- 591 - EH1rnm1sr1rA ANAGRAMM.I Chiunq11e di noi imprenda a parlare delle ori).(ini dell'Enimmis.tim non può far a meno di risalire alle • Bigarrures " di Stefano Tabou rot, meglio conosciuto sotto il pseudo• n1rno di • Sieur des Accords" col quale egli presentò il suo libro, tanto interessante. L'originalissima e rara operetta elle ho avuto la somm:. fortnna di aver fra le mani, gra:,;le alla coftesia del nostro valentis~imo • Dal~anl " mi è parsa una scintillan'te µi.iniert, di bizzarrie letterttrie curiosissime, fra cui ritrovai i primi esempi del rebus e degli anagrammi. antistrùfe, equivoci, versi leonilli e bifronti, e molte altre cose interessanti. Malgrado gli innmne:evcm errori della edi:,;ione, assai scorretta anche in fatto di decenza, il volume rivela nell'autore suo una erudizione vastissima, una conoscenza· spechile d!llla produzione lettera.ria francese e latina di ogni tempo. Crerio quindi far cosa non discara forse ai miei lettori, scegliere dal libro i capitoli più interess11nti e che riguardano più da Vi• cino l'Ji..'nimmi.-tica. Comincierò quindi dalla parte che riguarda gli anagrammi nella quale ~0110 registrati quelli più in voga in quei tempi, parte composti dallo stesso 'fabourot, e parte dal poeti\ limosino Giornnni Dorat o D' Aurat, spirito vivacissimo e leggiadro verseggiatore, acclamato il Pinda,·o mode,·tzo. È a lui che venne attribuita l'invenzione del!' anagramma, per essere stato quegli che per primo fo coltivò lllrgamente, propttgandone l'uso in breve tempo in tutta la Francia. Nell'opera 1.',•oissiècles de no're littenttul'e (Dizionario biogr.afico degli scrittori francesl da Francesco I al 1 772) il Dorat. che pure viene esaltato per l'altissimo valore poetico, tanto da essere appellato il p11d1·ecomune dei poeti del suo tempo, viene anche criticato per la sua smania pegli anagrammi, forse perc)1è ne aveva fatti troppi, o perchè ne aveva composti di quelli che ferivano troppo la susc.etti'bilità delle persone sul cui nomo erano stati fatti. E qui il poeta, come anagrammista, viene cosl giudicato: On est faché qu'il soit l'i1ivente1w de l'cmrr• . g1·ct111meg,em·e pitoyable, a la pm·tée de tout le monde parr.e qu'il u'é.r;ige poi11t de /01tt d'esprit et seulement 1m peu d'application (I). Cita quindi il brano dell'epistola dedicata dal poeta accademico Cottelet, allo scrittore Ménage, che non seppe mai perdonarP al Dodat i suoi svaghi anagrammatici. J'aime mieu.r, sans comparaison Ménagè, tfrei· a ,la ,·ame Que d'alle,· che1·che,• la raison Da11Bles ,·eplis d'?tne cwayNw1mP, Cet exei·cice monacal _ Ne t1·01we son paint 1·e1·tical Que dans une tete blessée; Et sw· T'an,as.~<J nous tenons · Q,,e to11scei; 1·enve1·se111·csle ,.om8 Oiit la cervelle 1·enve1·sée. E scllsate se è poco! Eppure il •rabourot si .mostra entusiasta di questo • giuoco dello spirito n e ne ripot·ta degli esempi magnifici; peC'cato che 11011 sempre siano esntti. Sul re Francesco di Valois, noto il seguente: François de Valois DE l>'AçO:s" SVIS ROYAL, Notisi che nell'ortografia francese antica l'u e il v, l'r e l'Y venivano considerati di eguale valore. Sul re Enrico di Valois, questo anagramma fu fatto da Bouclier de la Foi: HenqJ de Valois ROI ES DE NUL HAY, Per Carlo di Valois questo in franC'ese: Charles de Valois CHASSE LA DURE 'LOI e quest'altro in latinp: Cal'Olus Valesius SOL CVI VERA SALVS VER CUI SOLA SALUS. Sul detto Monarca ed Elisabetta d'Austria, sua moglie, vennero combinati gli anagrammi : Chades de Ya7ois Elisabet d' Aust,·iche :tU RICIIE LIS D'OR BEAUTÉ CHASTE ALLIE DE CHASTE ARDEUR LE BEAU LIS D'OR T'A [CHOISIR. ■-----------------------------------• 9e.t\a -pu\\\ueta.\ut\6.a\uta 6.\ u\\\ MIRQR \ \?os\t\me.\a\a\\6.o-pe.ta\e. \\ \qu\6.o f f 9to6.o\\o6.e.\"LION NOIR,, f • Soc. An. Italiana. - Capitale L. 3,000,000 ---------------·-----------■ Hit r ot8CB GmoBianco
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