) r 569,- ' "' Gara <;legli Indovi~i. Ca'lzone marinara. 1. - PENTAGONO. A Dedalo. O Taranto, dal ponte tuo girante, .dalle vie, dalla gemiua marina,, e dal duplice mare risonante sale un canto a la brezza vespertina; cantan co.l no~·tro, l'anglo ed il frar1cese, 1narinari d'un' unica Marina. Dopo l'aspro lavor ·che i 11ervi tese, or s' allegrano e danzano al sereno, e cantan gli .inni del natio paes:e. Maschia gioia di forti! Non osceno saiturnal quale usavano i baccanti alle ferie di Diòniso o Sfleno7 · x quali, all' xxx di Cibele innanti, mena van danze i xx.xxx scostumati; ma onesta gara di guerreschi c~nti. Antivedesti, o 'l'aranto, ai passati giorni del sonno e dell'ignavia, senza :speme dell'avvenir, sotto scett1-<ati o d' xxxxxxx. tronfi d'insipienza o d' altre Case, xxxxxxxxx e strani. tal gioia, tal fervor, tal rinascenza? _ Sotto quei tirannelli abbietti e insani, xxxxxxxx nell' xxxxxxx la gente tua vigorosa e piena di domani. Ma poi, stirpa.ta la genìa demente, v-enne l'ardore novo e tu splendesti insieme a,lla Gran Madre risorgente. Qui s' a:tforzaron gli Itali ridesti, · qui ferve or l' op.i:-adegli eroi marini,. alacri, infaticabili e modesti. Oh quante lodi, o marinài divini, 1Jon composi nel mio chiuso 1 fervore per voi, fior degli spiriti l~tini ! . ,, E questi cauti che dorm1ano m core, questi p,eàna, or xxxxx·x sn l' onde dell' xxxxx in un vast-o inno d'amore a v·oi, speranza delle nostre sponde. , , Jl Luciemon?. Pattuglia alpi'la. 2. - Nono DI SALOMONE. Giù nella valle è un ampio xxx di bruma, mentre là in alto, in. suo xxxxx la luna risplende, e su le nebbie i raggi aduna, e ne forma un gran mar d'argentea spuma. Il tenente, per xxxxx desto, fuma, e scruta, come sarto nella cruna, scruta, se veda m11o~er foglia, alcuna, :finchè la notte nell'albore sfama .... Su, nel grigio di xxxxx, xxx le vette, vanno e.... vincono. Giudichi )a Storia, " se più arduo ·il salir l'erta nevosa, x x' xxxxxx x' xxxx nemica ascosa! Il fatto è che l'impresa lor ci ddte xxxxxxxxx, xxxx vantaggio e gloria. It Lw;u mone. Vita c,ampestre. 3. - SCI ARA D A AL '.r E RNA, Come un grappolo d' 0.1·0 pendoli rrimo ~opantt, BibliotecaGino Bianco allegre nel lavoro, tra i fiori palpita:nH. Appare in sul secondo il colono robusto che sorride giocondo al rampq ed a l'arbusto, e sa trarre il tota! e per le sue grandi aiuole ...• da un mite frullo d' ale e da un raggio di sole. Dalia. Degna rispos·ta. 4. - ENIMiMA STORICO, In una aristocratica magione, uu gran ballo si dava in quella, sera; quanto in paese di più eletto v'era parte facea di simil l'iunione. Non so· se al minuetto od al treFcone un ufficia! che avea brutta ma1Jie1 a, invitava una ricca. ereditiera, . chi vuol per cortesia, chi per pas~ione. l.Y.[ala superba declinò l'invito, ed m1 giro con lui, rispos~ invece al cavalier che ne restò, avvilito: 14 A cotanto valor, vinta; m'inchino; ma, uon oso torear ht ;man che .fece opra più vil di quella d'un becehi-no!,, Filippo Argenti. Me'lzotne .... veridiche. 5. - ENil\1:MA. Tu conosci il Bugiardo del Goldoni, oppur quell'altro dell' auto1· francese? (1) Ebbene, due te n'offro, o mio cortese, più di costor meqdaci e fanfaro11i ! lln va a·lla grande, l'altro è più modesto, ma pel'. dir cose be11 lontan dal VfH'O adopran la doppiezza ed il mistero, e fanno brutti scherzi.. .. al par di questo. B)slaccbe idee, nonchè concetti strambi traggono fuori in prosa e in poesia; ma in fin de' c·onti (chi sa come stia. l'affar?) l'a verità dicono entrambi. · Se di conoscer p©i meglio· t'aggrada almen dei due chi va per la maggiore, ingegno non sprecar, non sprecar ore, ma quì sostando, non far altra strada,,. .. Fil-ippo Argenti. S e n ti 'le 11a. 6. - ~NIMMA. A Dea: Per auanto io m' arrossh ca se mi guardi, non è già per l'effetto del pudore, dappoichè nudo bruco a tutte l' ore lungo la via mi sto nanti a' tuoi sguardi. All'alba ~ul mattiu, Ja sera al tardi della terra a me viene ogni vapore, e se io non vegUassi, ho gra.u tim0re chè i connotaci miei sarian bugiardi. • .>- (1) Piene Corueille. ' I (
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