avventurismi il potenziale di lotta dei lavoratori. 11 risultato è che il potenziale di lotta dei lavoratori si è disperso in un fiume di scioperi post-autunnali di carattere "generale" con una non meglio definita funzione di agitazione dell'opinione pubblica, ai quali si sono aggiunti scioperi del pubblico impiego con-· dotti col massimo di intensità. La borghesia si è spaventata la sua parte, come era giusto e prevedibile: su una prospettiva politica si crea la lotta e la reazione avversaria, sugli scioperi di categoria solo il disagio e lo spa·vento isterico. Ed è ancora, questa sinistra, quella che ha accompagnato la "normalizzazione" interna con un silenzioso apprezzamento della normalizzazione in Cecoslovacchia. In fondo, grazie alla politica avara che ha condotto, lo sbilancio del P.C. I. è stato cont_enuto in termini accettabili, dal punto di vista ragionieristico. Sì da consentire addirittura un confronto con l'altra politica' di sinistra, quella generosa, che sarebbe stata quella del P.S.1.U.P.; per concludere .che, se la generosità paga così ma_le,ancora più taccagno aveva da essere, il P.C.I. Sul calo del P.S.1.U.P., i commentatori si sono sbizzarriti, nell'ansia di scaricare sul partito più sconfitto della sinistra ciascuno la propria idiosincrasia, ed assegnando pertanto a I partito di Vecchietti una tale serie di supplenze di stati d'animo, movimenti sociali, tendenze culturali e gruppi politici, che, se ne funzionasse la metà, ci troveremmo a lm~no di fronte al secondo partito italiano. Fra l'altro, fra le funzioni di supplenza assegnate al P.S.1.U.P. c'è anche, esposta su "Settegiorn i" da Piero Pratesi con pochissimi veli, quella che riguarda noi: anche noi, quindi, insieme col movimento studentesco, la sinist_ra sindacale, gli scioperi selvaggi, le canzoni di protesta, i Black Panthers, l'Isolotto, Al Fatah, Umberto Eco e quant'altro non è usuale per la cultura politica borghese, dobbiamo accontentarci di riconoscere la nostra sconfitta nel calo dell' 1.2 % del P.S.1.U.P. ·II simbolismo raggiunge vertici mai sperati. Facciamo presente, per quanto ci riguarda, e caso mai ce ne fosse dubbio, di non avere mai assegnato nessun ruolo di rappresentaAza elettorale a questo partito. Osserviamo solo che il P.s.1.u·.P. non è un partitosimbolo, ma fa le sue scelte e le paga. Ne ha fatte almeno due, fra il '68 ed oggi: quella sulla Cecoslovacchia,. e- quella, più recente, relativa alla strategia elettorale e parlamentare. C'è stato un dibattito, nel P.S.1.U.P.: ed ha vinto, amico Pratesi, chi ha rifiutato di fare il "contenitore", come tu lo definisci, della nuova sinistra. E adesso paga. C'è poi da dire che la dimensione del P.S.1.U.P. non è tale da poter invertire una tendenza determinata dal Bìblioteca Gino Bianco ·maggior partito della classe operaia: l'egemonia di fatto, aggiunta a quella soggettivamente subita, del P.C. I. giustifica largamente un analogo destino elettorale, più marcato a svantaggio della componente più debole. La sinistra ha perso, dunque, perchè ha pagato la sua avarizia di creatività. Ha perso questo inverno, quando i suoi apologisti ne hanno cantato la vittoria, dal momento che aveva ottenuto esattamente quello che aveva chiesto: un governo che faccia subito le elezioni regionali. Le elezioni regionali sono state fatte: e adesso? Paradossalmente, si potrebbe affermare che la sinistra ha vinto attraverso la vittoria del quadripartito, figlio legittimo della politica "costituente" e responsabile di questi ultimi mesi. Ma quale quadripartito ha vinto? Questo governo attaccato con la paura, provvisorio fino all'ossessione, incapace di trovare un momento solo di solidarietà davanti all'elettorato, carente di una linea politica unitaria? Questo governo di partiti costretti a governare? I Perchè si possa dire che l'elettorato ha confermato ed accresciuto la propria fiducia ~1 el centro-sinistra, bisognerebbe che ci fosse stato un qentro-sinistra nella fase pre-elettorale. Ma ci sono stati quattro partiti, in luogo di una coalizione: uno cavalcava la tigre · fascista, l'altro - il più premiato - giurava di essere lì per caso, il terzo conduceva una campagna elettorale tutta orientata a sinistra, marcata anche dall'assunzione alla vice-segreteria del compagno Codignola, che sembrava logica premessa a una ripresa di autonomia rispetto alla coalizione. Quanto alla O.C., che non era certo in grado di lavare in pubblico panni che attendono da venticinque anni acqua e sapone, essa è stata l'unica a fare da francobollo alla coalizione, intesa come simbolo astratto di garanzia democratica, più che come portatrice di una politica inesistente. Ed è l'unico dei quattro partiti che ha subito una flessione,· più rilevante di quella comunista, anche se pare che nessuno se ne sia accorto. Che farà ora il centro-sinistra, oltre a fare la somma di quattro risultati conseguiti su trincee diverse ed opposte? I voti, d'accordo, "non olent". Ma quale olfatto sarà così insensibile da non capire che non basta sommare voti per creare una prospettiva politica? La prospettiva ci sarebbe: il premio elettorale al P.S.I., il ridimensionamento del P.S.U.riaprirebbero le porte alla prospettiva bipartita aperta al P.C. I. Rimane tuttavia· da spiegare quale maggioranza O.C. sarà disposta a condurre un'operazione del genere dopo una campagna elettorale condotta sull'equidistanza fra P.S.I. e P.S.U. e dopo la crisi drammatica 3
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