Acpol notizie - Anno II - n. 4 - Febbraio 1970

5) Riteniamo perciò inutili e dannose le chiusure e i settarismi di ogni sorta: nostro termine di confronto. deve essere il movimento di classe. all'interno del quaJe non si vuole esercitare una funzione di potere ma per il quale si vuole esserestrumento". ' e UN'ESPERIENZA DI LAVORO POLITICO NEL QUARTIERE / A questa relazione iniziale che abbiamo· qui sintetizzato ha fatto seguito un intervento della compagna Lidia Brisca Menapace che ha descritto la sua esperienza di lavoro di quartiere portata avanti assiemead un gruppo costituito da compagni di diversa provenienza ideologica (marxisti-leninisti, cattolici e alcuni di lotta continua). Essa ha messo in evidenza le contraddizioni più macroscopiche che esprime l'articolazione capitalistica in una città come Bolzano, che presenta delle piccole e medie industrie che sono il , tessuto produttivo su cui si regge 1~economialocale. 11 ceto .operaio è, come in tutte le città del nord, confinato in quartieri ghetto che sono del tutto sprovvisti di infrastrutture per una attività culturale di massa e presentano tutta una serie di servizi a livello assistenzialeestremamente inadeguati. La difficoltà maggiore nel lavoro di politicizzazione è stato rilevato nella difficoltà di contrastare quella penetrazione ideologica piccolo-borghese a cui la classe operaia e in genere le classi sottomesse sono soggette. Così per quanto riguarda la bassascolarità ·dei ragazzi e la loro scarsa resa scolastica, è difficile convincere i genitori che essa è essenzialmente causata da tutta una struttura che vuole. di fatto i figli degli operai come i "più deficienti". e n.on da una generica incapacità o mancanza di volontà, come essi credono. L'intervento della Brisca, dopo aver ribadito alcuni punti essenziali da tenere presente nel lavoro cli quartiere: l'omogeneità dell'intervento, la ricerca di un linguaggio comprensibile e la fornitura di strumen- .ti metodologici che permettano agli abitanti del quartiere di sintetizzare le proprie ·esperienze e le contraddizioni vissute, si è concluso mettendo l'accento sull'utilità di legaresempre il lavoro di quartiere al lavoro di fabbrica, luogo• questo dove in prima istanza si esercita lo sfruttamento capitalistico e da cui tutte le altre contraddizioni derivano. IL LAVORO NELLA COMMISSIONE SUL 11 MOVIMENTO STUDENTESCO E LOTTE OPERAIE" 11convegno è continuato con la costituzione di tre B bl çommissionGi: a) ayoro politico di fabbrica; b) 1 1oteca I o anca Lavoro politico di quartiere; c) Moviment.o studentesco e lotte operaie. Quest'ultima commissione ha affrontato il senso che il movimento studentesco ha avuto nelle lotte sociali che si sono sviluppate in questi ultimi tempi; il significato ·e il ruolo che, oggi, in un periodo di crisi e di riflusso può avere un recupero di questo movimento e in che termini essodebba essereattuato. Si è riconosciuto al movimento studentesco il merito di aver determinato un processo · nuovo che sta all'interno della dinamica della lotta di classee perciò esso è stato definito come sezione della stessaclasse operaia, anche in base al discorso .relativo al fenomeno di proletarizzazione che investe anche coloro che raggiungono i livelli più alti di istruzione. li me·rito più importa_nte che si è riconosciuto al movimento studentesco è stato quello di aver "recuperato la politica al proprio ambito sociale" con un salto qualitativo che diviene oggi la nuova effettiva discriminanté per le forze che si definiscono di sinistra e di avere ricercato, uscendo dall°a mistifi- . cazione della cosidetta "lotta per una scienza alternativa", un immediato collegamento con la classe operaia e con le sue lotte, anche se ciò, almeno in alcuni casi, non ha voluto dire abbandonare la lotta per una gestione alternativa del la scienza, cioè\la lotta r all'interno del l'università. Da queste posizioni hanno dissentito i compagni della FGC che, ribadendo le tesi della "Sapienza" del PCI, vedono la lotta del movimento studentesco come lotta per il nuovo tecnico e più in generale per una nuova scienza, rivendicando di fatto al partito la congiunzione tra questa lotta e quella del movimento operaio, attaccando duramente "l'operaismo studen·- tesco". 11 dibattito in questa commissione si è concluso ribadendo la necessità del lavoro all'interno dell'università per rifondare di fatto il movimento, attuai- . mente in estrema difficoltà e in riflusso, senza però trascurare, almeno da parte dei quadri più politicizzati e sensibili, un lavoro all'esterno dell'università, in quei luoghi cioè dove maggiormente si esercita lo sfruttamento capitai istico: fabbrica, quartiere, istituti vari. Naturalmente i problemj più difficili da risolvere restano ancora la integrazione non giustapposta tra queste due facce di un'unica dimensione del lavoro politico e la possibilità di creare ·dei fenomeni di aggregazione con tutti gli altri gruppi e partiti politici di sinistra che vogliono operare su questa base o che comunque in alcune circostanze possono esprimere delle vedute comuni. In questo senso si è dunque riaffermata la necessitàe la disponibilità ad operare in connessione anche con i compagni del PCI, pur tenendo presenti le divergenze che da essi ci dividono. 15

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