Acpol notizie - Anno II - n. 9 e 10 - Luglio-Agosto 1970

l 9-10 B

STOVPIETNAM E' stato pubblicato il -volume " STOP VIETNAM " contenente scritti di Lombardi, Svahnstrom, Xuan Thuy, Ledda, Basso, Enriques-Agnoletti, Pauling, Labor ed altri, a cura della Sezione lta_lianapresso la " Conferenza permanente di ,-Stoccolma per il Vietnam ", edito dai "QUADERNI DELL'ACPOL". Esso raccoglie i discorsi più significativi pronunciati alla V Conferenza di Stoccolma sul Vi.etnam, tenutasi dal 28 al 30 Marzo 1970, le risoluzioni e i documenti delle tre Commissioni !: della Conferenza, una indicazione degli aiuti più urgenti per la popolazione Vietnamita, vari ·documenti ed alcuni estratti delle dichiarazioni rese da ufficiali, sottufficiali e soldati americani davanti alla Corte Marziale della base di Tan Am, nel Vietnam del Sud Il volume CL. 800 - ·contrassegno) può essere richiesto all' ACPOL, Via di Torre Argentina, 21 - 00186 ROMA

ACPOL NOTIZIE - Periodico mensile dell'associazione di Cultura Politica - A.C.POL - Direzione - Redazione - Amministrazione 00186 Roma, Via di Torre Argentina, 21 - Tel. 652.225 - Direttore: Antonio Fontana - direttore responsabile: Sandro Sabbatini - Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 13052 del 29-10-1969 - Stampatore Nov. IGI, 00158 Roma, Via della Stellaria, 14 - Spedizione in abbonamento • .ostale gruppo _I.- 70 % - 11no Il - Luglio-Agosto 1970 - n° 9-10. B1b1oteca 1no 1anco • sommario ■ Editoriale ■ Conclusa l'esperienza· dell' ACPOL ■ Comitato promotore per un movimento politico dei lavoratori ■ Note operative ■ Scuola e lotta politica ■ Lotte politiche di base ■ Quale riforma per la radiotelevisione? ■ Per l'indipendenza delle colonie Portoghesi ■ Il Comitato Esecutivo delle ACLI sulla situazione sindacale e politica ■ A confronto con i partiti ■ Notizie in breve Direttore Antonio Fontana Direttore Responsabile Sandro Sabbatini pag. 2 pag. 4 pag. 6 pag. 8 pag. 10 pag. 12 \ pag.13 pag. 16 .,.., pag. 20 pag. 21 pag. 23 1

I EDITORIALE I ar .gs4 i .os_.gsq I I I i ' I ' f . m, ,sq e10:tomo1q o!'r.J'imo3 o i·u:t a,ovGi isb ooitiloq o.. nsmivom • <f Jincio~ :al?~b s:.m,bnsq,bm ~ ! 1~fl ;2~rlg,..,;·o,q Lt:JA 9!iAb c1it .1::w23 on:.:. ·moO Il 3;,iti'~q 3 !iÌ.j~;jbfHl J 10i_~.G~hi2 !5HUi? s1ortr3·1iO r.nst11o=ioirro.J:n.A B1biotecaGino Bianco !Jiidr.:moq.:3P. 91crJ1s1iQ frtitsdtfaZ o ~bns2 2 I I I I ì i Le decisioni prese dal Comitato promotore del1'ACPOL nella riunione del 4 luglio - decisioni con le quali si sancisce la positiva conclusione dell'esperienza dell'Associazione di cultura politica - vanno interpretate nel quadro detèrminato dai risultati elettorali del 7 giugno e dalla situazione politica che li ha seguiti fino a culminare - a soli due giorni di distanza dalla riunione del Comitato promotore - nella crisi I ...... de~terzo governo Rumor. . I Sembra di poter dire, cioè, che nella complessità della I situazione determinatasi in seguito al "rassicurante" ; i I 1 t risultato Bel 7 giugno, trovano conferma e giustificazione l'ulteriore, necessaria maturazione dell'esperienza del I'ACPOL e la stessa articolazione delle conclusioni operative tratte da un comune giudizio politico. La necessità di una maturazione dell'esperienza associativa, innanzitutto: non solo perchè non è possibile fare . cultura politica senza determinare forme di partecipazione e di impegno politico concreto, ma soprattutto _per la non piena adeguatezza dell'ipotesi associativa rispetto all'evoluzione dei rapporti in seno alla sinistra italiana e a tutto lo schieramento politico. L'ipotesi su cui si era fondata I'ACPOL era quella di un'ampia disponibilità delle forze istituzionali del movimento operaio a un discorso di ristrutturazione della sinistra: l'esaurimento del le possibiIità evolutive ed innovative del centro-sinistra - che le crisi successive e sempre più drammatiche e formalmente ingiustifiqat~ nqfi ·fanno eh~ .èQnfermjlrij -=--~.ra ~f( "dé!!o';JH parte,nz9, pélla dcet\ç~ .e1 · aèll'jni.zìjtivà poli~ica~qel~ 1-' AGP.OL;~ma,accantoad esso si .iRotizzava.uriadiversa capij_cjtàd_i pf'oposta alt~rnativa· qa:parte çèU~Joiz.e ~i sin'istrà, e una'_d.iversa,strateg.ia,déli'o scontro O s9ciale~

(<" Quella cfie sr"·è verificata, invece - per responsabilità di tutti e di nessuno, ma soprattutto per l'imprepa- t razione con cui la sinistra è stata colta da iniziative BaSt i pensare, più in generale, alla rispoSta meramente difensiva cui il movimento operaio è costretto di propriamente reazionarie, e non semplicemente con- fronte ad iniziative oscure come quelle che stanno servatrici - è stata una paradossale valorizzazione del dietro le due ultime crisi di governo, e punteggiano la centro-sinistra come minor male, quasi una co nd anna vicenda politica fin dall'epoc_a della scissione sociala governare ip.:~_µna~q~li~ione1) che -1QOA è·:' ta~t9· ~-! oémocratic'ài··· -· , - J t, _ ~ • Il;·_· · · complessa, quanr_ioico_~fu 1 5p..•.· - • : _;;· ~ _.. 1 _ _/. t1 ~ • , • • • {. _ - ,. - ., • · · · .. fi.. ·qùe~ia' Sitùazjòne,_ il é<i>'ntr1Jiuto' éritiéo di_ lÌAa In que~t~ con~ìzJijne;,,"nd<i~corso-sufla -r-t st r~ttùràzi?h~' .~-n. uov·a forza .che esprime per la sua stessa orig1·ne ,..,..çiell~~1_n~~-~4 ~~Jo -~at~J.~e!.1..!~ !3d--!~9..e,~~s1 .!- . - l'esigeAza di~·t:Jn---13r·0foena&Q_rinnovamdeneltle ·strap~el_u~inarecom era _ala-co~tr~zion~ di u~ afternativa tegie e dei modi di essere della sinistra nel nostro d1s1n1straalla quale invece s1nnunc1ava d1 fatto. paese, non può non essere ritenuto importante. E' questo il quadro in cui si è ritenuto necessario far seguire, a un'associazione di cultura politica, un'ini- Del resto, è significativo che negli stessi giorni in cui ziativa più propriamente politica che, in coerenza con veniva avviata l'iniziativa dell'MPL, un militante di Jl_~ignificatqd~Jlr-'espeiie,ozardelf~C~q_L~t.ene~sa~pe~- grande esperienza come Lelio Basso rilevasse a sua •i~• e'·sOillÌ_,,assè 'a' I òs ttiva~ ar.('ÒrÌar' ial.. ,frJèr a~io~è volta le profonde carenze dell'attuale assetto della ti , ... 11 •,cr •1tPY. ù I r. sr?~n g~:1 Jj ,,':;,• h uij~u g ~ ,t:r; sinistra: carenze che rendono inevitabile un confronto ue a s1n1sra. ~ : · . - u 10( .;,1,,: 1 ~ b "Jno," 1b .tnr."n ~ ,'1U'!'its or 1 ~1~1sms critico fra diverse forze, nel momento in cui si voglia Ed;:int<:qt1esto,..;q1:Ja'dr.:o,ç;:..èo:me. abbiahioi già, étetto>nsi passare da una fase difensiva a una fase propositiva. giustifica l'articolazione~delle scelte ogerative in seno •1 ·c· 1-t ··tR' t t. 1 r• 6 't 1~ri.:i, · • io::, H J 10 r..: r · i:;·: · 1 t. Ed è importante, da questo punto di vista, che i tre a orni a o.promo ore. 1 • • ,. •• ~, -:i :..,. t.) >', •.; ':;, ✓, .3) s.:... 1:,02 9 o:nr1onc:.t1 Oil 9 Vi. documenti proposti dal Comitato promotore del11 l_,ruolo-,cli1tst?ihi@lcoriitfco i:;tra.dizio_na'l,mente,:iS'ìlòl.t-ol'MPL al dibattito di base siano orientati in questa daUa sini.~tfahsocialistà· rispetto ..al i:RSI- è ,pa.r:sot·ins.o• direzione di proposta alternativa, in termini sia di stjt1,;1,ib.inl:e1. rrtiomentq 'iri,cuH~._aMcbe{per.,effet~del linea politica che di organizzazione: è testimonianza sticc~_sso..e.alej:t<;;)ra~.,.e;JiélD_questo; P.à'ntit-0 sk•p~esentasJa di volontà di confronto, aI di la' di ogn,i steri le possibitità cqp9E~té! d.~ mo~ifiepre i~pr,oprio rrapporto velleitarismo. 60n l'area:1 dj, .-si.nistJ~fd; 'altr·a ~ p~rt:~~..·.u.na-j imiziatiiya politica,)aut<;>nor_na;~, ct;i~ ,.d~_ssr_•pej.e1Jatr1:appre~otaf,lza politica a componenti da tem_QOJjmpegnate, i(l_~ede sociale e sindacale, nella lotta anticapitalista~ è sem. · ,.. ">:) o · .... , r, <ì - , ilr. n· - ...•- · r "'I , 1 '"'• • • ~ ,h • n brata ormai ·inètifferioile: c..;., ~ ~ • • h.Jt -:~ • ' ... • ~r-: : ·, .a:1 -r.~ .:. .oon .,"1 r.o '"'1 ,o. s.l • ~ , :,·os ~e2.m0tlvazjpnj-._ct}e -::star111Q, qietGQC!l4astçi1A) i~i~t~'lféi!, g unq ~e '"1 ~e rtpno Sl:J Il' i r:1tera cp.roblernati ea•de Ila"si A i~tra i1a li 9J1él-.:J iI M<s>mqieptp , -p~ Iiticp pei , l9..\torc;it9rio~i-qiè, ~µ§>I~ ,_P.r.QRQff~. ur:-i~uO~/qrjgiija~~ço_ntributoJaL.jproble-r:nb di al!-rJ:it9 "'U.. pJ9~.drnEtoto,~oper.ç1 io,,,in,:um [l1Qmèntq in cui ,essi si po.ngpflo c9,.nestrema ckamma,tici~à•.Basti, pef)Spr,eaU,ç1~ituazi0néi..-sindacale;·ia3cui _il~processo unitario risente le conseguenze negatlve. deUò.isb~OGCO politico parziale proposto aUe lotte d'autunno, e più in gen'e'ralé.di'~una ceP{à1 1a~Un 1metf:ia deiì'a &làttJ,fa~1on~ i , ,J !• C..J , .< Jft'f/ tJ ·urn, ~"'1 t,., 1,_·1n' . .r t hiJJ .. J· -, Z:fi srk, ,.L~.9 isb sfs1011els otsJ!ueh ovitfaoq !sb t sd nts,011s: ~·:! ~b svi1soiting•?. snsq snu trnoo sinom I st! ..n.. stziisi r;, asnS2s1q 6Psb inoips ... 51 o:ts:frtitn9ii I bs s1:t2inìz s snoisssshstts16:) s2bs1q sno ìb ssnsghm sU~b sr.ìt si oans~ o:t29UP. ..ni otesnif o:t102: ibni.up srl s3imslo'1 si otsssiiotsv sri s snilsboz sno•~s~iti~u sl1ol ,,-. -,'A, -~' .f .. 2.CJ tao tr ~ft& 02 11-~ n• 1, ;. • : ·&m9VO{! otnemsl'e·rm cr b ;)il, ·~w ~ !)· onr.,srt ~f'flS i:tioot<' ib !>iiifoq s itsboa ~fl6i~fi9 sf {b -:ts1so _slfs snoisi20qqs1!noJ n1 ,ssnsbivs fii o~sm ib snoh:s1utsrr: si ,.:J.G s!tsb ➔~ii:tsv,s2noo srbi12hs1 i e 8ng1st ib 63i:tifoq s sls1utJu~ stbdna ib 022e:Joìq nu t B1 ìbft)ot e~~'\ G,rto B1atri~or,qhi nnn~ ~n'l ~,)~~ I compagni che hanno avviato l'esperienza dell'MPL sanno infatti che la creazione di un'alternativa di sinistra non può essere compito esclusivo di un solo partito: e con questa convinzione si col locano nell'ambito della sinistra, senza velleitarismi e senza complessi di _inferiorità. Essi sono consapevoli di rappresentare masse di lavoratori che cercano da tempo uno sbocco politico coerente e un originale processo di maturazione ideologica e di esperienza di lotta sociale e sindacale: elementi questi che debbono arricchire il quadro della sinistra italiana, e non possono, se non a grave prezzo, rimanere confinati nel limbo dell'agitazione sociale fine a se stessa. 3

CONCLULS'EASPERIENZA DELLC' POL s·bliotecaGino Bianco 11Comitato Promotore dell' ACPOL nella sua riunione del 4 Luglio .ha rilevato che nella situazione italiana emergono alcuni elementi di fondo che richiedono una incisiva iniziativa politica delle forze di sinistra: a) l'esistenza di una controffensiva moderata che a livello economico e sociale tende a riassorbire le con·quiste sindacali dei lavoratori e aI livello politico si caratterizza attraverso · l'iniziativa sviluppata dalla maggioranza D.C. e dal P.S.U., per chi udere- la realtà italiana in un equilibrio moderato e centrista. Questa iniziativa politica moderata si sviluppa anche nel governo, bloccando le spinte riformatrici e tendendo a- paralizzare ogni tentativo di realizzare nuovi e più ...a. vanzati rappotti sociali; b) le elezioni hanno espresso nel loro complesso un equilibrio tra le forze contrapposte che risulta instabile e precario. L'operazione moderata non è riuscita nel suo tentativo di operare uno sfondamento a sinistra per assicurarsi la guida del Paese. Lo schieramento di sinistra nel complesso ha mantenuto le sue posizioni, ma non è riuscito, anche per l'insufficienza di una proposta alternativa, ad ampliarsi e quindi ad esprimere e a realizzare un più vasto sbocco politico alle tensioni sociali; c) uno dei dati più importanti,• -per quello che riguarda le forze del movimento operaio, è costituito dal positivo risultato elettorale del P.S. I., che testimonia come una parte significativa dell'elettorato ha identificato le ragion i del la presenza socia lista nel la esigenza di una precisa caratterizzazione a sinistra ed ha quindi sottolineato in questo senso la fine della unificazione socialista e ha valorizzato la polemica anti-moderata sostenuta dal P.S.I. contro le forze conservatrici dello schieramento governativo; d) le tensioni sociali e politiche di questi anni hanno messo in evidenza, in contrapposizione aIle caratteristiche conservatrici della D.C., la maturazione di un processo di crescita culturale e politica di larghe masse, che hanno identificato le ragioni del la loro

battaglia nella autonomia civile e politica e nell'impegno per la trasformazione della società: questo fatto ha messo radicalmente in crisi l'interclassismo democristiano. Da queste considerazioni suIla situazione politica il Comitato Promotore dell'ACPOL ha tratto alcune conseguenze per quello che riguarda l'azione degli uomini e delle componenti che si sono riconosciute nel l'associazione. L'esistenza della controffensiva moderata, di una situazione di staticità negli equilibri politici, della crisi dell'interclassismo democristiano, non modifica ma anzi giustifica e conferma le motivazioni che portano alcune componenti sociali, sindacali, studentesche, che hanno partecipato alla fondazione dell'ACPOL - e che sono da tempo impegnate nell'assunzione di unà compiuta autonomia civile e politica e nella lotta per la trasformazione del sistema al di fuori di ogni ipotesi interclassista ....:a ricercare una aggregazione in un movimento politico di lavoratori che non si rifà ad esperienze politiche pre-esistenti e che concorra a creare le condizioni di una strategia di democrazia sociaIista. Tale processo è da considerare un passo importante per quella riaggregazione unitaria delle forze della sinistra che rimane nella comune strategia di tutte le componenti che hanno partecipato aIl' ACPO L, come l'obiettivo di fondo del proprio impegno politico. La realtà dello scontro politico in atto sottolinea che la funzione del P.S. I. è quella di interpretare la richiesta di spostamento a sinistra dell'asse politico del Paese, attraverso una netta contrapposizione alle componenti moderate e nel quadro di un comune impegno delle masse socialiste e cattoliche per la costruzione di una nuova strategia di democrazia sociaIista. Questa funzione trova nelle forze socialiste che sono state tra le fondatrici dell' ACPO L una necessaria componente dinamica al cui impegno politico è anche legata la compiuta realizzazione di questa esigenza. 11 Comitato Promotore dell'ACPOL, ritenendo che questi sbocchi politici sono maturati anche attraverso l'impegno di. elaborazione ed iniziativa politica del1' ACPOL e ctie essi esprimono linee operative diverse ed articolate, ma percorse da una comune strategia, valuta risolta positivamente l'esperienza dell' ACPOL. Nel I'ACP.J)L - che oggi conclude la sua esperienza - si sono confrontate utilmente proposte politiche, e uomini che le rappresentano: alcuni impegnati nel PSI ed altri no. La volonta di questi ultimi militanti di alcune componenti sociali, sindacali e studentesche di costituire superando i collateralismi di ogni tipo, un Biblioteca Gino Bianco Movimento Politico di lavoratori che realizzi completamente questo processo di autonomia politica, pone l'esigenza della creazione di una sede di incontro con lo scopo di realizzare un momento di dibattito e di iniziativa nell'ambito delle forze disponibili della sinistra italiana impegnate in un processo di democrazia socialista. (Roma 4 luglio 1910) Dopo lo scioglimentodell'ACPOL UNA DICHIARAZIONE DEI COMPAGNI FICHERA E TEMPESTINI I compagni Massimo Fichera e Francesco Tempestini, membri del Comitato promotore dell'ACPOL, hanno rilasciato la seguente dichiarazione: "Allorché fu costituita l'ACPOL (Associazione di cultura politica) avevamo dato l'adesione al Comitato promotore assieme ad altri compagni socialisti, giudicando di estremo interesse una iniziativa volta a dare vita a un organismo dove - a livello appunto di cultura politica - .si svolgesse quel dibattito sulle nuove possibilita e le nuove prospettive della sinistra italiana di cui la fine del collateralismo delle ACLI con la DC segnava uno dei momenti piu interessanti. "L'attivita del l'Associazione si é poi nell1 pratica sempre piu spostata dal dibattito culturale (che non vuol dire dibattito astratto) cui noi pensavamo, a quello di una almeno tendenziale azione politica. Questo fatto ci aveva indotto in pratica a sospendere la nostra partecipazione attiva alla vita dell'Associazione, pur senza ricorrere a gesti formali di dimissione, in considerazione della serieta dell'impegno dei compagni, di diversa provenienza, che portavano avanti l'attivita dell'Associazione. "Lo sciogli mento de Il' ACPO L e la costituzione del Movimento Politico dei Lavoratori conferma in modo definitivo questo processo. Ma é chiaro che si tratta di un gesto che non può vederci in nessun modo coinvolti se non come spettatori: il luogo in cui svolgere un'azione politica "di classe internazionalista, laica, autonomistica", come dice la dichiarazione costitutiva del Movimento, per noi esiste da tempo ed è il nostro partito, il Partito Socialista Italiano. "E vorremmo aggiungere che oggi come non mai, pensiamo che questo nostro giudizio politico potrebbe e dovrebbe essere condiviso da quei militanti della sinistra che vogliono battersi concretamente contro i pericoli di involuzione e per un superamento degli equi.libri moderati nel nostro Paese". AVANTI! Giovedi'9 luglio 1970 5

COMITATO PR MOTORE PERUNMOVIMENTO POLITICO DELIAVORATORI I Promotori nazionali e regionali dell'ACPOL, che hanno dichiarato la loro volonta di dar vita a un movimento politico dei lavoratori, preso atto della positiva conclusione dell'esperienza della Associazione di Cultura Politica, si sono costituiti in assemblea ed hanno confermato la loro intenzione di avviare un processo di iniziativa politica per la costituzione del ·movimento. A tal fine, l'assemblea ha deliberato di sottoporre nelle prossime settimane al dibattito di base una proposta di dichiarazione politica in cui vengono sintetizzate le scelte di fondo alle quali il movimento intende ispirarsi: la collocazione anticapitalista e di opposizione all'attuale gestione moderata del potere; la laicita dell'azione politica saldata alle lotte e ai problemi reali, contro ogni dottrinarismo e confessionalismo; l'impegno per la promozione delle piu ampie autonomie, come elemento qualificante dello stesso processo di costruzione di una alternativa politica e di potere; l'impegno per il progresso e la liberazione dell'uomo, che si identifica storicamente con q~llo per l'emancipazione del la classe lavoratrice; un nuovo internazionalismo che - nella contestazione della logica dei blocchi - aderisca agli interessi e alle lotte di due terzi dell'umanita, oggi affamati e sfruttati da diversè e convergenti forme di imperialismo e di neo-colonialismo. L'assemblea ha inoltre deliberato di esaminare nel dibattito di base, una proposta di tesi che articola la linea politica del movimento in scelte puntuali, volte a dare concretezza a una prospettiva di alternativa a sinistra, e una proposta organizzativa in base alla quale coordinare la fase costituente del movimento, che si aprira col prossimo mese di ottobre. A questo proposito l'assemblea ha invitato i membri del Comitato Promotore dell' ACPO L, che si sono dichiarati solidali con l'iniziativa da essa assunta, a B~bl"otecaGino ianco • costitu IrsI in Comitato promotore provvisorio, con compiti di, gestione politica fino alla scadenza di ottobre. L'Assemblea ha infine deliberato di organizzare, nei prossimi mesi a livello regionale. ·incontri politici destinati ai promotori del movimento. Nel corso del dibattito politico, l'assemblea ha enucleato alcune fondamentali valutazioni caratterizzanti il proprio impegno e la propria iniziativa che ha ritenuto di sintetizzare nelle seguenti tesi di orien- ..Jamento politico: 1) 11 capitalismo maturo, al quale il nostro sistema economico é orientato, se da un lato é in gradp di continuamente sollecitare il consenso in una prospettiva di crescente espansione dei consumi, dall'altro impone costi umani intòllerabili, e tuttavia necessari strutturalmente all'espansione stessa del sistema: lo sfruttamento del lavoro in base alla legge del profitto, le sacche di disoccupazione e di sottoccupazione, i drammatici flussi migratori di massa, la permanenza di gravi disuguaglianze di reddito, il ritardo gravissimo nella messa a disposizione di tutti i servizi essenziali quali la casa, l'assistenza medica, la scuola, i trasporti e, a livello internazionale, il neo-colonialismo e l'imperialismo. 11capitalismo, d'altra parte, non fonda la sua coerenza interna nell'assenza di contraddizioni strutturali, quanto suIla propria dimensione ideologica totalizzante contro la quale non valgono né l'empirismo socialdemocratico, né le lotte settoriali in sé concluse; ma é necessario dare anche a queste lotte il fondamento di una presa di coscienza alternativa al livello culturale .e della strategia politica cui devono essere f i naIizzate. 2) Questi costi umani hanno potuto essere imposti non solo in ragione della relativa espansione del benessere, e del conseguente grado di consenso in tal

modo acquisito, ma soprattutto in ragione del controllo politico del potere _che le classi dominanti hanno potuto garantirsi, in Italia, attraverso la manipolazione della opinione pubblica, il clientelismo, lo sfruttamento delle spinte corporative, la divisione sindacale e politica dei lavoratori, promossa e manten~ta grazie a coperture ideologiche arretrate, confessionali, ad apparati burocratici, cosi' impedendo e mortificando ogni forma di effettivo esertizio di potere decisionale da parte della classe lavoratrice. 3) Sviluppo_ dei consumi privati e manipolazione dell'opinione politica, attraverso canali padronali o interclassisti, hanno pertanto costituito, convergendo, le basi su cui il sistema capitalistico fonda il suo potere senza dover necessariamente alterare i meccanismi costituzionali ed accentuare momenti espliciti di autoritarismo. 4) La lotta politica in Italia rischia oggi di svolgersi tutta all'interno di questa ipotesi, nella misura in cui non venga definitivamente sciolto l'equivoco interclassista, su cui fonda gran parte del proprio potere la o.e., partito storicamente egemone del sistema politico, ed in ragione anche della carenza di proposta alternativa da parte della sinistra, la cui politica oscilla fra ipotesi neofròntiste e ipotesi di cogestione interclassista, senza riuscire a mettere in discussione l'egemonia del sistema da parte della o.e., perno del blocco moderato di potere. 5} La sostanziale staticita del sistema, che é anche a lungo andare la sua debolezza, ha trovato ulteriore conferma nel voto del 7 Giugno, che ha visto la sinistra ferma sulle posizioni raggiunte il 19 Maggio 1968, nonostante lo svilupparsi di tensioni sociali, sindacali e culturali profondamente innovative nel corso di questi due anni; mentre il blocco moderato di governo non ha· trovato, nel voto, indicazioni univoche di indirizzo politico, ma solo la forza sufficiente per proseguire nella sua faticosa gestione degli equilibri politici. 6) Questa condizione di stai lo, imprevista da alcune forze politiche, é in realta la conseguenza . della carenza degli sbocchi politici offerti alle lotte sociali degli ultimi anni, e particolarmente alla lotta sindacale d'autunno, rispetto alle quali le forze istituzionali della sinistra oon hanno espresso un sufficiente sforzo interpretativo, ma piuttosto la pretesa di egemonizzarle secondo linee di mediazione predeterminate. 7) D'altra parte le lotte sociali d'autunno, precedute da signifi<!ative lotte studentesche contro il sistema e _ la scuola classista, sono il frutto di una autonoma presa di coscienza della propria condizione di classe da parte di larghi strati di lavoratori precedentemente frenati dagli equivoci interclassisti e di una rinnovata e unitaria volonta di lotta di tutta la classe lavoratrice. Essi non potevano spontaneamente tradursi in fatto BibliotecaG"noBianco politico, in assenza di un effettivo indirizzo politico adeguato alla specificita del fenomeno. 8) Le forze sociali e sindacali, che hanno definitivamente sanzionato la fine dei collateralismi, hanno ,sperimentato del resto come non basta che esse assolvano cor'rettamente al loro ruolo specifico, perché certi. esiti al livello di potere possano determinarsi: la recente esperienza ha dimostrato infatti che esiti politici sono conseguibili solo quando, sia pure nell'assunzione dé;Iparte di ciascuno delle proprie specifiche responsabilita, si realizza la saldatura tra lotte sociali e interventi propriamente politici, senza di che la carica rivendicativa e la protesta sociale rischiano di essere ridotte a un ruolo puramente agitatorio. 9) 11 monopolio moderato del potere può quindi essere abbattuto, rimettendo cosi in movimento la situazione politica, solo nella misura in cui una concreta proposta sia in grado di catalizza re l'impegno politico dei lavoratori del cui consenso le forze moderate hanno potuto finora beneficiare, organizzandoli in· una prospettiva democratica e socialista · attorno alla quale soltanto é possibile determina-re una reale alternativa di sinistra. 10) 11 Movimento intende co'ntribuire a questo processo, che non può svilupparsi per impulso esclusivo di alcuno né con egemonie predeterminate, 'ma con uno sforzo di ricerca e di confronto che veda impegnate in una comune strategia tutte le forze disponibili della sinistra nel cui ambito il Movimento si colloca. Esso infatti nòn vuole rappresentare un ulteriore elemento di divisione del movimento operaio, ma si pone come contributo determinante per una rinnovata prospettiva unitaria. 11) 11 Movimento ritiene che sia di preminente importanza, rispetto a questo obiettivo, la qualita dei processi politici che si innestano e delle metodologie di partecipazione e di formazione della volonta politica: per questo, nel momento in cui tornano di moda vecchi modi di far politica e mo~trano la loro impotenza, il Movimento si impegna a proseguire il proprio lavoro con· la ricerca e la sperimentazione di un nuovo modo di fare politica, cioé con un impegno volto a far si che si verifichi la riappropriazione del la politica al proprio ambito sociale attraverso gruppi aperti di lavoro poi itico nel la fabbrica, nel la scuola, nei quartieri, nelle campagne. 12) Per questo nelle proposte organizzative i nuovi problemi e le attese che le tensioni culturali e sociali hanno fatto maturare anche nel nostro Paese sono tenuti in piena evidenza, mettendo in moto meccanismi che - all'interno del processo politico - diano un effettivo potere alla base in modo da evitare deleghe permanenti, facilitare il ricambio della classe dirigente, costringere alla continua verifica di linea, 7

impedire il cumulo -delle cariche, realizzare l'effettivo controllo politico tra i diversi livelli esecutivi e legislativi. 13) La constatata inadeguatezza delle proposte politiche tradizionali, in ordine ad un'azione politica che sappia rispondere alle arretratezze e alle contraddizioni della situazione presente e sappia valorizzare le occasioni di maturazione e mobilitazione politica che esse ci offrono, ha spinto al superamento dell'esperienza. condotta coerentemente nel l'Associazione di NOTOEPERATIVE La decisione di dar vita ad un Movimento Politico dei lavoratori è stata presa, com'è noto, dalle componenti sociali, sindacali e studentesche del Comitato Promotore dell'ACPOL, del quale facevano parte anche esponenti del Partito Socialista. Questi hanno approvato il documento del 4 Luglio, con il quale si conclude positivamente l'esperienza dell' ACPO L e si prende atto delle diverse prospettive di impegno che, suIla base di un comune giudizio suIla situazione, le diverse componenti hanno ritenuto di dover perseguire. -r L'assemblea dei Promotori del Movimento Politico dei Lavoratori, riunitasi dopo la conclusione della riunione del Comitato Promotore dell'ACPOL ha invitato i membri del Comitato Promotore del1' ACPO L stessa che si erano dichiarati d'accordo con l'iniziativa ad assumere le funzioni di Comitato Provvisorio, in vista della approvazione di alcuni documenti di indirizzo, che si prevede per il mese di ottobre. Nel mesi di luglio e settemore si terranno in ogni regione - dove_ già sono in corso le riunioni dei Comitati Promotori regionali - incontri politici per i promotori del Movimento: si calcola che ad essi parteciperanno ci rea mi Ile promotori. B liotecaGino Bianco Cultura P.olitica, per procedere ad una fase ulteriore di iniziativa per la costituzione di un movimento politico dei lavoratori, che non ha precedenti nel nostro Paese,aperto e disponibile al la collaborazione e alla integrazione con tutte quelle forze# partitiche ·e non partitiche, che intendono concorrere alla costruzione di una organizzazione politica qualificata nel senso di questa proposta, e impegnata nella çostruzione di una nuova società del lavoro. (Roma, 5 Luglio 1970). Con ottobre avrà 1n1z10 la fase costituente del Movimento: essa nelle intenzioni dei Promotori dovrebbe durare almeno un anno, in modo da verificare i nuovi strumenti di organizzazione della partecipazione politica e da condurre con la massima apertura un confronto con tutti i militanti .di sinistra disponibili a un discorso nuovo, compresi quelli che oggi· mii itano in partiti tradizionali. 11 Movimento, come è specificato nella mozione costitutiva approvata dalla assemblea dei promotori, non intende porsi in polemica preconcetta con i partiti istituzionali deIla sinistra: esso ritiene anzi che la loro funzione sia utile, e con la sua presenza intende portare un contributo a una migliore utilizzazione delle forze di sinistra esistenti, in modo da costruire una alternativa di sinistra nel nostro Paese: nessuna polemica preconcetta, quindi, ma un atteggiamento critico. Una parte dei promotori del Movimento provengono, come è noto, da organizzazioni del Movimento cattolico. Questo ha già fatto parlare di secondo partito cattolico. E' perciò utile riaffermare non solo .la scelta laica che è fra le premesse costitutive del Movimento stesso, come afferma la mozione approvata il 5 luglio; nè soltanto la presenza, nell'assemblea

del 5 luglio, di numerosi militanti di estrazione diversa da quella cattolica (socialisti, democratici di sinistra ecc.); ma soprattutto il fatto che lo spazio che intende ricopriprè il nuovo movimento non è quello di un secondo partito cattolico. 11Movimento nasce dall'esigenza di dare piena coerenza a forze che già militano nell'area della sinistra anticapitalista, come hanno dimostrato più volte.negli ultimi anni e recentemente nella partecipazione in · primo piano alle lotte di autunno. Nel corso degli incontri previsti per il mese di settembre verranno ampiamente dibattuti tre documenti che sono stati presentati alla as_sembleadei promotori. Si tratta di una dichiarazione di principi, in cui viene descritto a grandi linee l'orientamento generale del Movimento, che si qualifica anticapitalista, laico, autonomistico e internazionalista; una proposta di tesi, in cui si articola la linea politica del Movimento e una proposta organizzativa. 11Movimento intende articolarsi per gruppi di lavoro politico, ché avranno sede nelle fabbriche, nei quartieri, nelle scuole e nei centri rurali: questi saranno gli strumenti organizzativi fondamentali del Movimento; i gruppi conflui ranno poi per i I dibattito politico generale in centri di coordinamento a ~livello zonale. Còn lo,sciog!in,ento dell'ACPOL cess~ le pubblicazioni anche·il mensile ACPOL-Notizie.· Str~mento di informa~io.ne del Comitato Prowisorio sarà invece una Agenzia settimanale. 11Movimento· parteciperà come tale al la prosecuzione degli incontri della sinistra europea, iniziati a Parigi lo scorso febbraio dall'ACPOL e da Objectif 72 e presieduti da Lelio Basso, Riccardo Lombardi, Livio Labor, Gilles Martinet e Robert Buron. Il prossimo incontro, come è noto, si terrà a Roma nel mese di ottobre, e tratterà i I Tema: "Nuovi strumenti di organizzazione del la classe operaia nel la fase attua le del conflitto sociale". Ad esso parteciperanno dirigenti e militanti della sinistra di tutti i paesi europei. Con la conclusione dell'esperienza dell'ACPOL, anche ACPOL-NOTIZIE cessa le pubblicazioni. . Gli abbonati riceveranno gratuitamente l'agenzia settimanale « MPL-NOTIZIE » fino allo scadere del loro abbonamento . .Coloro che hanno sottoscritto un abbonamento negli ultimi tre mesi e non desiderano ricevere « MPL-NOTIZIE » potranno, a loro scelta: • ricevere gli arretrati di ACPOL-NO~IZIE, in modo da completare l'annata; • ricevere gratuitamente uno dei seguenti « Quaderni dell'ACPOL »: ■ Stop Vietnam Co"."ntestazion·seociale e Movimento operaio ■ Le regioni di fronte alla crisi del sistema politico italiano; • .-~ere rimborsato l'importo dell'abbonamento. Le comunicazioni debbono_.pervenire ad « ACPOL-NOTIZIE » - via di Torre Argentina, 21 - 00186 ROMA, entro il 31 agosto 1970. 9

SCUOELLAOTTPAOLITICA Bi 10liotecaGino•Bianco L'analisi della scuola, come sistema di oppressione sociale e culturale, e quindi come struttura autoritaria, si è sviluppata come motivazione primaria e di mobilitazione contro tale istituzione e tutte le istituzioni sociali comprendono globalmente l'apporto dello Stato e i rapporti di produzione esistenti. Lo studente si è venuto a trovare in una struttura nella ... quale viene annullato e trasformato in oggetto del processo culturale incapace quindi di trasformarsi e di acquisire capacità creativa e giudizio critico. La sua condizione poi lo pone in una posizione di distacco dai processi reali della società e quindi condizionato in un ruolo che è quello della scuola di classe cioè della scuola come privilegio di pochi, in quanto procede alla selezione e quindi alla divisione sociale del lavoro, alla netta separazione tra lavoro intellettuale e lavoro materiale come preparaz.ionealla funzione di ruoli generalizzati. Tale situazione dello studente è vista quindi come frustrazione in ·quanto l'uomo, con la giustificazione della neutrali.là della coscenza viene di fatto manipolato e asservito alla classedominante e al processo produttivo. · · La contestazione studentesca nasce quindi come reazione all'autoritarismo della scuola· e alle contraddizioni di una cultura autoritaria .. Da questa condizione oggettiva tutto il movimento di contestazione ha sviluppato la critica coinvolgendo tutti gli aspetti della società capitalistica, in quanto le contraddizioni nel modo di produzione capitalistico sono la causa primaria di ogni contraddizione in cui viene ad essere coinvolta la scuola, in quanto riproduce nell'individuo valori e contenuti tipici della logica del profitto.

Bi Attraverso questo tipo di realtà è sorta una presa di coscienza alimentata da una esigenza di valori e contenuti nuovi e da istanze esterne: rivoluzioni nel terzo mondo, lotte nelle aree sfruttate e contro ogni forma di imperialismo, che alimentano tali valori in. una prospettiva di lotta per una liberazione da parte degli oppressi sugli oppressori. Nel tentativo studentesco poi di coinvolgere globalmente il movimento della lotta di classe e quindi di dare una reale risposta politica di classe ha rivelato notevoli difficoltà e limiti che sono identificabili nella natura della classe stessa e nella condizione dello studente: 1) In quanto gran parte della massa studentesca non sarà investita direttamente nel processo produttivo, ma in attività che risentono meno direttamente delle contraddizioni della società capitalistica. 2) In quanto la scuola è istituzione distaccata dal processo collettivo e non permette una crescita del movimento reale, se si tiene conto della mobilità che in esso si verifica e che crea a I suo interno la selezione ed il collegamento diretto ad una classe o ad un vantaggio di carattere materiale. 3) Lo stesso obiettivo di un collegamento tra studenti che vivono una certa situazione di alienazione e gli operai che ne vivono un'altra più direttamente implicata nel processo produttivo. 4) La realtà che sempre più si va facendo visibile è· quella di una classe sfruttata molto più articolata e adiversi livelli di stratificazione: oltre agli operai che sono i più direttamente implicati nel processo produttivo e quindi più direttamente sfruttati abbiamo altre categorie che si vengono proletarizzando; impiegati tecnici, insegnanti che risentono tutti e acqu istano sempre più coscienza dei meccanismi di sfruttamento della società capitalistica. Per quanto riguarda la possibilità di una lotta concreta essa deve partire da una risposta politica globale che accomuni tutte le categorie sfruttate nel movimento di classe attraverso la socializzazione della lotta a tutti i livelli. , Questo tipo di lotta può crescere attraversò· una strategia che 111vestadiversi settori: 1) Attraverso una lotta politica nelle fabbriche e . attraverso un lavoro politico di base che sensibilizzi anche ai problemi della scuola gli operai che sono i più direttamente colpiti dalla scuola di classe. 2) In quanto la battaglia del la scuola non è separata dal contesto sociale più generale, · importante può essere la funzione del sindacato o dei sindacati. Pur infatti riconoscendo che la funzione primaria del sindacato è la difesa della forza lavoro che è costretta ·oteca Gi o Bianco · a subire le leggi del mercato, tuttavia· pensiamo che la lotta economica rivendicativa del proletariato non debba essere scindibile dalla lotta politica più generale del movimento operaio e quindi i sindacati debbano partecipare alla battaglia per il raggiungimento di obiettivi politici e sociali più generali. E' proprio perchè in questa fase di capitalismo avanzato e di ascesa e di crisi conflittuale i sindacati non possono essere la sola organizzazione in grado di mobilitare le masse, ma sorgono strumenti e_organi- . . sm1nuovi. Proprio questi strumenti e organismi rendono possibile la mobilitazione di strati più vasti: studenti, insegnanti, impiegati, che sia il 1968 in Francia e il 1969 in Italia hanno fornito conferma di tale tendenza. 3) Attraverso un lavoro politico di quartiere che renda il quartiere un reale strumento di partecipazione che elabori e analizzi i contenuti della scuola tradizionale con una ristrutturazione che è politica e culturale e nello stesso tempo è una crescita collettiva ed una educazione permanente. Né la lotta invece può essere invadente attraverso una strategia ti pica di forze politiche come "POTER E OPERAIO" che hanno mobilitato su rive~dicazioni materiali che anche se in parte oggettivamente giuste non hanno però preparato una coscienza realmente rivoluzionaria: 1° in quanto· si sono posti degli obiettivi materiali a cui molti hanno aderito senza averne acquisito una coscienza della strategia più generale. 4) In quanto si sono posti come avanguardia senza preoccuparsi di socializzare alla lotta il movimento più vasto che necessita di un discorso più. graduale pena l'isolamento nelle lotte. Quindi gli studenti che tendono alla trasformazione non possono portare avanti una lotta rivendicazionistica solamente all'interno della situazione scola- ~tica. poichè la crisi non è solo limitata ai contenuti dei processi culturali e al ruolo delle strutture educative ma è diretta conseguenza della situazione sociale più generale. Tali lotte debbono essere portate avanti coinvolgendo tutti gli strati e categorie unificando gli obiettivi e le strategie cercando d'evitare, pur nel la irrinunciabilità della coerenza e della chiarezza, di effettuare salti in avanti scavalcando il movimento reale e ponendosi come avanguardia che rimane isolata e battuta. Il _gruppodi lavoro suiproblemi della scuola di Ferrara 11

' LOTTPEOLITICDHIBEASE .Pubblichiamo un intervento nel dibattito sollecitato nel n.6 di ACPOL-Notizie. L'autunno sindacale non ha rappresentato una tappa conclusiva, bensì un momento transitorio suIla via delle rivendicazioni sociali. Dalle lotte passate è scaturito un fatto positivo: la base operaia ha preso coscienza delle propria dignità personale, dei propri problemi, della propria incidenza nell'ambito della società, ed ha imposto proprie vedute ai dirigenti. E queste spinte provenienti dal basso hanno accentuato l'esigenza unitaria in seno al movimento operaio. _I lavoratori non hanno lottato esclusivamente per obiettivi· economici, bensì per la dignità della persona.- In questa prospettiva vanno inquadrati tutti i problemi sociali, da quelli della campagna a quelli della città. L'obiettivo finale è questo: creare spazi alla libera esplicazione di tutte le persone. Di qui la necessità di creare strutture aperte: le lotte sociali d'oggidì hanno senso solo se proiettate di continuo nel futuro; giacchè sarebbe fatica sprecata lottare per una precostituita e definitiva organizzazione della società, quando tale rigido modello potrebbe apparire in futuro, del tutto inadeguato alla libera creatività, alla piena responsabilizzazione della persona umana. Occorre instaurare la strategia della pace, del progresso,1della vita. Tutti devono concorrere responsabilmente a questo scopo. Ma essere responsabili significa avere potere: di qui la necessità sia del decentramento politico e amministrativo portato ai limiti estremi nelle comunità civili sia della direzione comune delle aziende da parte di datori di lavoro e di lavoratori. Una grande città, ad esempio, sarebbe meglio governabile, se fosse divisa in varie zone ciascuna diretta da un consiglio amministrativo sotto la ·guida di un presidente·; mentre il sindaco e la giunta coordinerebbero l'attività complessiva. 'Questo progetto darebbe ai comitati di quartiere la possibilità di controllare più da vicino l'attività politica e amministrativa; anzi le richieste del popolo troverebbero una più rapida e.secuzione.GO.uanto .oi, alla direzione comune delle B1 12 lloteca I o 1anco aziendé da parte di padroni e di operai, questa esigenza scaturisce dal fatto che al giorno d'oggi nessuno può .arrogarsi il diritto di possesso esclusivo della fabbrica: padroni sono anche gli operai che spendono una vita suI posto di lavoro. L'operaio ha il diritto di I partecipare ai rischi che la direzione comporta, ma non esclusivamente, come fino ad ora, la condanna a subire gli improvvisi fallimenti. Ai sindacati, dunque spetta il compito di realizzare tale prospettiva, tramite le assemblee di fabbrica. Al giorno d'oggi è sotto accusa la disuguale distribuzione dei mezzi di sussistenza, della ricchezza. 11 grave problema non va risolto con il livellamento dei salari, neppure abolendo la proprietà privata. Ma occorre ., 40 domandarsi: fino a che punto la proprietà privata non danneggia il progresso sociale? E' giusto non controllare i depositi bancari e le libere professioni? E' ancora valido il principio di eredità? Quest'ultimo principio va riveduto: da esso scaturiscono tutte le sperequazioni, in modo tale che parte degli uomini sudano tutta una vita, parte, invece, godono tutta 1'esistenza. 11 problema si dilata, investe totalmente il potere economico. Questa potenza irrazionale bisogna rigorosamente disciplinarla: lo sviluppo incontrollato di essa esaspera i gravi squilibri tra il settore primario e quello secondario. La agricoltura, questa "cenerentola" dell'economia, esige riforme drastiche, condotte su alcune direttive essenziali: eliminazione della proprietà frazionata a favore di aziende-cooperative; meccanizzazione massiccia, manodopera altamente specializzata, in•dustrie controllate dai sindacati, politica del passaggio diretto del prodotto dalla terra al consumatore, in modo che le ingiustizie e le speculazioni degli intermediari siano eliminate. Tutti questi problemi non possono essere risolti in· una vision~ solamente italiana, ma occorre inquadrarli nello spazio europeo prima, mondiale poi. Livio Menin Vicenza

.. QUARLEIFORMA PERLARADIOTELEVISIONE? INTERVENTO DI LIVIO LABOR AL CONVEGNO PROMOSSO DALL'ENARS Biblioteca Gino Bianco Oggi più che mai il problema della riforma della Rai-Tv si pone al centro del dibattito politico e richiede da parte di tutte le forze interessate ad un radicale cambiamento delle strutture autoritarie e burocratiche della nostra società un deciso e costante · impegno di approfondimento e di mobilitazione. Le ACLI, la cui funzione è come sempre quella di essere attente a quanto di nuovo di muove nella società e di stimolare e canalizzare tutti i fermenti positivi in essa emergenti, bene hanno fatto nel promuovere questo convegno per sollecitare un ampio e appassionante dibattito su questo argomento, che tanta importanza riveste ai fini della costruzione di una nuova società del lavoro, più libera e democratica, che per troppo tempo le forze associative e cultura li, le organizzazioni dei lavoratori hanno trascurato. La televisione, è stato già più volte ripetuto in questo convegno, costituisce il più moderno e potente mezzo di comunicazione oggi esistente ed ha in sè una forza di suggestione e di penetrazione tali da incidere profondamente sugli orientamenti di massa. Essa crea modelli di vita, incide sul costume di un popolo, mette in circolazione valori nuovi e abbatte quelli già esistenti, modifica gli atteggiamenti, le credenze di vaste masse di cittadini, ha una funzione condizionante nei riguardi dei consumi e dei costumi e quindi dei rapporti tra il cittadino e la società. Ma la televisione ha anche una notevole funzione e incidenza politica; la completa indipendenza da controlli sociali e democratici la rende disponibile per qualsiasi uso: si può farne un mezzo di autentica informazione, di dibattito, di ricerca culturale al servizio della collettività e delle sue esigenze di sviluppo umano e sociale; oppure al contrario si può farne uno strumento di manipolazione delle coscienze, di mistificazione e di totale subordinazione delle masseai fini di potere. E' chiaro che le forze che hanno in mano il potere cercano di usare anche la TV come strumento di condizionamento ai fini della conservazione e dell'allargamento del loro potere; spetta perciò alle forze del cambiamento, ai lavoratori, alle loro orga13

nizzazioni far sì che la televisione da mezzo di manipolazione del consenso diventi strumento di formazione e di informazione a servizio della crescita culturale-politica del popolo e cioè a servizio degli interessi collettivi. . A nostro giudizio, il processo di effettiva democratizzazione del paese non può necessariamente non investire anche la Radio Televisione, la cui gestione non è certo un fatto secondario, ma investe problemi essenziali come quelli del la Iibertà del l'informazione, della sua autonomia, della libertà di opinione, di critica, di dissenso, in una parola di quella che ho definito crescita culturale e politica dei lavoratori. In Italia la classe politica dorr.inante, la Democrazia Cristiana prima, gli altri partiti di centro-sinistra poi, ·dopo essersi assicurati il controllo della televisione attraverso tutta una serie di compromessi e di accordi di vertice, ne hanno fatto un loro feudo riservato, un pulpito privilegiato e sottratto ai rischi del confronto delle idee e delle posizioni, al di fuori e al riparo non soltanto del controllo delle forze sociali-culturali e degli utenti, ma anche del Parlamento, tant'è che la responsabilità politica effettiva della Rai-Tv fa capo al l'Esecutivo. Così, la televisione in tutti questi anni è stata il luogo dove si sono scontrate le ambizioni e gli interessi delle correnti e dei gruppi di potere aIl'interno dei partiti della maggioranza, in perenne lotta fra di loro per instaurare il proprio dominio e per meglio strumentalizzare il mezzo televisivo secondo le proprie particolari finalità. Quando una classe politica non è in grado di egemonizzare per altre vie il paese e di crearsi - in modi nuovi e faticosi - una base di consenso sufficientemente ampia e radicata nelle coscienze, allora essa è costretta ad imporre il suo "consenso" attraverso l'autoritarismo e la violenza aperta e segreta, e in questo senso i mezzi di comunicazione di massa e la tele'tisione in particolare servono egregiamente allo scopo · e diventano gli strumenti più idonei per raggiungerlo. E' quanto è avvenuto in Italia in questi anni. Lé forze che hanno gestito la televisione ne hanno fatto l'espressione dell'autoritarismo e dell'ideologia della classe dominante, escludendo ogni apporto e ogni partecipazione delle classi popolari e della cultura da esse espresse. L'ambigua natura, privatistica e insieme pubblica, del l'azienda, ha poi favorito il massiccio inserimento in essadi "uomini di fiducia" a tutti i livelli che, combinandosi variamente con la classe dirigente già insediatasi attraverso un complesso gioco di equi libri e di interessi, ha creato all'interno dell'azienda gruppi clientelari, saldamente legati ai partiti di governo, i quali hanno condotto e tuttora conducono- una sistematica politica di conservazione, negando nei fatti, se non con le parole, B1bliotecaGino Bianco ogni approfondita riflessione intorno al problema della libertà della comunicazione. Si è impedita, anche così, una reale crescita politica e civile del paese attraverso la formazione - nel dibattito pub.- blico e aperto a tutti - di un autonomo e responsabile giudizio intorno alla realtà politica, sociale e culturale del nostro paese. Nel complesso, il sistema ha finito per creare una Tv passiva, capace solo di funzionare come strumento di integrazione e di condizionamento culturale e politico; essa non è mai stata lo specchio fedele della vita reale del Paesecon i suoi contrasti, le sue lotte, le sue lacerazioni; ma lo specchio deformato, ufficiale, e quindi mistificato di questa realtà. In questo senso la Rai-Tv riflette le storture e le insufficienze più gravi della società italiana, di una società ancora sostanzialmente verticistica ed autoritaria, tale da rendere possibile che il funzionamento di un settore fondamentale della vita del paese resti affidato alle combinazioni e agli spostamenti nei rapporti di forza fra ristrette fazioni o gruppi di potere. Oggi però i tempi sono cambiati. Dal paesemonta una nuova volontà politica, domanda di libertà e di partecipazione, di nuovi e più giusti rapporti di potere, di una nuova unità di obiettivi e di lotta da parte dei lavoratori, che richiede una risposta politica nuova, non più basata sui tradizionali intrighi di ve_rticee sui soliti compromessi. Questa volontà politica si è espressa nel corso delle lotte operaie dell'autunno ed ha indicato che la classe operaia oggi, nella sua ritrovata combattività ed unità, intende essere presente come forza di pressione e di cambiamento e contribuire in prima persona ed autonomamente - senza concedere deleghe a nessuno - ad affrontare e risolvere i nodi strutturali esistenti nella nostra società, i problemi che si trascinano da tanto tempo senza ricevere una adeguata soluzione. Fra di essi c'è anche il controllo sociale, l'autonomia politica e culturale, la riforma della Rai-Tv. Una riforma che va intesa come momento assai importante del la strategia per la trasformazione del la società e che deve tendere soprattutto a rivalutare la cultura popolare, intesa come cultura alternativa, che sia premessa e sostegno dell'iniziativa politica del movimento operaio. Oggi tutti ne parlano e sono d'accordo nel ritenere necessaria una riforma dell'ente televisivo. Ma quale riforma? Non certo la riforma di chi vuole creare nel nostro paese un circuito televisivo privato che serva meglio della attuale televisione di Stato a diffondere l'ideologia del sistema neocapitalistico e i miti della 2ocietà del benessere e che faccia della televisione un

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