L'Avvenire del Lavoratore - anno XXXI - n. 52 - 24 dicembre 1927

ANNO xxx1_.___ __;_(A_._P.....;.) ______ --, _______________ ZUIRlGO, 24 DlCEMSRE 1927. N-um. 52. ' TELEFONO 4475 - Cooto-Chèques N. Vlll-3646 SETT!M.\i :\LE Dl:.L PAHTITO SOCIAUSTA rTALJ..\NO NELLA SVIZZERA ---------------------------------------------,-----~--·--·--------------·----------~----- RED.\ZIONE: ABBONAMENTI PER LA SVIZZERA PER L'ANNO !92u: 1 anno, fr. 6.-; 6 mesi, fr. 3,-i 3 mes,i h-. I.SO P~R L'ESTERO: 1 ·anno, ir. 16; 6 mesi fr. 8; 3 mesi, lr. 2.50 , L'Avvenire dei Lavoratore , Zurigo Natale! Un t.dtro Natale sotto 1l fasci mo! Oue fa la constatazione triste dolorosa, angosciante che il proletariato italiano deve fare in questa fosca e fredda vigilia del giorno che -- sewndo la leg[!enda - vide nascere l'Uomo venuto sulla terra per affraf(,~f,are gli umili, fustigare i ricchi, redtmere l'Umanità! MiUe 110vecentoventisette a1111i sono trascorsi da allora, ma invece dell'affratel!ame11to degli umili, que ti ve11go110 « r;li uni co11trr> gli altri •ar1w1ti >,: i ricchi sfrutfcuw e fu tigrmo !!li umili e l'Umanit<i invece cli e sere, 1 t dt11ta è più che lllai slhla.va ! Essi garantiscono la loro libertà di 11!vere in Francia. \Ia no; sappiamo che ai nostri fralc>Jli prnscrilli ln Francia, la iiberla di viuere non basta. E' la libertà di combattere che chiedono. Vivcrr srnza comballcrr signifìca Yc>gclarc. Ed i profughi ila 1iani in Francia s; rifìutano di ,·egclarr. CombatLc1·ces . ,·ogliono pe1· la 1ibcrazionr del nostro popo!o, per la cmanc·pazione del nostro proletariato. per 'a libertà. E' questa ~ola la g:uslificazionc morale dr• lorn e del noslro profugalo. Solo a questo fine, noi e loro, Yarcammo la frontiera. :'.\on [u la prcoccur,azione di sollra1Tr i nostri corpi al a lo1-L111·daella galera e del ferro fa c;sla, ma il ben più alto bisogno <li conserrnrç i nosti·i spi1·it i lllla lotta aì,Ja quale ci siamo consacrali e che è oramai lo ~copo della no lra e istenza. Chr se pel' Yi,·ere <lo, r orn ,·i\• ;amo dovcs~ mo rinunc=arr a'!a ballag'ia, noi non esiteremmo un i.·Lanlc a Yalicarc altre frontiere r lra.sporlarc altrove il centro dcl'a nostra allivilà. Ioi non dubitiamo clcl:Je inlenzio11: dei compagni socia I isli è, cletj'i amici democratici di Francia. [I diri//o di asilo che e~si garantiscono, i.~ quello ,·ero, comp'cto, st>117,alirnil:-izoni r casti-azioni del no~lro pcn1,ic1o r cklla no:-:.lI·a allivilù antifascista. Essi non po.sono non inlcndrr'o CO!-.Ì. Supporre alt1·i111c11lisarrbhc fai· loro torlo. l\Ia appunto perciò noi li esortiamo alla Yig~lanza. La proposta musso'iniana è piena A..~1MINISTRAZIONE: PREZZI DELLE INSERZIONI: r 0rnmii>sione Esecliliva del P. S. I. Fer l!.t•c:a. o 1:p.ar.:o di linea (la.:;bczr.a una cc,Jonm,1, :,n ç(,it Per réclame coatinuata, prezzi da oonv-enHst Zurigo. Militiirstrasse 36 di ins:clic. Es~:1 cond;ziona la intesa italo-francese, la pacr del mondo. al baya.glio imposto ai nostri con:ipagni rifugiali in Francia. E pone in una clo1oro..,a allernaliYa taluni ~.piriti amanti della pace ma insu ffìcie11Lrrnenlc conYinli dclJa necess:tà dt>lla difesa cle11a libe1·là per tutLi. Spella sopralullo ai\ socialisti, a Ila classe operaia francese 1·ifiula.re il mercato; far pression<> ~un.'e ~fcre dir·genli pcrcl1è l'infamia mu<so'iniana non raggiunga i suoi i.copi. Gli accord'i con Musso!ini no11 garant;scono la pace. La causa cle,'la pace si serve comballcndo :\fus~o'ini e la c;ua odiosa dillalura. li g·orno in cui questa s.c'lrà abbattuta i clur popo'i avranno nuovamente il modo di rie~p1·imersi rec:procamenlc i !'.Cntimenli di fralerJ1ilà che li uniscono. .\.iutarc il dittatore ne'la com1}rcssione del popolo italiano - :,ia pure nel'e persone dei suoi pro. "ritti - significa fayorirc Mussolini 1:-el.'ap~·cparazion<' della guerra. ed1 impcdll'<' al popolo ila·iano cli layorarc per la causa della pace. La classe operaia francese deY~ ]ollare per la difc::a dei d)1·itti dei proscrilli italiani, nel proprio s_le~ o intere se. Permettere che qucs.li siano violati signifìca concedere un prjmo succe,so alla rrazione di ca.c;a propria. . . E la reazione donmquc. ,·1vr. s1 fa forlf' et! audiace cli que5li nri1111, progressivi succes 1. .. I laYoralori d' lla 1ia diranno - alta e forte - la prop.ria paro 1a. - La cau,a della pac.c - afTcrmcnrnno - non si serve intrecciando effimeri accordi e palleggiando col fa- ! ei.smo, ma a\1tando il popoi'o a combatterlo e ad abbalcrlo! ------ che ,·olge il suo Segre(ariato e nemmeno quella svo't.a simultaneamenlc nel mondo, ma bensì anche quella che vanno svolgendo i partili ad essa aderenti. Ed allora si eonslate1·à che qua che cos-a fa. L'opera dei -;ocia 1isli atlSlriaci, di quelli germanici. di quelli inglesi, di quelli be'gi, ccc., non è affatlo lrascurabie. No-p dimentichiamo poi che la critica f: più facile che l'a;r,ione; leniamo ron.- to delle circostanze e delle corndizioni in cui i compagni dei cliYersi paesi devono agire cd infine ... domandiamoci· anche co~a facciamo noi. l:. liò 11011 é ancora t11U(l. /11 Italia tutto un popolo, laùorio:;o e intelliJ!<'nfe, geme sotto la sferza infame di 111g1ruppo di avventurieri che tutto calpcsftmo per sodclisfare la loro i11sazfobile sete di /JOtere. E in que- -...fo NatliJe che dovrebbe tssere di pace, qua'lti e </!l[tntr sflrm1110 i poveri ge1dtq•ri che uo11 potranno pas arlo assieme ai lorv bambini perchè confinati nelle, i:.o!e, n imprirdonati, o es!liati, o... 11ccisf! E qucmti poveri orfam1ii dnvranno accontentarsi di J!li!IJ"dt,re con invidia infantile• l'albero di Natale dei rir·chi, l'Mico di doni e di dolciumi, in uno <·cintill10 di fra11- !!:ic' domte e di ceri colorati, senza potrr 11c-p1111r '>Oddishre, iorse, i crampi della fame! Per l'unione delle forze socialiste Bicordo- in fine che il n.oslro PnTtiLo f.Ostenne sempre che la Con.federazione generale <lcl laYoro ,d-0veva rimanere nella Federazione s·ndacale intcrnaziona'e di Amslerdam per influire su di essa e tirarla a sinislra. Ciò che -era bene e doveroso per la C:onfederazione dei Lavoro perchè de\·'esl'cre male da evitare per il Partilo? Pelr'unitiànternazional Per giustificare l'attuale posizione del .Partilo fuori di ogni int-ernaz10-. nale gli si attribuisce w1a grande mi&- !'ionc speciale: quella di riun,ire Lulte le forze socialiste del mondo. L"in· l<>nzione sarebbe buona; poter conYincere Mosca e Zurigo cli abbando· narc certi sistemi e metodi per avvicinarsi, intendersi cd unirsi nello sforzo comune della difesa e •delila liberazion'C sarebbe opera immensa, grandiosa, La'e da giusti:lìcare qualunque sforzo e sacrificio. Pensate a queste vittinu> i1111ocrnti, o compagni! t nel !{iomo di Natale, e sempre, uo11 dimenticate che cmi un licv!' sacrificio si poçsono asciugare molte /agrime e far s11untare su c1uei visi muti dal dolore e cfai 1:afime11ti, quel sorriso di f!ÌOU! e di .!!ralitudine, che arà per le nostre picro/e ri111111cie lo più i,!nmde ricompensa. 3'er la li6ertà di oomba.ttere Tulli noi profughi ila'iani. residenti in Francia, in lsYizzera, in Belg;o. nelle .\merichc. abbiamo ormai un debilo di riconoocenzn ,·c1·so !"opinione pubblica ~ocialisla e d1c1110c1atica di Francia. • Lo s·ancio una11·mc. spo:1la11eo. 1mmedialo cli prolc~!a con il qua 1 c lt1Lti gli organi della slampa op!'raia c r:,d:cale di Parigi <' dcllr proYinc=c. $Ono insorti contro l'o<liosa proposta di pa.ce mu .'.-So'ini:rnn. con.diz;o11ala a'la pe1·scc·uzionc dei no~.tr· rifugiai i. è stato non so o commnYcnlc ma ammonitore. La Francia aceor ''anelo la propria fraterna o;-p lalilà ai proscrill' dalla tirannia fase;sla. onora '"'.t;1' r:lC'.,<;a. La Fr:i ncia clrrnocral ;ca 11011, s' abba,,erù a· , funz·one di comn'icc- dr> 1·1anno crltalia. ('Ome l"Inghillc1:·a liberai<' dc 18."jl non s. al,ha-;sò :1''a con,cgna ed a.'!a prrsccuzion<' cki r<>pLÙ)bicanifrancesi co'à rifugiali in seguilo allr pcrscrnzioni del piccn'o lrn:o .:-.;apolc-onc. f prnicr.lli ita 1iani non ,i lor·ca110! E'. questo il tono <li>i,· brati cornmenli che dallr colonne dr] Pop11loire. cl··•' Quoli<!ien. dc•'1"0('llPI'<'. dC'I Soir, delin Vnlonlè. drlla DépC'Che r dei cc·nlro m10licl'ani •oci,il.~ti r dcrnocrat·ci d~ la pro,·=ncia. ~- sono cle,·ali a slaffì!arc ì'11llima infamia mora!<' del duce: 'a 1·chie~la drlìa reprrssionc <' dci]a prrsrc11Y.=onr in Franri::\ rk;Je ,·iltinw sfug~flr a'la ~ua ga!cra. La classe operaia francrse c·o11la1r gesto si è climostJ·ata an".01·a ut1~ Yolla degna dei suoi gra1!d I marsl n - Jaurè>s. Cu<'s<lr e \·a .'lant <' conli111;atr:<'<' drllo spirito di grni>ro- :-:l:ì chr 'a animò S<'lllprc nella sua slo1·ia 0rmai ccnt<'nar·a. dagli anni <lr1la grande ni, 0 1uzionC', all<' g'ornalr croic-hr de!la C:omunr. alle C',p'os;oni n10ra 1i drg'i ultim; mesi in d'frs:1 dcllr c-c.;islr>n,r di Sacco <' d, Yan7clli. E gli spir li indipendenti dr!la democrazia francrse sono df'gni inlerprdi e-co11linualor; dri grandi antrnal di>; 1,8!l " <lc•I 1',0:~. T compagni e gli a11_1icdi i ,Franci~ promcllono du11qur tll nostri fralrl!1 rnlà l'ifugiali chr non toller<'r~nno .1lcu11a ,·ioiazionr <' mcnomaz one dr1 diritto d'asilo nei loro confronti. Il nostro Pari.ilo si lroYa prcssar,oco nella situazione deg!i altri partiti son·ersiYi ita 1iani: v;,·c in esilio. fn Italia ha degli uom;ni che g i rimangono f~cleli, Laluni d1 ei quali [anno quanlo possono pc1· a:,mentarc la fìamma, ma 1a grande maggioranza non hanno 'a possibilità cli riunirsi. di afJialarsi, cli accordarsi per yastc zone. Il Parl;lo non ha quindi un·organizza7:one ,·era r propria in Italia; quello che gli 1imanc di organizzato è a'l'rstrro. E' quindi logico e natura' e che le organ ·zzazion; dell'estero discutano e decidano circa ]'indirizzo ccl i compili del Partilo nell'ora che vo'ge e fìno a tanto che ai cl baltil. rd a!<' clccis'oni potranno partecipare anche i compagni rimasi i nel la grande galera. Qua!e azione (>UÒ e clc,·e s,·o'gerc il Partilo al 'estero? .\iulare i compagni d'Jtal;a come mcg:lio può: ,d,"ffondere tra g i emigrali italiani 1e dolldne ~ocialislc. incitar i a palie· eiparc al mov·nwnlo i'intlacalr cd a praticarr la- so!idariclà coi 1avoralori elci paesfi in cui ~i tro,·ano. condurre un·accorta cd inlenAA campagna anlifascisla con lul~ i mezzi ccl in [ulti ; lati. D<'w quindi incuor:.irc <'on mezz; adatti. nul a trascurando, i compagni d'Ita'ia. smasd1erarc il fa<T .. ll10 ar·<'~ler<,. i:,o'ario. \'O!gerf! i con,ro i'opinio1:c ck! mondo. Lo fa Q·il. Lo co. ma b;soµ-na che faccia di più: !'S!'O pnò e cruindi dc,·e fare cli p'i1. Pr1· far<' di più bisoi:ina chr r,1"co'; 'l coordini e facc··a funzionare 1·azionalrncnk tulle le forze <'11e po.,'Oì!O co11aborarc insieme e guadagn · :i. se ste·,,o rd al movimrnlo e,, 1·;1io < la s·c;tico itaì·ano 'a massima stima. 'a 1nas!'lima fidlucia e quinci il ma!'-.<inh>appogg;o clr! 1110,·iIll<'nlo oprrn·o monclia'r. C:h=am: a sè dunque lulli ~oc·alisli di hu011.a Yo'ontà. cli ci<'slra e cli sinistra. <· 1i schieri i11 linea. Proha1i·111wn!e que:li di sini~Lra, i comu11i~.ti.n<>n ,crranno; non clispcr; per riò. a Teli; !'tmione con qut>! i di d!rslra che ~·0110dispo li <' pronti a farla. Qucsl' u11:one è po~ ihiLss·ma r do,·cro,a. Se noi abbandoniamo. coni<' abhiamo comincialo a fare. i' clm:1N1 ckl'';nlransi~cnza a~solula cd <'lenrn. 'e cli,·crgrnz,, lt>or·che <:i r:- cluc0110 acl 1111rn'nimo <' non ~ono, noa pos:-:0110rsse1 r tali da oslac.o'arc comunqu<' m:nimamrnlr l'azionr. :\cf'a prali<·a i c-ompagni di d.rslra fonno cornr noi. noi a~•·amo c·o1nt' loro; la si(uaz:onc atlualC' è la'c da ohh'iga1·r lulli acl a~(rr nella slc~sa manirr:i. :\rssuno elci dur partili pen~a. nè può p<'n,:i.rr. a la co'laho1a:r.ionr di c'as~". a111lwtl11(' acrctlano im·<'rC' la C'OOJ)('razionc-d · agrt,·unramcnl i anchr 11011 pro 1rlari prr ro,·rsc··a1·e il f:ic;c·srno. L<· fina 1ilà di ambi i partili sono idrnlichc; i mezzi ccl i rnc,ocli nOt! si d: ITrrrnziano cli mollo, se- s tog'iC'.... la c1:ttalura, che 1a DilC'7ionr> ,·uo 1e es0rc·tHn' sul no-;Lro Partito. Ed allora prrchè, torno a rlomandarr, non si può e non si dc,·r unirr lr forze clri due partili in una organizzazione unica. per ,·a.loriz,,arlr nl<'plio di quanlo (\ pos~ihilr lrnr-ndolr rli,·isc·? Lo ,·i<'lél il marxisn10? C::ir'o :\fon: scrii-sr forsr Pro 1cl::iri cli tulio il mondo ... di, idetcyi ,? Ilvalopreratico dell'Unione Si clicr C'hc l'unione non affchbt' a'cun valorr pratico, chr anchr unili 1otecaGino • 1anco i dli.te partili no!l potrebbero fare nulla di p;ù di quanto fanno divisi. .\!Tcrmazioni ~imi1i può farle sollànlo chi è accecalo da!lo spirito settario e chi per amor cli sella t>di Ics: è pronto a farla a • boxe • con 1 a verità. [o c01wcngo sub.I.o che l'imionc dei due partili non eserciterà sul fa-;cirn10 l'eITcllo dcl'c sacre trombe sulle mw·a di Gerico, ma a!Tcrmu che a\Tà larghissima ripercussione e produrrà buonissi1:ni cffetli. l1nendosj i que partili ridarrannu fiducia ai Jayoralori, acquisteranno maggior forza di allraz:onc, maggior credilo, maggior prestigio ne] mo11do, maggior influrnza OYtrnque e quindi anche maggiore cfficic1ua. l\fo1Li laYoralori italiani sono sfiduciali. scoraggiali non so!lanlo pcrchC:· ,·inti. ma an::hc e probabilmenle più perchè il loro Parltlo è diviso in due. lre rami. Essi ha1rno, giuslamenlc, fiducia ncll'tm.ionc e 11011credono; o slenlano a credere alla possihi 1ilà del riscatto fì110 a tanto c.hc durerà la cli,·islonc. E chi non ha fiducia non ag;scc. L'annuncio dr ,la fusione in un jJarlilo unico nel nostro e 1 ,oro Yecrbio Partilo socialista marxista. con programma chiaro. che senza pregiudicare l'avvenire risponda p:enamenle alle esigenze allmtli: in un partilo classisla a cui l'inlrans:genza sia regola che non escluda l'cccczio1L<'m, a non dogma. l'am,unc!o d: tale fusione agirà come balsamo sul 'animo a!Tlilto dei larnralori italiani. I militi del yeccliio Pa.tiilo, separati per anni da una clcc:sionc infe,'icc ed imponderata si rilrovrranno rcl ammac.;lrali da11a durissima lezione drl 1c cocr. ay,·icinali rei couaoliali anchr dal comunr atroce cl(/orc~ sollo 1r percosse drlla tormenta rc&ziona1·ia si giureranno 1rno,·a fcrle. strir1geranno un nuovo palio di più intima '>OidariC'la 1,r1· una più accorta azione lilJcralricr. Gli sbandati. gli ,fiduc·~tli tomrran110 ne' Partilo o almeno r:acquislernnno quella Jiduc·;a che è ii1clisp?n<;abi'r per ogni e qua'~iasi azione. L' dTctlo moralr clnnque sarà grandis. imo e segnerà l'ini,.·o cli una ripresa soc;-ali la su ,·a,ta <ca'a. E ciò sarà mollo. le rlpercussio~I al ' estero :O.fa la fusione non produrrà cfTrlli hcnc!ici :.,ollanlo L1·ai 1aYoralori d'Il::tli::1.ma ben i a11ehe a .l'estero. ~a g, a.ndc maggioranza degli itaLani e- ,ll .grati alreslcro che si occupano di po1ilica e di que:.lioni sociali I:\ sa lllc:ranno con sollievo e• ~pcr-an7,a; 1 partili operai elci divcr~i pacl>i p,1atirl1ranno. caccieranno rc,mbra cli dis- "cnso e di s.ccllicismo prodolla e inanlcnula in t>ssi nei r;guarcli clel 1110\'imcnlo 1ta'ianri dalle noslrr cli- ,·isioni, a,-ra11no di noi mag_~ior sli1na e lìduc1a cd aiuteranno cli più. .\ll'cslei·o non s; capi~e e comunC(UC11011si approqi J'esisleza di trr partili :-.ocialisli; ci si adalla, sia per lllal ,·o!cnlieri all'csislc:n;,;a cl <luC'. ,u10 comunista' c>duno socia'isla. ma 11011si comprende il terzo. Pr"' ('do l'ohhiezionr che :.rnchc in q11aki1e r,'lro pa0sc ,·i sono Ire partili. Hisponclo che tali parsi sono pochis~:mi e c·!ie ha11110 c-011tlir.ioni parlicolarl che non si t 1·0,ano nel 1,ostro; do,·(• tali condizioni non esistono il lerzn partilo o è scornparso r, minalo se1·iam'Cntc. 1n Germania p. e. v'erano pure due partili socialisti, o'trc quelJo eom11:1ista. ma ambedue compresero prc~lu l'c1·rore rd il d:-inno della ò.- vi~;one e si fusero. I pugno di un111i11l:'l1<' ~i r~ceoglic intorno a.' ,·<;1.._ chio compagno lfdebour e laido 1noclcslo che non O<;a ncmmcnn ch·ainarsi partilo. {n Francia l'Ct1io11c socia1-co11111· 1,i~la è... quc:llo che è; non fd progressi ma bensì il conL1·:.Jrio. fn ?\or· ,·cgia ,··rrano due partiti socialisli, uno adcrrnk a i1a Seconda Intcrna7.ionak ed uno ~d nostro L1l'ficio 111lernaz·ona'c. Si slac·ca,·or, an,bc<lllc dalle r.spetliYc i11lcrnazionali JJC;I' fondersi in uno solo. La fusio:1,c 1 i- <'hiede ai Ja,·01·atori 1a perduta Jiduc·a nel Partito e questo neL 1c rcC<'nti r·ez·oni ollcnne 1111 ~11cccsso trionfale. Si clicr che ra·uto del ·estero gìo,·a poco alla causa proletaria it.alial1a. Può darsi: c<'rlo non è decisivo: ma neppure !"azione clcgli an Iil'as::.isti i· laliani a'i!'eslero basla a rove1,ciare il fasc·smo; e allora? Che per c?ò? Noi abbiamo hisogno di I accoglie1'P LuiLe Ì<' forzr, lulli g:i aiuti cht> ci po!i.Sono ycnir anche se sono modesti: non po,siamo e non dobbiamo trascura.- re nulla. l\Ja è poi \'CCC\ che l'aiuto elci parIili operai dri diwrsi paesi debha c~scrc povera e t.rascurahi.'c co ·a? lo pcn!'o all'aiuto fìnanz:ario che tali partili p.olrcbhcro prestarci per la nostra ~lampa. per la propaganda lra g,i emigrali italiani. per aiutare -j compagni d'lta.'ia più allivi e magg:ormcnlc prrcossi dai fascismo: prnso alla più , igorosa e più gagliarda campagna antifascis.La cd in difesa della nostra causa che !ali partili potrrbb.<'ro ~,·olge1·c quando avcc;scro dc, 11ost1-o movimento quc-lla maf_g'or fiducia che potrebbe dar loro !a nnifìcazionr clrllc forze sociali~lc e mi srmbra chr il loro aiuto polr<'hhc rssere nolcYo.1issimo. Preoccupazioni lnfo d ate Si cLcc ancora che il nostro Partilo conta quakhr cosa oggi per l'allcggiamcnlo che tiene e che domani spari1·cbhe se si Ltnis.se a quello elci la,·ora.lori italiani ed aderisse al'a Srconda Inlcrnaziona'r. · .\nr. lulto non. è anco1·a stabilito che per fondersi co11 quello cli destra il nostro Partilo debba aderire alla Inlcmazi~11alr prcdrlta: il caso sopracilalo cle1due pa1 lili non·cgcsi sla a dimo- -;frarr chr si può farne- anche a meno; ma qua11c1·anclie i compagni d1 destra ponessero come conrlilio sine q1u, non l'adcs'onr alla Seconda lnlrrnazionalr, il nostro Partito non ,·i 11crdcrchbr proprio nulla. Forse fa1chbr par:arr 1111po· meno di sè. ma quc<;lo non sarebbe guaio a sai gra- ,·('. TI suo Yalore reale. la sua importanza. la sua rffìcicnza non r-limi1111irehb0ro in quanlo the aHcbbc l':tppoggio de'l'lnlrrnazionalc rnede- '-ima rd a sua rnlta pol1-cbbr influire'. s;a pnr poco, sulle decis,ioni della rnrclcsi ma. ';o benr e-lit>, i sono clri compagni mal dispo-;ti ,·crso l'fnlcrnaziona.lc 1ii Zurigo; com1>re11do e mi spiego la loro aYYc1·.~ionr; essi hanno conce1.ioni a'quanlo diverse di qurllc che prcYalf{ono i11essa e però non possono d,rsi d'accordo. Ciò è spicgabilr e logico. ~eppure il sollosc1•itlo til1na con, due mani lnllo quanto fa e non fa la Seconda Inlernazionak. Però nessuno può negare chr <rutsla raccoglie la grande mag__çpora117.,aclri socia'tisLi del mondo; si de- ,·c riconoscei-e che. cccetluatr quel'e del a Trrza fntcrna.zionalc, fuori dcl;a Seconda Internazionale non Yi sono coa'izioni e forze socia'istc cli nolcvo 1p importanza. i;:· poi fuori di ogni dubbio che le mig iori e rnag- &i:ori forze sicuramente anlif2scis,lc ~i rnccolgono nella Seconda Tnlcrnazionale; non può e.sr,erc contestato che i maggion partili che in Europa contrastano il p,a., o alla reazione, c.he operano per !"isolamento del fascismo italiano e propugnano la ,·era ,democrazia c<l il socialismo sono unili ne\'a Seconda Inlcmazionale. Ed al'orn v·è proprio da ~icandalizzar : se qualcLlllO ci propone di aderire alla medesima? \"'è p1·oprio da ,·crgognarsi di fai' parte di essa? s;· ohbictla che nel 1a. Seconda rn... lcrnazionalc predo•ninano i gmndi pai·Lili c1·r11ghillerra e di Germania, che. parlico armcnle il p1·imo, sono mollo a destra. E' ,·ero ma della stcs~a rnternaziona'r fanno parte pure partili che la pensano a.'quanlo cli,·crsanv;nte da quelli cii.ali e che, ne; limite del possibile agiscono anche cliverst1mente. I1 Parlilo indipendente i~glesc, quello aw,triaco, cruello WJzzero, ccc. fanno parie pur e!sSi della Seconda. Inlernaziona;e e Yi si Lro,·ano discrclamenlc sebbene non r;escano a fan·i p1-evalcrc i propri cr;1e1·i. :son bisogna climcnlicarc che la Inlrrnazioualc in parola non prelrnclc cli imporre dirclliYc slrelle e rigid_r aj singoli partili dei singoli paesi. non pretende cli clcllare fin nei minuti parlico!ari la condolla d~1 lencre in tulle le c;rcoslanze; con- ~enlc loro una cerla libe1'Là di movimento entro le amp:c lin,e·e tracciate; Liene confo delle cliYcrsc condizioni di ambiente e delle -conseguenti necessità di a'.dleguare la lolla e la condolla alle condizioni Yigenli cd alle circostanze. .\derendo alla Seconda Inlcrnaziona1e il nostro Partilo andrebbe a raffo1·zare la corrente cli sinislra, verrebbe a tro,·arsi alla opposizione. ma non in posiz;one intollerabile. conlraslantr con l'orlodos:.,ia marxista. Si cli_cceh? l'!nternaziona.'e fa poC?; puo _dar 1, "' saranno delle ragioni, ma 10 non ,,ado a cerca1·lc· ,·oglio arnmrllcrr senz·altro che' non fae<:ia tulio quanlo noj ,·orremmo che facesse r che sarebbe necessario. Però se non si Yuol cadere nell'errore, non bisogna esagerare nemmeno su questo punlo. Io constalo cht> s,·o -gr una buona campagna anlifasci~t~; eh<: ~iuta cdi incoraggia in 1110 [1 mocl1 li lllOYimc11to operaio contro la reazione. il mililar;smo, la gucr.rn. lo sfrullamcnlo operaio, rcc. r g'Mnali socia isli SYiZ7A'ri_per es., conclus,-rro e conducono una cam-- pagna mcra,·igliosa conlro il fàsc:- i.mo <' se aLLua1mcnlc la grandi.'sima maggioranza della popo!àzionc svizzern è contraria at fasc;smo, lo si cle,·c 1111po' alle hestialilà dei littoriali, ma non poco alla stampa socialista. Quando si parla cli aziorce dc'FlnLernazionalc non si può e non s.i deve lcncr presente sollanlo l'azione Ma è una pia, mollo pia inlcnzioJJe; è una chimera, un'iJl11s;one e. se ò lecito. anche una discreta presun· zione. A rigor cli termini potrei avYert1rc una certa contraddizione lra il Yoler un.ire Lulle le forze ed i,~ rifiutarsi di uni1·e quelle che si può; tra il voler Cunità inlernaziona1e ed ii creare aggregali internazionali al!o infuor; cli que!ii esistenti, ma lascio correre. Sostengo im·ece che il nostro Pariilo e quelli che lo affiancano non hanno il prestigio, l'autorità. l' in,. f uenza necessaria pe1· muo,·ere fo~ li aggruppamenti, attrarli a sè oppure indurli acl a,·vicinarsi. Ricordo che dopo ricostituita la S_cc~m~a Intcm~zi?na 1e i partiti soc1al:sli scontenti d1 essa e della Ter7,a., erano parecchi. r\11:ora fu costituito un nuovo aggruppamento. dello • Internazionale due e mezza . al quale aderh·a il partito socialista ausb·iaco, que!Jo svizzero. que'lo inclipen~enle inglese, ccc. Ma i componenti compresero presto che frazionan~o Je forze non gioYaYano al mo,·1menlo ed a.lla causa operaia· e sciol 1 sero il gru.ppo. · Qualche partilo ade!'Ì rnbilo alla . Seconda Intemazionale cd altri lo fecero più lardi. . _Q_ua?do i/ n?st.1:0 Partilo prese la llllZlat1Ya cli numrc in un rfficio inlernar.ionale i partili scontenti di Mosca e di Zurigo. i partili non anc·ora aderenti ad alcuna delle due I~lci;nazionali el·ano più numerosi d1 ora e le speranze cli . uccesso erano più comprensibili cli adesso. Ma a 1cuni di ta1i partili si rifiutarono di ade1:irc alJ.a no~tra iniziatirn e· più tardi aderirono alla Seconda Internazionale. Tra questi partili v'è anche quello svizzero. .\l'l"Ufficio nostro aderirono soltanto due partili di una cei-La importanza: il nostro e quello non·egcse; gli altri contaYano come il due di co1>1x-.T pi-eposli alla direzion~ d<' 1n ffìcio fec·cro cruanlo poleron.o per ?are incremento e sviluppo al moY1111enlo, ma i loro sforzi furono ,·ani; l'aggregato invece d'ingrossar- ~ rimp:ccioli. ' Il nostro Parlilo fu riclollo a quel lroncon;e che è; quel,lo norYegese si staccò per formare l'Unione sociali- ~ta n<'l campo nazionale: gli a.1tri tra . I • cui que lo . ocial-comunisla francese. che pur nella 11a deho:iezz.a è alLualmenlc it P!ù forte del gruppo. prndcll<'ro . oc1. Cos~ r;ma,nr oggi del gruppo? Lo J\11ant1! dcli 11 con·. c'informò di una riunione tenuta a Parigi recentemente ed alla qua.le parlcciparolo. lra l'altro, anche delegati dell'T ndipr1_1denl labour parly e del Partito umficalo norvegese. Qu'Cstc chie polr~bbero essere delcgazion i lus~ngh 1cre, senonchè la delegazione non significa adesione. Ricordiamo l'lhc il

1. Partilo inglese è aderenrc alla Se- • conda Inlernazionalc e non pensa, allatto di staccarvisi; quc,'lo norve· gcse non aderisce ad alcuna Inlernaziona'e. ma ficcome ha dovuto n- :--,c·re dal no~lro Ufficio per formare l'Pnione nazionale. si ha r~gione di nedcre .che non po,s~t denlran·i M!nza correi·<' rischio :di prO\'OCare nna ~risi interna. ,\ll"Cffìc;o dunque rimangono dei rollami, g•oriosi fin che vo'cte, animali da]' e m'gliori inlenzioni di questo mondo, ma con fcarsis:--; ma effìcen7,a e nes~,una influe~a sul movimento operaio e socialisla inlernn7iona le. E' j1 programma che conla? Ha indubbiamente gran Ya1ore, ma non ba• ia_ Del re!-lO i1 110,lro ~rofffa~1:ma. è nolo da lungo tempo a1 pal"l:11 dt dei:tra ed a quelli cli l'inistra: se lo ave~sero ritenuto mig'iorc dei loro '.o a\Trhbero già fallo proprio. Si è che menlre noi c1:ciamo c-hc ha fallo fallimento il metodo allnii, gli altri affermano che ha fallo bancarotta i1 nostro. E se guardiamo q,,1i••·:onatamenlc a: r;su'lati ccme- !1uiti finora co· diversi metodi ci rlesc-c diffìci\e <li so~lenerc che g1i altri hanno lulli i torli e noi la ratone. 1.osi rido! lo, mal eone· alo il no- !-'. ro l'ffìc·o internaziona'e ha r,oco credito e nessuna forza d'allrazione. Ficcarsi in rnenle di vo er influire !>U! mo\'imenlo operaio mon'd•!alc in s;mili condiz:oni si corre rischio di fare in certo senso la figura de\.: a fan1osa mosca nocchiera. •Noi 110 11 riusciremo mai nè a dirigere il movimento e ~emmcno aù influenzare i due grandi aggrnppamcnti che ci stanno a destra ed a s:msLra, fin che balleremo 'a \'ia seguila fino-. ra e rimarremo fuori rli essi. Ritengo quindi che sia i11iuL 1 le e persino <!annoso il ,·oler insistere ne 1l'erroi-e iniziale; cbe ci convenga abbandonare i lenlalivj che si dimos1rarono ,·ani r che, prr le ragioni suddelle. sono il1'esorabilmenle condannali a fa lire e cercare di giovare nll'unità unendo i nostri sforzi a quell: de 1la minoranza della Secoqda Jnternaziona'e, per indurre q11est'ullima ad 01-;entar~i un po' \'crso sinistra. Il tempo e gli eventi aiulei·anno. Cnncluslone Concludendo sostengo che l'uniJìc·~uione elci due partiti ~oc:a 1isl.i italiani. nel nome de' nostro Partilo è possibile, utile e necessaria. Es:,a' è sentita. voluta dalle masse operaie più cli quanto appaia dai nostri giorna' i e da le nostre discu!"sioni. Le 0.~igcnze della lotta antifascista- e librratrice la impongono. Gli eventi gran<li chr Ci allendo110 devono lro- ,·arci unili-più che sia po,.;ibilc, 11011 <:.o'tanlo dai \'inco'i del!'anti-fasdsmo e della solidarietà p,roleta1 ·a, ma r'ur:-inco dal'a disciplina de' Parlito. Dobbiamo unirci per fare di più, per agire con maggior ·'ancio e vi- ~or:a cd anche per csse1·e pronti, affìalali, con un pro/!ramma un·co rd 1tn'uni::a ptida nrl giorno è.e! no'lo dc· fafcismo. Comm<'llcremmo un drlillo ~r dopo rovcsc;ato il regime d'infamia e <li vrrgo~ua ci melic~simo ad allaccar br.ghc Ira di noi. E. quc!'<lo potrà aVYcnii-c ~f' ci ostineremo a riimmcrc di,·isi in p'.ù parlili. Il n.ostro Partilo è più forlc e più dla'e d; quello dei lavoratori italiani? Beni::simo. YUO' dire che nrl parLilo tmifìcalo avremo la preYalenza e quindii la garanzia con lrn ogni lemula sopraITazione o de\'iazionè. La concentrazione? ,. a ben· ss:mo ma l'tmione ::.ocialisla \'a ancora meglio. Nego asso'ulamenle che la concentraz:one pol'sa ven:r indcbc,'ila o dim:nuila dall'uniQ.Ue. dei due parl;li. ~on v'è quindi nessunissima seria ragione che si OJ)ponga all\111ione ed il Convegno di Mars·gi:a commetterà un grave errore se non si occuperà ~eriamenle del #francle prob"ema. Esso non polrà de1iberare sen- ;,;'altro la fusione: nessuno l"li ch.ied1 e questo: può dire invece e dica che è d'accordo in linea di pr·nc·pio. dia incarico al'a Di1·ez:onc oppure ad 11n~ comniiss:011e sp~c-ia e di inia \'Ola1·c lraltah•e co11 1a Direz onc ciel Part:Lo dei lavoratori per cercare la base dell'accordo, nel 110:lro Partiio :n un programma unico accellabi'·e era ambi i partili. .\. VUATTOLO. Sulla via dell'unità H ooonp~no Vuarolcdo, n,ed~uo articolo « Di.sowtia,mol «, parla di « ar,biLriOI » e ,di « <litta,tUTll! » -d-ella Direzione di Pari~i ne:i ri,g11a11dd,iel ;noslro !Partilo. AlfiJironliMno la ques:ion.?, pranden,dio- -la di p::tto: Perc-hè iI crunp31gno Vuatt::,Jc non •ha prole.st:1,t,:>qua,do la D:irez.iOITI.'2 soi-Ollse la Sezione di Parig,i con proceJdimzmlo !~dente a c01l 1 pire degli in<Lit.S.ciplinaliin quamlo e.ssi a,wartenevano a1l,laconen'.,e favorevole :\~h fusione coi oomunisU ? Fbd-:e puchè Vuatlolo ap,parlienP. alla tendznza c1pposLa ? Non voglia.mo far~li it lnnlo di cr~d.erlc ta-n,tr-, parziale -e ci limiliaimo a doma.ntdangli 11=-erchè e.gli n~I ~,uo scritto violento e s:onalo non si sia cr€1duto in dovere di dire una p:iro1a di plauso, ohe val~-e abmeno di co.n!cirlo, per I compa,<fn~della Direzione. Egli è un orj!a,nizzatore, rle._t::liotlim_i. Sa le diff.icoltà ohe i compajni <leU.aDi- ~ezion.e ànno incontrato, onde far risorgere i,nopina.lam-:nLe rigo.glio:.o 1tn m01Vimento i.n condizioni di netto siaivore. Non çuò ne.gare che, s,empre, il probhma d~ ordi~ or)!anizzalivo è un problema di fa.re, senza dL,ou:ere, _d'agire qw,n,:li· senz:i e contro colo.ro che voiglic;,no discute-re. Io nc:-n esa,J!e10 a,~I-erman.do che buetna pair,te de-l!t r:1us2 .-lelìa nostra sconfibla si trovano nel noslro sistema organizzativ,c... M,1ssolini, la cui vera nota ca-raUerislica è que1la di es;.e.re un for'.issiano orgainizzal()l!'e, queste cose le ~apeva e e, ha hattuti. Ora .il compa,gno Y.u.atitolo' ci riimprovera di aitlacca11ci a :I un . anno pendJULo nella mischia (?) il 1921 (ma Vuallolo, via! nel 1921 i Congr. sono stati 2, ur.o :i. Livorno e.d uno a Roma; ne1 '22 a Roma Con~r-esso deilla scissione, in.e! '23 a MiLano Con,gresso cr.-e e.i sLaocò da Serfati nel '25 in Mi<la,no ·- in lpie,no foscis:no ! - Conv0g,no del,J'a,prùle con ~ande d~fon,si,va dei des~ri da B~io_ a Caimpa,nini). Ma e.gli vorrebbe nsa,fare nient-emeno che al Montesquieu e ripropone la "vexala quaeslio , del pol~e lcgis'Lativo sepairalo dliii pc.I.ere e;e::ullvo nei confronti della Di.rei.ione de!l povero Pa'tlilo ncslro .... Ora sia b~ne .inteso che. dhLunque esso sia, c.hi farà p~r~2 d~I!~ nuova Direzione deve av-2Te de1 pclen dt {0.flroooo al p,rcc;simo Co,ngresso. Si persua::bno i cOJT1pagni della Svi_zzera ~he questa è 1a miiglior-e democrazia nell iaiterno del Partilo, perohè è l'unica possibile. .Glh St.a-li Unili d".Aimerica sono 'n.dubbi.a.menie retli a re1gime democratico, ma dopo la colossa,le ca'.!T\Pa~n_aeile_ttorale, fefa'.lo ha pieni p0Ler1. Altr:imenlt, come potrebbe a~!ue. ? . Per re's"lare nel nos!ro p,1ccofo mondo d,j PartiloL se domani, ad esemù)iO, si ripresentaisse un caso come qu-el~o di Pari,jfi. ed uin gru.p-po di compagni lenla1s~ ,di o.ttgal!liiz.zamsi n fra,zione - di de:str.:i o di sinisbra - -i,J dwere cii una Direzione è q,ue'Llo d'inlervani.re subito, se,iu.a tanto d1Scu~re. AiLLracosa inve<.:e, prcfond:1me.n,le di- .ve.rro. è la discussione in vi.sta del Congr-e&;::>e in se.de di Ccn,gre:;.;o. -se i compa,gni de.1!1 Dirni::,ne a,vess2ro del Com,v~no di Marsiglia un cancello draconiano, quah è quello d-e.nunciato dallìl'ediitorial.? del nvslro Avvenire, io sarei il pnmo ad indignarmi. Sian•o in un Partilo non FU essere trat'.ati come in wna· cruse,rma. L'ongarjzzazione com,uniis~a che non lie.ne aiJcun conto d?iile ma,ggio,ranze di Partito non e, in aloun modo, la nc-s\:ra. A M.airs~gLi.a isi deve disoulere -e si debbono porre le ba.si dell'azione an~i,fascisla, la qu-ale ra•pprese.nla il corn,pilo specifico aHuale di. tutto il Partito, sia all'e.slero che in llal"ia. Io dichiaro se.nz'alltro ohe i « ti,ni ma,-;im)!i » oggL non ci inlere-ssa'llo e nom ci devono in'.e.r%sare ·più di un discol\So marxlsl1co ne'•le soci.al izzaz,ionL con o senza in,dennità. N c,n siamo per nuUa acceca,li d '.l li a compres:sione de•Jla reazic,ne, vestita di fascismo. Ma abbiamo com1 pre1.,o che il fa;cismo è al fallo nuo,vo, impensato, sc:ilurilo d111'1,1, ,(fuerra, è l'a_11maspecifica. de,l,la resistenz.a bonghe.se n-ei paesi a capi1alismo po--·aro o prw1lenle,rrum~e agri-coli (Si,pa,gna Un,gheria atali1, Lil11anfa). In questo s-enso. e,s.,o è un fallo storico, per ni;tlla arliJiciale, perchè h c~- ce:b:,o,n~che la viollenza sia un fablo arlificia]e è wn,a concezione vecohio-democratica fon,dalmenla•Lmenle erra~a. Di fronte a guasta realtà spunl ala - la anma del lo soie;pero - ncn res.la al pro, leta.rfa to ohe ricorru-e ali' a11ma democralica, per fanne una [~va insurreziona- 'ìe cc1J1Lrola dil:atura. Ora sono le forme di questa dil>mOcraz-ia nuava oh.? bisogna defi.nire, i mezzi r,u conqu.i,tarla che devcno es<,e,re deHmilati. Noi non vogliamo discut.ere? sono evidentemente i comp:igni della Svizzer1 dhe vo,gliono negare avanti lettera. Nella mozione del1a Dire.~ione a firma Sangiorni elc) è dello e ch1ar:imen- 'le che ncn sdo noi adariamo •loto corde!> a 'ila concentrazione, m:i ch2 ne vo- ,diam:, -e,~'?re un nucleo cenlra•le. ,., La «ILibe.rlà» e la Concentrazione so.- no h {ucina deLle nuove ide:: dem:icrak·he; ma percthè il nostro •Avanti!» dovr~l:-be rinunò:ire a collabo,r:ire 1 qu?-.;to b-voro, pzr ridursi ad un boMel'.ino incofore com'è nei desiduala di laquni che t<videnl-3menlc senle la noslatgia di aver perduto il tremo nel quale sono pa.rtiti i compa,gni unilar,i? Sotto le ,parole che noi cc-nfu:.i:uno è chiar,isrJ.mo un desi.derio sello: quel,Jo del l' u1i=Là co-i riform1s{i a tuffi i costi. 01'bene. resli b~11 chi:1ro (p3r coloro che c"me Bianchi scrivono di °Chiarezza e o CO I:.\ \'\'E.\'IRE DE.L LAYOHAfO:.:I:.::lli:_· --------------------------------- vo,gliono una vera confu.tione) che una fusione sull1 ca,rla, dh~ ve.glia prec.;dere la nc·~~s~a.ria, unilaterale revisione programm:it· ca, è un dwmo. Li sono un vecchio, tenacissimo masf.l~ma];sta,, rna crdo che l'uni.à si debb1 fare, che si farà. on è colpa no~lra se gli o,?onli c,i indicano chiara,menle il terrenv democratico ccme l'un:cc feco,n·do i:~r '.a grar.·dc organ:zznione r1ppresenla.liva de'.le f,i.nali,là dEd proletariato itaLia1no. , Ma qt11ndo ci si dice per m2 è culo , !ie sa il Co-P~resso di Rc,ma invece di JAer aivulo lu,go n~I '21 (nd '22, nel vo:1':du2 c:ir:i CCATIJ:,a,~no!) ,i t~ne.sse ora, ner1•uno r;ropc.rr,tlbe l'cfclusicne dei com pagni dii destra • io rispondo che se qu2i e~ m1,;:1~n: v:n's ... -r. a fare nuovam::nte l,e preposte lolsloian2 e cc ilaborazicnisliche del '22 - comunque m:isoherale di anlifa.sci.;:,mo - biscg:1ere>Cbe cacciarli, appure. r-assegnarsi a perder proprio .:incthe l'e,;,tetica di una ten:ic2 opposizione. Ma quei ccmpagni hanno compiulo una revisione nel nc,stro senso, sot~o l'influenza d21la r~altà più che delle nostre teorie. , Api:;unlo IJler questo io dico che l'unità r..on può es;:::•re es·.:'.usa a priori, deve anzi os~2re aiul:1'.1 co!T)e pairola d'ordine r,2r favorir2 la r2visione p,rc,grammat' :1 ch2 è i:r:g:u:l;z':1le. Una fusione numer:c:i che lasciasse inlaitli i:r:n:;1pì d:~ccndan:i e ci boosse trovare un'altra volta nel «cui de sac» di una fcrz:ita inazicne è questo che voi chiamate «chiarezza,? In altre i::aro·'.2 sono i;rcpr:o quei compa.gni c<he gridano, non senza un certo spiri lo dem:igc,gico, di vo!u disoutere, ; fautori di una poliLica che ,vorre,bb2 forzare i fa~li - nel ca1Sodi genile disarmala ed e.su 1~ le dLscussioni sono, ahimè!, g,li unici fatti ,pcssib:ili - -per far malura11e un grosso f.ruLlo ancora assolulamenle acerbo. Cominoiaqno ccl bre un Auan/i! Jru- ~\icre, anzi:hè proporre di abol'rlo, col porre le basi di un1 crganizza~ionc i!let:i!,.: sc:ri:1, ccl di~:ip!inare s1viamente il Partito, cO'I cc,llabcrare s2riamente affope.ra de.ll:i Ccmcenlrazi~ne che a J\'lussolini dà ce1tamente fastidio più del , Corri.ere degli Italiani» ed av,nm10 fatto i! nostro davere sul terrrno de.11':inlifa.scismo ed arrche s,u.~la,vja de1ila Uni-tà ohe è un beme al qual~ ,noL pur2 ago.gniamo. FtR.AINCOCWR!Cl. Chiarimneenctiessari MJ ,pare che Jl compaeno avvocato ClerJcJ inuece dii prendere la questJone « d-i pel,/o », come dic2 di uol'2Tfare, fa prenda per la cod'a. Jn!atf,i egli gira ;f quesito iog:co: se sia uero o n,o che la Dirre:z,ior.eabbia prese ·delle decisioni c;rbi,trarie e a"'itfctto, iali in riguardo al cUrif.lo del Convegno di Marsiglia e mi domanda perchè non ho protestato quando ha sc<io'!tala Sn;;one di Pa.rigi. Confesso che ho douuto leggere due Ire volte per convincermi di non auer capl!to m!J.le. Ciò n,on sollc.vzto perchè alla prenu!ssa mancò il s2guUo !og'r:o, ma anche e particolarmente perchè sl<!nfavo a credere che il mio censore, che pure è un ua!ente avvocoto, non (Ivesse avvertJta la grande dif!erenza esistente tra il fatto di Parigi e qùello di Mars1;- gli:a. A Parigi si trarfk.•ua d.i una snicme, si a.f!erma, jn,cf:isciiplinata e la Direzione ,1weslila (n.on mporta come) dei poteri co•-Te1i/1a qu2lla che ia preced',!,J/e da un regol<1!reCongrl!~o del Parli/o, aueua il diiritto ed il dovere d: r.'ch·amarla -:r!- l'ord',;ie; a MGrs.it:fia si lra•f!a di un Convegno (in un primo tempo s.' convocò un Con•gresso, non lo diment;chi il comprx,. gno Cleri ci) del Pa rlito al qua,le la Direzione dovrebbe rendere conto dei suoi c.,fti ed inuece limita la materia di discussione e g!i la sapere ch2 non si presenterà dimissionaria (Pagine 17 e 18 della relazione). Caml;:.'i:ntoN titolo di « Congr~sso • ;,n « C or.uegno può anchz darsi che la Direzione abbia dirifio di porgli delle limitazioni. ma io soslentJo che non aueua, il dir:llo di cambia;io e che aueua il dovere di .:,,11u~care regolare Congresso. Ciò per le rag'oni che ·a'ss; nell'arlico!o che spiacque {anfo al compc:gno Clerici, perchè la stessa Dir'!zione aueua ,=romesso di fario con la sua decisio112 d'!l 19 dJcembre 926 nella qual-:! trG l'altro p1ec:saua: « La Direzion-e ccm'è attu1lmenle cc•mpo:ta consi:dera le sue funzion-i transitorie e limitale alla riorganizzazio11e daill'eslero del Par'.itc discio 1!o in Italia. Quando questo cc,mpilo s1rà assollo, la Di,rezione avrà cura di convocar_ un rogdlare Congrzsso che pn vvederà alh nom'n:i d-:dla D1rezione de.fin,iti,va ; in/i~e anche perchè le consuetudini, la logica e la corretfozza esigono dei lin,,:n nel tempo al poter· discrezion!t'd de+ dirigenti di una ort;G.n·zzaz:one a ba,e e camUere democraMci. S':&:l'!rrdo ia difier'!nza che passa Ira Pc..rigi e Marsrgf;a oss·a tra i diritf'.i ed i doinr~ chz la D"re:z;io-:eha uerso una s2zone e uerso il Con,vegno-Congresso ho 'r•spcs'o e.Ila prima domcnrla del compaJ;no C!e, 'ci e spero che qw!sli sia con- ,,;rto che la insinuazione ch·egli elegantemente norr fece non aueua ragior.•e di affacciarsi. A sostegno della sua, o delle sue, lesi. il ccrrv~J:no Clerici ci'a a confronto e · ,: o-:ie/lo de!la nuova democraz:a nienlemeno che il regime degli Stc.:li Uniti. Facc,o le m,e T1iserve sulla sup2riorità di simile democra:z,ia, auuer/o però che n-egN Sta/i Urrifi le nomirie dei di1igenli dello .do, precedute da un ampio pel'iodo ci: disc1:ss1oni, si fanno regolarmenle ogni tanfi e tanfi anni. Cosa chfosi io col mio ar!•i.colo rr:criminato? Che Si discutesse, si dec'desse, si co•,Jermassero gli i dirigenti o se ne nominassero dz- ; c.,h .. Nè più nè meno dii quanto si fa nel regime citato ad es2rr.p o dc.'! mio confradd:tore. Ma il compagno C!er'ici trouò che ii mio orf.colo è v ·otento e stonalo. Dal che si dourebbe dedurre che p2r il r,os!ro amico la democrazia che tanto gli piace sta bene negli Stati Unifi, mc; non nel nosl'ro Pw·lito. Senonchè il compagno Cle,:ci protesterebbe uiolentemrn/e se gli af/ribuissi un, s:m./2 pem,iero, infc.!li ego!i è per la dJecussione e sc,;rebbe il pr:mo o indignarsi "se la mrezione av2ss2 élel Conuegno quel conce/lo drG'.:oniano qude è quello denzmci:fo dal/'ed,ton':rl:! del nostro Au. uenir(? •. Egli crede che si discuterà e, qu:, a n. ·o Guviso, pre·:de ueramer.-le di petio la questione. Se s: potrà discutere e dec.'dere di !trito qucnlo interessa il Partilo, cadranno, naturalmente, le acczrse di cr/;ilr.'i 2 di à ttat?Ire. M::. su co- -~a pogp;°':t /'af/ermcz-ione del compagno ~le, :ci? Sulla moz:one dd?a D"rezione f?) T'rm:rta da Sangior~i 2 compagni. La base è Fragilissima. Comunque io r.on cono1:co alcun atto della D:rez ·on2 che abbia cnnu!fa!o la dec:sione di /:mi/are la cJ ·!:cussione e di non dimzl!eni e perlCNllo deuo bc:sa:rmi su quzl:i che conosco. Non 5,-:;1p2ueo no 'i so che la n oz ;one firmata da SGngiorgi e com,cc.i'li sia della o·rezione; s2 il compagno Clerici è meglio inferma/o e conferrr.erà il suo asserJo potrò credergli, ma inlG!Tltosa.pp:a che ; Hrmafar della mozione 'lon far.,w porle de}!a Direzic>ne. Il compagno Clerici mi chiede arche perchè r:on ho sirJ to il dovere di placdire oll'opera della Di1ez1cne. la don.r:mda mi sembra alquanto strana, tanfo più che uier.e rivolta a mezzo del giormtle. In ogni modo cercherò di rispondere come meglio potrò. Ecco: può darsi '"he a me manchino ie finezze» di cui abbonda il mio cortese censore e che a lc!e lacuna sia douuta la mancanza rimprouerata,11!; ma se per caso così .non fosse io p·ofrei r.-che r.'spondere di non credere che la Direzion2 abbia bisogno di plausi. E farei il Tur1 ,o I aurei detto lo avuocato se il compagno Cler'ci non fosse tale}, ma non ,lirei In ueri/à in/era. La quale inuece sta ne.i seguenti termini: col mio arf:colo u Discutiamo h ho sollevala una preg:udi1;iale, quella di discutere, ed ho 1:mitode le mie osservazioni e le mie critiche al!e dec.~ion•i della Direzione concernenti le nofe due Fn;:taz:or·i m.posle e:/ Conuegno. Non ho nteso :li esan•inure e non ho eswr..'n-ato folla l'opera de!fo Direz.ione e perciò mi sono asfenJ/o dc,:;!i c.pprezum1er.ti, non ho dello nè bene nè male, r.or.,.ho nè plaudilo e nemmeno b 'asimalo. E' scorrei/o c.'ò? E'. questione di modo di vedere; a me pare di no: a Clerici potrà sembrare di si. lo credo che g!i a'Pprezzam2nti, i pia-usi ed i /;::esimi si debbano Tare ed abbiano ualore q::ando .si ha esami.nata l'opera; senza tale esame acquisla,o un sigrii.'icafo che non ha nulla a che fare con la C'l! rcliuza. Dovrei rileuc.re on,ora la stro.:1ezza, c/r.'amiamola pur così, del Tallo che un fautore d2/la cfi,çi:ss:one, !raffi da demagoghi coloro che chiea ono di dis!:ufere; dovrei con!es!are / 1,isinu~fa perdila del treno, ma mi accorg:> che la coda sta dirnntando ·,n serpenle e Tuccfo stopp. V r!drò ir., seguile, H sarà nell'interesse <. el Pc;rt,;Jo e del! lJ nifà' soc:ct:st,a che il , ompagno Cier1c1 dice pw e di uofore, di es<rminaf'e o1cu11i art 1N,li di questi che rr.i pare d;ano ragJ.one e /orlo a troppe let•i ed a troppe correnti. A. V. Realtà e programmi li Comiialo della s~-; ,,ne di Lugano p1esenterà all'appovazione dell'Assemblea la seguente: Moz,one PER IL CONVEGNO Dl MARSIGLIA La Sezione .Gocialisla di Lugano, discutendo sulla relazione della Direzione per il prO'ssimo Convegno di Marsiglia, prende alto del lavo10 svolto esprimen-. do un ringraziamento e una lode ai com- :,a<lni della Direzioc..: date le di!f1collà ~nlro cui hanno dovuto agire, e passa all'Ordir.e de.1 Giorno . Per i lavori del Convegno, la Sezione di Lugano, incarica il -proprio delegalo .d Convegno stes~o 1i 3ostenc:rc I seguenti punti: I. A Marsig,·" avrei:•,~ .I,, ul(, riuntrsi , n Congresso e non J,,. Corwegoo. Così infatti era slato promesso dalla Direzione nella sua decisione del 19 ::licembr2 1926. Siccome r,,,: !a ,v,, 1 Dire~· rn,· lei P. S, J. !esiden,e :r. ltalia, nei pr:mi <lei Novembri! 1924, n i1·:,1 di sciogliersi ia1:- ciava un comun;<.ar, in cui avvertiva che ;i P. S. I. sc;ol,o in Italia dov<;va rivivere «nelle .$(!zi,1ni Socialis111 i/oli,ne in Francia, nella c.;, 1.z , a. in Auslr·ia, ne! Belgio e nel/'Amer·ru ~i do"e,,.l argu:re che il P. S. I. - come organizzazione - non esisteva più in Ila Iia, 1111all'estero e che la Convocazione di queste Sezioni estere non poteva considerarsi <;Ome un Convegno, ma un vero CJngres3o. La limitazione di <lisc!lssion~ che la D,reziC'Ile del P. S. I. tenta imporre al Convegno, è poi un allo antisocialista. 11 socialismo, prima che regime colleilivo è solida1 islico d 'avv1nire, in opposizione a quello individuale borghese, è indagine e critica dell'evoluzione economica e storica e inlolleranle, quidi, di ogni legame, bavaglio o dogma. Il socialismo, più che una doth ina è una scienza e come tale evolutivo e urive1sale. La sua realizza-· zione non può essei e opera di un uomo o di una tendenza, ma del concorso e dello sforzo solidaristico dèl lavoro e del pensiero, tendenti rer legge nalurale -:illa loro emancipazione da ogni giogo. Il Partito Socialista, come associazione di indrvidui che nella indagine dei fatti storici - politici, economici e morali ce1cano la con[c1ma della possibilità e falalilà, anzi, dP.I socia.lismo come 1e~ime economico, politico e soc1alc, non può solfrar~i all'autocritica, senza rinnegare sè stesso. Il delegato della Sezione di Lugano deve quindi associarsi agli alli i delegali che porranno al Convegno la pregiudiziale della liletlà di discussione arche sull'indi1 i,,70 politico del Partito. 2. La impossibilità per i compagni in Italia di riunirsi e prcnunciarsi con conoscenza di causa sulla situazione nazionale -e inlernazicnale, crea logicamente il dubbio sulle affermazioni della Direzione di agire come agisce in nome e per incarico di d-elti compagni, per cui se questa non è nella possibilità di documentare il suo mandalo, te sue decisioni pcssono assumere un caratlere puramente personale :> di espressione di una ristretta minoranza ed esser.._ 1ilenule arche arbitrarie. Decisioni slraordim,rie 1 eccc~ionall, prese in situazioni allrellanlo straordinarie cd e~cezionalt, non Jevon,1 !)er u;:i !'értito d'avvenire e di lotta, diventar\.! stabili, immulabili, ed i Cùngres~i. comc i Convegni, mancano al loro sc0po se: non t~ndono a fissare la loro azione é'.vvenire, traendo insegnamenti dalle esperienze del passalo. L'impossibilità, poi, di stabilire la du · rata di pe.rsislenza al potere del regin1e fascista e ccnseguentemente la, durata dell'impossibililà per i ccmpa!!ni residenti in Italia di fissare e svolgere l:i loro aticne politica specialmente n2l campo internazionale, nun pui> significare anche l'impossibilità per chi vive fuc I i di quefto ambie;::h. rii sceglie~si i mezzi e la lattica da seguire per aiutare il movimento socialista nel mondo e svllecitare così anche la liberazione del prole!Ariato it.iliano d:i.l J!io~o nefan<lv che lo opprime. 3. Il fatto che nel 1923, con una dimostrazione mollo supel'ficiale, il Congr.esso del del Partito 'lbbia riMnlerma • la una inlra'lsig.:nza che i fatti slavan0 bià dimostrando d;,nnosa e che gli avvenimenti hanno poi conf e1mala rovin ,- sa ,pel partilo e - quel che è peg~io - · pel prolelarialo, non è> affallo lv. dimos: 1 azione che questa intransigenza pu1amen:e tattica sia anche oggi · - dopo l'assassinio di Matleolti, J'atlculalo di Bologna, lo scioglimento dei Partili op,;,,rai e la lofl> ricoshl11.1:ione all'estern l'opinione della maggio1 an.z.e dei Cl'mi,agni inscritti al P. S. I. <- asidenli in Italia. 4. La ccntinua I ev1s1one a cui lui.ti i partili socialisli - forti della esperienza del dopogue11 a che ha visto !3 borghesia bultar via la maschera d~nocralica pRr dichiararsi aperlamenl~ <>, cinicam<?nt~ anlidet,1ocratica - hanno soltr,- posto e soltopnngono i loro programmi e la 101o tattica per adattarli al nuovo atteggiamento assun1 o dal c:i.oitalismo borghese e rendere possibile perlantv un'azione fattiva e re.aie invece delle s-emplici affermazioni p1·ogr1mmaliche che il prolelarialo sà 01 mai a memoria, impone anche al nostro partilo tale rcv;sione - anche se dolorosa - se vu<Jle veramente essere un pat l~to di lotb e di 'realizzazioni e. nc-n una fonte a getto continuo di a,ticuli ed ordini del giorno resi nulli d;,lla realtà quotidiana; revisione che rifaccia del socialismo nou l'espresfione di un gruppo di uomini rapprefer.tanli una data tendenza, ma del,la classo lavoraltice che - pL:r nel le sue deficienz:: e differenze - lende unita a spezzare le sue catene. 5. Tuili i mezzi di azione - purchè azione sia - possono ersere utili al fine socialista e la intransigenza deve essere intesa non nel senso di straniar.si dalla vita dei popoli per affe1mare e riaffermaire dei fini programmalici e avveniristici - già !.ancili nella definizione e denominazione slessa del socieil ismo - ma nel non soffermarsi a soluzioni conlin~entali, sebbene farne di esse delle posizioni avanzale per altre conquisle. Intransigenza, dunque, nel fine: libertà e agilità di mofse nella scelta dei mezzi a seconda delle circostanze e degli ambi2nti. 6. Considerato in base a quesle premesse - facilmi>nle conlrollabil1 nella sloria di lutti i giorni - il movimenlo socialisla si presenta non come un luito uniforme, perfetto, ma vario e variabile nelle sue lotte, come vari e variabili sono gli ambienti e le circoslanze, pur restando unico e immutato ii fine. L'Internaziona.le Socialista, non può quindi essere considerata come un parÙo mondiale uniforme, ma una unione di sezicni corrispondenti ai diversi ambienti economici, politici e morali. « Nort la coscienza degli uomini - dice Marx - determina il loro essere, ma per conuerso è la esistenza sociale che determina f.a loro coscienza. ell'Inte.rnazionale sQcialista, quindi, i partili socialisti rifletteranno sempre le diversità ambientali e il restarsene apparlati perchè essa internazionale. non segue un indirizzo corrispondente ai metodi e ai sistemi di un dato partito o di una daLa tendenza, significa negare la possfbilità di esistenza di una internazionale veramente socialista e rappresentante una forza, per creare invece de.gli aggruppamenti politici settari o almeno dottrinari. 7. Il non aver saputo o potuto impedire la guerra mondiale non significa quindi per la seconda internazionale - lan.lo meno per quella di Zurigo - la dimostrazioni pratica e marxista della necessità di condannare completamente e assolutamente la lattica ed i sistemi da essa usati, cosi come l'errore e la colp:i d; un uomo, non bastano per npudiarlo e condannarlo per lutla la' vita. E' prevedibile, purtroppo, che anche altre internazionali abbiano a restare impotenti di fronte ad altri tutt'altro che impos· s1bili confliLli armali. Il chiudersi, pertanto, in un'isolamenlo più o meno spl-endido solo per salvare il patrimonio ideale, è I inunciare alle possibilità di azione anche minma, è negare, anzi, l'azione stessa. In nessun trattalo marxista - credizmo - si parli tanto di ideali. I radizioni, simboli e bandiere come nel nostro partito che pure s impanca a interprete assoluLo del marxismo ortodosso. Un partito socialista, quindi, cl:e voglia veramwte trascinare le masse alla loro emancipazione e non litn.- larsi ad agitare avanti ad esse dei miraggi più o meno lontani, deve dunque ·essere parl-e attiva 2 non negativa del movimento inlernazior.ale; porla1e i:1 esso il contributo della sua caralterist:ca ambientale, perchè ne1 confron1o e nel cozzo delle diversità etniche, PConom1che e politiche, si trovi il punto di equilibrio, la linea di reciproca tolleranza che permetta il massimo possibile di azi::--:ie comune. 8. - L·atteggiamento del Parlttu Socialista Italiano verso J.e interm,.zion:ili esistenti e pari 'colarmenle verso l'Internazionale di Zurigo è quindi in urto al concello marxista della lott" s ,..ialisl,:1 contto il capitalismo borghese e danneggia più che benefi.ci al Partito e • l proletariato italiano. L'isterilirsi a voler fondare una specie di nuova internaz:onale, dcpo la fusione della lnlet nazio:iale di Vienna con quella di Londra e di fronte alla tendenza delle varie correnti socialiste dei diversi paesi a ricoslituire le unità so::ialisle nazionali per favorire vieppiù quella :nlernazional~, è un evidente alto di scissione - · volente o nolente - invece. che le,1tativo eHicace di unità internazionale. E l'intenzione oon è neppure completamede lodevole', quando essa è dominala anche dalla p1eoccupazione di non rinnegare le/ ragioni di cp.posizione adollale, fino ad oggi, pe1chè è questa una di quelle cristallizzazioni polemiche ohe si spiegano nelle selle ma nou nei partiti, che potra anche chiamarsi «co~renza,., ma che sarà coerenza nell'errore e che non avartaggia di un passo nè il socialismo, r2 il proletariato. 9. - Perseguendo, quindi, il tenlaliv<J~ di raggiungere l'unità socialù:ta occorre prima, 1ivolgere gli sforzi verso i partiti affini per ridurre le scissioni al minimo inevitabile. li Partilo Socialista Italiano deve quindi studiare col Partito Socialista dei Lavoratori Italiani - mettendo da parte quel certo sdegno non troppo serio che si insiste ad oslenla1 e verso i sislemi social-democratici - il problema de'll'unilà socialista, fermo restando il nome del Pa1 lilo Socialista Italiano e il giornale oAvanli!» come organo di Partilo. La preoccupazione che questo fallo opssa si~nifi::are condanna di certe manie scissionisliche del passalo, non de.ve affatto essei e ar,tEposla alla considerazione dell'utile che· il movimento socialista e il pt oletariato J:OSsono trarre da esso. ..Una Formazione sociale - dice ancora Marx - non tramonta prin:--:1che siano s,;:luppate fuife le forze che essa è capace di dare. e nuoui rapporti sociali non si sostituiscono ai vecchi prima che le loro condizioni materiali di esistenza non si siano schiuse precisamente in senn a/l'antica società. • Perciò l'umanità si pone solamente dei fini che essa può raggiungere. poichè ad un esame più allento apparirà vera questa considerazione: che il compilo ed il fine stesso spuntano solamente dove esistono le condizioni malerir:.li per il loro raggiungimento. o per lo meno si houino nel processo del divenire ..,.,.,. li persistere, dunque, nel sistema d1 addosf.are ad alcuni uomini - imoossibililati a disporre di quelle forze materiali che determinano i rapporti sociali - la colpa od il merito esclusivo di rivolgimenti sociali che - speciulmenle a dittanza di tempo - sono spiegabilissimi con lo stadio di sviluppo induslriale ed economico dell'ambienle e della conse-

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