Acpol notizie - Anno II - n. 7 - Maggio 1970

Con queste considerazioni ho già agganciato il tema di un riesame critico dell'azione da me svolta in questi cinque anni in Consiglio Comunale. Sinteticamente ne traggo un bilancio positivo, il che mi indurrebbe - considerato a sè - a portare avanti per un'altra legislatura la stessa battaglia politica dall'interno del Consiglio Comunale. Infatti giudico positivo aver contribuito - sovente in modo determinante - ad accelerare, a modificare, a rovesciare o a bloccare decisioni errate e in contrasto con gli interessi reali della città. Ed è significativo citare, tra le molte battaglie condotte, la decisa opposizione di 5 anni fa (con relativa denuncia ai probiviri del Partito) alla politica di mortificazione del pubblico trasporto coi tagli e le soppressioni di l·inee urbane e interurbane e con l'aumento delle tariffe e l'istituzione della doppia tratta per ogni linea, culminata in questi ultimi mesi, dopo una serie di analoghi episodi, col rovesciamento completo di tale politica e l'attuazione della tariffa oraria valida per più linee e il potenziamento e il prolungamento dei servizi di trasporto in periferia; oppure la lunga lotta (anch'essa costellata da una denuncia al partito, questa volta da parte di uria componente della cosidetta "sinistra" O.C.) per l'attuazione del decentramento democratico nei quartieri contro l'opposizione iniziale della O.C. e dei partiti di centrosinistra, e infine varata con l'introduzione in aula di decine di sostanziali emendamenti che rovesciavano radicalmente l'impostazione burocratica e limitativa proposta dalla Giunta; oppure l'azione per modificare sostanzialmente il nuovo piano di applicazione della legge 167 per l'acquisizione di aree all'interno della città per l'edilizia popolare e i servizi, nonchè per adottare ~orme urbanistiche dirette a imbrigliare il caotico sviluppo edilizio; oppure la controversia per la riduzione degli affitti delle Case Popolari e per l'impegno a democratizzare l'IACP; oppure i faticosi contrasti per modificare i regolamenti comunali a giusto favore dei lavoratori taxisti o degli insegnanti delle attività para-scolastiche dipendenti del Comune; oppure i laceranti conflitti sull'applicazione dei contributi di miglioria specifica a carico della proprietà immobiliare, o sull'aumento dei prezzi del latte e del gas voluto dai produttori, o sulla politica culturale del Piccolo Teatro, o sulla politica annonaria in materia di vendite controllate, o suHe iniziative di solidarietà a favore delle più dure lotte sindacali sostenute dai lavoratori milanesi. Senza continuare nella elencazione, e senza neppure aggiungere l'ancor più significativa serie di contributi dati invano, perchè rimasti minoritari, o di decisioni subite per disciplina o importanza ( su materie le più varie, che vanno dai bilanci di previsione alle varianti di piano regolatore, dalle erogazioni di contributi agli acquisti di aree), mi è sufficiente citare gli episodi di B1 2·otecaGino Bianco cui sopra che - ripeto - considero essere aspetti positivi del bi lancio del la mia azione politica svolta in Comune, per trarne qualche elemento di giudizio. La costante di questi episodi è che essi si sono potuti· sviluppare solo sollevando apertamente resistenze, dissensi, ribellioni verso decisioni della Giunta Comunale o dei partiti della coalizione, tutte le volte c;he comportavano scelte fra interessi politici e di classe contrapposti, in termini di conflitto politico nei confronti di t-utta una parte della coalizione di centro-sinistra. Alla spaccatura che sulle singole battaglie si verificava nella O.C. e nell'area socialista, è corrisposta la possibilità di esiti positivi in relazione al formarsi di convergenze maggioritarie fra tutte le forze di sinistra, in relazione alle precarie condizioni della maggioranza: pur con le integrazioni reperite nel campo della destra liberale e fascista, in relazione alla mancanza di guida del gruppo e anche al grado di scollamento e di assenteismo dei colleghi di maggioranza, e - non secondariamente - in relazione ai legami· con i gruppi sociali ed i movimenti reali operanti nella società. Queste vicende di scontri minoritari all'interno della O.C. che rappresentano una sorta di verifica sperimenta le di una conflittualità permanente sui metodi e sui contenuti dell'azione politica della O.C., non sono iri realtà che il riflesso del più ampio conflitto sociale che - al di là dell'etichetta interclassista - non può non costringere la stessa O.C. a delle scelte di classe. Ed ormai strati sempre più vasti di lavoratori vanno sempre più prendendo coscienza di come la O.C. nella sua quasi interezza si colloca sistematicamente su posizioni di conservazione politica, sociale ed economica, consentendo uno spazio di tolleranza in funzione di pura copertura a sinistra a chi dentro di essa cerca di portare avanti esigenzedi segno opposto. La mia personale esperienza ne dà conferma. Nè vi è motivo di credere che qualcosa muti in senso evolutivo nella O.C.; anzi vi è motivo di ritenere il contrario. Vi è lo svuotamento di tensioni e di contenuti politici. di quelle che furono le sinistre O.C.; ora disponibili sempre per qualunque operazione politica. Vi è il consolidamento di una rigida pra·ssi verticistica e correntocratica, come ho potuto verificare - per atto di coerenza finale ad un discorso di partecipazione dal basso - nelle pur inutili elezioni primarie e nella stessa composizione delle liste che prefigurano la futura proiezione della O.C. negli enti locali. Vi è la perdita di credibilità e di consenso della O.C. presso il mondo del lavoro e le classi popolari, per converso largamente compensata dal prevedibile recupero di consensi sulla destra, che consentono alle pos1z1on1moderate all'inte_rno della O.C. di acquistare J

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