ArHhrn<lo la guerra JJCI' le lunghe, la mi,.;cria cltlJa clai-,-c operaia italiana. dh·cnnc più JCUI..H. La guc1Ta co ·trin-se i;rLi operai a cambiare le loro abitazioni. <' in con.seguenza della rapicla cli111:inuzio11e dei 1nez.zi puhbliei di trnspor to e~,si <lo\'e\'ano fare <lei rhilomotri a piccli •per reca1,,i al la\'01'C. In uno stuello di Matteo Matteotti Pubblichiamo la tradu:inne di una recens;onr del libro di Matteo Matteotti appar .1 mila nota ri1•io;t,1 inglese «The Economish /· 1 a no, 1 <• d •o;1d 10 nub blicare una recensione 01 remale. del etc to 111.iìo,non siamo però ancora riusciti a procllrarcene una copia. L'articolo vuole essere un contributo alla migliore conoscenza delle condizioni della classe operaia ila- ' lfana sotto il fascismo e una presentazione ai nostri lettori del figlio di Giacomo Matteotti. :'\el no\·e01b1·c dello scorc50 :urno apparve su! mci·cato librario di Roma uno snello volume intitolalo « La ciao; e operaia sotto la rlominazione fa.scista 1921-1~31 ». Autore ne è Mat.Leo Ylaiteotti, ,figlio cli quel Giacomo Matleolti, del òi cui a a in.io è rooponsa-bilc MtIBsolini. Di tutti i numerosi libri. opuscoli, pamphlel.5 clic han.no inondato il mercato librario di Roma dopo la liberazione, questo ,piccolo scritto sem1 bra es ere l'unico che parli dil'etlamente e in 1 ,baise a. dati cli fatto delle sofferenze della ola6- &e 0iperaia italiana. dal 1921. Ponete que la classe operaia. accanto alla socldisifaita, ben pasciuta borg,hc.sia romana; accanto all'ipocrisia di Lutti quei ,gn.1,p-pi liberali-cattolici i c;ui rnemibl'i vissero tran,q-uillamente - se non ci foose Btala la paura. della Hu.s&ia - sotto la amminiBtrazione fasci ta, fin tanto che non con.venne proclamare la propria lealtà verso gli alleati; accanto al benooscrc degli industriali orgogliosi - cd è fa,cile vedere che non furono i ceti medi, non la Chiesa, non la Monarchia (quella che perseguitò i liberali) a 1:,offrire per il terrore - ma, ,gli o.pera.i e i con1adini. ,Dopo :n-e1·10 letto, chiunque ;possegga dell'esperienza sull'armala italiana in .guerra comprendel'à ipiù facilmente percl!ò il morale degli uomini era t.anto spcS6o cleiprcsso e pc1·- chò e,;,si sembra.vano inlercs.sa1si cosl rasarnen1 le se la loro pal'lc vinceva o ,perdeva. I dali statistici ono cono.~ciuli 1fino al 1935. l'anno della guerra abi~ina, CP-BC'nclofacilmente reperibili nell'annuale « Compendio Stafi1:,lico Italiano». :'\ella concl'u.:.ione, fe1-inu e co,m. plc.la ne!Ja sua a,ocusa. J"aul.arc .accuBa il fascismo a. lre titoli princi,pali: il continuo aumento •della disoccupazione (eia 156.400 nel 19?~ acl una cif,•a che clo1po il 1932 non scc.-;c mai sotto il milione); nel pr·eoccurpanlc a.umcntn degli irnJortuJ1i ne!Je inclusLr-ie (da 134.336 nel 1921 a ben più cli mezzo milione nel 1942, ma11ca una. esatta cifra comparativa). e la diminuzione egualmente C'Onlinua e allar.manlc clclla qum1lilà ,degli alimenti con tLmati rlalln. cl~·c operaia, un fenomeno .;ul •quale e~i. te mollo materiale statistico. ., \\folto più in.tcre&Santi .;ono però quelle pa1·- ti <lei \'Olume che trattano degli anni di gul'l'- ra, perchè i claii ivi contenuti non sono altrimenti ottenibili. \'lolla carta è Glafa stampata ui .prezzi che avrebbero dovuto rcsture sin.- bili: ,però malpTaclo ciò i •prezzi sono sa;ili &misuratamente senza mai rica,dcre. I salari, riaiuralme11le, non .;ono aumentali pei-chè c'era una guerra, e ognuno doveva mosiral'c -dello 1 .s1pirito di sacrificio. . « Il Balario della ma 0 ~iornnz.a as.solula d1 tutta quanla la .clati ·e OiflCl'aia ,(induBtriale ecl 1 a.gricola) {ICI 1105tro pac.se, è salito durante c;:uesli qualtt·o anni di guerra r-olo del 40 fino alt' 00/o; anche 1-;e um1 minorr~nza di -parCCC',hiC' centinaia di migliaia {li operai. ò riur:icila a far salire il livello ,elci r;uoi , alari a 120-150 lire il giorno, ha ottenuto u11 n.umcnlo non ..superiore a 150-2000/o. meni re che nel pcriorlo 1939.4;3 i .prezzi ,i ~ono clecuplicnti ». J salari reali carldero a.cl un livello appc11t1 conce,pibilc. Vengono citati -diversi ,casi indiYiduali. L'An.sa.J,clo ,di Genova accrebbe il ~9 marzo 1943 il ,proprio capitale ,da 250 a 500 milioni, tra il 1939 e il 191-3 J'intereSòc ,per azione sa lì da 3 .25 l i1·c a 2.5-/4- li re; i IJ)rezzi i;ono aumentati, in Genova, in -genera.le per !'8000/o: il livello medio dei salari clell'Ansalcto ,-..ali invece durante i quatl1·0 anni di gucua ci1·ca. ciel 200/o. ~cl cantiere navale Vi , 'di i sala1·i ..;a.Iirono eia lire 3,05 all·ora 11el n: 9 n lire :3,'i-0 nel 1943. Opeo-•ai ,pc <1-lizza i d Ila {;allieni-Viganò in :V[ilano ottennero <1u ante la. guerra un aumento del ,salario dei 300/o, menLrc C[Uel~lo ,cloi prezzi su,pcrò n·soo 0/o.:'\ei C'anticri navali Odero Terni Orlando della pc- :i.ia gli operai s1>cci,,lizzali scelti da un totale di oirca 4000 operai, videro i loro sala1i 'lUmentare da. lire 2,47 all'ora nel 1939, a lire 3,42 nel HH:~, mentre il salario degli altri operai salì nel 1110uesimo periodo di lem,po da lire 2,H a i.9t all'ora. Il mede.simo fatto si -può coru;talarc in Torino e in altri centri industriali. Peggiore fu il .(le,stino dei contadini. Le indui.-;il ·<' furono sottoposic nel 1940-42, per· ragioni cli difc&t ·naz1onale, acl uno i;pecia:( regolan1c11lo. Le multe furono aggravate. li primo giorno cli n~enz.a dal lavoro . .se uon ' ne era .-,lata fat(a -...ubito comunicazione, veniva 111 u Italo con la e.attrazione clel i:,ala rio cl i mezz.a giornuta; il secondo giorno <li .as.senza veni, a ,punito con l'arresto. L'autore arrotoo1 da il qua,dro mostra•ndo come i .;a.lari degli opel'ai, per qu.anto meschini fo acro, venivano si tc.mati•camente fia..!,cidilat i in forma ,dJ asGiicurazion i sociali, oontro gli infortuni e Ja. •di.Boccu,pazione per accrescere le enll'atc della ger.arch.ia. Fino ai g,rancli scioperi •di Ylilano, Torino e Genova ciel marzo e novembre 191-3 non si può l'ilevare uno s,Jorz.o qual iaGi per rimediare a 1 questo spaventoi:;o st.ato di cose. Ambedue gli scioperi provocarono un aumento generale dei salari: nel primo caso eis.si aliro110 <lei H-20 per cen'to P,er gli. impiegati e ciel 20-300/o per gli oiperai, e nel secondo vi fu un aumento generale del 200/o sulla media esistenlc, ,comprese certe' provisioni per la r~parazione dei dam1i deri\lanLi dai, bombardamenti, perGeguenclo i lo scopo di stabilire un minimo cli salario settimanale. ,(Vedi il « Corriere rte!la Sera» ,ciel 26 novembre 1943, .cJo\'c son0 indicati i Beguenli minimi: operai .cta 14-16 anni, lirr 110 alla settLmana; eia 16-1 anni, 150 lire; eia 18-20 anni, lire 200; al cli sopra •dei 20 anni. 230 lire. Donne <la Jlt-16 anni, 100 lire; -eia 16-1 anni, 120 lire; oltre i 18 ,anni, 150 lire). Da 1 1920 al 191-0 la. di.ffe1·cwA1J twa le entra lee le uscite nel bilan,cio clcll'IstiLUto di p1·eviclenza , oc.ialo l'aggiun e la cif1·a coloè6alc <11 15 mi I ia,rcl i. li numero degli ìJ1JforLuni .,ul lavoro inden-. 11izzati <lalJ"JGtituto Infortuni sul la\·oro salì: tra H 1922 e il 1932, ,per mantene-r;,i negli a,nni:' f>UCCC&Si\'i:..l mede. imo li\·elJo, se!)pUJ·c ·il n1.1;- mero dcirli infortuni aumenl.as l' tra. il 1932 e il 1939 <li circa il flJO/o. .L'autenlic.ità cli que,ste affermi1zioni non )!lllÒ C&5e1·emessa, nella maggior parte dei casi, in dubbio, basandosi J'nutore sulle caulisisime sta. Listi che ,pwbblicale <.I allo slc!::60 rn.gime .fa-scist.:l; manoa la pl'O\'a per i casi nei quali l'autore si ricJ1ia.ma ali.a propria testimonianza Jlersonalc, noi non \'e-diamo ,però un moti\ o p~r dubitare- della so lanzialc con·ettczza della medesima. Il libro è uscito c0'11una in.trocluzìone di Pietro I\enni, .se-gret.al'io ,generale <lel Partito sociali-sta italiano, e non ci sembra fuori luogo citare, a mo· <l•i conclusione, i sogu-enti ,penGieri tolti ad un opu.scolo edito dal Pa1·tito comunil3ln italiano, l'alleato dei socia.listi: T prezzi pertanto, crebbero tra il marzo e il novembre ciel 191-3 per più del 10000/o in confronto al 1939, annullando co.sì il più del vantaggio ottenuto. Bombardamenti alleati e l'occupazione tc•cle. ca causava.no una grave di60C'· .eu,pn zione. Maneanza di protezione Jncliipendentemente òalla questione dei &alal'i ,·cali, bisogna ricorda1·e che sotto il fasci- ' r;n10 el:>bC'luogo un "cneraJe ccl evidente pcgg!ornmento di lutto il curriculum vitae della moclia degli operai. :'>:on , olo furono ridotti continua,mcnle gli indennizzi per le ore straordinarie, ma fu anche ,distrutto l'edificio della leg:slazionc sociale e al suo posto eretta la <liltatu1·a clcll'oligarchia ria-clronalc e governativa. Fu abolito il diritto allo sciopero, le cor- -pora.zioni si in6tallarono in atrocità arcJ1itettoruchc nelle quiete slrrucle di Roma. Tutte le c;uc fioni riguardanti la limitazione ,delle ore di l,noro furono risolte solo negli uf.fici. econclo cifre ufficiali nel settembre elci 1925, !'J00.!)'i-5 operai u un lolale cli 1 milione 798.429 (occupati in 22.096 Jabbrirhc) lavoral'ono più <li 48 ore In. settimana. :--;;e1 1928 secon<lo un·a1lrn, f-,eric ,cli tati~tiche. 138.376 operai, su un totale cli 90 .790 · (occu,pali in 51-56 fabbriche) la.\'Qravano più cli ,18 Ol'C la settimana. Do,po la guerra ab:,..,sina lr stati tichè furono falsificale. Però 0110 •e-itali <livel',~i rn'ii inclivicluali che mostwa·no come I<' cose k'>i,nao sempre peg-- 1Ziornlr. L'auto1·C' afferma elle' in Milano, nel pc1·ioclo dnl 1937 al 19/42. una fO'rle percentuale cli o,pcrai della Palk. della Pirclli, ~larelli, Gallieni. l,:;ot(a-Fra,-,r,l!ini l' cli diverse tùt.l'e impl'l'M :l\TC'bbcro l,1,·ora(o rcgolarnnenlc dalle 10 alle 12 ore .il giorno. I.e restl'izioni per il Ja- \'Oro <lornenicnle furono ignorate. li dil'itlo cli sei giorni 1cJi fel'i~ ,pag-ate 1]1(',1o·!!Jli operaio fu annullato dnlla p,-a!ica 1101·male di licenziare p-li operai poco ,prima rii<' l'anno cli lavoro fo:,'l';c compie lato. 1·ia. ;;umcncloli u~1 poco più 1ardi. Alla n alclo. in Geno\ a, nel 1943. centinaia <li operai occupati nella costruzione cli carri armali. ccc .. non avevano avuto durant<' 18 mesi Ulll solo giorno libero. Accanto ad un « ~on si tratta .rii off.rire quesLo o quel •f){Jriafoglio a questo o ,quel raippresentaintc clei ,partiti proletari. i tratta di dare maggiore influenza alle organizzazioni operaie in ogni luogo e in oi;rni istante es.se veng:rno a conlt.1tto con I.a ,-ocielà: tanto nella ricostruzione in1 dusiriale e aga·al'ia c,he ne-gli affari govc,rn.ati- ,·i, nell'amm:inislrazione cenlrale e locale che nell'eèe1·cilo. Si tratta sopratl\Jtlo cli far ,prevale1·c L'idea che l'Italia non è un'entità astratta m.a una ,realtà conierela; che si a-iuta l'It.alia olo quando si aiuta il popolo d"Hal'ia, ìl che .signiifica nella .s0'3la11za, gli operai itali~- nii... ~e.gli ultimi anni si ò mostra.to ovunque che un.a ,politica. di reazione ooiale ò necesEaria,men.lc anLinazionale i,n c;_uanto che CSl:>H.. conduce alla decadenza della cultura. nazionale e ~ll"annicnlamcnto clell'indìpe111clenza ... ». 1l libro di Matteotti è una eloque.11te testimonianza di quc,slo •pen iel'O e cli cruesla conclusione. Ciane dtnunciato per collaborazionismo. L'Orh1 · a.prende c11e il commissario tlflti Gi1u;/izia, del C.L.N. regionale lombardo, tlVD. Becc,1, ha de11111u:iafoal:a11/oritii gi11dizi,1ria, per il rea/o dì wllaborazicnisrnc, il prof. Edmoru:lo Ciane, fond,,tore del 1?,aggmppamenlo nazionalsocialista re· 11ubblica11-o e direi/ore del qu.oticlfono « L'lla.lia del Popolo»· li Cione, .~orpreso dal/'in6urrezione n Milano, dopo q11alche tempo riuscioa a fuggire nell'Italia 111cridionale ed a ragµiungere . apoli, ove circo- ' f11oa lr-anquillamente. ROMA. ottobri!. - i upprendc che. per ini1ialirn dei eon. ultori nazionali Emilio Canc,·nri, CioYunni Gua,·ino .'\•mella, Giulio Bergmann e Cipriano Facchinclli, si t' co tit11ito il gru,ppo dei ron ultori studiosi della cooperazione. ullo scopo di aggiornare Je esperienze e di promuovere cd a!'!'i tcrc il ri orgcnle 1110,·imento cooperati,vo. qua le cl irei lo a.pporto dei In vorn tori aIla ricostruz;onc-.

« ORITIOA «Critica Sociale», la notissima rivista quindicinale del socialismo, fondata da Filippo Turati e da Lui diretta magistralmente per oltre 35 anni, ha ripreso, dopo la ventennale interruzione costretta, le sue pubblicazioni. E' stata con viva e sincera commozione che abbiamo ricevuto il primo numero della nuova serie ed è stato con profondo rispetto che l'abbiamo salutata nuova rivista del socialismo italiano. Certamente essa non ne è l'unica; in questi giorni abbiamo avuto il grande piacere di consultare delle altre sicuramente buone, ma « Critica Sociale» occupJ fra tutte una posizione di naturale privilegio sia per il motivo della tradizione, per il contributo sostanziale dato dall'edizione turatiana e pe1 l'obbligo di elevatezza, di serietà, di onestà che il glorioso passato e la sua attuale posi.,1onc le i:npvne. Essa è rinata soprattutto per la volontà dei rappresentanti /J minoranza che si è affermata al Consiglio nazionale di Roma, e per la superiore esigenza della difesa del Partito Socialista, mrnacciato nella sua alltonomia da una falsa posizione che. se rafforzata avrebbe senz'altro pregiuJi~at.1 la , 11iara e naturale funzione storie;: del Partito. La sua posizione politica è quella form1,lata al Consiglio nazionale del Partito dai comna_1?n1Sifone, Saragat, Faravell1, Corona ecc e che è staia ,n ordine di fomµo anilupata d.ill'«rlvl'en1re de, La1•orafori » nella sua nucva sene ;:inno l'J·t1. « Critica Sociale>> che si presenta a tutti 1 tompc1gni di buona volontà con chiarezza di intenti e senetà di propos1t1, nell'articolo redazionale d'introduzione, indica senza possibilità di fraintendimenti quali sono le direttii•e, gli scopi eh, 1n'vrmeranno tutta la sua atfil'ità avvenire Per la cronaca può 111tere.:.sarc ,he la « Critica -Sociale» è la prima pubblica=1011 il.1/iana entrata e diffusa legalmente in vizzera dopo la fine della guerra. A maggiore chiarificazione della posizione politica della rivista indichiamo qui alcuni estraiti particolarmentc significativi del primo numero. e in calce il sommario « Sono ora con noi, in gran numero, giovani venuti su e accostatisi al pensiero socialista nell'infocata atmosfera di una guerra civile, che essi hanno eroicamente combattuta per ridare al popolo no tro libertà e dignità. Temprati ai pericoli, essi portano al Partito un tesoro di fede, di energie, di capacità di azione. Ma è necessario che quelle loro doti e la loro ardente passione siano guidate da un meditato pensiero e illuminate dalla luce che può venire dalla esperienza. Perciò abbiamo pensato di pubblicare una Rivista, in cui i problemi che dovremo affrontare e risolvere possano essere esaminati con pacata e approfondita indagine». « Vogliamo ispirarci a quell'esempio magnifico di devozione all'idea e di sincerità e probità, che ci viene dall'opera di Filippo Turati: il quale sempre rimase fermo nella sua fede, ma di!'degnò ogni atteggiamento diretto a carezzare le t<::odenze impulsive delle masse per conquistarne il f .. ;10re.... Non tacque mai nulla del suo pensiero, quando il suo .,igile senso del dovere gli imponeva di resistere a irrequietezze ed errori>>. « Affermiamo subito che sentiamo i I carattere rivoluzionario di quest'ora, in cui sono aperte possibilità di radicali rivolgimenti negli ordinamenti politici ed economici e sarebbe perciò assurdo porre a fine della nostra azione lé: conquista di quelle riforme e leggi sociali, che potevano sembrare meta adeguata all'azione di periodi normali». << Coi comunisti riteniamo di aver molti punti cr munì di programma e perciò siamo favorevoli uc.' una stretta collaborazione con essi, fond:!.'a pe· · non su vaghe enunciazioni, ma su un prog,;,-:-ima d'azione preciso e co11creto (Federazione europea, Repubblica democratica, socializzazi.one di ceri aziend~. riforma agraria). Ma ciò non ci conduct affatto ad accettare la fusione (di cui troppo si parla, senza ben valutarne la portata e i possibili effetti), nJ quel succedaneo che è la formazione di un « partito nuovo ». « Entriamo dunaue ne/l'azione e lasciamo ogni vano discorso di preventiva fusione, che oggi, oltrechè priva di un sicuro fondamento, sarebbe un errore. Sarebbe infatti pericoloso offrir pretesto, ad .1vversari pronti a valersi di ogni nostro errore, di suscitarne allarmi per la costituzione di un blocco estremista, associato, nella mente di molti, all'idea di dittatura di un partito e di subordinazione a una potenza straniera; e sarebbe apolitico aver l'aria di contrapporre un blocco proletario alle forze di tutte le altre classi, correndo seriamente pericolo di vederci abbandonati da una parte 11011 piccola dello stesso proletariato, che segue noi perchè siamo genuinamente socialisti, e rompendo i contatti, che dobbiamo invece conservare intimi e cordiali, con quei ceti medi, il cui apporto è straordinariamente necessario al proletariato manuale in un periodo che non è più affermazione programmatica, ma di pratica attuazione. Si ripensi al danno che venne alla classe operaia, durante /'occupazione delle f abbriche nel 1920, e dalla diffidenza e ostilità dei dirigenti tecnici, che la demagogica intransigenza operaista di quegli estremisti che governavano allora il nostro partito aveva suscitato>), CRITICA SOCIALE Nr. l - 15 sett. 1945 - Milano. Sommario: Politica e attualità 1) Al lavoro I (Critica Sociale) 2) Il ritorno di Turati (Antonio Greppi) 3) Punti fondamentali (Ignazio Silone) 4) Considerazioni ~ul C?nsigli_o ~azio_nale di ~orna 1 (Federazione Giovanile socialista d1 Venez1~ , SOCIALE» 5) Il XXXVII Congresso Socialista francese (Giovanni Pini). Problemi economici e sociali 6) La riforma industriale: necessità e limiti attuali della soci..1li:za:ionc (\.irgilio D'Agnino). CRITICA SOCIALE 1r. 2 . 30 sett. 1945 - Milano Sommario: Politica e attualità 1) L'Italia e le Potenze vincitrici: parok molto semplici e chiare (L'. G. Mondolfo) 2) Cbudio Trc\Cs ( ino Ma::oni) 3) Parole inattese di Hcn,~dctto Croce (Ncmo) •l) Convochiamo il Congresso (G. F.) 5) Ciò che l'Italia insegna (Filippo Turati) 6) Per una Repubblica Democratica (Alessandro Levi) Problemi economici e sociali 7) La riforma industriale - Il prezzo di indenizzo degli azionisti espropriati (Virgilio D~gnino) . 8) Per la riforma agraria: dalla mezzadria alla affittanza collettiva (Alessandro Schiavi) Storia filosofica - Varietà 9) Soci;dismo e classe impiegatizia (Luigi Reti) Per abbonamenti e condizioni rivolgersi a: Amministrazione di « Libera Stampa >> Via al Forte l, Lugano. (l ndicarc specificatamente: <( Abbonamento a ,, Critica Sociale». Oronaebe dell'emlgrazlone Italiana La nuova Italia e l'emigrazione Roma. . i otloh1•p - J,;· noto il ,-rilPJ'io dw i,;pira la ('onft't,,•r:tzi >111;...'C'11Pr,.lPdt•I l:t1or,> ,11 111t•rito al 11rohle·na <l<'ll'Pmi:rraz1: ne• 1::11111:•h• :-ituazion · pc•onomi<·a italiana illlJHllll' un dPflu:<:-o 1 li 111a11<t1·0:1era 1·<•rso i pae:-i hbotmo,-,i di rna:<l'ie J;11·pra(ric·i. ma 11011 J•er qne,,;to J°c.>mi!:!'r:tzione don·ù c·o:< 1 itui1t•. t·o1111'giì~ 111>1JHls:<at,l un n,,;pn·irnento dl'l nn:<lri hl ,nra ton ai c•;q1it,l i ,-.trnnif'ro. .\ tnlp propo-<iro l'on. Ili Virtorio ha fallo alc·une ciid1iarazioni c·osì esprimenclo,;i · « ln linea <li massima non sopo <'t·ce;.:si rn 1111•lltl' fa1·orp1·01c.>all'emigrazione. 111 quanto p,;..;;1 c·i !(,_i!lir i 111i;!"lioric.>piì1 allivi c.>lementi. l'oic-hC:, però non ì J•">;-:ibile farla scomparir<' c·omplPtamC'nte, in (JtHlPln :-u-:sistono I<' c·ans<> c·hc la clPtP1'01inano e rioè l,1 ristrettezza d<'l tei-r1torio nazionall' in rapporto alla :il'lllpn' ('r('S("l'llte popolaziOllf', l' hl nHIIIC,lllZUdi liii!· IPri0 prime per :>olC'r eserc-i ta r(' i1Hlustrie su Yast11 ,-,c·ala, riteng-o :-:ia nec-<'l'iS!H'ioc-l1c.>lo . tato 1non·c.>cla a re~olarla in collahorazio1w con ln C'.(LI.L .. in mn rn dlC' ps,-11 sia il 1,iù possihilP n1nra~!.!10,:1 • non da1111Ch;t ai no,tri lan1ratori <' al no-.;tro l';W:i(' ». « K oppnrtun • 1wrè>. ha c-011ti11ua1n il >'<'!.!l'!'tario genNale dPlla C'.r..T.L .. J.ro1·1·rderp ad indirizzar'-' i nostri emigrati se ,irattutto Yer. o 1 pae,;i europei. in woclo SJH''dale in I• raneia, in ~,·izzt:>i-a e nel Bel· gio. Trattc.>nC'nclo i no,;t •i h1Yoratori in Europa, st 11ttiene lo scopo di non allontanai li clef111itiram1:>nte clnlla mndn• patria <' di ma11te1wrli semp, e in n1pporti c·on le loro fami:::-lie .. oltnnto in l"ia ~;u. l,orclinata ,;i puè1 p<>11-<a1·,e 1 im·iare i 110-:tn lan,- ratori fuori cli 1<:ul'O)l:t. g· que:<to pC'r/1 un prohll• 1111C'IH' p1·<'sPnta spf'ci:11i cliffiC'oltà <' non p11t'1<':<,;e1·1a· ffrontato. almeno JiPr il momento. lnnanzituuo 1wn sappiamo qmtli paesi ,-iano clispo:-ti nel ac-c·o:rliPl'P i 110,;1ri <>mi:rrati. Gli ~lati uniti non ,;c•nthl'a110 n1gliano cam])i;1I"(' la loro politica c:it·c·a l'e111ig-raz one. Per quanto 8i rifel'i• ,,·e ai Domi11ii hril:11111iti. nlcuni dC'i qunlj, c-ome il r ·anadù, l'.\u ·t r: 1 • • 111). 1011,1J':Plamla. potrebbero offrire buone , o >ioni di la ,·oro (' cli so;.:-;.:-iornop~r , i 1w--tri e111ig1.• ,-appia mo che e:<si non hanno ar c·oru ,;tabilito qual, ,-arìt 1. loro politic-a 11('i ri~u,1rdPlla emi;:r1·azio1w. J•. ,,'1dw au11uetlenclo éhe es:,1 siano cti,:;po,:;li a <·amhiar1,, clohbiamo ;;;empl'e tenere ·J1·e,;ente <:Ile la prefPrenz11 :,,:,•,\ claìn :t;.!'li Pilli· :rrHti in;:rle·i. :-l'ia molr,, .i clp,;id(•r;1 n• .. \ IC'll/11 ell'llll'llli. c-lH:' po,;. --i:11111h1P11 din• i1TP:<JHJ1i-.allili P eh<' pC'r il passnto 11111 han 1111 111ai .n1·tt>dpalo ; ne:;,;un partito antifasd,-,ta. 111 a c-lH• o:rg-i si riferis(-ono, e hen si capisC'e, ;,1 « 1•ani10 tipi J :1,·orn:. (11i-i~Prehb<'ro 11ominalme111p In « C'olonia Liherlt )). Di fatto la to:-a i> <li1·C'rs11. La « <'olonia LibP1·a », istilllzionp ehe si ri feri,;<•P ai vrinc:ipi democ·ratiC'i. l\ sozgetta al ~le,:;poti~mo di qup,:;ta g-(•nte c·o,;l C'lle dal mC's<' cli !!'1ugno la..;- "' mhli>a 11011 i!> ,-,ia t ·1 più C-Oll\"OCta·:.1 Quello che ì• grn ,·e i• <·he la « Colonia Liiil'l"ll » <li Cienne sarà rnp1n<',;<'nta1a al « ('011,·eirno lelle C'nlonie Lilwre » c·he -<i ::e1w il 1-1- ottobre a Lugano. s"nza ('h,' Lt:<:-c•mhlea \'enisse co1woc·aia. come.> sar<·hhC" ;.:-iu,;t n, pPr (]eC'iclere snll cleleg-a1/-ione al c-on1·<'~110 l' sul 1,';111Cl,11d0a affidare alla ;;tps:-·1. li clel<'~Hto c'ì>, per.:hc} il «Comitato clc•i 'l're» ha dec·isn come ha c·re<luto meglio. 1·, IJarba alla democrazia <'d ai soci della C'olonia. Sistemi fa cisti, {'he ripugnano alla <·o,..cienza di O!!ni sociali. ta e rlc.>mocr"tico sincero. ;ifalgrado la (:111'111' '!Ila cli ca}u-ini(' l' gli i11trighi di ('lii i e11sicldetti di rigenli della « Colonia Libera' :-ono maestri, i nos1 ri compagni lavorano ;;eriarn 'I 1e alla ricoc:tih.1z1onf> della Sezione Soc-inlista e i 1·•,w 1 •1ti buoni non si faranno attender<'. Kreuzl!rgen Srzle■e Sn~lallsta Ltamwentiamo ai compugni dtp l.1 !:-:eziouc• Soda. lista è convocata in riunione plenaria ])PI" Domenica 1-.J. corrente, alle ore 14. al Ristornnte Griinenhof. Saranno in cliH•u,;sione tratlai,_,p di tl1i.1m <' massimo intere. se. ~essuno iscrilto manchi. Snrìt q111:>:stoil mi_!!lior moclo per climostrarP il nostro attneramentr> al partito. C'ordiale i1wito è rivolto ai simpatizzanti IK'rch<\ abbia no a<1 onorarci con railesione alla nostra fìezione. &l■evra Assemblll'adella Stzh,ne Seclalfsfa Re,,tano i paP:<i clpll'.\meric·a latina, nlc·uni de: quali h:Lllllo ;.ri:'t an111zato offprtP (''iJ)l"llllCIHlosi in 1 t(•1·1Hi11ia=-:,:ni lu;;inghiNi per i laYn1·atori italiani, I eompa!!'ni socialisti di GinPvra, in una ]()ro rrc-c.>nteriurnÒw, hanno esaminato i principali proble· mi che interec:snno. in questo momento. l'emigrazione i talin na. Dopo a ,·er nreso c·onosc-enza della c,>sti tuzione a nerna del c.r '. rer la s,·izzern e isentita la 1·e1azione dc.>icom"'lgni el C. L. N. l9cale, e.·. i hanno 11nanimamente deci· 1 r.i continuare ad appoggrnre <'ffic-atemente l'azione che i C. L. Ì\. stanno srnl- ~endo. intesa al raggl'llroamento di tutte le f,0r7,e ◄ lemocratiche, per la ricostruzi0ne della vita ,politi-- 1·a nazionale. Si d1ch iararono fa vore,·oli all'allargamC'nto dei C. X. L., coll'inclusione di quei partiti e 1.;ruppi politici e di quelle organii1zazioni di rnas. a d1e hanno sostenuto la _lotta antifasci ta durante.> ,·enti anni. Tutta via ( !"appoggio c·he i socialisti intendvno dare ai C. L. N., è condizionato al fatto chee. Si rappresentino veramente quell'avanguardia politica del pop91o italiano, che ha combattuto e c:>mbatte per J'eliminai1ione definitirn di ogni forma ,u le cui <loti cli lahnri<1,-i tù. intel ligenzu :1llatta mento a elimi anche molto di rer,-,i <la quello patrio .. 000 un;rnimamC'nt0 ric·onrn,a-iute ed app1·1:>zzate~- 1 :on. Di Y1ttorio ha c·osì C-Ol!• IW'IJ: « La C'.G.l.L. far:·1 tutto quanto è in sno poter<• PN nssi 'tere i nostri erni(:!'rali. .:-:oi c·1,11fidiamo ))!-'1·è>dtP. ('On llll lwne ol'dinalù pi;1no di ric·o,-trnzione. ,·011 la riprC'- :<a clelle industri<.>. siit po,:;,;ilJil<' i111pie~are in patriai ingC'nli masse cli lavoratori. Alla em1g1·azione doHebhe e. St>re risernlta soltanto un'aliquota limitata dei nostri laYoratori, i qnali <le1·ono es erP me ·-:i in c-ondizione, a cura <lc.>GI O\·erno e clelle or- !:!'anizr.azi<1111sin(lacali, di non correre il ri <.:hio cli affrontare paurose incognite, bensì di ~nc.>re la sic·urezza cli tro,·ar<' ht,·01·0 dignitoso e c·on tutte le !!'>''" n••ie {'Ontrntlunli inclis1wn,;ahili ». Zurigo f\,r.fr:- 'l)Zfl Trooehel: L'3fnloa Molinella Sotto !!li au 11ic'i 1h-l I '0111i1at,1cli Suecorso 0:)e- ' io. alla Casa clPI Popolo, il c-r>mpn!!'no Tronchet ha fatto una interp-<sant<' r"{'lazionp sul suo recente 1·ia!!gio in Italia Il pubblic-o non è stato molto numeroso, nrn C-(m1E,>,.uc·c:P(lpquasi :<emprt>. ~li a enti hanno an1to torto. 11 éOmpugno Tr·onchet 1\ piac-i11111sopr11ttulto pt>r la conc-i,;ione c·o11 la quale ha I ratlato l"argomento. e <lopo un11 de-<1-rizione pauornmic·a dell"ltalia del Xorù, thp egli ha t)resentaLo ()fti• 'istieam<>nte anche eia! tJUnLOdi Yisla <!elle 1,w-,;:il ilitìt di ricostruzione. ci ha portato a :1foli11ella, P !\a inc·ominciato c-ol di réi che , c·1 lf il non ha ,;off Prto per la ~m'rrn; hanno . of1-•no invece IP C'annliz·, • ✓,ioni ir1·i"atorie pPr <-Ui h. situazione della campagna è m~lto c·attint c·au:sa la sic-c-itìt, e per que to anche la e1ttù ;;off11> per il mnnc-ato ,l:iportn clella produzio11P H!!'.l'Ì('Ol:t. L"aiulo a ;iJo)irJPlla ì• intC'SO !!PI sen,·o cli ~~iutare il ritorno di qupllP condizioni eh<' permettC'l'anno nuovamente la re~olare opero-<itìt dei c·amp1. 11 riparo dei éilll::tli irrigatori è una nec-e,:;- sitù immecliata . .:-;ec-es itano beh1miere pp1· faéililai-e i l,11·ori e macchine agriC'ole per pote11)',iare la po;,c:ib!litì1 dell'rmmC'diata produzione. ~i tratLa, in fon<lo C'ome ha fatto i11tendere c-hian1111t•nte l'oratore, 'c1i aiutare pp1• fare in modo C'he gli italiaui po sano in que. to cliffic1le momento. t1iutar i fl'a IOl'O. Valorizza i-e <·on una n1101·a e intPn,;a produzione le campazne <li Molinc.>lla, ,·uol clirC' <:reare pos'ihilitù cli aiuto a:::-li opC'ra1 Ù('IIH eiltit, do,·e non giung-e o giun_:re ins11ffic-ienlf'nw111(' il nec-C's:-ario per poter 1·il·ere. L"oratore ha indicato che a (;i11Pna ,;i ì• lanc-iat:1 una inizi;itinl in quei:;to ,:;enso P C'lre mollo si è !:!'i:1 fatto. E~li de,;idera chP anchC' IIP)le altre Cittìl clPll:1 S1·izzera, e principalmente.> u Zurigo. ,;i fuc:C'ia una :udone del ireue1·e. L'oratore Yil·amente applaudito ha poi risposto chiaramente acl aléune domande che cli,·<>r:<ias<·ol· t:11ori hanno de! iderato indicare. Blenae Ln ,;1tt(;1zi· lii' :111litiea cJp)J"pmi 1·azio11i• italiana a Hienne (, molto éonfusa. Xella C'olonia Libera dopo lit non partecipazione di alcuni nostri ron1pngni c·he prano tra i mizliori, 1>avYenuto d1e la nttlvitù la1 fas<.:ismo: c:hc siano democraticamente co tituiti e, soprntutto, non diYentino gli strumenti pel' Yalvri.zzare uomini di cluhhia fecle antifasc-1sta. Le soluzioni 1 che i C.L.X. hanno dato al problema dell'epurazione.> delle c-olletliviU1 italiane 1n Is,·ir.zera, sono da noi considerale come parziali e contingenti; c-ome ta;>pe, c·ioè, Yersv l'applicazione di quei criteri epuratil·i. <.:he, ba ati e enzialmente sul concetto politico -·li rappre entanza, di responsabilità e di azione fasrista e i-u quello economico di finanziamento, pennet· ternnno. una ,·olta appliéati, di raggiun~ere l'11nirme nelle collettiYitil italiane aire tero, sall·e re~tando le e1·entuali azioni pc.>nali, che sol0 gli 01·gani della magi ·trat:ura ordinaria, possono intentare. H.ic-hiamiamo. ancora una YO!ta, l'attenzione del C. L. ); per la s,·izzera, rigua rclo alla situazione del per onale diplQmatko e con ola,·e .. \ ei mesi dalla fine della guerra e d,1llu disfatta cornplela del nazismo e del fasci ·mo. i c,)nsolati rimangono an{'ora, in ~ran parte, ·otlQ l'influenza e l'azione clei funzionari ex:-fasc1,:;ti, che, dopo aYere esercitato la loro tiran11ia sui lav0ratori italiani, adoperano o~gi gli stessi metodi del :>assato regime. L'ambiente è rima to quell0 di prima ed i la,·orutori se ne mantengono, a ra~ione. disbrnti e diffidenti. 1 ('Onsolì i111·iati recentemente prornngono dal personale cliplomatic-o, formato durante il regime o che lo ha sen·ito; mentalitù burocratica e du padroni. E !:.lidonebhero proteg:!ere P clif<.'n<lere gli interessi dei cvnnazionali <11 fronte nl paese che li ospita. Per esplicare que::;t:1 funzione non c:redinmo sia pl'oprio neéessario che.>essi :-iano tlci diplomatici cli carriera. JHCoccupati d1 avanzare <li ~ra(ll) e cogli occ:hi costantemente ri,·olti al loro minislero. Quali rappresentanti della nu0· va lta li a democrn t ita. e si non hanno più il diritto di trincerarsi dietro una falsa apoliticità, coprendo <lella loro auLOrità moralp le oscure man0,Te cli al- <·1mi ::iezzi grossi del commercio e dell'iudustria locale, nel tC?ntatil·o di salYare se stes ·i <' mantenere in vita i'lituzioni eonclannate dalla coséienza PO!)O· lare. ~on si è mancato cli e aminare i rapporti con i 1·0m1ia~11i comunisti, auspicando ad una collaborazione sincera, !Pale e non a senso unic-o, nello spirito, e-io, <lel patto di unità d'azione di eui tulti ne 1·ico11osciamo il ,·alore. ·essun pensa, 11C'mmeno lontanarn<>nte, a <li1·idere le forze del lavoro e della p1·0d11zi011c, il eh(' sarebbe un delitto; tuttal"ia il .·oc:ialismo demoeratico, che oggi trionfa in tutta l'Kuropa. tlern essere trattato a perfetta parità d1 diritti <' clc.>ve ssergli garantita la sua propria specifica autonomia. Al Com·egno delle Colonie ltaliane Libere, fissatt> a Lu~ano il 14 ottobre, sarà trattato l'imp.:>rtantC' Bib a Notiziario Gh itali•ani resi-denti in Eritrea fan-no ritorno in patria _ Roma. ottobre. Circa 5000 itali.ani r~~i_- denli in L'rilren, ex dipendenti di enti pubblzcz, f,iranno rifarne in Italia. Il rimpatrio dei nostri ccnnllzionnl i aooerrit prossinrnrnenle, per qu an.to 1i<i1t .~id ilnc·ortt staia fissèlf/J alwna data. Le auloriltì inglesi hanno inoltre concesso /"aulo~izz~zi<>-_ ne é./ far ritornare in Eritrea nlcu11e c·en/1111:llad1 ilctlitwi ioi residenti prima del 19:fi. Congresso Nazionale dell'U.D.l. Firenze. Ol~- 1,re. .\'ei giomi '2.J-21-25 ottobre si sool{!eril a F1n1wte il Congresso Ni:1Zio1wle dell'{J_J)_/_ i:1 cui inlervern111110 le nipprei;enfl:111/e di lulle le provincie il:1/i<111e numerose dele{!azioni es/ere. Verrii tu.dlato raltuale sfo/ufo e progrum11rn def/"U.D.I. cr,11 pélrficolnre ,-ig1rnrdo ti/ cnrallere èl/>Olitico del- /"/ nione. E. M. Gray davanti alla giustizia. Homu. Di1,w1zi un· lllu Corte di (;i11. l1zia è c-ompèlr.~o il 1,0/c eer·,r(·,1 fn.~c1sl,, f ,1/. (,r.1_1;dt \cour11. J:im- />11/, le dire, clie dei ren/1 e·< 111 111i ,1 11 1//1 ~li ,i/lri [1iscisl1 clic h1111w cr:nlril>uito co11 ,1l!1 ri!ev.,nl'. , 1 11u11[1(:nere in oi I 1 1 ! J c1 •-~ 1~///(,, < è1Cc11 • f dt , ollul>·on1zit 11 .' 1110. l.,"11dienzn è slalii <Jui11cliri11vic1fc1 c1 c/01111111eid w1111la 11 ri.~oloere degli incidenti di caraller~ vrccedurnle solleoafi dallél difei;a illlo scopo di ottenere un rinvio del procesi;o. /.'11die11za è s/afn /Juindi ri11oièlfa a dovani .ed 1:wnì inizi.o ccn tinler1o~aforio detrimpulalv e <1ui11didei testi prese11/i. LI dibi1ltime11lo s,1ril pbi rinuieilo ;;ti IO corrente per permellere é1fla difeMI d, prendere c-r.,nc.~cenu1 degli uUi111i doc11menli 1>eroe111di 1:11/il Corte di Gi11slizia. Greg,orio Agnini i"- Jf -1 ottobre è de- duf1 1n Hom;;1 il compagno Cregorin A4nini. Erti nato ,,e/ J~;)l? a Fi,111/p l~milia, era .çfalo lru i primi ferzi11lemuziorw/,.\li e poi, lui i fondatori del Par- /1/o sc-ciali.~la al con;:.re~;-c di Genooèl 11el 1892. F11 dep11lnlo nl pnrlwnenlo dnl /lifJO fino il q11ando c'eru in Italia una libern lrilnmc1 purlnmenlare. Il 25 sellembrc aoeoa inauguralo lu Consulta ;;i/ grido di • J iou la Hepubbliu1 ilnliw111 ,,. Dopo H 30 settembre Contlnuazlor.e di prima pagina Naturalmente come era prevedibile, !.ono state mosse alcune obiezioni, tutte però più di carattere formale che sostanziale. Lo s'piriio nuovo e realistico che è nell'accordo e che si fonda sul senso di responsabilità e di coscienza della classe lavoratrice di fronte ai due concomitanti problemi di ridar vita ali 'industria e di lenire la disoccupazione ha raccolto infine l'approvazione di tutti i rappresentanti dei lavoratori. Essi hanno compreso, cd è bene ripeterlo, che non si tratta di licenziamenti, ma sopr:ittt.ùto ·di. moralizzazione e di riequilibrio dei flussi I di ·lavoro, che erano stati profondamente sconvolti dall'alterata economia di gu,erra. Riammessi i lavoratori di provenienza cd estromessi gli abbienti, nessun operaio, che viva del suo lavoro, e che appartenga alla professione d'origine, dovrà e potrà essere licenziato. Del rispetto a questo principio - sulla cui ef. fcttiva attuazione si sono espressi maggiormente i 1 dubbi dei convenuti - bisogna soprattutto che facciano professione di lealtà i datori di lavoro, e in sol modo: accettando e attuando veramente i turni di lavoro. Gli industriali ne sono restii, li osteggiano accampando imprecisi motivi tecnici. I lavoratori rispondono che quelle tecniche sono pure scuse secondarie di fronte ai sacrifici che si sono imposti i lavoratori. Il desiderio delle masse è di salvare il lavoro ad ogni costo; doveroso è che da parte degli industriali si compiano tutti gli sforzi che la situazione esige per riattivare e incamminare al massimo la produzione. D'altro canto è anche tempo che lo Stato realizzi quella _politica di rinvenimento dei capitali mal acquisiti, che è ormai un debito morale verso i sacrifici del proletariato. In questi termini ha concluso l'ordine del giorno della riunione, facendo cioè voti affinchè al sacrificio chiPsto ai lavoratori corrisponda il sacrificio di tutti gli altri ceti sociali, perchè veramente si possa giungere alla ricostruzione del paese nel nuovo ordinamento democratico, dove il lavoro potrà raggiungere il suo giusto posto. prnhle111a della rappre::,cntanza degli itaìiuni all'estero in seno alla Consulta Kazionale e la loro :-iartec1pazione alle elezioni della Costituente, nonchè quel!,, clell:t loro rn.ppresentanza presso il g0verno di noma, mc.>cliante la creazione di un organo che ne difenda i }uro interes i. L'impol'tanza di tali quc.>·tioni è evidente, sebbene la realizzazione.> pratica s1 urti a di[· ficoltà tecniche e giuridiéhe. E' indubbio che la grande massa degli italiani all'estero, colle loro fe~onùe <'llc.>rgiedi lavoro e d'ingegno, col prezioso aiuto economico che 1'orniYano alla madre l'alria, ('O\ loro pr,Jfondo attaccamento alle vere traclizioni ita.llnne <•clagli ideali di libertit e ùi democrazia, ha diritto cli dire.> la sua parola e portare il contributo dellu sua c,:;perienza nel momento in cui si getta la pri· ma pietra della ricostruzi9ne politica del paese. Uu organo, voi, che rappresenti gli italiani all'estero, dovrebbe es ere l'es:iressio1w della voloutù degli emi- ;;rn ti, ossia un Qrgauo rappresentativo, e non un ser1·izio speciale del mimstero degli affari e teri. Ci pare, insomma, che gli italiani all'estero - e sono 1 parecc-hi mili0nì - abbiano il diritto ed il dovere di parteciparp alla vita della nazione. Auguriamo, perciò, eh<' il Convegno delle Colonie Italiane Libere, abhia il Suécesso che ;;i merita.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==