L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXVI - n. 50 - 9 dicembre 1922

.A.. ,. ZURIGO, 9 DlCEMBJ?_E 1922. Nwn. 50. . , Tdcfo1t.e 44,s SE'rfIMANALE DEL P..ÀR'.l'ITO SOCIALISTA ITALIANO NELLA SVIZZER4, ;.;.;; UTOPISMOPICCOLOB-ORGHESE ha spazzato la classe prima. dominante, ami ad essa ha ri.serv..ato i posti pjù impoJianti ncll' esercito, Ravvisiamo dall'esame dei raJti svolg~esi lo svr1upparsi di una fase ~ pro.cesso storico, d.i deoomposlz1one crella So-.'"ialdemo.::raziiache or - mai si uota in moltissimi Àaesi. In Russia, infatti, nella C~oslovacchia nella Bulgari~, nella stc&..<;aFranci~ es~ può dirsi rL<lotta aj minLmi term'i.ni. II proletar:iato è riuscito in questi 11ae'si a S'.l!ltar fuori dalla pozzanghera eh.e io imbrattava, ed avviarsi rlsoiuwnente verso quel cammino che la storia gli inclk::a ,come l'tmico per il raggittngimento <lcl proprio fine. La missione rivoluzionaria della ,wchfa socialdemocrazia è, quindi, passata in potere delle classi lavoratrie'i aderenti alla terza internazionale. Quel processo di decomp-osi.z.ione già si iniz:iò nel 1914, con la morte della secan:da internazionale, continuando inesorab'ilmente il suo corso. Anche in Italia ·u SociaJriformismo è ormaj liQtLidato, in ~guìto alla scissione avv~nuta a Rema, causata idl:l.1l'appovazi-or,e da parte della. maggiora~a del gruppo pa:r1amentare dell'ordine del giorno Zirnrdini. La collaborazione è staia, quindi la causa della scissione. la quale sarebbe potuta già avvenire fin dal gennaio del 1921, ail Congresso d'i Livorno. Ma 11 Partito SociaJrsta. per am01 di unità, volle tenere con sè la frazione riformista. (la qu.ale non avcrn dichiarato però i suoi intendimenti ~ol- !abo-razionisti) appunto per non spezz~re q1tc1Ja uni!:.:\, tanto n~<;;.aria per la lotta su basi rivoluzionarie. . ()g~i quell'unione a·vrebbe significato tradirrnen:fo dei ncstri principii. tradimento di noi stessi. I socialrlcmocratici. h.:tn tolto fi11a:l.- mente la masche-:-a.che coprh'a il loro viso. Essi. intendono « valorizzare il gruppo Parlamentare socialista "· (< trov.a..-v.aiuti in altri :ampi», ((controllare l'azione del governo». Jmendono andare .al goycmo alla prima oo.:asione. Di conseiuenza ne ,icn~ che ,~glicmo. sia p:1re alla p1·ima o:- casi,cne. rendersi ccrrespons:1·bili de-I• I.a situazione p01itica ed C::rm.omka. pimre1fa.re insomm1 la borghesi:l. a,- oh\~ssa in via dt dissolvimentn. La scissione d"r-ggi è arc~ra ii frutto dello spirib di in;'d.is~iplinatezza che ha setrr.)re ,mimato i riformisti, i quali sempre hanno d~sprczzato la volontà delle 1msse -da essi dissenz.lcrrti. I rifonnisti oggi falsano la ve,.. rità dicendo o'h.e il programma di Genova dc1 1892 ammetteYa tutte le tat1i<.J1~ mil'i al prnlciariato. Tran,ìrrcnte o intrans:grnre sc:::c,1do ~-i att'!ggfavano i p:irtitl costituzionali. Mentre lnn~cc i compilatc-ri del programma hannc sempre rccl,a,mato una sua iij_terpretazione di 111transigen-zapoHtica e parlamentare. e sonl'!)re gli sforz.i del partito furono ·diretti ad Ui1a unità di tattica, com~ "i era un:i unLtà di programma. Bene ha detto il compagn-o on. Lazza ri nel loro rigLJ;ardo: '< Lo spidto di superiorità 'ind.ivi<luale è proprio dei riformisti: per essi il movimento della .;:lasse lavorat11ice è una specie cli patronato che possono esercitare soltanto coloro che hanno cognizìcni scientifiche ed accademiche, mentre per noi è un ·cutto amogeneo ed organico sempre dominato dalla volontà collettiva della massa interessata e dal sentimento egualitario regnante fra coloro :::he ne hanno accettato i principi fandamentaJi ». La manìa collabor.aJZ.ionistadei riformisti, è frutto o di mta mancanza dti \"isione dei principi socialisti, o di un abbattimento, di 11110 scoramento riprovevole, per mancanza d•i fede in quella dottrina E così oggi più che mai che il proletariato dovrebbe essere unito, essi, a:::~a Ja « sacra lampa,, del riformismo, adescano con quella il prole- . tariato p'iù debole, per trascinarle sulla via della schiavitù economica. · Ma il proletariato italiano in maggiorama è s-tato contro cgr.i forma di connubio con la borghesia, ed oggi. ancorchè battuto dal fascismo, non scende a patteggiamenti ::ol nemico. Egli vede che solo faro di salvezza è la intransigenza dinanzi a qualunque Go\·erno borghe....~. Non diversamente pensavano - o di.cevano di J)el1Salfc ~ fino a qualolto tempo fa, i, riifomtisti d' oggi. Nel 1912 e....<:cSoimbattevano i riformisti d" allora ed i partedpazian.isti, nel 1914, dettero man forte per e.spelfore massoni e riformisti. nel 1919 a BoJogna vollero più che mai dsa.re un ca:- ra..:t.tercd' irrtqmsigenza .a quel programma del 1892 al quale og.gi prc- ·stan-ocieca fi~tt'Cia, e nello stesso m1- ,no molti di essi approvarono il pro-- g ra ~ savietti.sta. ! Oggi, al pari dei girasoli, mostrano il dorso al so~e che ormai credono tramontato. E sono prQprio essi, causa prima della crisi in cui s,i dlòatte il Partito. che sì ~anckùizzano e parlano di « balcani:zzazione » L"on. Treves, bnfatiti, avrebbe voluto e,·ifarla con... l'unità, intesa a modo suo. E dice: « Con quelli ehe stanno sul terreno della lotta legale d' ci:ìssc, e col metodo democratico, dove è la necessità di dividersi e suddividersi ali' infinito?» Ossi-a egli vuol h1itrodurre al pro- ~rnmma ài CenoYa del 1892 queste due varianti: Lotta legale di ;:!a.sse. e metodo socialista democratico! Tucto ciò non ci meraviglia affuttr. in quanto sappiamo l>cne quale '.l.\·version-e spi<:cata abbiano i ri.formisti d'og~'i. per la dittatura de-I pro1-ctariato, -intesa nel sig11ii'ica.to artri-- buitogli dal Marx, nel senso di eccezionale transizione; effetto della, loro memc oifu.scatà da visioni democrariche e 1-0galitarie. Gt: u(mlini della Confederazione dai! lavoro sono ormai talmcnre invasi dall'idea di .::ollaborare, che non h:rnno piÌl rircgno di gettarsi a braccfa aperte in mano al fascismo. Dopo il Congresso di Genova, che ma1gro,cfo le « pastette ,. Ira dato la m?ggioranza alla tesi anticoilaborazionisra. essi non hanno disdegnato far la c0rtc .a D'Annunzio, De Ambrrs. .. e ora anche a Rossoni. Oue'-k• ti·iremerii della Confederazione dipende anzitutto da una maw.,anz.a. cli fiducia da part.e <lei rifomìisti nella lotta di classe, tntesa come lotta ri\·ohLZ-ion;iria. Essi, come d:i-cemmo prima. b. vogliono l qucst:1. lotkl. ma legale, .:on meiO<!o dtm.ocratico. Essi po115;011a0l di sopr2. della lotta .di classe, l'interesse della 11.m:ione. Tutte formule oscure. che $Ono indice app1mto d.ell"illusio- :1:c:monel quale brancolano. Cosa s1gnifica infatti interesse della naz:one? Ha. questo interesse, un valore unico per le diverse classi sociali? Evidentemente no. in quanto esso ~n divers:i,mente è valutato dalla claç,.seopei;aia e da quella borgh~. Per ouesr ulthna quel!' interesse ruizionale non vuol rappresentare altro che persc~ruim-cnto deJla soggezione del klvoro al .:::apitalc, con tt+tti i marli conseguenti: ciò che è i 11 aperta antitesi col significato datogli dalla classe proletaria. Si urtano insomma due concezioni: capitalistica e sodalL,;ta. Si urtano due classi: quella degli sirutrator•i e quella degli sfruttati, e da questo cw,.. zo altro non PllÒ sprigionarne -2he una ribemone dei secondi sui primi. E' quindi utopistico credere <li poter sostituire alla lotta di classe, una armonia sociale. E' una illusion~ cuJlata già cl.aaltri, e la cui inconsistenza è visibile quotidianamente dal- !' esame dello svolgimento della vita sooiale. Altro errore sostanziale di buona parte dei rifqrmisti, tra i quali Cino T3a1dcsi, è quello di ravvL5are nel movimento fascista un movimento ideologico, una lotta tra due scuole, due principi: lotta fra I' •individualismo e il so::iaJismo. La lotta ide-0logica co-ndotta dai façcìsti. è un'altra illusione. Chè il foscismo da nessuna idea è animato. E ciò lo dimostra il continuo modi· ficar.si e mutarsi del suo prcgramma. Oggi il fascismo segue una via diamerratmente oppo<;ta a quella sulla quale iniziò i primi passi, e quelli che per convinzione seguirono la nuova corrente. oggi, yedendone capovolti i principT, se ne distaxano. Nrn è quindi guerrai ideologica. E. vna ~ll~rra spi~tata contro il sociaBiblioteca_G.inòBianco hsmo per I' a,ffermazione del capita- JJ.ella poHzfa, nella amministrazione, lJsmo. ne1llagiustizia. Cosicchè quella c1asA.rbCorai riformisti errano nel con- se og<gi se non di idliritto, ma di fatto cctto cl.i organiz 7.azione del profeta- ha il potere nelle sne mani. Og-g·i ii riaro. La Confederazione ,del Lavo- proletariato tedesco deve lotta'!"e strcro pe; essi non ha altra hmzio.ne che 1mamente per tenere an,:::ora i;1 p:e<li quella di r'Ì.Solvercil problema del la- !di ultimi balusa.rd.idella rivolu:fr:ne. voro nei r-apporti tra caplt?Jisrta e Oggq solo S1Ù proletariato si vuol far salariato, nel-l'oggi immel<Lia-to,cir- ca.dcre l'enorme peso deHa riws.trucost.anzialmente. Gri conferjs~e solo zione. E quindi si cerca di imp:Jrrc h carattere economico, e non altro. giornata di dieci ore, senza u:1 c:orr:- Ma se quel carattere è il principa- spettirn aumento del salario. -: c·~r- }c, almeno' apparrcntemente, non vuol ~a di impc.Jire la libertà di org-<111izdirc ciò che non debba essere im'or- 7,azione è C:; sciopero. Tutt, '-:ò av, garti.zza.zione dl classe rivoluzionaria. viene col p!acet del GovernJ socialOrgan:iz.zaz,ione politica ed economi- _d-emo:.-ratìco.Auspice la coll:J.b,,~azioGa pur differenziandosi nella forma ne, le p1igioni rigurgitano J1 rivoluhanno sostanzia~mcilte questo in co- zionari, e) i giornali sovver~.h·i venmune: la ,lotta per l' aboLizione del gono soppre~i. La socia!-demr.-crazi::t profitto capitalistico. La lotta si svol- ha portato il proletariato Ji -.;..:nfnitge per vie non divergenti, ma paria.I- ta in sco~fitta. Il « putsch ,, di K.-111p Jele. potè m:arnfestarsi per merito del CriIl movimento economico ascensio- \·erno coll.aborazio11.ista.Ess::- fu renale della classe operaia deve essere presso dagli operai rivoluz.io!1ari. <"he concomitante con queno pc,litico. Nè avrebooro anche Potuto spazz:ir~ 1m:1 il primo è piì1 tctlerato del secondo, volta per sempre la borghcc;i:.i, s..:: in, un periodo reaiz.ionario. Infatti in non vi fosse sta.La l'opera nefasta Italia. i colpi cli maglio della reazi-o- della socia!-democrazia che ·:e impenc sono stati J}ilÌ forti proprio là do- dì la sua caduta definitiva. \·e I' organizzaz.ione e;)onomica era Il Belgio d'altronde c' ins-ega:i p1:- più forte, perchè era in.fatti là che re quale sia la sorte dei :::ompr ;messi maggiormente era mi11a1oil castello fra proletariato e borghesia. ~r la d-el capitale. posizio:1c in cui si sono trovati qnei li distiacco qui11didella Confedera- sociaUsti. 7,ionc daJ Partito, arreca grave dan- Neill' Italia stessa l'esempio degii no alta, emancipazione del nroletaria- approcci collaborazionisti sarebbe ro. Ciò che non' fecero i barbari fc- bastato per dimpstrare tutta l' inconc~ro •i Barberini, sj diceva in altri sistenza di simile tattica.. tempi a Roma. Oggi, ciò ;::.Jtenon I popolari, q1la.nda i deoutati riforhan fatto i fasci,s,ti fann0 i d;ir.genti misrf erano invasl dalla foia del poteccnfc<leralJ. re, dissero chlammente che rtna eSe intendimento loro ios~ quello v~ntuale ccllabora.z_ìonenon potrebbe .-ii fannare tr!ù1! « Co:stituente !>indaca- essere fa-tta al solo scopo della difele » formata c.faJ..,'1 unione di soc;alisti, sa dei socialisti, ma dovrebbe tendewrnunisti, fascisti, popolari, ecc., es- re k classe operaiiJ ed ll Partito so- ~i 11egherebbero l' intemazinnalità, eia.lista nell'orbita del(ordilre costituiponen.dosi su un terreno 11:utcn'.llc. to della società borgltese. Per i poAvrehbe del re<;to prob-a'biJi!àdi vita polari, Confederazione del lavoro le- !Jri.am• uone 5-iffatl~? g.he rosse, Cooperative agricole, ~c., Nol nc,1 :J cr~<l:ari,o, i,1 '1ua1!!0 sono tanti monQJ)Oli, al che -s-onocondifferenze c;n.:;::nz.iali·le di ,ict::110. Fi- trari. Transigendo ~ socia.l!isti su quenalHà, spirao. sano completamente sté condizioni, I.a collaborazione sadtiformti •neH'organiz,zazio:n-e SQCia· rebbe potuta aY\-eJ!IÌt-.CO.ssia a quclLi.,.<;.etacaittolica, èomnnisfa. e fa.sci- la si sarebbe potuto a patto di ne.gasb!. La loro u-nione r.on sarehbe dic re qual'l!'Ilque priocip:i-o sociaJist:ai. 1111aunione iartifdosa, ed t dissidl E ciò che ·è avvenuto quak:he menon tand.ercbbero a sorgere. se fa coì popolari, avverrà ogni qual11 perseguire sifra.tta via, :;ignifi- volta i riformisti vorranno salire le oherebbe porsi sul terreno nazior.ale. scale del Quirina-le. lllQ~anto tai nedopo trent'anni di lotta asprn e oie- gaz'ione dd socialismo, è la condifio na di dolon. per un fine rlvoluzio- sine qua 110n la collaborazione non nario. POtrà avvenire. Ancora Stt di un errore cadono i riformisti. Per bo-.,---cdaell'on. Treves ci accusano di « imperialismo». L' Inrerna:z.ional~ è per essi l' espressione della g-uerra..mentre il soda..l.ismodo- \Tdbbe signifi.Qarc pa!::e. Niente di piì1 errato. Il socialismo non è vero che vogna. significare pacifismo, in quanto tla trasformaz:ionc della società, non può avvenire in p;ena, pace. L' ttrto finale delle clas,;1 in lotta. è me:sorabile. Esso non può e non deve evitarsi. La classe lavoratrice attuale deve prepararsi a queHa lotta., in quanto quella lotta in un domani storico de\·e assoluta.menle avverarsi. Siamo per la pace, ma siamo per la. guerra. Per la! guerra contro il -:::apjtalismo, contro l'imperialismo. La Ter~a Internazionale non è poi strumento del Governo russo. Certo che rapporti d1 interferenza debbono esservi fra Governo rnsso e Terza lnternazionale, in quanto quel Governo rappresenta runico Stato proletario del mondo. Noi dobbiamo con ogni mezzo saivagnarxiare I' e$istenza di quel Governo, in quanto in una g,uerra si possa domani fa..r pesare uno Stato con un poderoso esercito. Tn tal caso è il Governo russo strumento dell' Internazionale, e ness,una Internazionale cbve un· arma così forte. Osserviamo g.li effetti del sistema social-demccratico, riformista, negli altni paesi, ed in Germania in ispedal modo, dove lo Stato è in mano <le; sodai-democratici. Il proletariato tede~o oggi esperimenta di persona i benefici di cotal metodo. Dopo lo sfacelo del 1918, la soci.al-democrazia tedesca, pur detenendo il potere. non Non parliamo poi degli uomini singoli, che andarti .al potere ... per il bene delle classi lavoratnci, ha.iu1.0dimostrato di essere dei reazionari più ciechi ar1cora da quelli della borghesia. La verità è ohe, La su.;iaJ-democrazia serve da piedest~llo alla piccola bor~hesia. ed a ,q1ief.la' aristocrazia operaia imbevuta di idee rifonriiste. ln Italia questo movimento, dolorosamente avviene proprio q.uando la reazione mena ancora \iolei1ìti i suoi colpi. quando un senso di smarrimento natur:ale mcl! transitorio, invade le masse. Ed i socia1-democratici approfittano di questo stato del proletaTiato, riruneg~ndo nel momento più doloroso, tutto un passato rivoluzionario. ' Ma le ,::lassi lavoratrici, nel loro meraviglioso intuito, vedono, perchè vivono di vita reale, dr lotte e di sofferenze, che la via della liberazione daJ gicgo capitalista non si raggiunge col riionnismo, colla collaborar zione. Ed in enorme maggjoranza sj staccano da.i social-democrati.::i, e lascia no che intellettuali, cosidetti socialisti, éUtes opera:ie ed ·illusi corrano velovemente ad afferrare il pallio tricolore. Ed il proletariato rivoluzionario tutto si u.nisce più compatto sotto la ba.n<l.iera dell' Tn1ernazionale rossa. perchè un ·giorno possa, spezzando le catene della schiavitù capitalistica, avere. « fìer patria un mondo e per nazione l'umanità». LIBERO TORRES. Sapete perchè l'aristocrazia non ama e non lavora, la borghesia lavora e non ama, la pleme ama e lavora? Perchè l'aristocrazia è morta, la borghesia è moribonda, la plebe è giovane ed ha ancora davanti a sè un avvenire! •\. ORTAN'L Unfallitoentatdivifro nutenico prof etari Le elezioni amministrative di Milano Non è nna delle solite Vt8,CUt: fr.:.:.- si, se noi diciamo qui che· dcmenica pro~~rj.ma, ltì cUcembrc, '2."h occln d! ~utta l' [talia saranno rivoiti sn MlJano. An:z>i,per quanto rigua1'Cl.ap: arii::clarmente :, fJ1okt1r-iato, gi:ì da parecchio :tempo g;li sguardi legl:i o- !>erai italiani rnira:vano su:l.1 gran-le r.<1p1:alelombarda Si tratta d' i.!na. lotta arruui11i-,tra~;- ' , • t !'e si ,::onibatte per caus ~ e i:1 ;;ond:;1,ionie~~zionaJi. ll Comnile d: Mi;,1no -- il più grande d' ltalia. -- era da otto aml'.i in pntere dei <;o;:i;.1list:iJ,che, al 3 agosto, ne furono ca::- c,ati, non già r,er verdetto del popolo, ma per violenza d'ei fasci;;: che -~bbero tutto l' aiuto dalle <èutorità governative. Cacciati illegalmente i veri eletti d.a!lla -.::ittadinanza, il Ccverno reazionario dell'on. Fa1eta, li voHe aJ1110chaecciare legalmente, sciogliendo il Consiglio Comunale e mandando il -commissario regio. Indette le nuove elezioni, tutti i partiti borg;hesi, d,al fascista a-1 democratico, dai! clericale al liberale, si coalizzaron~ -contrn il partito socialista, formarono i.I blocco contro ì pairtiti aintinazion,ali.... Che cosa dovremo noi fare i11i1ale frangente?. si doma11darono strbito i socialisti. i ·comunisii, gli unitari, tutt,i i proletari milanesi. Che cosa far:rnno L nostri compagni di Milano? si dcmaiflldiairono subito gli operai ri- \"O]u-zionari di tutta, l'Italia. 11 governo fascista ha assicurata la libertà piena ed assoluta cli voto; vorr,anno i proletari milanesi metterlo alta prova? E' Qll.eStala prima, la mig~re occasione., che si presenta alle classi lavoratrici milanesi - mediante la sche<la elettorale - per sceooere in cam])O ,·orr.anno gli operai milanesi prcfii.ttarnc per elernre la loro prote- ~ta ·contro i.I fascismo i.Jnperamwe devastatore? I fascisti, li Governo hanno cacciato dai! Comune gli eletti del proletarfa.to m~lanese; vorrà il proletariarto mi-lanese scenKlere in campo per rivendicare i, suoi dir.itti? Appunto per impedire -che il proletariato rivenditehi i suo; diritti e rientri al palano comunale, tutti i partiti borghesi - ~ eccezione dei pochi reptibblicani e riform:isti bissolatiani - hain110 formato il blocco· « contro i partiU ~ntinazio1JJa.lii»s; apt,a:rmoo vorran no i proletari milanesi forni.are un unico blocco dai-contrapf}Orrc a1 « b:locco nazionale "? Quest'ultima domanda es-primev.a il primo, H più grave pr~Mem.a del momento. Per la vittoria o come seinplice atffermazione, per rk:~OThQuistare il OJmune o soltanto J>erriaoffermare la fede sociailjsta, che nessuna violenza può infirmare, occorreva, era con,veniente, formare il blocco proletario, il fronte mmcosociao!Ista(-in tutte le sue sfllm·ature) contro il bloc::o borghese? Nell'istante in cui tutti parfano di ironite un~co - e se ne pari.a nella seconda Internazionale, come nella due e mez.w, come in quella di Mosca -- si sarebbe potuto credere che la risposta a quel-la <loman.<1,ear.a facile. Le masse, difatti, la trovarono facile e la diedero subito. E fu r,isposta affemn,ativa. BloJco proletario contro blocco borghese. Chi ha parlato con gli opera:i in questi ultlmi giomri, chi è stato fra loro ·negli stabilimenti dove lcworano, chi ha assistito ,aJJ.eassemblee di partito, non poteva aver dubbi intorno al sentimento, intorno al pensiero, intorno alla volontà degli operai milaJnesi. MassimaListi, come unitati. come comunisti, tutti vol.ev.ano il blocco: tutti; e le ec:::ezioni erano poche. Ma, c'era un rna, un grave ma. Le masse non sono •i dirigenti, non son.o i parrlam,entari. Nelle direzioni dei tre partiti cominciarono a sorg-ere i primi dubbi. Ccnvicnc proprÌiJ fare un blocco, costituire il fronte unico a solo scopo elettorale? Ci sfamo staccati ieri dai socialisti di destra, anzi, proprio ieri li abbiaimo ~accia.ti dalle nostre file: !11011 è ridkolo oggi unirci di nuovo a loro? E gli un'itari alla loro volta non se la sentivano di marciare al fianco dei comunisti; e i comunisti se la sentivano a!OC()Tma eno d'i marcfarc g;omtto a ,gomito con gli unitari. S'.a:gg,iunga che i destri vennero fuori ceon il I-Oro progrannna amministrativo, che pareva fatto rupposta per aUontanare da S1è gli altri partiti l dìr.tgentì del Partito cornunlsta a' Mila;w eramo éssi pure risolutamente ccmtr,ari ad ogni blocco. La Direzione del Partito maSSllllalista., alJa s,ua voltai, dopo il manifesto degli unitarii, po~ essa pure il su,o veto. Il blooco proletario era diventato un'11top'ia. f proletari milanesi fecero ancora un tentativo. Alcune delle principali lcgl1e, v:oUero, al disopra dei pa!rllti, prender ,loro l'inizfativa del blocco. Ma mentre essi così dtx:-idevano, gli llnirarii pub.blj:::.avanogià la Jiista dei loro candidaii; i comunisti di-clriairavano di non ,-oJeme sapere; iJl segret::trio del Partito socialista italiano mandava u.n suo nuovo veto, staivolta ::i.n::orapitì reciso. Tl blocco proÌetario era fallito. r tre partiti operaj scendono in e:;mpo og-nuno con Ja suai l.1sta. An:::ora nna volta· i dirigenti non h:u:ns cr·mpreso le masse. Ctvis. Quantocosta la ruerra La Naw York Trust Comparzy pnbbti.aa la statistk:a seguente, éhe noi riproduciamo, e che merita di essere guardata: L' lta..1,iaha fissato per le sue spese di preparazione alla guerra negli anni 1921-22 (esercito, -ma.rina,•avia.- Zi-one, ecc.) 3.093 mi.-lioni di lire, ovvero il 16 per cento delle entrate pubbliche. - L' Inghilterra iha fissato 171 tnHio· ni cli Ute sterlme, ovvero il 16 per cento delle pul)bfichc entrate. La Francia 4,921 nri.Lion.i di fr.wchi, ovvero il 18 per cento di qudte entrate. Gli Stati Uniti 867 milioni di d'ol- ~ri, ovvero u· 24 per cento delle pilbbliche entrate. li Giappone, infine, 394 milioni di yen, ovvero il 30 per cento deUe pubMiche entrate. Naturalmente Queste cifre andran- . no a-ume-ntando favolosam~te, in conseguenza deJ nuovo ventaccio bel1igemcJJestai per soffiare! Per CDlblfftr,.l dls1cnpazi1u In Javtsae•a .. Dal nuovo Decreto del Consiglto r-ederaJe .sui provvedimenti per combattere la disoccupazrone ( 14 no• vem'hre 1922), decreto ,:::heprevede la concessione di nuovi sussidi aH.a costruzione oo a.loia trais,formazione di case d' abi-tazione, .noncltè ad alltri lavori di costnt7,kme (edifici pubblici. lav~ri di riparazione e di restauro, c;trade e ponti, cana!lizzazioni, fornitura d'acqua, colonie agricole miglioramenti -del suolo, (:()rrezi~e e '-Purgo di corsi d'acqua, ecc.), riproduci~mo J' articolo 5 che concer,ne la aggittdicazione dei l.a,vori ~ l' impìego della mano d' opera: « I contributi sono vincolati alla cond.iz.ione ,d-Jenel!!.'esecuzione del lavori vengiano adoperati esclusivamenlte m;ateriaili, apparati, macchine, strumenti (tiniti 1 o semifiniti) di provenienza svìz.rera, e ohe venga imPié-gata solo ma!llo d' opera residente in Isvizz.cra. Sono consentite eocezion_isoJo nei casi nei quali la Svizzera non può fa,re a meno di ricorrere a materiale straniero, e d'ì far venire mano d'opera dall'estero. « Ne.ll'aggiudi::azione dei lavori che fruiscono del contributo fed~rale, dovrà valere Ja massima della libera concorrenza fra i profe-ssion•isti residenti in !svizzera. r Cantoni potranno però promulgare prescrizio:,; secondo le quali, a parità di prezzo, debba darsi la preferenza ad.profess'ionista residente nel Cantone».

NELLATOMBaCOMQNE Raoeonto • to-.ieo dl Plet•o Mulazzl Fra i Cacciatori delle Alt)i, campeggi:rnti la sera del 14 giug~o 18.50 ira Brescia e le ;:olline di Castrnedolo, vl era un piccolo ed oscuro ero.;: M~rio C.. un bel giovinetto. biondo. iml:erbe, timido come una far...:::1;lla da·Janti ad uno sconosciuto, coraggicso come un leone nella mis,:hìa. i suoi grandi occhi ::erulei si inur,,1:.i,- ,ano alla vista di un ferito, sf-:1villavano di gioia quando gli venlv,1 fatte di risparmiare o di sa!v:ire una v:ta. Sf.uggenido i trip:.idi della vittor;a, appena dep11ste!;! ar•-11· diventa- \:a inferrn;ere pietoso, in[at ..::;.bile. L' am0re del paese e !a tenerezza per la ma~lre, donna di r.,..._n .:onu111e cult11ra e di a!lti sentiment . che ~li aveva adlH:1te le mrserb della patrla e lo aveva spinto ad a1·r.are ;; suo braccio 1x:r essa, si conèonacvano in uu aifeao ,mie.o. arden~•s-::1110,ne! cu,:ire generoso di que~~} <.'1ldato adolesc~nte. -o--- 1 v0h.,,.:ari riposava110 5:.ll!a terra Mario, vimo dalla stanchez~a e dal ~mo. aveva appena ::hiu-<1 gli occhi, quando si sentì trasp0rtato al s110 pa,ese!lc;. davanti ad un,,. bianca ::asetta. la sua. P,rupitrund.ov; rnt,ò. s,,11 pinn r'apc, le scale. Aguz,-zando la vis~a. ~cOr'-e 2li' incerto chi'lrorc del:e stelle il ~rlg- o capo immot-::- della maàre -;ul capezzale. In ,}•.mr-, di p;ed1 le s: at.c:0-~tò;ad un i i'<1.ttu, il ca· p') di lei s: agitò, come ;10r ,_ac..:'t1re un cattivo sogno, le 3tl..'; lahbr:t s: s.:hiu~:rn a<l un gr,ido <;,.:rio-:<'-to. - M,triu! il mio figliuo!o1 Uh !)io~ ~:1,to · '-for:o! - Il giovJ;1eito si sco-.•::~, mcrmQrÒ c1>n 1:n irem':to sp.a,lanc:m<.lo ;r,: cx·-:hi: ~- I~o ::ognato!. .. Chi-:,."l ~ h -r:- vedr~: . Gli li!-{)!iavano nel cuo~~ quelle !·arde iad;meuticabili: «ML.:,>, non h<• ~-hete. Ti c·tfro alla patr,a.-Va, fa il !U,> Jov'.!re ». Cosl dicendo, 13s..iavo. :e era ierm,,.: il suo cig1;1 as::iutto: :11ale lahbra aU' ultimo ba::o. !~ mani ali' ultimo abbraccio, tremav:1:1u. - Cara mamma!, so·->p:rt.ln'.enerito, e t0n -:iuesto nome :--uìic l•.l·b~':l si r:assopì. Ma .ind~ a poche ore ~; svegliì, :11 !lreda ad t:r1 triste pre~en:-:me11to. :-ir,n ,p•)tendo più chiudere occh!O, aç_ceseur. ;um!dno e s•i po3-~ a rile 6 - g:::,e e meditare le lettere :-<,ila •nadre. in mia ctclle quali e:.sa ch:C":l: « Mio caro Mario, "' Sii umano, p.:etoso .coi ~1emicl! Oppressori ed -0ppre1SSi1nisieme. cairmefilci e p~enfli. se potessero comprendere ,•mgaomo idi OUi s~o Vj~filme. si ~mi- .rebbero ialle v~tttime Ooro per far tre· menda gnt.Stiziia 1deg!i opwessoni. « 'futni ,&!J uomini sono 1:raitelti, 1>er- .chè butti t:r.at._~onoll!na medesiìm-a origline. l'assalto gettando più forte il loro grido di guena. li nemico. accr-csdu.to ci'i forze. attende a pie· fermo. Rie.xoli alla baionetta. I ferri gettano lampi. Da ambo le parti aa.dono morti, feriti, fra l'ansare affannoso dei petti, I' imprecare di voci rauche, soffocate, gli accenti d" ina, di dolore, di gioia feroce ed i rantoli dei moribondi. · La terra. i-iarsa dal sol.leone. beve avidamente il sangue delle vittime. Finita lc:i. battaglia, i com'battenti ritiransi trafelati. gro11d111tdi j sudore, :in neri ti d'.al furr:o, coperti di polveri.: e di fango. laceri, sanguinosi. spossai!. strarnlt'i, inebetiti. Mentre la mischia durava orrenda, Mario affrontava intrepido 1111 gruppo cl: ausrriaci. i11limando la res::i. fa,ploscro due ::olpi a brnciapclo. JI ga!'ibaldino cadde insieme con u11au- !'tri.ico. Qt1cJla sera J' ospedale di Montc:- chia,ri era pieno di feriti. Austriaci e r.arib,tldini vi giacevano insieme. fratelli. nel dolore, egL~almcntediletti alla carità. che accoglie nelle sue braccia pietose gli sventLu·ati senzé1 alcuna distinzione. Accanto a Mario g\::t:)eva il suo feritore ierito. La matti,11asuccessiva trasalirono nel rav\"isarsi. . Mario. vincendo la ripugnanza, ohiarnò il suo nemico. un tedesco biondo. imberbe. come lui: Fritz, sei volontario o coscritto? -· Coscritto. ri pose ::on voce fioca. « Ilai i gonitcri ? -- Sì. E. s,ospiraindo, ag:ghmse: Ero il loro sostegno... Piangevano .... Non volcvanq lasciarmi parti.re. Fui tnscinato via :dlai gendarmi. cacciato in treno. trasportato in. Italia, condotto qtri al flloco appena arrivato ... Ma!ledetta la g,uerra ! - E m:aledetti gli oppressori che ne sono la causa!, sogtgiunse Ma.rio. Tacquero guardandosi. - I miei superiori, riprese Fritz. mi haimo detto che gl' italiani sono briganti, assassini: ;::he 11011 dànno quartiere .... - Ti hanno ingannato!, proruppe r italiano, acceso d'indignazione. - Ma è vero ohe ci odiate ? - repltcò il tédesco. - GI' italiiani, ribattè Mario, vogliono che lo straniero torni aJ suo pae.se; vogliono essere liberi 'in casa Ioro. com'esso è libero nella sua... Seguì m1 lungo silenzio, poi: - Hai anche tu i genitori?, domandò Fritz. · - Mia madre, vedova. Siamo noi due soli. -- E ti ha lasciato partire? - Anzi. lei stessa mi ha condotto ad ar·rnolarmi. Fritz non ci ~piva più nulla. Mario sog-gi.unse .::on nobile alterezza: L'AVVENIRE DEL LAVORATORE Oh l di Gar,ibald.i !... Non vi pentite dJ a:verJo segulto ? - Dovreste pentirvi voi, proruppe il giovinetto con voce vibrante d'ira; voi clte portate le armi contro un popolo che lotta per la s.ua indipenden7,:1.... Spezzate piuttosto le vostre spade. L' ufficiale gli po,-sc la mano rei congedarsi. · si tirova.,--a,110a disagio e che colla loro m.aostranra vogliono vivere in pa.cc. E' questo s.cg:n,o e\-::<lonte che i peggioramenti voluti dai pa,dr-01ti non erano deL tati do un.a n.eccss.ità economica ma da una pura brama reaz:ion,ar'.a. GIACOMIKO \\'OLI-'. Jn IL :WINISTERO CUNO. - Impossibile!. mormorò. stringendo i pugrri e guait_andolocon di- ~prezzo. Poi voltandosi verso f ritz, colla mag-giore dolcezza: - Tu. povero Fritz, disse. non sci 1111oppressore: tu sei una vittim:1: tn sci un fratello. Oammi la 1ua! Sì, sì. siamo fr,1tclli !. esclamò il tedcs.::o stringendo con tener~zza la mano stesa..~lidall' italiano. ~oci2,1isti h:unn pL-nnt:sso la caduta ciel gahinc:lto \\'irth. in quanto que1,f voleva f:t- 'Lnlrarc nel ,uo ministero il r.1p_ fire~<·ntanlc dc! p:1rtito i)Opuli.sta. ,l quak ·11011 ;_. altro che il gruppo dei g-randi inrLtst rial i tt:dc,;chi. :q.>J>O!!'g·.adtia.l t.Tusl dei g-icrnali popolari che possiede Stiinnes. Net cimiterç> di Montcchiarl anni sono si leggeva quest'epitaffio sopra un.a modesta lapide colloc.atavi dal dott. Montini. che avern prodigato cure paterne ai due sventurati giovinctri èobl.asperamza di saJv,arli: Mario garibaldino - - Frifz austriaco cadufi insieme comhattendo l'un contro l'altroa Treponti il 15 gia.rmo 1859 rif}Osano uniti in questa tomba per espresso loro desiderio Possa l'olocausto delle loro :;riovani vite auspicare prnssim.a la frafellan:za dei µopali. Losciopedreoitipografi La re.-'\zionc intcn<lc condurre a fondo la ,,ua campagna contro le conqui.stL momli e materiali del proletariato. Grazie alle attuali condizioni economiche k nspirazion1 reazionarie ebbero tm certo successo i\ QLtalc fece insuperbire oltremodo coloro che vorrebbero ris.tab;lll·c l'impero assoluto del capilalis:m.o sui p.opo}i e le loro autorità. Oggi le diverse fedcrazionli. dei datori di l.m·oro formano una potente corif'cdcrazionc. un terribile fronte unico co11t.ro i l:woratori. :-iclla Sv;zzcra ,-i cr.a solta.nt-o la federazione dei tipografi non ,tncora tra,·olr.a dalla bufera reazionania. Piccola di nun~cro ma potente cd efficace nella H1a azione, l'organizz:i.zione t:por:-ra.fica era la scagl:a negli occhi del p,.1.- dronato di tuttj i mestieri. Occorreva quin,di assali.ria e distruggere le sue fondamenta. Già eia dec<:nni trn il padroJt<a,to c gli opc•rai tipografi ttna convenzio-ne di tant0 in tanto r.in,n-ovara regolava i m',n,i.mi di pag-a. le condizi·oni precise per la occupa.zionc ili, operai e l'assun,zione cli apprendisti. Sul modo di compier.e i ti110'- cin.::i gli operai ebbero un vasto diritto cli con<lecisionc. Ora tutto c:iò torna incom,odo ai signori padroni tipografi. Es.si vorrebhoro distru,g-gcre 1:t convcnz.iouc profess-'on.ale onde poi ridurre ~ salari. aumentare le ore di lavoro cd assumere un numero illimitato di a,pprendisti per guastare il mcstier,e 'ancora di più di quello che 1ton lo fu fino ad ogg'i. E~si non ,10Jlero sa-pere d'ella 'Stipulazione cli tvn nuovo contratto <l'.i laVloro. rn.-i. dettarlo ~oro senza che gli operai _avessero a ,·uto il diritto di far ,·al ere !il rotro punIl nuovo cancelliere, Cuno. rapprescnia prcci~.am<'nlt· que~l:t tendenza a(!'li occhi ,icgli operai tedeschi. J1 direttore: ddla <"ompa(!'n·::1 ,li Xa~·igazione Ifam.bourg-- r\merica. è.a qnanto stmhra. un uomo J•:1ffari. f,i\rticolarmente ::tbilc e pieghe. , (}le. ma i ~ociali~ti diffidano <!alk: sue liisin;-he e più ;incora della sua politic'I. Essi ne hanno abh:1stanz?. di ,·edere coninuamentc pe"'1.re !a d:shtta sulle spalle dei pon·ri lavor;i,tor=. operai o impic-gati, !:•<:ntre che i::-1: =nteress1 dei g-ra11di firua1> zicr: ,embrano ._,mprc pas...--arc in prima li11-ea. Sc•nza dubbio Cuno si è most'rtato molto f" udente :i.I Rcichslag. pronunziando il suo primo discorso di Ca11ceilicre. ma 1 soc~1Jisti rl'slano ncll'aspcttati,·a, Accettancio la nota del 13 non:mbre all::i.Con!- m.issione delle. riparazioni, Cuno si è i111- }JCg11atoa pcrseg-uire nella stab~J;izzazione dd · marco, reclamata dai socialisti. m;i. qtH:SLi ultimi i::-ià l'accu<.ano ili non mo- '.tr:tr<-; tropro zc-1,n.tc per quc-sta misura. c:it consiclerano di principale- 'mpo11anza. D'ct•,·a.1110l'altro giorno che il governo fr:111cc.'-e,comprenden.do i.I pericolo dd:e illu,,ioni rrcppo prnlungate, fin1rcbbe per trovare il s110 interesse a far conoscere al p11bblico fr:.nce~o la V<'rtà .<;u!la miseria che regna, in Gcrma1tia. Ciò infatti non ~ mancato. c,,j i1111atti « Le Tempo; ri<torna su qucs.to soggetto sempre che s1 parli nuo,·amcntc della Germania 011el g:ornal-c fa osscrYare che il prczz~ della ,-it.1 oltre Reno è og-!!'· più di duecento ,·olte superiore ai prezzi di antcg-uerri. 1nentrc che il '-ala.rio di 1111opern.1.,0 mo:- tallurgico non è che 125 volte supc;riore :i quello che era nel 19q_ Sempre espresso in marchi. il traLLamen1,o dC'i funziona. ri non è che di 8o a HD \'Olle più eleva~--, :i quello del 1()1 t. fo tali condironi. si può dire ,hc tutti questi l.avorator'\ hanno visto i loTo ,-alari diminuire della nH'là in con•c!!'l1enz~ della zuerra. Si imma;in-i ciò eh; pu:·. e~serc per una famig,.lia di povera gent". il vedersi ridotto del 50 % ~1 suo bila·:- cio. q1ta11do :ili quel tempo cna a.ppcna su fficicnte per vi,·ere. E' il 1i'c.c-essarioe;,,, ma.nca. ogni g-iorno. cd in particolar,: manca 'I Ycsti.ario. A·cau·EFORTI La telegrafiasenza fili e il PadreEterno. Una originale notizia arriva, w..anco a dirlo, dall'America: stavolta però non soitanto originale, ma anche vera, e come tale, altres! grave di conseguenze. Naturalmente, conseguenze liete o tristi, secondo come la si prende: noi, per intanto, vogliamo soltanto prenderne nota. Annunz:.ano dunque da Nuova York che una delle più eleganti chiese di quell:i citta (anche in chiesa l'eleganza ci vuole), 13 G<>thic Episcopal Church. durante le funzioni di domenica scorsa ha fatto raccogliere per mezzo di telegrafia e telefonia senza fili tutto quanto il servizio divino, predica, canti corali ecc. e il tutto ha fatto trasmettere a migliaia di chilometri al mondo devoto americano. A molte migliaia di chilometri, dicono i telegrammi da Nuova York, • a.ne popolalazioni <"ittadi11.ecome ai Cowboys delle praterie, ai pescatori in alto mare come ai contadini nelle fattorie, è stato possibile segu're il servizio divino della elegante chiesa gotica episcopale di San Tommaso •. E precisamente, le cose furono -0rganiz. zate così. Già alcuni giorni pri,ma tutti i possessori di staz1oni radiografiche erano stati avvisati che le funzioni religiose sarebbero incominciate alle ore 10 precise: tutti coloro, a.dunque, che volevano udire la voce del predicatore e dei cori, dovevano preparare i loro apparecchi E così, negli Stati Uniti, nel Canadà, sull'Oceano, tutti potevano seguire nello stesso minuto la parola del ministro evangelico e la voce del cantore che saliva più e meno melodica al Sommo Iddio. Il quale Sommo Iddio, -certamente, no11 ~arà poco sorpreso allorchè gli riferiranno intorno al nuovo ritrovato della diabolica scienza, A dir vero, anche lui una certa. pratica di trasmissione di elettri-- cità ce l'ha : almeno, la Sacra Bibbia dicP. che ce l'abbia. Ma tutto si riduceva ai fulmini, tra cui egli soleva parlare ai suoi prediletti, Mosè in prima linea. Ma molto comodo non doveva essere. Anche la salita di Mosè sul Monte Sinai, ad esempio, deve essere stata piuttosto sr.,abrosa, fra tutti quei fuimini e tuoni. Molto meglio adesso, evidentemente. Un'antenna su qualche campanile, un buon ricevitore a lunga p0rta-ta, e ancbe il Padre Eterno può, senza tante noie di fulmini e tuoni, far giungere la. propria voce ai suoi fedeli. Anzi, non si r:esce a ccmprendere come mai Egii, che tutto sa e tutto può, non ci abbia mai pensato prima. Vero è, tuttavia, che un si.rnile mezzo di comunicare con gli uomini non sarebbe scev:o da inconvenienti, così come può avere se, rie conseguenze sociali anche il metodo messo ora in pratica dalla Chiesa Episco_ pa:e di San Tam.maso a Nuova York. !ore; le quali dovrebbero significare, come per moltissimi si.gnificano, una teatimonianza d'eroismo che ha sfioratO !a morte e che invece infinite volte sono state distribuite come e peggio della CZ'oce di cavaliere. Tutto questo va diventando ridicolo ..... Sì, si, ridicelo. E peggio ancora. Perchè tutta quella. gente, o almeno molta di ouella gente specula igno,IT'.iniosa.mente sa quelle decorazioni. Ma, che volete? Lo diceva già Nap<>leone I che con quei gi..,_ gilli si governa il mondo. E Napoleone Mussoli.ni sembra ten~e nel dovuto c<>n., to quei gingilli. Appena salito al p-ot:erc, ha fatto conferire la co;mmenda dtlla Corona <l'Italia a Cesare Rossi. Oggi viene notizia da R<>ma che è stato nominato commendatore anche il fratello del duce, Arnaldo Mussolini.-E oggi, proprio oggi, giunge da Roma anche la notizia che la Direzione del Partito Fascista vuol conferire una medaglia commemorativa a tuttti coloro che hanno partecipato alla marcia su Roma. Adunque, a parecchie ·centinaia di migliaia di camice nere. Ancora una volta Mussolini fa pensare al Kaiser. a Guglielmo l'ultimo. Anche costui aveva la fregola d~l distribuire decorazioni e medaglie. Ce n'era per tuL ti i gusti. Per tanti gusti, che un genera~ le un po' sbarazzino, passando, un giorno, in rivista un reggimento e avendo visto un soldato ~enza decorazioni o medaglie, lo chia:mò fuori delle file e in tono ironicamente energico gli domandò che tutti !o sentissero: « A quale glorioso fatto <l'arme voi NON avete ricevuto la medaglia? Requiescatin pace. Ii gruppo IJ<!.rlamentare riformista è morto. Non crediamo che molti so ne accorgeranno nel paese. Ma è interessante vedere come quel corpo si sia andato dissolvendo: è interessante vedere qua,. li e quante anime albergassero in quel corpo. L'on. Sandulli è già passato ai socialisti unitari; )'on. Drago ha fatt.o domanda d'ammissione al gruppo fascista; l'on. Ciriani vuole passare alla democra.. zia sociale; gli on.li Camera, Capobian- .c◊ e Delia hanno trasportat~ le lot-o tende nella democrazia giolittiana; l'on. Bonomi, il cugino del re, il fautore dei fascisti, se;mbra vo~t=a andare ai socialisti unitari .... E costoro formavano finora un solo gruppo, un solo partito! Dei morti non si deve dire altro che bene: dicevano gli antichi. No. di tali morti noi non possiamo dir bene. Non hanno nemmeno saputo morir bene. Tutt'al più si può cantare al gruppo riformista un « reauiescat in pace,. . E non se ne parli più. GENOSSE. Pro '' Avanti I,, Somm.'.l pn:ccdeiite Fr. 1598,55 :\ECCIIATEL - S. Cagnolo fr. JO; A. Porta S; G. Andreolct,j 5; A. C:isano.-a 2; Dante Olivieri 2: ~cm.fino T::i.11c.boia. T; ::\0cl Pizzetta f : Z:innone 5: « L' od':o genera odio; il'a Nendeua, ve~; la g,uer,ra, gue,r.ra. Bisogna ~~lli:tuirvi l' ammre, la compassione, f'a. ro~arnetà mrattenna. Ve,nrà giomo ohe twtt:i gli o:ppressi, iinve<:e di slenninaTsi .reciJ:>rocaanente. ,come hanno fat1'o si- :nora. si aibbraoder.anno J)!roda,mandosi fratem. -- M'ia madre, più di me, si' medesim.1 ama la patria. più di Lo cli ,·ista. Se g-h operai desiderano tanto la ,,tabilizz.azionc del marco. ciQ dcsi<ler:tno aifinchè si possa stabilire una buona Yolt:i I.a prop0<r2:io11eLra r,J saJ.a.rio 'od il pr<'zzo ddla ,.-ita. 1 gr::i.n<liinòustrialì intendono far pesa.re esclusiY-a.mcnte sulle spalle delle cl::i.ssi povere il g-ra,·ame delle riparazio1ti. Essi ,·og-lion.o la s.oppro&sione dclia giorna.La d:, 8 ore. ed ancora: dc: sacrifo:i d·, vita cln parte degli operai. Per essi stessi. ncn si impongono delle equivalenli priva.zioni; cd è ciò che ':i popolazione misera 11011 può c,-identc1r~entc accetttawc SC117.a brontolnrc. \\'i1ih. dopo l'assa<;s;nio di R.1.thenau. aveva, i11 r\ic..,1-roche -;_1 nemico era a d<'stra, cd a,-c1·:i ::i.nito 1111 momento di simp1.ti.1- e cli ammirazione da parte dei hvoratoni. l)ç. po di chr la pohica u ffic;aJi: tedesc.? s<·mbra. vo~l.i.1. seguire altra ,,i:a. Si '\7.L01 prn...-are di r:soh·erc il proble.m~: delle riparazioni secondo il m-ctodo della g-rande industria. Se la Francia si mo~t.asse ar>- co,-a 1111 po' sodcfr,fatt:t e dimos•rnssc un ;:>o' di confidenza., si potrebbe C'.lpirc questo colpo di timone ,,_ destra, m,1, tut,0 :iò è ben lonlJano dalla vcriiit. E', infatti, fuor di dubbio che d1l momento in cui ogni credente, col suo apparecchio radiotelefonico o radiotelegrafico, pOtrà seguire il servizio divino della grande cattedrale di Nuova York o di San Pietro a Roma o del Duomo di Milano, tutti i poveri parroci di campagna, tutti i poveri p~tonzoli delle piccole città non avranno più nulla da fare. Il grande predicatore di San Pietro o del Duomo o di San Marco o di San Petronio, il grande cantore di Notre Dame o della Cappella Sistina (arà volare la sua voce sulle aÌi della corrente elettrica dall'uno all'altro capo del mondo. Non• ci sarebbe a meyavigliare che, un bel di, i parroci di campagna e delle piccole città muovano in cortei a spezzare le antenne delle stazioni radiografiche, così come nel secolo scorso i Ludditi frantwnavano le macchine ... L :\1. 1 : F-Icctor i\loé 1 ; Rombaldoni 0,50; Gatti 0,50; Perolini 5: ZaneLi:t Umberto o.6o: Sisto :.\[1cciamcl 1; ~- K. 1: Dc :\fartini 2; X. X. 1.50; G. Cosw 2: B. :\lonticelli 2; Vida.. relli .\. 5: Colombi G~on:a 2; A. :'1101111.ey 0,50; Caprani G. i; V. :\!aninelli ! : Duricclli 2: Ere.a ,f< 'f.i abbrr~o, ti iba.cio, "1Ji .benediko ». Mario r:a, iò, riba~iò i ,re!ierati caratteri. :racdati con mano 1:-~r-ia,nte. ripiegò i I foglio, se lo ,.pr..;;e sul :nore. -0-- L" indomani ali' aJ.ba i! campo era agitato da ,un movimento febbrile. Era imminente l'attacco cor..trn li nemico occupante le alture di C.:.astened-0!0. Infatti un'ora dopo incornin::iavano le fucilate. I Garibaldini si slanciavano gridando: « Viva J' Italia! Viv.a Garihaldi! ,, Si arrampica,no su per r erta, attaccano alla baionetta. c:;overclriat, dal numero ognora crescente, indii~- treg:giano: r,inforza,ti, ritorna,no alSeguì un altro silenzio, più lungo; poi il tedesco con voce supplichevole: -- Marius. lllk'l grazia ... Dirai a tua ma<llre che le chiedo perdono 'in gJnocchio .... E. reprimendo un singulto: -- Se me lo concede. le darai un hacio anche per mc. .::onÌelo da,rei alla mia. -- Se morissi senza iivederla ?, rispose Mario commosso, mentre una nube <li tristezza offuscava la su.a bell,t fronte. - Ah! tu non morrai! Tu non dcvi morire! Tu devi guarire per tua madre'· esclamò Fritz con voce vela:? di iagrime. ln quella ~cimi ufficiati a-ustTiaci si a~Y..:osta, ono a Mario. - -Siete coscritto o volontario?, doma.nidò uno di essi. · - Volontario di Garibaldi, rispose sdegnoso. .&.ppeadlee delP < .&.vvealre del Lavoratore• . ' FEDELTA cli ITALO TOSCANI li bimbo chi.a.mava ancora .. rug:g,iLo di dolore e di rabbia. Portò le man.i sulla piccola ferita s.l11gttina.i1te. - Ma.mma! ... - Sì, vçngo, vengo .... - Sei w1a beh·a ! - disse guardandola ft,rocemente. - E ,·otcvi che ti ai11tasLa k-ckrazione tentò prima di indurre : padroni a pit1 miti consigli, ma 'i1rntile. Es.aurit~1. la pazienza. i tipogmfi donttero dichiarare lo sciopero nei tre ceatri principali dc.!la S,,izzera: Zul'igo, Bern::t e Bas'!lca, Causa il rifiuto degli ropcra.i a fare del !a,·oro derivante dalle !ocalit:ì dcHo sciopero I.a sospensione del lavoro ,·a continnam.ente estendendosi. Si prevede una lotta dura e di lung-a dura:ta. Dalle pubblicazioni dei padroni sullo sciopero si conosce l'accanimento verso i t'pogra.fi. Non mancò nemmeno In, bassa. c;ùunnia. Basta citare un br,mo di un certo giorna1c borg-he?e il qu:ale asscr1 che lo sciopero era stato ordito pc:r mettere i partili borghesi nella impossibiliti di fare l..1-loro prorag;1.n<la contro il prclc,·amento sul patrilmonio ! T tipografi però non si l.asci,1-nodevi.aire da tutte le basse manovre e nemmeno da certe lnsin.ghe. Essi con:tinuano la battagl-ia fino al r.aggiungimento de1la ,-i,ttoria. Molti padroni hanno già ,.1.pitolato cfrcondo che sotto il vecchio trattato non Al contrario i~ di.soorso cli C11110 h, fatto cattiva imprc"si-0ne a Parii:;i e non !'t scor!!'e be'1e come i.I nuo,·o cancellic~,- possa go,·crn.1-re accontenta,ndo conte,noorancamentc i crrditori -della Gcrmani:-i ed il popolo trdesco dei lavoratori. Questo prittcipio dc.! cancelliere Cuno ncn ;iromcttc gra.nd; cose. evidentemente. (Da « Le 1'r:n"ail »). EDì\1. P bisognasse che si i.ncontrassc:ro per for- più requie. Fino a che, appro-Jiii.tando di za. o sul.la piazza del mun<icipio o nclh un momentaneo assopimento ,del suo mastrada di fronte alla chi.esa. p1trc si stng- latino, fece una corsa fino al Comuntc. g-ivano. A testa bassa. quando si vede- Coraggio. di•sperazione? Chi sa, chi sa: ,·ano: lui con un cupo rancore negli oc- F.lla salfra le scal-e come ,spinta da, una chi. lei con un tremito per tutta la per- forza esteriore, per istiinto non guardansona come se un serpente la mordess·e do e non ascoltando piì1 nulla. alla gola. E se n<: fuggiva a ca.sa subito Il segretario era nç-l suo uf.fid.o, solo. come per nascondere la stta vcrg-ogna e _fra le sue carte. il suo dispetto nelle braccine logorate del E a!lzò appena ìa tcS1a p<:r domandare E la stretta d'~m-0re si muL'a.va in una cintura d'odio co.ntro cui le dita. rabbiose della don.na si accar?ivano. Una forza di nervi tesi, come i suoi pens:er:i, la irrigidiva e la mag11ificava. Contro la .;olcnza dell'uomo ella ritrov:n·a LUtta la robustezza contadinesca ,della sua stirpe. suo povero bimi>ctto. Che pc.gg-:orava. « chi è?• verso la porta che s.cricchi..1-va. s~?... . peggiorava.... Per quanto agitata e alterata. ella si E poichè il P<,"1"Ìcoloera g-ravc. l'istinto che vacill-a,--a le suggerì tu1 mezzo foroce. L,L nuca dell'L10.mo, che a vcva tutto il vi.so tuffato nel petto di lei, biancheggiava vticirK> aJla sua l>occa. Ed ella senza esitazione -affondò i piccotj denti felini nella can1e ..-.i.va e tesa. f! ~tario I.a.sciò la prc(!a con un Essa gli i n tlicava la pori.a ccm la ma:, E come mai allora non si s:ipc,·a a!l- accorse bcnissilll-0 ciel senso tli stupore, no tesa in uno spasimo. f · cora niente dcl babbo? di sorpresa e poi di soddis aiione che s1 -- Yattene ... - sioilò - s<: 11.0 chia- Pcrchè ta.rdav.a tanto a Hnire o alme- cfiffondeYa sul viso & lui. Tnfatli egli si mo ... Ed eg-Li p1ima di uscir l::t uno sg-u.i.rdo saturo cli odio detta. no a rispondere? CTa alzato subito. e le anda,-a inconi:·o saettò con Che" lei a,·ev,1 riccYuto ,solta.n,lo u.na con le mani t,·sc come a d.imo.•trarlc il e di venLa po,·cra: donna vacillò. - Un altro nemico .... - dr,s.sc. E si aibbatt'è piangendo sulle coltri dove l'ars.u,ra febbrile <lei suo bimbetto pal. pitava come un piccolo cuore nascosto. Stettero pmecchi giorni senza parlarsi. Per quanto. ne la iccolezza. del paese, o lett<."!"a'in cui le accennava all"a. possibi- !:-Uo perdono. lità di una gran hattagFa vicina: \10Ì. Certo pcnsa,·;l che la necessiti da ,:ui più nulla.. !;i don.na: era s.ta,t.a. spinta a quel pas-,'<l E il bambino peggiorava... l'a,·essc anche consiglfata a riflettere sul M''al erano dunque tutti senza c\lor.- le sue buone <lisposiz:oni. Capire l'.1.«- l.a.ssù? E se inveco fosse st~ta \tna ven.- su.r<Htà di quel rifiuto brutale. dim~ detta del segreta.rio? slrargli 11 cambLvncnto di sentimento e Il dubbio le sorse appena nel cu:orc che cli giudizio verso quella che in fondo e,-a suhlto l'lnYa.'lC tutta. come un'arsura mÒr- sta,t:a, cd era l'<'spressionc di un omaggio tale. Uno spvsimo fisico che n-o.n le dette maschile. Dio mio, Dio mio, quale miniera di sa_ crilegi e di àolori può esser,e quell'innovazione della chiesa di Nuova York! Proprio vero che la scienza è opera diabolica. Il nastrino. La nazionalista. • !de.a Nazionale » ha piena.mente ragione: « Fra i militari che fu1·ono addetti a qualche comando in guerra non ce n'è uno .che non abbia sul petto venti nastrini. Tutti i ministeri, tutti gli enti pubblici e privati hanno gareggiato nel creare i più variopinti segni di distinzione. E non parliamo delle stesse medaglie al va- - Co~a n1oi. Ros'na? - disse lui pe1 il primo. Le da.va del tu, ccmfi<lcnzialmcnte. seaza ombra nella voce come a d~mostrad.: il suo animo sgombro da -ricordi incresciosi, e per s,,~gerirc in !ti h stessa bcnc,·olcnza di pensieri. - Ti s1.:i persuasa. - :tggi1msc - u ,c.-i persuasa che io 11011voglio farti òd male? ... chtc io tj voglio bene, anzi? .... La donna non gli rispose subito. ag-i• Lata. comba.tiuta, ~011volta. da un suo pens,..ero segreto; come se davvero sentisse tremare in quell'attimo un dcstint, di ,;ta l". di inort~. Si avvicinarono al tavolo. cd· egli 1:, fece sedcre v;cino a lui. - Volevo sal}erc, - balbettò CSS:L alla fine - t•oJe,·o s.1-pcrc· com'è che mio mit• non vi-e-ne... 11 segret-ario sussuLtò, sorrise. . - Ma ti ho detto, figlia bella.. dtc \;. m~latt.;_a non è grave ... Tu sa,i Je d.is,po- ~'ir,ioni severe che ci so110,... Bise>gn.:i dire una bt1-,;,<>ia ... vuoi CM! l. dica? .... la dir\',, la dirò.... m.ag.ini subito .... ma ins,:omm;1,, insomma .... bisogna che tu mi• sia m1 ;>o. Ge:in 1 : G. Sandorn 1 • ~ N. 0-40; Torno 2 65,- \VI:\TERT!llJR - J. Buchi fr. 3: Tipo.grafi .20: :'l[et!allttrgici 100. ZURIGO - Qianchi 123.- 5.- 2,- TO'l':\LE Fr. 1793,55 DaAffolteru a. Albis Riunione. Domenica 10 dicembre alle ore 14, nel Restaurant Centrale, si terrà l'assemblea dei muratori e manovali Nessuno manchi. Il Comitato. chino g-rata del rischio a cni mi met~ per te .•• potrei andare anche i1t prigione ... L,t l!lla1·dò un poco negli occhi, pai le alitò più da Yicino la sua foia menlro !.a rn.a110 le sfiora va leggermente il gra,, ciuffo cli capelli. - E che sarebbe la prigione se io r,o. tessi prima baciarti almeno una volta sul cuore ... dimmi. dimmi di sì... Ah! 110: era lui il bugiar.do ad<,S.So,lui chL negava l::t reaJtà della mala,ttia grav-e, lui. che speculav,~ nel suo stato di disagio o di ansia. lui che voleva !iare il ricatto alla su:t carne att.rnv<TSQ il suo dolore. Ecco: lei si ribellava non solt.a11to '>ci' l'idea di dover corrompere cosi l'm;ica dolcczzà. che poteva conservare intatta al suo uO:mo, ma propr.io per il disgu!lto della co~ in se stessa 1 L'audacia di quct ,·:gliacco eh~ a pproritta va de!fa lontananza dell'alLro per insid-iargli la caS1<1. Almeno l'an:ssc visto battersi, rischi.a.re, in una p,a.ssione vera, ignobi:lc ma vcr.i. .É ,mvece no. no: ell:I, sicura,, ldi•, che si Lra.tl:wa d'un capriccio Lestiale d~l maschio ix-r occupa.re iJ po-sto vuoto.

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